Collegati con noi

Cronache

18enne ucciso: Borrelli, insulti da amici killer reo confesso

Pubblicato

del

Ci sono stati momenti di tensione, con insulti e minacce, durante un sopralluogo del deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, nel quartiere napoletano di Forcella, nel luogo dove erano stati esposti e poi rimossi murales, altarini e striscioni per Luigi Caiafa, il baby criminale ucciso mentre tentava una rapina, il cui fratello Renato è in carcere con l’accusa di aver esploso il colpo di pistola costato la vita al 18enne Arcangelo Correra. Lo riferisce lo stesso Borrelli, che era accompagnato dal presidente dei commercianti di Forcella, Antonio Raio, spiegando di aver subito le invettive di “alcuni amici e sodali della famiglia Caiafa presenti sul posto”.

“Sono anni – afferma il parlamentare – che combatto la camorra e la cultura criminale di determinate famiglie che impongono la loro legge nei quartieri, come qui a Forcella, dove ancora sono presenti diverse scritte sui muri inneggianti al baby rapinatore Luigi Caiafa morto nel corso di una rapina, il cui padre è stato ucciso nel corso di un agguato camorristico e il cui fratello Renato sarebbe l’assassino reo confesso di Arcangelo Correra. Nonostante le diverse rimozioni di striscioni, murales e altarini avvenute su mia richiesta, ancora oggi troviamo le scritte e i fori di proiettili nelle saracinesche, a testimonianza dell’arroganza e della violenza di chi vuole affermare a tutti i costi la legge del più forte. Il risultato di questo atteggiamento criminale è una scia di sangue e morte che ha strappato via giovanissime vite.

Circostanza che non sembra interessare ad amici e sodali della famiglia Caiafa che ancora oggi insultano e minacciano chi come me tenta di riaffermare la legalità in questi territori. Non saranno di certo le loro minacce a farmi retrocedere dalla lotta per liberare Napoli dalla camorra”. Antonio Raio, presidente dei commercianti di Forcella, ha poi precisato che, a differenza di quanto riportato dai media, “non c’è alcun legame di parentela tra la vittima, Arcangelo Correra, e chi avrebbe sparato, Renato Caiafa”.

Advertisement

Cronache

In Italia 200mila bimbi 0-5 anni in povertà alimentare

Pubblicato

del

In Italia duecentomila bambini tra 0 e 5 anni di età vivono in povertà alimentare, ovvero in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni. Rappresentano l’8,5% del totale e oltre la metà risiede al Sud e nelle isole, dove la percentuale sale al 12.9%, contro il 6,7% del Centro e il 6,1% del Nord. Quasi un bambino su 10 della stessa fascia d’età, pari al 9,7%, ha sperimentato la povertà energetica cioè ha vissuto in una casa non adeguatamente riscaldata in inverno. Sono alcuni dei dati inediti relativi al 2023 dell’Atlante dell’Infanzia (a rischio) di Save The Children, che ha dedicato la XV edizione del volume ai primi anni di vita dei bambini.

Anche per la povertà energetica ci sono forti disparità territoriali: al Sud e nelle isole è al 16,6% rispetto al 7,3% del Centro e al 5,7% del Nord. Anche in questo caso la percentuale a livello nazionale è cresciuta rispetto al 2021, quando era all’8,6%. Queste deprivazioni nei primi anni vita, viene sottolineato, costituiscono per le bambine e i bambini che le vivono fattori nocivi alla salute e al benessere che si protraggono anche nelle fasi successive della vita e divengono fattori di trasmissione della povertà alle generazioni successive.

“Sempre meno bambini e sempre più poveri” sintetizza Save The Children ricordando che l’Italia nel 2023 ha stabilito un nuovo record negativo per la natalità con meno di 380mila nuovi nati, mentre la povertà continua a colpire i minori e i più piccoli, in particolare l’Istat ha certificato che il 13,4% tra 0 e tre anni è in povertà assoluta, mentre l’incidenza maggiore si registra nella fascia di età compresa tra 4 e 6 anni (14,8%). Sempre sul tema della natalità, nell’Atlante viene ricordato che i bambini tra 0 e 2 anni rappresentano appena il 2% della popolazione italiana ma lo squilibrio è destinato ad ampliarsi in futuro. Secondo una elaborazione Ifel realizzata per Save The Children, anche dal punto di vista territoriale, i dati confermano “una desertificazione progressiva”: nel 2023 in 340 comuni italiani sotto i 5mila abitanti non è nata nessun bambino e in 72 comuni non ce ne sono sotto i 2 anni. È il Piemonte la regione con il maggior numero di Comuni in cui non ci sono bimbi sotto i 3 anni (34), seguita da Lombardia (10 comuni) e Abruzzo (8). La Sardegna è invece la regione con la minore incidenza di bambini da 0 a 2 anni rispetto alla popolazione totale, con l’1,49%, mentre nella Provincia di Bolzano si registra il tasso più alto, con il 2,76%.

