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Flop galattico del Real Madrid, fuori da tutte le competizioni: in arrivo Allegri o Mourinho

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A Madrid è finito un ciclo. Sembra strano a chi non conosce da vicino la realta’ del Real, eppure e’ cosi’: i tifosi della squadra che ha vinto quattro volte la Champions negli ultimi cinque anni stanno contestando e invocano le dimissioni del presidente Florentino Perez. L’eliminazione di ieri, ad opera dell’Ajax, ha scatenato una tempesta di critiche, con il presidente principale imputato perche’ colpevole di aver lasciato partire Cristiano Ronaldo e di non aver piu’ acquistato ‘galattici’ sul mercato. Forse confidava nel fatto che la squadra avrebbe potuto ripetersi anche se priva di CR7 e di Zinedine Zidane, il tecnico delle tre Champions di seguito, e vincitore anche di una Liga e due Mondiali per club. Ma il pesante ko (1-4) contro i biancorossi di Amsterdam di nuovo profeti del calcio totale hanno segnato la fine di un ciclo e fatto capire che in estate sara’ rivoluzione. Intanto Santiago Solari, subentrato in corso d’opera all’ex ct spagnolo Julen Lopetegui, sembra avere i giorni contati. Infatti sta prendendo piede l’idea di cacciarlo subito e non a giugno, il problema è trovare un sostituto visto che Zidane, che Perez vorrebbe richiamare, non sembra essere disponibile a raccogliere immediatamente l’appello del presidente.

Se può parlare per giugno, se avra’ carta bianca su cessioni e acquisti, ma ora Zizou non vuole tornare. Cosi’, se Solari non durera’ fino a domenica, quando il Real dovra’ affrontare il Valladolid del grande ex Ronaldo Fenomeno, potrebbe subentrare Guti, altro ‘totem’ madridista. Dopo la sconfitta con l’Ajax e le contestazioni del pubblico che invocava le dimissioni, Perez ha lasciato il Bernabeu all’alba, dopo una notte di consultazioni e riunioni con alcuni dei suoi piu’ stretti collaboratori. In precedenza, dopo il fischio finale, era sceso nello spogliatoio ‘merengue’ per cercare di analizzare le cause dei questa battuta d’arresto cosi’ dolorosa e aveva parlato a lungo con Solari, che lo aveva raggiunto poco dopo la mezzanotte, dopo aver esaurito gli impegni con i media. L’unica certezza in questo caos Real, dove piove sul bagnato visto che oggi c’e’ stata anche la notizia che Vinicius dovra’ rimanere fermo per due mesi, e’ che al piu’ tardi a giugno Solari se ne andra’, e che quindi e’ gia’ tempo di trovargli un sostituto per la prossima stagione, quella della rifondazione.

Per il futuro vengono indicati quattro nomi: Jurgen Klopp (Liverpool), Mauricio Pochettino (Tottenham), Massimiliano Allegri (Juventus) e Zinedine Zidane, che pero’ secondo alcuni avrebbe come prima scelta la Juventus se Allegri lascerà la panchina bianconera. Ma a questi nomi bisogna aggiungerne un quinto, che alcuni bookmaker danno come favorito: “non avrei problemi a tornare al Real Madrid”, ha detto qualche giorno fa Jose’ Mourinho a BeIN Sports, e non sono state parole dette a caso. “Quando ti chiamano una seconda volta – ha aggiunto riferendosi alla sua esperienza al Chelsea -, significa che sanno quanto bene hai fatto. E’ una grande sensazione. Non avrei problemi a tornare dove ho gia’ allenato, con la giusta struttura e le corrette ambizioni. mi piace la Spagna, e loro sono il club piu’ iconico del mondo, hanno vinto 13 Champions”. Ecco allora che ‘Mou’ potrebbe mettere d’accordo tutti, ma intanto bisogna chiudere salvando almeno la faccia e consolandosi pensando che non sara’ una stagione da ‘zero tituli’: almeno il Mondiale per club, a fine 2018, e’ stato vinto.

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Americas Cup, Luna Rossa batte American Magic e sfiderà Ineos per accedere alla finale contro New Zealand

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Luna Rossa si è qualificata per la finale della Louis Vuitton Cup, dove affronterà Ineos Britannia.

L’equipaggio italiano del team Prada Pirelli ha ottenuto il punto decisivo contro American Magic nell’ottava regata della semifinale, chiudendo la serie con un punteggio di 5-3. Nonostante un iniziale vantaggio di 4-0, Luna Rossa ha visto un parziale recupero da parte degli statunitensi, che si sono portati sul 4-3, prima della reazione decisiva degli italiani. La finale contro Ineos Britannia si giocherà al meglio delle 13 regate a partire dal 26 settembre, e decreterà chi sfiderà Team New Zealand nell’America’s Cup, che si terrà dal 12 ottobre.

