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L’ora delle polemiche in Olanda, ‘falle nella sicurezza’

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Il rischio di attacchi anti-israeliani ignorato, i malcelati attacchi di Geert Wilders al primo ministro tecnico Dick Schoof, il timore che i fatti di Amsterdam inneschino una spirale di violenze non solo in Olanda ma in tutta Europa. Ad Amsterdam e dintorni, quando sui social circolano ancora con insistenza le immagini dell’assalto ai tifosi israeliani del Maccabi Tel Aviv, è l’ora delle polemiche. A finire nel mirino sono innanzitutto le misure di sicurezza che, secondo il governo olandese, le autorità non avrebbero preso in vista del match Ajax-Maccabi Tel Aviv, “sottostimando” le segnalazioni dell’antiterrorismo e del Mossad. Lunedì il premier Schoof affronterà il dossier in una riunione di governo che si preannuncia caldissima, e che sarà seguita, il giorno dopo, da un dibattito parlamentare altrettanto teso.

I tifosi israeliani, con quattro voli speciali messi a disposizione da Israele nonostante lo Shabbat hanno potuto lasciare l’Olanda. L’ultima fetta dei 3mila supporter volati ad Amsterdam potrà rimpatriare domenica. L’allarme rosso sulla sicurezza delle comunità ebraiche sembra rientrato. “L’ondata di violenza è terminata. Pertanto, agli israeliani non viene impedito di passeggiare per la città”, hanno reso noto le agenzie di sicurezza israeliane. Ma la metropoli olandese fa ancora i conti con quanto accaduto. Le autorità comunali hanno decretato il divieto di manifestazioni per tre giorni.

“Questo è un momento terribile per la città”, ha ammesso la sindaca Femke Halsema usando la stessa parola – “vergogna” – scelta dal primo ministro olandese per definire gli attacchi anti-israeliani. Schoof ha annunciato che non andrà alla Cop29, la conferenza sul clima di Baku, per restare nel suo Paese visto “il grande impatto sociale” che hanno avuto i fatti di Amsterdam. Lunedì il governo affronterà il tema dell’antisemitismo. Nel frattempo il primo ministro ha provato a dare le dovute rassicurazioni al ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar, volato nella serata di sabato in Olanda.

“Il governo sta facendo tutto il possibile per garantire che la comunità ebraica nel nostro Paese si senta al sicuro”, ha detto Schoof. Chissà se basterà. Le violenze anti-israeliane potrebbero creare più di un grattacapo al primo ministro, un tecnico scelto a capo di una coalizione di centro-destra nella quale, a dominare, sono i sovranisti. Ed è stato proprio il leader del Pvv Wilders, a non lesinare stoccate al suo premier. L’ultimo attacco si è prodotto sulla scarsa quantità di arresti: “Sono senza parole. La polizia ha appena confermato che nessuno è stato arrestato durante la caccia all’ebreo islamico ad Amsterdam giovedì sera. Tutti gli arresti sono stati effettuati prima e durante la partita di calcio e non durante il pogrom”, ha scritto Wilders su X. In realtà, dei 63 sospetti individuati per le violenze di Amsterdam, secondo le autorità per qualcuno potrebbe essere disposto il fermo.

Ma ciò potrebbe non placare le speculazioni politiche, in Olanda e non solo. Sui social non smettono di proliferare video che raffigurano i tifosi del Maccabi inveire contro i palestinesi al rientro in Israele o, dall’altro laato, le foto degli aggressori. Il loro identikit, il più delle volte, corrisponde a giovani olandesi di origine araba. Nel frattempo, un po’ in tutta Europa, la destra è tornata alla carica contro i migranti. “Hanno fatto entrare carrettate, anzi barconate di islamici e poi si stupiscono se gli islamici, nel nome del loro estremismo danno la caccia all’ebreo”, ha attaccato Matteo Salvini, Mentre venerdì, nella conferenza stampa che ha concluso il summit Ue di Budapest, Viktor Orban ha descritto l’Ungheria come esempio di tolleranza, in cui convivono “chiese cristiane e sinagoghe”. E chissà se è un caso se abbia dimenticato di citare le moschee.

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Cina, auto lanciata contro la folla: 35 morti e decine di feriti

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Trentacinque persone sono morte e 43 sono rimaste ferite a Zhuhai, nel sud della Cina, dopo che un’auto si è lanciata contro la folla in un impianto sportivo. Lo riferiscono i media cinesi. L’incidente è avvenuto ieri. Il presidente Xi Jinping ha ordinato oggi di curare i feriti e di punire con la massima severità il responsabile dell’incidente. Secondo le informazioni, alla guida dell’auto era un sessantaduenne, che si sarebbe scagliato contro la folla in un momento di furia omicida seguita a un divorzio. L’uomo sarebbe stato scontento dalla divisione dei beni e avrebbe tentato di suicidarsi con l’auto. E’ ricoverato in seguito alle ferite connesse all’incidente.

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Pakistan: bus festa di nozze cade in fiume, 26 morti e 10 dispersi

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Almeno 26 persone sono morte e altre 10 risultano disperse a causa di un incidente automobilistico avvenuto nel nord del Pakistan ieri sera, quando un autobus con 40 persone a bordo è precipitato in un fiume nella regione montuosa di Gilgit-Baltistan: lo hanno reso noto oggi i servizi di emergenza. Il gruppo era di ritorno da un matrimonio e ieri pomeriggio le autorità locali avevano riferito che nella sciagura erano morte 26 persone. “L’autobus trasportava 40 passeggeri. Solo la sposa è sopravvissuta. Finora sono stati estratti 14 corpi”, ha detto Wazir Asad Ali, uno dei responsabili delle operazioni di soccorso.

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Somalia: oggi elezioni nella regione separatista del Somaliland

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In un clima di grande tensione nel Corno d’Africa, si tengono oggi le elezioni presidenziali nell’autoproclamato Stato indipendente del Somaliland, da tempo al centro di una disputa tra il governo federale di Mogadiscio e l’Etiopia, che ha recentemente firmato un accordo con la regione separatista per avere accesso al suo spazio marittimo sull’oceano indiano. A sfidarsi nella tornata elettorale della regione, che non è mai stata riconosciuta dall’Onu, sono l’attuale leader Muse Bihi Abdi, al potere dal 2017, e Abdirahman Mohamed Abdilahi, capo dell’opposizione che ha comunque più seggi nel parlamento regionale, come riporta Garowe Online.

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