Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato il 4 novembre la legge che introduce il reato universale per la maternità surrogata. Questa normativa, approvata il 16 ottobre, prevede la pubblicazione ufficiale per domani e mira a disciplinare una pratica finora controversa e dibattuta. Le nuove disposizioni hanno l’obiettivo di contrastare il ricorso alla gestazione per altri anche al di fuori dei confini nazionali.
Maternità surrogata e sanzioni previste
La legge stabilisce pene severe per chi ricorre alla GPA (gestazione per altri), con una reclusione che varia da tre mesi a due anni, oltre a una multa compresa tra 600.000 euro e 1 milione di euro. Denominata “Legge Varchi”, dal nome della deputata Carolina Varchi (FdI), la normativa specifica che il reato è perseguibile anche quando commesso all’estero da cittadini italiani.
Ad oggi, circa 250 coppie italiane si recano ogni anno in cliniche estere per avvalersi della maternità surrogata, tornando poi in Italia per richiedere la trascrizione degli atti di nascita. Con la nuova legge, però, queste richieste potrebbero incontrare ostacoli significativi.
Come cambierà la situazione per le famiglie
Il 90% delle coppie che ricorre alla maternità surrogata è eterosessuale. Tuttavia, la normativa colpisce anche le coppie dello stesso sesso, per le quali la legge italiana non prevede la trascrizione diretta nei registri anagrafici, ma richiede una procedura di adozione. Fino ad oggi, i tribunali italiani hanno riconosciuto il diritto dei minori nati da GPA ad essere considerati figli legittimi, una tutela che potrebbe essere messa in discussione dalla nuova normativa.
Reazioni tra favorevoli e contrari
La legge ha generato reazioni opposte nel dibattito pubblico. Marco Cappato e l’avvocata Filomena Gallo, esponenti dell’Associazione Luca Coscioni, hanno dichiarato:
«Questa legge rappresenta un attacco ai diritti delle famiglie e alla scienza. Siamo pronti a portare la questione nei tribunali per difendere le coppie penalizzate e sollevare dubbi di costituzionalità».
D’altro canto, Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus, ha espresso soddisfazione:
«Questa legge è una pietra miliare nella lotta contro il mercato internazionale dei bambini e rappresenta il coronamento di anni di battaglie».
Applicazione e incertezze
La legge non ha effetti retroattivi. Le gravidanze già in corso o i percorsi di fecondazione avviati prima dell’entrata in vigore della norma non saranno soggetti a sanzioni. Tuttavia, per chi intraprende ora una procedura di maternità surrogata all’estero, il rischio di essere perseguito penalmente al rientro in Italia è concreto.
Come osserva l’avvocata Gallo, «non è ancora chiaro come la magistratura agirà nei confronti delle coppie che tornano in Italia con un atto di nascita estero. Potrebbero essere richiesti certificati di parto e le coppie dello stesso sesso saranno probabilmente più individuabili».
La nuova normativa rappresenta un passo decisivo per regolamentare una pratica controversa, ma solleva interrogativi sui diritti delle famiglie e dei minori coinvolti. Nei prossimi mesi sarà fondamentale capire come questa legge influirà sulla società italiana e sui percorsi legali delle famiglie che si trovano in questa situazione.