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Cronache

Don Pietro Chirico compie 100 anni: la Chiesa sia meno borghese

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“Sono nato il 17 novembre 1924 e di questi cento anni i più belli sono i 75 con la talare. Sono stato ordinato sacerdote il 14 luglio 1949”. La voce di don Pietro Chirico, parroco di Villa Castelli (Brindisi) è nitida e decisa anche quando racconta gli aneddoti legati alla sua nascita avvenuta esattamente un secolo fa. “Io però sono nato il 2 novembre ma aspettarono a registrarmi perché temevano un’altra mobilitazione generale”, aggiunge mentre confessa di “avere qualche problema all’udito e alle ginocchia. Però mi sento un giovanotto”. Quando è venuto al mondo, a Ceglie Messapica “la chiesa del paese forniva anche una istruzione religiosa che io ho frequentato. Dopo qualche anno, dissi ai miei genitori che volevo farmi sacerdote mio padre confidò a mia madre ‘Non ha la faccia del prete’. E invece…”.

E invece da 75 anni don Pietro celebra messa ogni giorno, confessa e impartisce benedizioni. Ricorda come complicato il periodo del secondo conflitto mondiale. “Si viveva con una certa ansia – dice – non capendo neppure cosa fosse la guerra, a differenza di oggi. Ora vediamo, sentiamo, percepiamo il dolore e la sofferenza. Se non fossi cristiano, taglierei la testa a quelli che organizzano le guerre”. Le sue giornate iniziano con le preghiere. “Metto al sicuro le lodi”, riferisce e aggiunge: “Poi leggo i giornali perché il Vangelo serve per caricare la vita della vitalità di Dio, i quotidiani per aggiornarsi di quello che accade. Ho sempre letto il giornale cattolico ma anche quelli legati al pensiero estremista della politica per capire cosa pensano”. Nel corso del suo secolo, la Chiesa è cambiata.

“Ho tirato un sospiro di sollievo quando è stata consentita la lingua italiana: il latino faceva sì, a mio parere, che le preghiere si imparassero senza comprenderle”, sostiene. E Papa Francesco? “Mi piace anche se a molti preti non va perché sono comodi. Cristo ha detto andate, non state. Il cristianesimo è nato per le strade. Ecco io penso che la Chiesa debba essere più apostolica e meno borghese”, continua. E a chi con sarcasmo gli chiede perché è ancora in vita, replica sorridendo: “Evidentemente per Dio non sono ancora maturo per affidarmi alle sue braccia”.

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Cronache

Panico sul lungomare di Napoli arrestato 53enne

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Un cittadino italiano di 53 anni ha seminato il panico tra i passanti sul lungomare di Napoli arrivando a scaraventare sugli scogli un ignaro passante colpevole solo di essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Fortunatamente il pronto intervento di agenti del reparto Uopi ha evitato ulteriori conseguenze, traendo in arresto il soggetto. Ne dà notizia il segretario generale provinciale del sindacato di Polizia Coisp Giuseppe Raimondi.

“L’episodio – si legge nella nota del sindacato – è la conferma di quanto sia critica la questione sicurezza a Napoli. Quanto avvenuto ieri sul lungomare di Napoli, che si aggiunge alla emergenza minori nonché alla micro e macro criminalità, dimostra quanto la sicurezza debba essere necessariamente al centro delle attenzioni delle Istituzioni e del Governo in particolare. Se da un lato questo quadro è preoccupante, dall’altro ci tranquillizza come l’apparato di sicurezza si sia rivelato, ancora una volta, efficace; tutto ciò però non può far passare in secondo piano la grave carenza di personale che affligge tutto il comparto sicurezza ma in modo sensibile quella partenopea che registra una carenza organica di circa 1000 poliziotti. Abbiamo numerosi commissariati che a stento riescono a garantire la volante sul territorio e di sicuro il rinforzo che arriverà a dicembre servirà, a malapena, arginare solo i pensionamenti e qualche trasferimento ad altra provincia. Esortiamo quindi il Governo ed il Dipartimento a dimostrare, con i fatti, la vicinanza alle donne e agli uomini della Polizia di Stato di Napoli incrementando la Questura di ulteriore personale giovane e non di prolungare a 70 anni l’età per la pensione evitando così le assunzioni. Il mio personale ringraziamento – conclude il leader partenopeo del Coisp – va ai colleghi delle Uopi che ho il piacere di conoscere personalmente, i quali si sono brillantemente distinti in questa operazione che ha ricevuto il plauso anche dei cittadini presenti. Il tutto – si conclude la nota – sarà sicuramente riconosciuto dal Questore di Napoli Maurizio Agricola, molto attento a queste dinamiche che saprà ricompensare adeguatamente i suoi uomini che tanto lustro hanno portato alla nostra Amministrazione.”

