Fine 2024 all’insegna delle forti preoccupazioni a livello lavorativo ed occupazionale per Fabriano e il comprensorio. Fedrigoni, Beko Europe ed Electrolux, sono le vertenze attive che potrebbero assestare ulteriori colpi a un territorio che dal fallimento della Antonio Merloni Spa in poi continua ad avere continue emorragie occupazionali: circa 3.700 i disoccupati, ad oggi. Ad allarmare, anche per la tempistica, la vertenza Fedrigoni. L’azienda ha annunciato il 3 ottobre scorso di voler procedere alla chiusura della società Giano srl, attiva nel ramo delle carte d’ufficio, a fine 2024, con il conseguente licenziamento collettivo di 195 dipendenti diretti, a cui si aggiungerebbero circa 50 dell’indotto.
Aperta l’ultima fase di concertazione tra Fedrigoni, sindacati e Regione Marche al tavolo tecnico aperto al ministero delle Imprese e del made in italy. Se non si dovesse trovare un accordo, il 18 dicembre prossimo i licenziamenti collettivi diventerebbero effettivi. L’azienda, irremovibile sulla chiusura di Giano a fine 2024, ha proposto un piano di mitigazione dell’impatto occupazionale con prepensionamenti, ricollocazioni e creazioni di nuovi posti di lavoro a Fabriano, che abbasserebbe il numero degli esuberi di circa 130 unità. I sindacati di categoria e le Istituzioni (Regione e Comune di Fabriano) giudicano “insufficiente” e “poco sostenibile” il piano.
Il Mimit ha chiesto alla Fedrigoni di posticipare di un anno la chiusura di Giano per sondare l’interesse di acquirenti privati e del Poligrafico dello Stato. La Beko Europe e i sindacati di categoria sono invece attesi da un nuovo summit al Mimit il 20 novembre prossimo alle 15:30, dopo che nel precedente la newco, controllata al 75% dai turchi di Arcelik e al 25% dalla Whirlpool, ha evidenziato come l’attuale presenza nei settori del lavaggio e della refrigerazione sarà ulteriormente valutata per evitare altre perdite di cassa, mentre il sito di Carinaro, in provincia di Caserta, sarà mantenuto come Centro di Eccellenza per la distribuzione dei ricambi e le attività di ricondizionamento degli elettrodomestici. In Italia si punta poi a fare il centro di eccellenza per la cottura. In altre parole, per le Marche, il sito di Comunanza (Ascoli Piceno) potrebbe essere a rischio. Mentre l’hub a Melano di Fabriano, sembra al momento in una posizione più sicura. Sempre a Fabriano, però, vi è il centro impiegatizio e i colletti bianchi, invece, potrebbero essere oggetto di ulteriori scossoni. Fiom-Fim-Uilm hanno proclamato 4 ore di sciopero da svolgere in giorni diversi a livello territoriale, in attesa del summit ministeriale nel quale si attendono la presentazione del Piano industriale.
“L’azienda deve presentare il piano industriale”, dichiara Pierpaolo Pullini, della segreteria provinciale della Fiom e responsabile per il distretto economico produttivo di Fabriano. Sembra invece essere rientrata la vertenza Electrolux. Da lunedì 21 ottobre scorso sono partiti i contratti di solidarietà nel sito di Cerreto D’Esi. Coinvolti 106 lavoratori su circa 185 dipendenti complessivi. Per un anno, le tute blu oggetto dell’ammortizzatore sociale, lavoreranno 6 ore giornaliere per turno, invece delle attuali 8 con un taglio del 25% dello stipendio, nonostante l’integrazione statale. “Attraverso questo accordo si sono evitati, al momento, 18 esuberi”, conferma Pullini. “Adesso risulta fondamentale che l’azienda mantenga gli impegni degli investimenti per rilanciare la fabbrica di Cerreto D’Esi: 2,4 milioni di euro, soprattutto in nuovi prodotti come da strategia aziendale, per poter garantire di essere in grado di conquistare quote di mercato e clienti, sia in questo momento di contrazione che nella fase in cui ci sarà una ripresa delle vendite”, conclude Pullini.