Continua a leggere

Cronache

Asili nido, con fondi Pnrr nel 2026 Campania e Sicilia sotto 33%

Pubblicato

del

Nonostante gli investimenti del Pnrr nel 2026 Campania e Sicilia non riusciranno a raggiungere la copertura del 33% per quanto riguarda i posti negli asili nido. La Campania è previsto si attesti al 29,6% e la Sicilia al 25,6%. Eppure, la Campania e la Sicilia sono la seconda e la terza regione, dopo la Provincia Autonoma di Bolzano, per incidenza dei bambini 0-2 sulla popolazione, e presentano alti tassi di povertà minorile e dispersione scolastica.

Mentre si stima che nel 2026 la media nazionale raggiungerà il 41,3% avvicinandosi all’obiettivo europeo del 45% per il 2030. E’ quanto emerge da un’analisi realizzata, insieme a Svimez, da Save The Children sull’impatto degli investimenti complessivi del Pnrr e del nuovo piano nidi promosso nell’aprile di quest’anno dal ministero dell’Istruzione e del Merito e contenuta nella XV edizione dell’Atlante dell’Infanzia (a rischio) dal titolo “Un due tre…stella. I primi anni di vita” che verrà presentato il 19 novembre a Roma nella sede di Save the Children in piazza San Francesco di Paola, 9, a partire dalle 10.

Dal report, infatti, risulta che l’investimento consentirà di accrescere la copertura nazionale di oltre dieci punti percentuali, raggiungendo il 41,3%, ma i gap territoriali rimarranno piuttosto ampi. Undici regioni riusciranno a superare il target del 45%: Molise, con la migliore copertura nazionale al 66% (dall’attuale 22,5%), Umbria (57,1% dal 46,5%), Abruzzo (55,3% dal 28%), Emilia-Romagna (51,1% dal 43,1%), Valle d’Aosta (50,4% dal 43%), Marche (50,2% dal 33,5%), Sardegna (50% dal 35,2%), Toscana (49,2% dal 40,7%), Lazio (46% dal 37,9%), Liguria (45,2% dal 33,8%) e Friuli-Venezia Giulia (45,1% dal 38,3). Sette regioni raggiungeranno livelli compresi tra il 38% e il 45% di copertura: Trentino-Alto Adige al 43,6% (dall’attuale 31,6%), Basilicata al 43,4% (dal 22,4%), Lombardia al 41,8% (dal 36%), Veneto al 41,6% (dal 33,8%), Piemonte al 40,7% (dal 32,7%), Calabria al 40,3% (dal 15,7%) e Puglia al 38,4% (dal 20,6%).

Continua a leggere

Cronache

Inchiesta su omicidio e nuovi vertici clan, ordinanza per 18

Pubblicato

del

La polizia di Catania sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 18 persone indagate, a vario titolo e con differenti profili di responsabilità, per omicidio aggravato dalle finalità mafiose, associazione mafiosa, porto e detenzione illecita di armi da sparo. L’inchiesta, secondo la Direzione distrettuale antimafia etnea, avrebbe consentito di individuare gli esecutori materiali di un omicidio commesso nel 2016 e di risalire a esponenti mafiosi chiamati a ricoprire i ruoli di vertice del clan Santangelo di Adrano e della frangia del clan Mazzei di Catania operante in quel territorio. Nell’esecuzione dell’ordinanza sono impegnati oltre un centinaio di agenti della squadra mobile della Questura di Catania e del commissariato di Adrano, sotto il coordinamento della direzione centrale anticrimine della polizia. Particolari sull’operazione, denominata ‘Meteora’, saranno resi noti durante una conferenza stampa che si terrà alle 10:30 nella sala riunioni della Questura.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto