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Dopo i gilet gialli a Parigi entrano in scena i foulard rossi: “Basta con il caos”

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A Parigi, sotto la pioggia, la tanto attesa prima manifestazione dei foulard rossi, i cosiddetti “difensori delle istituzioni”, ha raggiunto il risultato minimo che si era prefissata, 10.000 partecipanti. Mentre in provincia, le catene umane preparate dai gilet gialli per oggi sono state un clamoroso flop. Affiora nel Paese una comprensibile stanchezza, dopo tre mesi di tensioni e manifestazioni continue che hanno lasciato il segno. Dopo l’11esimo sabato di rivolta – anche ieri sempre meno partecipanti ma violenze in aumento ovunque – le polemiche e i veleni fra gilet gialli e polizia si susseguono. E dal movimento si leva la voce di Ingrid Levavasseur, che chiede “la fine di tutte le violenze”. Da place de la Nation a Bastiglia, dove ieri sono andati in scena gli scontri piu’ violenti fra gilet gialli e polizia, i foulard rossi hanno sfilato un paio d’ore per “difendere la democrazia e le istituzioni”. Erano 10.500 secondo la prefettura, appena oltre i 10.000 partecipanti, soglia minima accettabile fissata dagli organizzatori della prima ‘Marcia repubblicana delle liberta”. ‘J’aime ma Re’publique’ era lo slogan preferito dai manifestanti, fra una Marsigliese e un’altra, proprio come i gilet gialli. Un grande striscione ‘Si’ alla democrazia, no alla rivoluzione!’, tante t-shirt bianche con la scritta ‘Stop violenze’, addirittura qualche bandiera dell’Europa accanto alle francesi, inalberate per lo piu’ da partecipanti non giovanissimi.

Molti i simpatizzanti del partito di maggioranza ‘La Republique en Marche’, anche se gli organizzatori avevano spiegato di non essere un movimento pro-Macron ma di voler dare voce “alla maggioranza silenziosa che resta sepolta in casa da 10 settimane”, secondo le parole dell’ideatore della marcia, l’ingegnere di Tolosa Laurent Soulie’. La sua idea e’ stata sposata, strada facendo, dal collettivo dei Foulard rossi nato a fine novembre per protestare contro i blocchi stradali e i fine settimana di violenza dei gilet gialli. E’ risuonato anche, di tanto in tanto, lo slogan ‘il fascismo non passera”, con riferimento alla rabbia di molti dei partecipanti che individuano istanze e modi di procedere dell’estrema destra nel movimento dei gilet gialli. Se a Parigi i foulard rossi non hanno fatto il pieno, ancora peggio e’ andata ai gilet gialli che avevano organizzato per oggi catene umane in tutta la Francia e che hanno visto pochi sparuti gruppi aderire. Flop totale, in nottata, anche per la prima ‘notte gialla’, finita alle 10 di ieri sera con un centinaio di persone che se ne sono andate mentre place de la Republique restava presidiata da migliaia di poliziotti, circondata da blindati e camionette militari. Ingrid Levavasseur, la leader che in settimana ha annunciato la creazione di una lista per le elezioni europee, ha lanciato un appello a mettere fine “a tutte le violenze” da parte della polizia e dei manifestanti.

Jerome Rodrigues, il manifestante rimasto ferito in modo grave all’occhio ieri mentre riprendeva gli scontri con la telecamera alla Bastiglia, ribadisce le accuse di essere stato colpito “deliberatamente” prima da un flash-ball, i proiettili di gomma che dovrebbero essere usati soltanto in casi di estremo pericolo dalla polizia, poi dallo scoppio di una granata assordante. Un’inchiesta e’ in corso, ma Laurent Nunez, sottosegretario agli Interni, ha gia’ anticipato che “non ci sono elementi” che consentano di affermare che Rodrigues sia stato colpito da flash-ball.

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Uccisa nel Casertano, Cassazione annulla ergastolo per il marito

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La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna all’ergastolo pronunciata dalla Corte di assise di appello di Napoli nei confronti del 42enne Michele Marotta, accusato dell’omicidio della moglie, Maria Tedesco, 33 anni, commesso a San Felice a Cancello (Caserta) l’11 novembre del 2020. La Suprema Corte, nonostante il diverso avviso del procuratore generale, ha accolto il motivo di ricorso presentato dal difensore di Marotta, l’avvocato Dario Vannetiello, annullando senza rinvio la pena del carcere a vita, e rideterminandola in 26 anni e mezzo di reclusione. In primo grado la Corte d’Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere – era il 21 febbraio 2022 – aveva inflitto a Marotta proprio la pena di 26 anni e mezzo per omicidio aggravato dalla crudeltà, dai futili motivi e dalla premeditazione, poi però la procura sammaritana fece ricorso e la Corte d’Assise d’Appello di Napoli comminò l’ergastolo.

