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Antibioticoresistenza, attese 10 milioni vittime entro il 2050

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Si stima che entro il 2050, le infezioni causate da batteri resistenti potrebbero provocare fino a 10 milioni di morti l’anno a livello globale, con costi economici che supererebbero i 100 trilioni di dollari. In Europa, l’Antimicrobicoresistenza (Amr) è responsabile ogni anno di quasi 700 mila infezioni e oltre 30 mila decessi, con un impatto economico stimato intorno a 1,5 miliardi di euro. Lo ricordano gli esperti dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (Amcli) in occasione della Giornata europea per l’uso consapevole degli antibiotici, nell’ambito della più ampia settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica.

“Il problema è urgente e globale: gli antibiotici sono essenziali per la medicina moderna, permettendo di trattare infezioni potenzialmente mortali e di eseguire interventi complessi in sicurezza – afferma il Segretario del Comitato di Studio per gli Antimicrobici (Cosa) Tommaso Giani dell’Università degli Studi di Firenze -. Una perdita di efficacia di questi farmaci comporta un grave impatto sulle capacità della medicina contemporanea, con conseguenze su interventi chirurgici, trapianti e trattamenti per pazienti oncologici e immunocompromessi”.

In Italia, i dati mostrano una delle più alte incidenze di resistenza antibiotica rispetto agli altri Paesi europei. All’interno delle strutture sanitarie italiane si registrano numerosi casi di batteri multiresistenti, capaci di resistere a più classi di antibiotici e, in alcuni casi, a tutti i trattamenti disponibili. “L’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (Amcli) è da sempre in prima linea per contrastare il problema dell’Amr con molteplici iniziative di formazione, ma soprattutto con il lavoro quotidiano del Microbiologo clinico, grazie anche a tecnologie innovative che permettono sia di accorciare i tempi della diagnostica delle infezioni gravi sia di identificare più precocemente eventuali patogeni multiresistenti, con un importante impatto sull’ottimizzazione della terapia antibiotica e sull’implementazione delle opportune misure di infection control per limitare la diffusione dei batteri multiresistenti”, spiega Pierangelo Clerici, presidente Amcli.

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Global Summit sulla Dieta Mediterranea: Pollica al centro del futuro della nutrizione e della sostenibilità

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La Dieta Mediterranea non è solo un insieme di abitudini alimentari, ma un modello di vita olistico capace di promuovere sostenibilità, relazioni sociali e salute. Questo il messaggio centrale emerso dal Global Summit “Mediterranean Diet Feeds the Future”, organizzato dal Comune di Pollica con il supporto del Future Food Institute.

Un evento globale per celebrare la Dieta Mediterranea

Il Summit ha toccato diverse tappe: Portici (Napoli), Pollica (Salerno), e culminerà con una missione globale a New York, presso la sede delle Nazioni Unite, il 21 e 22 novembre. La celebrazione coincide con il 14º anniversario del riconoscimento Unesco della Dieta Mediterranea come Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

Tra i protagonisti del Summit, il presidente del Culinary Institute of America, Michiel Bakker, ha offerto una visione ispiratrice sul “Futuro della Nutrizione e della Sostenibilità”. In un intervento rivolto in particolare alle giovani generazioni, Bakker ha elogiato la Dieta Mediterranea come un modello replicabile in tutto il mondo:

“La Dieta Mediterranea è un sistema olistico. Pollica è un chiaro esempio di come l’intera comunità possa unirsi per valorizzare le tradizioni locali, mantenendole vive per le generazioni future”.

Pollica, la comunità emblematica della Dieta Mediterranea

Pollica, con il suo Paideia Campus del Future Food Institute, rappresenta un laboratorio vivente di sostenibilità e innovazione. Durante il Summit, la comunità locale ha partecipato attivamente a un pranzo tipico domenicale, in cui cavatelli fatti in casa, verdure fresche e convivialità hanno celebrato il valore culturale e sociale della Dieta Mediterranea.

“Essere qui è semplicemente magico,” ha affermato Bakker. “Tuttavia, mantenere questo ecosistema richiede un lavoro quotidiano e un forte impegno della comunità. Il Future Food Institute, che seguo dal 2012, svolge un ruolo fondamentale nel diffondere e preservare questi valori.”

Relatori di spicco e visioni innovative

Il Summit ha accolto esperti internazionali provenienti da diversi settori:

  • Peter Klosse, fondatore di T.A.S.T.E. Foundation, ha approfondito il legame tra cibo e scienza.
  • Jelena Ivanisevic, ricercatrice senior dell’Istituto di Etnologia di Zagabria, ha illustrato le connessioni tra tradizione e cultura alimentare.
  • Lisa Sasson, associate dean della New York University, ha sottolineato l’importanza di trasmettere questi valori a livello globale.
  • Jay Tompt, esperto di economia rigenerativa, ha evidenziato come la Dieta Mediterranea possa essere un volano per la trasformazione locale: “Il modello Pollica dimostra come il cibo possa diventare un catalizzatore di cambiamento sostenibile.”

