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Stalking in famiglia: il caso Buonamici, rinviato a giudizio il fratello di Cesara

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Cesara Buonamici, celebre giornalista e volto noto di Canale 5, e suo marito Joshua Kalman sarebbero stati vittime di una lunga e tormentata persecuzione familiare. A finire sotto accusa è il fratello Cesare Buonamici, imprenditore oleario fiorentino, che per oltre quattro anni avrebbe posto in essere dispetti e prevaricazioni nei confronti della sorella e del consorte, tanto da compromettere, secondo la Procura di Firenze, la loro “tenuta psichica”.

Il gup del tribunale di Firenze, Agnese Di Girolamo, ha deciso di rinviare a giudizio Cesare Buonamici con l’accusa di stalking. Il processo è fissato per il 2 ottobre 2025, portando così in tribunale una vicenda familiare legata a dissapori per la gestione di una vasta proprietà situata sulle colline di Fiesole, che include una villa e un’azienda agricola.

La denuncia e l’accusa

L’inchiesta è scaturita dalla denuncia presentata nel 2020 dalla giornalista, stanca e amareggiata per il comportamento del fratello. Secondo la Procura, Cesare Buonamici avrebbe messo in atto comportamenti persecutori per ostacolare la sorella nella gestione dell’Azienda Agricola Buonamici, di cui entrambi sono soci al 50%.

Tra i comportamenti contestati:

  • Accesso ai conti correnti: Cesare avrebbe cercato di ottenere informazioni sui conti bancari aziendali, accompagnando la madre in banca per tentare di acquisire dati riservati. Il tentativo sarebbe stato bloccato dal rifiuto del direttore dell’istituto di credito.
  • Videosorveglianza deviata: Avrebbe manomesso le telecamere di sicurezza dell’azienda, puntandole verso l’abitazione della sorella per monitorarne i movimenti.
  • Ostacoli gestionali: Cesare avrebbe impedito a Cesara di partecipare attivamente alla conduzione dell’azienda, cercando di escluderla da decisioni importanti.

Un conflitto che si consuma in tribunale

Secondo l’accusa, il comportamento dell’imprenditore avrebbe rappresentato un tentativo di controllo sulla vita privata e professionale della sorella, aggravando un clima già segnato da tensioni legate alla gestione della proprietà familiare. La vicenda pone sotto i riflettori non solo il lato oscuro dei conflitti familiari, ma anche le implicazioni psicologiche che situazioni di stalking prolungato possono generare nelle vittime.

Le prossime tappe

Il processo, che si aprirà nell’autunno 2025, rappresenterà un banco di prova per chiarire le responsabilità di Cesare Buonamici. La difesa avrà il compito di smontare l’impianto accusatorio, mentre l’accusa, guidata dalla Procura di Firenze, porterà in aula le testimonianze e le prove raccolte durante le indagini.

La vicenda Buonamici evidenzia quanto complessi possano essere i rapporti familiari, soprattutto quando si intrecciano con questioni patrimoniali e professionali. L’attenzione ora si sposta al processo, che rappresenterà il culmine di una dolorosa faida familiare, destinata a far discutere sia per il profilo pubblico dei protagonisti sia per la natura delle accuse.

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Esplosione a Ercolano, si ipotizzano omicidio e disastro colposi

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Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni. Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.

Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi. Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti. La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano. Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone. Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.

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Operazione “Zamek”: smantellata un’organizzazione criminale internazionale dedita al contrabbando di tabacco

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L’hanno chiamata operazione ”Zamek” : è stata disarticolata un’organizzazione criminale internazionale composta da oltre 50 membri, attiva nel contrabbando di tabacchi lavorati. L’operazione ha portato al sequestro di fabbriche clandestine a Bergamo e in diversi Paesi europei, nonché di oltre 50 tonnellate di tabacco che avrebbero fruttato circa 13 milioni di euro sul mercato.

Gli arresti, le perquisizioni e i sequestri sono in corso in numerosi Stati europei e mirano a smantellare una rete criminale transnazionale composta principalmente da individui originari dell’Est Europa, tra cui ucraini, moldavi e rumeni. La banda è accusata di produzione e traffico di sigarette di contrabbando, un’attività illecita che aveva ormai assunto proporzioni industriali.

L’indagine, durata oltre un anno, è stata coordinata da una Squadra Investigativa Comune (SIC) costituita con il supporto di Eurojust e composta dalle autorità giudiziarie di Francia, Italia e Polonia. A questa si è affiancata un’Operational Task Force istituita presso Europol, che ha coinvolto le forze di polizia di undici Paesi: Italia, Francia, Polonia, Belgio, Bulgaria, Germania, Grecia, Lettonia, Lituania e Paesi Bassi.

In Italia, le indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza e dall’Arma dei Carabinieri di Bergamo, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Bergamo. Le autorità italiane hanno collaborato strettamente con i partner europei, partecipando a numerose riunioni operative presso la sede di Eurojust ed Europol a L’Aja.

Grazie a questa sinergia internazionale, gli investigatori sono riusciti a ricostruire i flussi economici e logistici del traffico di tabacco. Una volta introdotto in Europa, il prodotto veniva trasferito su autoarticolati verso fabbriche clandestine dislocate in diversi Paesi, dove veniva lavorato e distribuito illegalmente.
Le autorità giudiziarie francesi e polacche hanno emesso specifici mandati di arresto europeo nei confronti dei principali sospettati, che risultano in continuo movimento tra i vari Paesi per gestire le attività dell’organizzazione.

Va sottolineato che l’indagine è ancora in corso e si trova nella fase preliminare. Le responsabilità dei soggetti coinvolti saranno accertate solo al termine del procedimento giudiziario, qualora venga emessa una sentenza definitiva di condanna.

Ulteriori dettagli sull’operazione saranno resi noti al completamento delle attività in corso, che stanno coinvolgendo diverse province italiane ed europee.

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Kiev, ‘mille giorni di guerra su fronte di mille chilometri’

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Il comandante in capo delle forze armate ucraine, generale Oleksandr Syrskyi, sottolinea che da mille giorni è in corso una battaglia estremamente difficile e feroce per il futuro dell’Ucraina.Come riportato da Ukrinform, lo si legge sulla pagina Facebook del comandante in capo. “1.000 giorni di guerra su vasta scala. 1.000 giorni di battaglia estremamente difficile e feroce per la nostra esistenza. Per il futuro dell’Ucraina e di ciascuno di noi. 1.000 giorni in cui le forze armate ucraine affrontano il nemico su un fronte che si estende per oltre 1.000 chilometri “, ha detto Sirskyi.

Secondo il generale, “nelle trincee ghiacciate della regione di Donetsk e nelle steppe infuocate della regione di Kherson, sotto le granate, la grandine e il fuoco della contraerea, stiamo lottando per il diritto alla vita. Noi e i nostri figli”. “1000 giorni di vittorie e sconfitte. 1000 giorni di distruzione del nemico. Centinaia di migliaia di invasori non profaneranno più la nostra terra, decine di migliaia di equipaggiamenti nemici non distruggeranno mai le nostre case”, ha sottolineato. Come dichiarò il comandante in capo, “ogni notte oscura, anche se ce ne sono mille, finisce sempre con un’alba. E un giorno sarà l’alba della nostra Vittoria”. Syrskyi ha espresso la sua gratitudine a tutti coloro che lottano e aiutano. “Memoria eterna per tutti coloro che sono morti in questa guerra”, ha sottolineato il generale.

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