Oggi la Cassazione è tornata dunque alla prima condanna, e determinante nella decisione di annullare la sentenza di secondo grado è stato un cavillo giuridico scoperto dal legale di Marotta; l’impugnazione del pm, accolta in appello, avrebbe dovuto infatti essere dichiarata inammissibile perché il pubblico ministero non avrebbe potuto impugnare la sentenza emessa in primo grado nel punto in cui riteneva equivalenti le attenuanti generiche con le aggravanti contestate. Marotta uccise la moglie in una stradina sterrata di Cancello Scalo, frazione di San Felice a Cancello, sparandole sei colpi di pistola da distanza ravvicinata.

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Investimento a Lido di Camaiore, automobilista arrestata

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È finita agli arresti domiciliari, con l’accusa di omicidio stradale plurimo e lesioni gravissime, la donna che ieri ha investito con una Mercedes Gla a Lido di Camaiore (Lucca) sei persone, tra cui due giovani tedesche, entrambe decedute; Jasmine Bousnina avrebbe compiuto 19 anni fra un mese, mentre Elis Donmez avrebbe compiuto 18 anni domenica prossima. La polizia stradale e la procura di Lucca stanno conducendo gli accertamenti per chiarire come sia potuto accadere un incidente così grave. La donna alla guida dell’auto, Katia Pereira Da Silva, 44enne brasiliana che vive a Viareggio, è risultata negativa agli accertamenti per verificare se fosse alla guida in stato di ebbrezza o avesse assunto stupefacenti.

Andava certo a una velocità “molto elevata” lungo la via Italica, come specificato in una nota firmata dal procuratore Domenico Manzione, nella quale però non si fanno ipotesi specifiche sul perchè, dopo aver investito le due vittime e una loro amica all’altezza dell’incrocio con via Roma Capitale, salendo con l’auto sul marciapiede, la conducente abbia poi proseguito “la marcia per circa 250 metri, senza fermarsi e senza ridurre la velocita, andando prima ad impattare contro” un “palo del semaforo che abbatteva, quindi travolgendo altri tre pedoni per poi concludere la propria corsa quando urtava due veicoli in sosta”. Secondo quanto poi appreso sembra che l’auto, dopo aver investito le tre ragazze, avrebbe proseguito lungo la strada per poi risalire sul marciapiede, urtando poi il palo e investendo le altre tre persone, tutte di nazionalità francese. Nell’immediatezza la 44enne sarebbe apparsa in stato confusionale e avrebbe detto di non esserci accorta di nulla.

Con lei sulla Mercedes, auto che sarebbe stata presa a noleggio e ora è sottoposta a sequestro, viaggiava un’altra donna a sua volta finita in ospedale. L’unica illesa nell’incidente la 44enne: in ospedale è stata portata per gli esami tossicologici. Dei feriti portati in ospedale, si spiega dagli inquirenti, “due sono stati dimessi in mattinata, mentre altri tre sono ancora ricoverati ma, al momento, non sono in pericolo di vita”. Oggi qualcuno ha lasciato dei fiori nel luogo dove sono morte le due giovani tedesche, che facevano parte di una scolaresca proveniente da Duisburg, alloggiata in un hotel del Lido di Camaiore da dove la comitiva è ripartita stamani. In ricordo delle due ragazze domani a Camaiore sarà lutto cittadino: gli uffici comunali si fermeranno alle 12 per un minuto di silenzio con invito ad attività e comunità a fare altrettanto. Lo ha deciso il sindaco Marcello Pierucci che questo pomeriggio ha reso noto di voler contattare il primo cittadino di Duisburg “per esprimere il cordoglio e le condoglianze da parte di tutta la città”.

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Deteneva 12 kg droga, armi e munizioni, arrestato 32enne di Acerra a Lecce

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Più di dodici chili di droga, hashish, marijuana e cocaina, tre pistole pronte all’uso, centinaia di proiettili, una lanciarazzi e circa 5mila euro in contanti ritenuti il provento dello spaccio. È questo il bilancio del sequestro effettuato nel corso di una operazione messa a segno dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce, che hanno arrestato un pregiudicato 32enne della zona. L’uomo, Antonio Baldassarre 32enne di Acerra (Napoli) ma residente a Lecce, aveva nascosto l’ingente quantitativo di droga e le armi all’interno di due garage nella sua disponibilità. Il nervosismo mostrato durante il controllo ha insospettito i militari. Dopo aver consegnato ai carabinieri un sacchetto contenente 2 kg e mezzo di hashish occultato sotto il sellino della moto, i militari hanno fatto scattare la perquisizione nei due garage di pertinenza dove poi è stato scoperto l’ingente quantitativo di sostanze stupefacenti.

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