La Dieta Mediterranea come patrimonio universale

Il Global Summit ha ribadito l’importanza della Dieta Mediterranea non solo come patrimonio culturale, ma come stile di vita integrato, capace di affrontare le sfide globali della sostenibilità e della salute. Attraverso eventi come questo, Pollica si conferma un punto di riferimento internazionale per l’innovazione agroalimentare e la tutela delle tradizioni.

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Emilia Romagna resta roccaforte Pd con de Pascale; in Umbria è testa a testa tra Proietti e Tesei

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L’Emilia-Romagna resta una roccaforte del Pd e del centrosinistra, mentre in Umbria si profila un testa a testa che probabilmente non si risolverà fino all’ultima sezione scrutinata. Le proiezioni che riguardano l’Emilia-Romagna evidenziano un distacco che non appare colmabile: Michele de Pascale, candidato del Pd sostenuto dal centrosinistra in versione campo larghissimo, viaggia attorno al 56%, in vantaggio di oltre 15 punti sulla sua sfidante Elena Ugolini. Gli interventi dei due sfidanti principali sull’esito sono attesi nelle prossime ore. L’attenzione principale si concentra adesso sugli equilibri interni alle coalizioni e sui risultati dei partiti.

Diversa la situazione in Umbria dove invece le proiezioni non danno un chiaro segnale, con Stefania Proietti del centrosinistra in leggerissimo vantaggio rispetto alla presidente uscente Donatella Tesei. In questo caso, invece, sarà determinante aspettare l’esito degli scrutini. Il dato già confermato è quello che riguarda l’affluenza alle urne, crollata, in particolare in Emilia-Romagna dove ha votato appena il 46,42%, in calo di circa 21 punti rispetto alle regionali del gennaio 2020 che furono però trainate da una campagna elettorale con una vastissima attenzione mediatica. Affluenza in calo di 13 punti anche in Umbria, che però ha superato la soglia psicologica del 50%, attestandosi al 52,30%.

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Cronache

Esplosione a Ercolano, tragedia causata da fuochi d’artificio: una scia di sangue intollerabile

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Un’altra tragedia legata all’uso e allo stoccaggio di fuochi d’artificio ha colpito Ercolano, in provincia di Napoli. L’esplosione di un capannone in via Patacca, una zona rurale al confine con San Giorgio a Cremano, ha causato la morte di tre persone, i cui corpi dilaniati sono stati estratti dalle macerie.

La dinamica dell’esplosione

L’incidente, avvenuto nel pomeriggio del 18 novembre, è stato provocato da un ingente quantitativo di fuochi d’artificio stoccati nel capannone. Le autorità non hanno ancora chiarito se all’interno della struttura fossero presenti altre persone al momento dello scoppio. Sul luogo della tragedia sono intervenuti i soccorritori e i carabinieri della tenenza di Ercolano, che stanno lavorando per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. Le cause delle morti e le eventuali responsabilità penali, se ce ne sono, verranno accertate in seguito ad una inchiesta. Quello che possiamo già dire è che si tratta di una ennessima inaccettabile tragedia nella fabbbricazione di questi fuochi d’artificio in vista delle feste di Natale

Una scia di tragedie intollerabili

Questa tragedia è solo l’ennesimo episodio che evidenzia la pericolosità del commercio illecito e dello stoccaggio non sicuro di materiale pirotecnico, un fenomeno radicato in alcune aree del Paese. Un fenomeno di cui parliamo a prescindere da quanto accaduto a Ercolano, su cui è stata aperta una inchiesta. Ogni anno, soprattutto in vista delle festività natalizie e la notte di San Silvestro, l’Italia assiste a un bollettino di guerra con morti, feriti e menomazioni permanenti causate dall’uso improprio di fuochi d’artificio.

La notte di Capodanno, in particolare, è diventata una vera e propria notte campale, dove i fuochi artificiali, spesso non a norma, vengono utilizzati senza alcuna precauzione, mettendo a rischio la vita delle persone e degli animali. Il risultato è un costo umano altissimo, che include amputazioni, gravi ustioni e, nei casi peggiori, la morte.

Un fenomeno inaccettabile per un Paese civile

È impensabile che, in un paese civile, si continui a tollerare una simile situazione. La proliferazione di laboratori clandestini e lo stoccaggio non regolamentato di materiale pirotecnico non solo rappresentano un rischio per chi vi lavora, ma mettono in pericolo intere comunità. La tragedia di Ercolano non è un caso isolato: negli ultimi anni, episodi simili si sono verificati in diverse regioni italiane, rendendo evidente la necessità di un intervento deciso.

Le istituzioni devono agire

È urgente che le autorità adottino misure più stringenti per regolamentare la produzione e la vendita di fuochi d’artificio, aumentando i controlli e imponendo sanzioni severe per chi non rispetta le norme. Allo stesso tempo, è fondamentale avviare campagne di sensibilizzazione, per educare la popolazione sui rischi legati a questi strumenti e scoraggiare l’acquisto di materiale pirotecnico illegale.

La tragedia di Ercolano deve essere un monito, l’ennesimo: non possiamo continuare ad accettare che la mancanza di controlli e l’abuso di fuochi d’artificio causino ogni anno morti e feriti. È tempo di agire con decisione per evitare che episodi simili si ripetano, restituendo sicurezza e serenità alle comunità.

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