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Attesa per Juve-Napoli, per Conte è un ritorno a casa: nessuno potrà cancellare mia storia

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Ritorno nella sua storia, quella che ha scritto prima in campo e poi in panchina e che “nessuno potrà mai cancellare”. Antonio Conte ha presentato, in conferenza stampa, la sfida che il suo Napoli giocherà contro la Juventus all’Allianz Stadium sabato. Gli azzurri arrivano al match dopo il sorpasso in classifica della settimana scorsa, un +1 che ha caricato l’ambiente partenopeo per quella che è sempre stata e sempre sarà la partita. Prima di ogni ragionamento, però, Conte ha voluto ricordare Totò Schillaci con cui ha condiviso i suoi primi passi proprio alla Juventus: “A soli 59 anni ci viene a mancare una persona che per noi del Sud è stato un emblema, una persona che ce l’aveva fatta. Sono veramente molto rattristato e dispiaciuto – ha detto Conte -. Un pensiero alla famiglia per la perdita di un’ottima persona”.

Schillaci nel cuore, la Juventus nella testa: “La mia storia parla di 13 anni trascorsi alla Juve da calciatore dove sono stato capitano e abbiamo vinto tutto. Ho avuto la possibilità di fare l’allenatore e di aprire un ciclo che è durato 9 nove anni. Faccio parte della storia della Juventus e nessuno me la potrà cancellare”, ha affermato Conte che non ha poi nascosto che per lui “sarà una grande emozione” tornare in uno ‘Stadium’ pieno. La prima volta che il tecnico salentino, infatti era tornato a Torino da allenatore, ai tempi dell’Inter, quando arrivò con lo scudetto appena conquistato sul petto, gli spalti erano vuoti a causa delle restrizioni imposte dal Covid: “Ci saranno i tifosi”, ha aggiunto Conte, che ha poi evidenziato che la partita arriva in una “fase di assestamento per le squadre”. Non un match scudetto, al momento, ma una partita da “tre punti”. Un test da affrontare “in modo serio”.

Per quanto riguarda l’avversario Conte si è detto sicuro: “Siamo su due piani diversi, ma credo che entrambe abbiamo voglia di rivalsa. La Juve non si può accontentare del terzo posto dell’anno scorso, noi dell’anno scorso”. Poi un pensiero su Thiago Motta: “È stato un mio calciatore, è un ragazzo molto serio, bravo – ha affermato Conte -. A Bologna ha fatto benissimo, gli auguro il meglio, ma non nelle partite contro di noi. L’eredità che raccoglie è un’eredità pesante, perché Allegri ha scritto parecchie pagine di storia. Allenare la Juve non è mai banale, perché la richiesta è sempre la vittoria”. Quella vittoria che è il centro del lavoro quotidiano di Conte, un lavoro che quest’anno può proseguire liscio perché non ci sono coppe europee. Un vantaggio? Conte ha analizzato le due facce della medaglia: “Non giocare le coppe dà il vantaggio di poter lavorare di più e quando arrivi in un nuovo club hai bisogno di tempo per lavorare sulle tue idee. Se avessimo dovuto giocare tante partite eravamo fregati – ha affermato Conte -. Lo svantaggio è che la rosa non è competitiva come quella di una squadra costruita per fare le coppe”.

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Champions: l’Inter argina il City, 0-0 all’Etihad Stadium

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L’avventura dell’Inter nella nuova Champions League inizia con un pareggio in casa del Manchester City. All’Etihad Stadium finisce 0-0 tra sofferenza e qualche potenziale occasione non sfruttata da parte dei nerazzurri, autori comunque di una bella prestazione a livello caratteriale.

Una gara quasi tutta d’attesa e ripartenze da parte degli uomini di Simone Inzaghi, costretti a serrare le linee per arginare nel miglior modo possibile i citizens, stranamente poco freddi sotto porta in diverse situazioni molto interessanti. Dopo le fatiche d’Europa ora l’Inter sara’ attesa dal delicato derby contro il Milan in campionato. In avvio gli inglesi provano subito a portare grande pressione nella meta’ campo avversaria, cercando il varco per far male ai nerazzurri. Gli uomini di Inzaghi serrano le linee, restano in attesa e appena recuperano palla tentano un paio di discese in contropiede potenzialmente pericolose, ma sempre innocue. Al 24′ la prima vera chance per il City capita sul mancino di Savinho dopo un cross da sinistra, ma il brasiliano impatta male e indirizza sul fondo.

Una decina di minuti piu’ tardi, invece, e’ Haaland a sfiorare il palo alla sinistra di Sommer con un diagonale strozzato dal limite dell’area. La risposta interista e’ affidata prima a Thuram, che al 42′ sbaglia la mira con un destro di prima intenzione su una palla messa al centro da sinistra, poi allo scadere del primo tempo e’ Carlos Augusto ad impegnare Ederson con un mancino da posizione ravvicinata.

Nella ripresa la squadra di Guardiola torna a fare la partita e al 69′ crea una palla gol gigante per il vantaggio: Grealish e Gundogan liberano Foden al tiro dopo un bellissimo scambio nello stretto, il giovane inglese pero’ non riesce ad angolare il destro e viene bloccato da Sommer. L’Inter soffre ma resta viva, tornando a farsi vedere in avanti al 76′ ancora grazie ad una ripartenza conclusa dai neo entrati Dumfries e Mkhitaryan: l’olandese scappa a destra e mette al centro dove arriva l’armeno che calcia alto da posizione invitante. Nel finale gli inglesi premono a caccia del gol vittoria, ma le due ultime chances capitate sulla testa di Gundogan non vanno a buon fine.

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