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Ferito entra in casa e muore sul divano, giallo a Milano

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E’ tornato a casa, alle 22, dopo essere uscito per comperare una birra. Edoardo Giovanbattista Austoni, 52 anni, ha avuto tempo di dire alla compagna “chiama aiuto” per poi accasciarsi sul divano e morire in pochi istanti. Sul corpo due ferite, una, lieve, a un sopracciglio; la seconda, di due centimetri, alla tibia, dove l’uomo aveva una vena varicosa da cui è uscito sangue a fiotti. Sul posto, un’abitazione in via Giovanni Ameglio, alla periferia di Milano, in una corte disadorna, sono intervenuti gli operatori del 118 che non hanno potuto fare nulla e gli agenti della Squadra mobile e della Scientifica con il medico legale. Il fascicolo aperto dal pm di turno Enrico Pavone è per omicidio a carico di ignoti ed elementi decisivi si avranno dall’esito dell’autopsia che sarà eseguita martedì.

Le indagini prendono seriamente in considerazione però anche l’ipotesi dell’incidente. Fuori dall’abitazione c’era un coccio di bottiglia, intorno una larga chiazza di sangue. L’uomo potrebbe essere caduto, tagliandosi e la copiosa emorragia alla gamba avrebbe causato l’arresto cardiaco, accaduto una volta riuscito ad entrare nell’abitazione e ad accasciarsi sul divano. Oltre alla ferita al sopracciglio e alla gamba il medico legale non ha trovato tracce di violenza a un esame esterno. Austoni con sé aveva il portafogli e il cellulare; segno che non sarebbe stato aggredito per rapina. Anche alla compagna, oltre alla richiesta di soccorsi non avrebbe fatto cenno a coltellate o altro.

Gli investigatori della Mobile stanno setacciando le immagini di videosorveglianza degli edifici vicini Edoardo Giovanbattista Austoni era uno dei sei figli del professor Edoardo Austoni, ex primario di urologia e andrologia dell’ospedale San Giuseppe morto nel 2012, considerato un luminare. Il padre di Austoni il 29 novembre del 2006 era stato ferito in un attentato a colpi di pistola fuori dalla clinica in cui lavorava e in seguito era stato condannato per concussione in quanto accusato di aver preso denaro per accelerare le operazioni per alcuni pazienti.

Le indagini sull’attività del medico erano partite proprio dal suo tentato omicidio. La sera del 20 novembre del 2006, Austoni aveva subito un attentato davanti alla clinica privata di via Dezza, a Milano, dove lavorava affiancando l’attività con quella nel pubblico. Mentre stava uscendo a bordo della sua Porsche Carrera, un uomo, mai individuato, gli aveva sparato attraverso la portiera diversi colpi di pistola, che lo avevano ferito gravemente alle gambe e all’inguine. Gli inquirenti, che all’epoca avevano ipotizzato anche una vendetta per un intervento non riuscito, cominciarono a indagare nell’ambito degli ex pazienti e così emersero gli episodi di concussione per cui Austoni era stato condannato in primo grado. Era in attesa di appello che non si celebrò perché mori per malattia nel 2012 una settimana prima dell’udienza.

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Cronache

Insegnante aggredita, riapertura blindata per la scuola

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Ci sarà domattina una gazzella dei carabinieri all’ingresso della scuola media di Scanzano, a Castellammare di Stabia, per prevenire tensioni in occasione della ripresa delle lezioni, dopo il caos suscitato dall’aggressione di una trentina di genitori ai danni di una insegnante di sostegno. E’ stata la stessa preside dell’istituto Salvati, Donatella Ambrosio, a chiedere la presenza delle forze dell’ordine visto il permanere di un clima di forte tensione. La docente aggredita, a casa dopo il trauma cranico riportato, non sarà ovviamente in servizio. Ma le famiglie che la contestano, dando credito alle voci su presunte molestie sessuali ai danni di alcuni alunni, insistono nel chiedere il suo allontanamento e minacciano di far disertare le lezioni ai propri figli.

La preside in queste ore ha nuovamente esortato alla calma: “Io non difendo né accuso nessuno, ci sono indagini che faranno chiarezza. Ma condanno fermamente la violenza, che a scuola non deve entrare mai”. Analogo l’appello di don Catello Imperato, parroco di Scanzano, all’omelia della messa domenicale: “Basta con la rabbia e la violenza, serve un tempo di pace e di misericordia”, dice, condannando “la giustizia fai da te”. “Chiediamo perdono – sottolinea – quando abbiamo agito in questo modo. Chiediamoci se la fretta di agire sui social non sia dettata dalla paura dell’altro, mentre l’attesa avrebbe portato a una giustizia più vera”. Su tutta la vicenda prosegue il lavoro dei carabinieri: dall’esame dei telefoni cellulari della docente e di alcuni alunni non sono emersi elementi a sostegno delle accuse, che alcune mamme confermano invece sui social.

Nessuna traccia di video compromettenti, ipotesi di cui alcuni genitori avevano parlato agli investigatori. All’attenzione di chi indaga c’è poi il clima di avversione cresciuto negli ultimi giorni intorno all’insegnante di sostegno, che aveva scoperto un ragazzino a fumare nei bagni provocando un provvedimento di sospensione nei suoi confronti. La docente aveva subito ad agosto l’hackeraggio dei profili social, e ricevuto negli ultimi giorni minacce di morte via chat. Naturalmente si investiga anche sull’aggressione ai danni della donna: nei prossimi giorni dovrebbero essere identificati i partecipanti al raid di giovedì per accertare le singole responsabilità.

