Collegati con noi

Cronache

L’impero economico dell’ex cassiere della Margherita Luigi Lusi passa allo Stato, confiscati beni per 9 milioni di euro

Pubblicato

del

Una serie di case, tra cui una villa, polizze assicurative, fondi d’investimento e conti corrente che finiscono ora nelle mani dello Stato. La confisca del piccolo impero da 9 milioni di euro, fino a ieri in possesso dell’ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, conclude – per l’aspetto patrimoniale in Italia – la vicenda giudiziaria che ha riguardato l’ex esponente di Dl condannato in via definitiva a sette anni per appropriazione indebita nel dicembre 2017. Ma i risarcimenti, riferiscono i liquidatori del vecchio partito, non finiscono e in sede civile riguarderanno anche le ricchezze all’estero dell’ex senatore finito in carcere. Quest’ultimo da ieri, grazie ad un beneficio previsto dall’ordinamento penitenziario, ha cominciato a lavorare in un call center ad Avezzano. Si tratta di un un beneficio concesso dal direttore dell’istituto penitenziario, poi da ratificare dall’autorita’ giudiziaria, che consiste nella possibilita’ di uscire dal carcere per svolgere un’attivita’ lavorativa, anche autonoma, oppure per frequentare un corso di formazione professionale. Ad eseguire il provvedimento di confisca, dopo l’ordinanza della Corte di Appello di Roma, sono state le Fiamme Gialle, che hanno definitivamente messo i sigilli a beni mobiliari e immobiliari, tra cui quote sociali e l’intero patrimonio aziendale di una societa’ di capitali e una villa a Genzano di Roma, oltre a sei appartamenti e un terreno a Roma e in provincia de L’Aquila. Si tratta degli stessi beni che erano stati sequestrati nel 2012, quando Lusi fini’ in manette con la moglie e due commercialisti dopo il si’ di palazzo Madama alla richiesta per il suo arresto. L’ex senatore era accusato di aver intascato, a partire dal 2002, i rimborsi elettorali dovuti alla formazione politica di cui controllava la cassa: 25 milioni di euro di soldi pubblici dalle casse del partito, attraverso un sistema di false fatturazioni. E ricorrendo a due societa’ estere era riuscito a portare i soldi in Canada. Cinque anni dopo – nel 2017 – l’ex senatore era stato riconosciuto colpevole per essersi appropriato di quelle somme, ma anche di calunnia nei confronti dell’allora segretario del partito, Francesco Rutelli. Tra i primi ad esprimere soddisfazione e’ stato il collegio dei liquidatori della Margherita.

Il Cassiere. Francesco Rutelli era segretario della Margherita all’epoca in cui Luigi Lusi teneva i conti

“La confisca, come confermato dalla sentenza definitiva della Corte di Cassazione, trova il suo fondamento nella decisione da parte della Margherita di donare allo Stato tutti i beni provenienti dalle azioni nei confronti di Luigi Lusi”, hanno spiegato i liquidatori ricordando inoltre che le azioni di risarcimento in sede civile “non si esauriscono con la confisca dei beni, ma stanno continuando e continueranno nei confronti di Lusi e della moglie, sia in Italia che all’estero”. A chiedere risarcimenti e’ anche Francesco Rutelli, calunniato dall’ex-tesoriere, come stabilito definitivamente dalla Cassazione. “Ci siamo costituiti parte civile nel processo e questa esecuzione di confisca rappresenta il parziale ristoro del danno patrimoniale subito da ‘Democrazia e’ Liberta’-La Margherita’ – aggiungono i liquidatori -. L’esecuzione a favore dello Stato rappresenta la piena attuazione del mandato ricevuto dall’assemblea del partito che, volontariamente ed unico in Italia, ha deliberato, al momento dello scioglimento, di donare i propri beni allo Stato, oltre ai 6,5 milioni di euro che gia’ sono stati donati direttamente al Ministero dell’Economia”.

Advertisement

Cronache

Il caso di Chiara Petrolini e dei bambini sepolti in giardino: tutte le ombre su una tragedia

Pubblicato

del

Chiara Petrolini, 21 anni, è al centro di un’inchiesta che ha sconvolto la piccola comunità di Traversetolo, accusata di aver ucciso i suoi due neonati appena partoriti e di averne occultato i cadaveri. Gli eventi risalgono al 12 maggio 2023 e al 7 agosto dello stesso anno, date in cui la giovane babysitter avrebbe messo fine alle vite dei figli, nascosti sotto la sua finestra. La vicenda, dai contorni tragici e controversi, ha sollevato numerosi interrogativi.

Le amiche e il silenzio del gruppo

Chiara e le sue amiche del cuore, unite anche sui social, sembravano inseparabili. Le tre ragazze condividevano tutto, tanto da avere persino una pagina Facebook comune. Tuttavia, nessuna di loro ha colto segni della gravidanza o del profondo malessere che Chiara stava vivendo. «Se ci fossimo accorte di qualcosa, l’avremmo aiutata», raccontano le amiche, scosse e sconvolte da quanto accaduto. La stessa cosa vale per il fidanzato, con cui Chiara continuava ad avere una vita apparentemente normale, usciva, beveva, parlava del ciclo mestruale come se nulla fosse.

