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Cronache

Esplosione a Ercolano, indagini: appartamento trasformato in fabbrica abusiva di fuochi d’artificio

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Le indagini sull’esplosione avvenuta ad Ercolano, in via Patacca, cominciano a delineare un quadro inquietante. Secondo i primi accertamenti dei carabinieri della tenenza di Ercolano, l’immobile in cui si è verificato lo scoppio era un appartamento rialzato, utilizzato abusivamente come deposito e fabbrica di fuochi d’artificio.

Una tragedia con tre vittime

Il bilancio attuale dell’esplosione è di tre vittime accertate, i cui corpi sono stati recuperati dalle macerie. Le persone decedute non sono ancora state identificate e, secondo le autorità, al momento non risultano dispersi.

Indagini in corso

Le forze dell’ordine stanno cercando di individuare chi fosse l’utilizzatore dell’immobile e chi abbia trasformato la casa in un luogo pericoloso per lo stoccaggio e la fabbricazione di materiale esplosivo. L’area è stata messa in sicurezza dai vigili del fuoco, mentre i carabinieri continuano a raccogliere prove e testimonianze per accertare eventuali responsabilità.

Un fenomeno preoccupante

La tragedia di Ercolano si inserisce in un contesto più ampio di incidenti legati alla produzione illegale di fuochi d’artificio, una pratica diffusa in diverse regioni italiane, spesso con esiti drammatici. L’utilizzo di spazi non adeguati per la fabbricazione e lo stoccaggio di materiale pirotecnico rappresenta un grave rischio non solo per chi lavora in queste strutture, ma anche per l’intera comunità circostante.

Conclusioni

L’esplosione di Ercolano è l’ennesimo tragico monito sulla necessità di un controllo più stringente per contrastare le attività illegali legate ai fuochi d’artificio. La sicurezza pubblica deve essere una priorità, con interventi decisi per prevenire tragedie simili in futuro.

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Cronache

Omicidio in falegnameria a Napoli: trovato morto Arturo Panico, 71 enne di Sant’Anastasia

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Tragedia a Napoli, dove i carabinieri sono intervenuti presso una falegnameria in Via dei Mosaici 40. All’interno del locale è stato rinvenuto il corpo senza vita di Arturo Panico, nato a Sant’Anastasia il 18 maggio 1953 e residente nel quartiere Ponticelli, in Via Camillo De Meis.

La dinamica del ritrovamento

Secondo i primi accertamenti, il cadavere di Panico presentava ferite lacero-contuse alla nuca e alla fronte, segni che lasciano ipotizzare un evento violento. Sul posto sono intervenuti il magistrato della Procura di Napoli e il medico legale, che hanno avviato i rilievi per stabilire con esattezza la causa del decesso e l’eventuale dinamica dell’accaduto.

Indagini a tutto campo

L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, potrebbe essere stato vittima di un’aggressione. I carabinieri stanno conducendo le indagini a 360 gradi, esaminando ogni possibile pista, inclusa quella di un regolamento di conti o un movente personale legato all’attività professionale o alla vita privata della vittima.

La scena del crimine

La falegnameria, luogo del ritrovamento, è stata posta sotto sequestro per consentire agli investigatori di effettuare rilievi più approfonditi. Eventuali impronte, tracce biologiche o elementi presenti sulla scena del crimine potrebbero fornire indizi cruciali per ricostruire quanto accaduto.

Conclusioni

Il tragico episodio ha scosso la comunità locale, mentre le autorità continuano a lavorare per fare luce su questo drammatico caso. Ulteriori sviluppi sono attesi nei prossimi giorni, man mano che le indagini proseguono per identificare i responsabili e chiarire il movente di questo delitto.

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Cronache

Anziana trovata morta in casa, in fin di vita il figlio

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Una tragedia, le cui cause sono ancora in buona parte da accertare, è stata scoperta oggi a Cassina Valsassina, in provincia di Lecco. Una donna di 70 anni, Margherita Colombo, ha perso la vita in circostanze al momento non note. L’anziana è stata trovata morta nella sua abitazione, mentre il figlio è stato soccorso in fin di vita e trasportato in ospedale in condizioni disperate. A fare la tragica scoperta e a lanciare l’allarme, è stata la nuora della vittima, che avrebbe raggiunto la casa della suocera dopo aver trovato un biglietto allarmante del marito. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del Comando provinciale.

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Morto in Vespa, non convalidato il fermo dell’investitore

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Il gip del tribunale di Lodi Anna Cerreta non ha convalidato il fermo come indiziato di omicidio stradale dell’uomo di 64 anni che venerdì scorso, prima dell’alba, con il suo furgone Renault Trafic ha impattato frontalmente con la Vespa guidata da Mauro Tresoldi, cancelliere del tribunale di Lodi che ha perso la vita a 56 anni. Il gip ha respinto la richiesta degli arresti domiciliari avanzata dalla Procura. Secondo le indagini, risulta infatti che il 64enne si è immediatamente fermato a prestare soccorso e rimane l’ipotesi che la Vespa possa aver invaso la corsia, anche a causa della fitta nebbia e dell’assenza della segnaletica orizzontale in quel tratto di strada che è stato recentemente riasfaltato. L’uomo ha spiegato di essersi trovato all’improvviso un’ombra scura di fronte e di aver, quindi, inchiodato il furgone. Un tampone salivare eseguito sul posto indicherebbe una positività del conducente del furgone alla cocaina ma il 64enne sostiene di non essersi mai drogato e di aver solo fatto uso di farmaci anti-asma. Domani mattina verrà eseguita l’autopsia sul cadavere del 56enne, storico vespista e presidente di un Vespa club.

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