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Morto anziano aggredito in ospedale

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“Un’altra morte assurda che doveva essere evitata. A nome di tutta la città esprimo le mie condoglianze più sentite alla famiglia, travolta da questa ingiusta e inaccettabile tragedia”. Lo afferma in una nota il sindaco di Pisa, Michele Conti in relazione alla morte di Giorgio Tani, il 79enne deceduto ieri per le ferite riportate dopo essere stato aggredito lo scorso 5 novembre mentre si trovava nella sala di attesa del pronto soccorso dell’ospedale di Pisa dove aveva accompagnato la moglie. L’anziano fu spintonato violentemente a terra da uno straniero di 47 anni ubriaco.

“Una morte inaccettabile – aggiunge Conti – anche perché avvenuta in un luogo di cura che dovrebbe essere sicuro soprattutto per le persone più fragili. Si fa sempre più impellente il problema della sicurezza negli ospedali della Toscana, dove chi va per curarsi o per assistere i familiari deve poterlo fare con la massima tranquillità. Dove i tanti medici e infermieri, che lavorano quotidianamente per la salute di tutti noi, sono esposti ogni giorno al rischio di aggressioni verbali e fisiche. Chiediamo alla Regione Toscana di intervenire immediatamente per garantire la sicurezza nei luoghi di cura. Non è più tollerabile che la nostra città sia teatro di questi episodi di violenza”.

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Truffati al telefono, 3.500 segnalazioni in sei mesi: vademecum per riconoscere i truffatori

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Il truffatore talvolta simula un guasto per chiedere di attivare un nuovo contratto, o di essere un fantomatico ‘ente di verifica’ per ottenere le credenziali: le truffe che viaggiano per il telefono sono in aumento e utilizzano strategie sempre nuove e talvolta davvero fantasiose. Di certo il caro bolletta e i cambiamenti che hanno interessato i settori del gas e della luce hanno aperto spazi di incertezza e le truffe sono in aumento: ne hanno contate 3.500 negli ultimi sei mesi sul portale ‘antitruffa’ che, in collaborazione con Codacons, Consumerismo No Profit, Assium e Oig, è gestito gestito dall’ associazione Arte che riunisce 170 operatori reseller e trader del settore energetico.

I dati indicano che le truffe perpetrate tramite il telemarketing selvaggio da call center e operatori illegali sono in costante crescita – viene evidenziato – e si fanno sempre più sofisticate e pericolose, noncuranti del registro delle opposizioni, del codice di autocondotta e delle sanzioni milionarie decise dal Garante per la privacy. A destare preoccupazione – spiega l’associazione dei trader energetici – non è solo il numero dei raggiri che ogni giorno vengono messi in atto attraverso le telefonate commerciali, ma anche la tipologia delle truffe realizzate, sempre più ingegnose che mirano a realizzare tre diversi tipi di telemarketing illegale: la violazione dei dati personali, la truffa sull’offerta commerciale e la sostituzione di persona. Le strategie messe in atto in modo truffaldino spaziano da fantomatici guasti a centraline e cabine elettriche alla realizzazione di finti lavori stradali, dalla segnalazione di finti errori in bolletta alla richiesta di chiarimenti sui dati anagrafici. L’obiettivo è quello di estorcere l’adesione a contratti.

Dalle segnalazioni ricevute dagli utenti al portale di Arte emerge come sempre più spesso si ricevano telefonate che comunicano fantomatici guasti a centraline e cabine elettriche con la conseguente necessità di chiudere il vecchio contratto e aprirne uno nuovo per continuare ad ottenere la fornitura energetica, pena la sospensione del servizio. Ci sono poi i finti lavori stradali che danneggiano le tubature del gas portando all’imminente interruzione del servizio e all’esigenza di attivare una nuova fornitura.

Alcuni si presentano come un non meglio specificato “ufficio gestione pratiche” nazionale comunicando agli utenti la presenza di errori nelle tariffe praticate in bolletta, che sarebbero più alte del dovuto, e la necessità di cambiare contratto per ottenere il rimborso delle maggiori somme pagate, o informando circa errori anagrafici che imporrebbero la stipulazione di un nuovo contratto allo scopo di mantenere attive le forniture. Sempre più numerose poi le telefonate che millantano l’identità di falsi enti nazionali come l’Ente Nazionale Mercato Libero, l’Ente Nazionale Verifica Prezzi o addirittura l’Autorità di regolazione Arera, o che si presentano come incaricati delle associazioni dei consumatori, per apparire più credibili agli occhi della vittima.

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