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Cronache

Non rivelò interdittive, prosciolto ex segretario Prefetto Vibo

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Il gup di Vibo Valentia, Roberta Ricotta, ha prosciolto Rocco Gramuglia, ex segretario particolare del Prefetto di Vibo Valentia, arrestato il 26 gennaio 2023 con l’accusa di rivelazione di segreti d’ufficio nell’ambito dell’operazione condotta dalla Dda di Catanzaro, denominata “Olimpo” e che ha coinvolto oltre settanta tra funzionari regionali, imprenditori e presunti appartenenti alle cosche locali. Al funzionario prefettizio, difeso dagli avvocati Andrea Alvaro e Carlo Oliva, veniva contestato di avere rivelato il contenuto di alcune informative interdittive antimafia. La difesa, nel corso dell’udienza preliminare, ha illustrato le argomentazioni difensive contenute in una articolata memoria depositata in udienza. I difensori hanno evidenziato l’assoluta estraneità del proprio assistito ai fatti oggetto del capo d’imputazione e il gup, accogliendo la richiesta difensiva, ha ritenuto che gli elementi acquisiti nel corso delle indagini non consentissero di formulare una ragionevole previsione di condanna.

La sentenza di proscioglimento si inserisce nel solco già tracciato dal provvedimento del Tribunale del Riesame di Catanzaro, che aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip distrettuale di Catanzaro, con la quale, in accoglimento della richiesta avanzata dalla Procura Distrettuale, era stato ordinato l’arresto del funzionario. Quella decisione del Tribunale del Riesame, favorevole all’imputato, era stata confermata anche dalla Cassazione, che aveva dichiarato inammissibile il ricorso proposto dalla Procura di Catanzaro contro la scarcerazione, evidenziando come il reato di rivelazione di segreti d’ufficio non consentisse l’applicazione di alcuna misura detentiva, trattandosi di reato punito con pena massima di tre anni e non, per converso, con pena superiore a tre anni.

“Si era trattato, pertanto – hanno affermato i legali di Gramuglia – di un eclatante arresto processualmente non consentito. A quella valutazione tranciante si aggiunge adesso anche la decisione del gup, con cui si chiude definitivamente la delicata vicenda. La sentenza restituisce piena dignità al funzionario prefettizio, fortemente provato dalla vicenda giudiziaria e dalla dolorosa esperienza della privazione della libertà personale”.

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Cronache

Morto in Vespa, non convalidato il fermo dell’investitore

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Il gip del tribunale di Lodi Anna Cerreta non ha convalidato il fermo come indiziato di omicidio stradale dell’uomo di 64 anni che venerdì scorso, prima dell’alba, con il suo furgone Renault Trafic ha impattato frontalmente con la Vespa guidata da Mauro Tresoldi, cancelliere del tribunale di Lodi che ha perso la vita a 56 anni. Il gip ha respinto la richiesta degli arresti domiciliari avanzata dalla Procura. Secondo le indagini, risulta infatti che il 64enne si è immediatamente fermato a prestare soccorso e rimane l’ipotesi che la Vespa possa aver invaso la corsia, anche a causa della fitta nebbia e dell’assenza della segnaletica orizzontale in quel tratto di strada che è stato recentemente riasfaltato. L’uomo ha spiegato di essersi trovato all’improvviso un’ombra scura di fronte e di aver, quindi, inchiodato il furgone. Un tampone salivare eseguito sul posto indicherebbe una positività del conducente del furgone alla cocaina ma il 64enne sostiene di non essersi mai drogato e di aver solo fatto uso di farmaci anti-asma. Domani mattina verrà eseguita l’autopsia sul cadavere del 56enne, storico vespista e presidente di un Vespa club.

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Esplosione a Ercolano, indagini: appartamento trasformato in fabbrica abusiva di fuochi d’artificio

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Le indagini sull’esplosione avvenuta ad Ercolano, in via Patacca, cominciano a delineare un quadro inquietante. Secondo i primi accertamenti dei carabinieri della tenenza di Ercolano, l’immobile in cui si è verificato lo scoppio era un appartamento rialzato, utilizzato abusivamente come deposito e fabbrica di fuochi d’artificio.

Una tragedia con tre vittime

Il bilancio attuale dell’esplosione è di tre vittime accertate, i cui corpi sono stati recuperati dalle macerie. Le persone decedute non sono ancora state identificate e, secondo le autorità, al momento non risultano dispersi.

Indagini in corso

Le forze dell’ordine stanno cercando di individuare chi fosse l’utilizzatore dell’immobile e chi abbia trasformato la casa in un luogo pericoloso per lo stoccaggio e la fabbricazione di materiale esplosivo. L’area è stata messa in sicurezza dai vigili del fuoco, mentre i carabinieri continuano a raccogliere prove e testimonianze per accertare eventuali responsabilità.

Un fenomeno preoccupante

La tragedia di Ercolano si inserisce in un contesto più ampio di incidenti legati alla produzione illegale di fuochi d’artificio, una pratica diffusa in diverse regioni italiane, spesso con esiti drammatici. L’utilizzo di spazi non adeguati per la fabbricazione e lo stoccaggio di materiale pirotecnico rappresenta un grave rischio non solo per chi lavora in queste strutture, ma anche per l’intera comunità circostante.

Conclusioni

L’esplosione di Ercolano è l’ennesimo tragico monito sulla necessità di un controllo più stringente per contrastare le attività illegali legate ai fuochi d’artificio. La sicurezza pubblica deve essere una priorità, con interventi decisi per prevenire tragedie simili in futuro.

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Donna e 15enne intossicati da monossido di carbonio a Arezzo

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Una donna e un ragazzo sono stati trovati Intossicati dal monossido di carbonio ad Arezzo e quindi soccorsi e trasferiti al pronto soccorso dell’ospedale San Donato. Sono una donna di 51 anni e un 15enne che vivono in una casa in zona San Marco Villalba. Il soccorso c’è stato stamani alle 7. Sul posto sono arrivati i soccorritori del 118 che hanno trasportato i due in ospedale dove sono arrivati in codice giallo, il 15enne è stato poi trasferito all’ospedale Meyer dove c’è la camera iperbarica. I vigili del fuoco, intervenuti sul posto, hanno rilevato di monossido di carbonio. Sono in corso gli accertamenti.

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