La docente e i suoi genitori, giunti sul posto per riaccompagnarla a casa, sono stati scortati fuori della scuola proprio dai carabinieri, allertati quando in mattinata stava crescendo la tensione con il gruppo di genitori. Insulti, schiaffi, spintoni e pugni: nell’aggressione la donna ha riportato un trauma cranico, suo padre la frattura di un polso. Intanto il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha chiamato il sindaco di Castellammare, Luigi Vicinanza, garantendo “interventi tempestivi per ristabilire la serenità e assicurare il regolare svolgimento delle attività didattiche”. Domani è atteso alla Salvati anche l’arrivo degli ispettori inviati dall’Ufficio scolastico regionale.

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Incidenti stradali, strage anche nel Giorno delle vittime

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La strage sulle strade non si ferma. In quattro giorni 22 morti, e solo oggi, nella giornata in cui si ricorda chi perde la vita negli incidenti stradali, cinque vittime tra cui dei giovanissimi. I dati sono forniti dall’Asaps, l’Associazione amici della polizia stradale che per quest’anno al 10 novembre già conta 1254 vittime. Una strage silenziosa e costante tanto che gli incidenti stradali rappresentano oggi la principale causa di morte tra i bambini e i giovani adulti di età compresa tra 5 e 29 anni, e secondo quanto riferisce l’Onu, costano alla maggior parte dei paesi il 3% del prodotto interno lordo, un impatto devastante per le economie oltre che per le famiglie colpite.

Il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), attesta che il numero di vittime sulla strada in tutto il mondo rimane inaccettabilmente elevato, con circa 1,35 milioni di morti ogni anno. Per il presidente dell’ Asaps Giordano Biserni siamo “di fronte a dati imbarazzanti”. “E’ indispensabile il controllo degli uomini in divisa” ma anche che si finisca di “criminalizzare gli autovelox”, aggiunge Biserni. Tutto ciò accompagnato da una campagna “di informazione sul rischio, rischio che va spiegato anche ai pedoni, ai ciclisti”.

La cronaca riporta dati drammatici. Grave il bilancio in Campania nelle ultime ore. Sulla statale sorrentina, a Vico Equense (Napoli), una moto si è schiantata contro un muretto. Il 18enne di Castellammare di Stabia alla guida del mezzo è morto sul colpo, la passeggera di 17 anni è stata ricoverata in ospedale in condizioni molto gravi.

L’altro incidente è accaduto a Nola, all’ingresso della zona Asi, dove un’autovettura è finita contro il guardrail. Il 36enne alla guida è morto poco dopo il ricovero in ospedale. A San Felice al Circeo è deceduto un 28enne, di nazionalità tunisina, che ha perso il controllo del suo scooter. Aveva 56 anni la vittima dell’impatto tra lo scooter di cui era alla guida e un’automobile, è deceduto questa mattina, a San Vendemiano (Treviso). A Nonantola (Modena), mentre stava camminando sulla tangenziale, un uomo è stato travolto e ucciso ieri sera. In Puglia, invece, un 41enni è morto in seguito alle ferite riportate in un incidente stradale avvenuto ieri sera sulla statale 7 nei pressi dello svincolo per Laterza (Taranto).

La vittima viaggiava a bordo di una vettura che si è scontrata con un veicolo che procedeva nella stessa direzione. E ieri una giovane di 21 anni a Roma è morta nell’impatto dell’auto su cui viaggiava, a bordo erano in sei e la vettura, si ipotizza, andava a velocità sostenuta. Mentre in Veneto è stato travolto e ucciso l’imprenditore dell’occhiale De Menego. Nel bresciano ha perso la vita un altro pedone ammazzato da un ubriaco al volante. “La giornata mondiale del ricordo delle vittime della strada anticipa di pochi giorni l’approvazione del nuovo Codice, che ho voluto fortemente dopo decenni di attesa e dopo troppe tragedie” ha scritto su X è il ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini. “In questo giorno ricordiamo anche tutte le vittime della strada. Preghiamo per loro, per i familiari, e impegniamoci a prevenire gli incidenti”, ha detto papa Francesco all’Angelus. “Oggi, nella Giornata mondiale in memoria delle vittime della strada, rivolgiamo il nostro pensiero alle persone che hanno perso la vita per incidenti stradali”, ha scritto invece il presidente della Camera, Lorenzo Fontana.

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Trovato morto in strada, ipotesi auto pirata: proseguono ricerche

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I carabinieri stanno proseguendo gli accertamenti per individuare la presunta auto pirata che venerdì notte a Badia Pozzeveri nel comune di Altopascio (Lucca) avrebbe investito e ucciso Antonio Ramunno, 69 anni. Al vaglio degli inquirenti le immagini di alcune telecamere che potrebbero far luce su quanto accaduto in via dei Centoni dove il corpo dell’anziano ormai privo di vista, era stato rinvenuto da un passante sotto una siepe al lato della carreggiata. Dell’inchiesta si sta occupando il sostituto procuratore Alberto dello Iacono. Nel frattempo il figlio di Ramunno, Gerry, abitante a Buggiano (Pistoia), ha lanciato un appello ai possibili testimoni del fatto ma anche a chi notasse auto danneggiate.

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