L’accusa e l’ombra della perizia psichiatrica

Chiara è accusata di omicidio premeditato e soppressione di cadavere. Giovedì avrà la possibilità di esporre la sua versione dei fatti al giudice, anche se potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere, assistita dall’avvocato Nicola Tria. La difesa, nel frattempo, potrebbe richiedere una perizia psichiatrica per valutare lo stato mentale della giovane, cercando di gettare luce sui tanti punti oscuri di questa storia.

Il ruolo dei genitori e il movente

Secondo la Procura, i genitori di Chiara non erano a conoscenza delle gravidanze. In un’intercettazione, la madre chiede alla figlia, dopo il parto del 7 agosto, se l’emorragia dell’anno precedente fosse stata causata da un altro parto, un indizio che evidenzierebbe il completo disorientamento della famiglia. Il padre, invece, si accontenta della spiegazione di un ciclo abbondante e consegna i tappeti insanguinati alla moglie, che li lava senza fare ulteriori domande.

Ma qual è il movente che ha spinto Chiara a compiere questi atti? La giovane ha dichiarato di temere il giudizio dei genitori e del fidanzato, ma resta da capire se questo possa realmente spiegare la tragica scelta di togliere la vita ai suoi figli. Chiara viene descritta come una ragazza solare e sorridente, ma forse viveva un disagio interiore che nessuno è riuscito a percepire.

I misteri sui parti

Uno dei punti più oscuri riguarda le condizioni dei neonati al momento della nascita. Chiara sostiene che entrambi i bambini siano nati morti, ma gli esami indicano che il secondo figlio, nato il 7 agosto, era vivo e sarebbe morto per shock emorragico. Inoltre, i due corpi sono stati seppelliti in modo diverso: il secondo ben nascosto in giardino, mentre il primo solo superficialmente coperto con uno strato di terra. È possibile che Chiara volesse essere scoperta per mettere fine alle bugie?

Il viaggio negli USA e le ricerche online

Poco prima del secondo parto, Chiara si era recata in viaggio negli Stati Uniti con i genitori. Al suo ritorno, ha dichiarato di aver raccontato loro della gravidanza, ma resta da capire se davvero non fosse consapevole del mese di gestazione o se, come ipotizza la Procura, avesse già pianificato di sopprimere il figlio. Nel periodo precedente al parto, infatti, la ragazza ha effettuato diverse ricerche online legate al travaglio, un dettaglio che secondo gli inquirenti indicherebbe l’intenzione premeditata di mettere fine alla vita del neonato.

Un caso che scuote e interroga

La vicenda di Chiara Petrolini ha lasciato una ferita profonda nella comunità di Traversetolo e continua a sollevare domande inquietanti. Come è possibile che nessuno, nemmeno le persone a lei più vicine, si sia accorto del dramma che stava vivendo? Quali sono le vere motivazioni dietro questi terribili atti? E soprattutto, si poteva evitare questa tragedia? Mentre la giustizia cerca di fare chiarezza, il caso di Chiara Petrolini rimane un doloroso mistero che segnerà a lungo non solo la sua vita, ma quella di tutta la comunità.

Continua a leggere

Cronache

Gratteri: i magistrati oggi ai minimi storici di credibilità

Pubblicato

del

“Noi magistrati oggi siamo ai minimi storici di credibilità, perché abbiamo fatto degli errori”. Lo ha detto il procuratore del Tribunale di Napoli, Nicola Gratteri, intervenuto alla seconda edizione di Capri d’autore, la rassegna culturale curata da Valentina Fontana e Gianluigi Nuzzi, e organizzata da Vis factor. Secondo Gratteri si sarebbe dovuto far dimettere i componenti del Csm “perché sul caso Palamara bisognava lanciare il messaggio alla gente che si stava voltando pagina, che si faceva un taglio netto. Non è stato fatto, con il risultato che è passato il messaggio che si voleva tutelare una corporazione che non voleva lasciare la poltrona. E questo ci ha reso più deboli, anche perché le correnti all’interno della magistratura sono ancora tante”.

Continua a leggere

Cronache

Boccia indagata, perquisita la casa di Pompei: sequestrati telefono, pc, occhiali smart e altri supporti

Pubblicato

del

La procura di Roma ha disposto la perquisizione domiciliare, il sequestro del telefono cellulare e l’acquisizione di materiale informatico nei confronti di Maria Rosaria Boccia dopo la denuncia dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. L’attività istruttoria, anticipata da ‘Dagospia’, è stata confermata. Le indagini sono curate  dai Carabinieri del nucleo investigativo di Roma. Boccia è stata iscritta nel registro degli indagati, come scritto oggi da ‘Repubblica’.

In base a quanto si apprende la perquisizione è stata svolta nell’abitazione dell’imprenditrice a Pompei. Gli inquirenti avrebbero trovato in casa anche gli occhiali smart, utilizzati in passato da Boccia per effettuare una serie di filmati anche all’interno della Camera dei deputati. Quanto posto sotto sequestro verrà adesso analizzato dai carabinieri che hanno ricevuto la delega dai pm di piazzale Clodio.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto