Brillante in Europa, competitivo in patria. Il calcio italiano, alla vigilia dell’ultimo turno prima della pausa azzurra, mostra la sua forma migliore. Nel weekend va in scena la sfida scudetto Inter-Napoli, con un nugolo di inseguitrici ambiziose pronte a sfruttare eventuali passi falsi. Se a San Siro finirà pari la classifica alla sosta potrebbe indicare: Napoli capolista a 26 punti, Inter, Atalanta, Fiorentina e Lazio a 25, Juve a 24 col Milan che potrebbe arrivare a 23 vincendo poi il recupero col Bologna. Quindi, sei squadre in due punti, virtualmente sette in tre, una sorta di ricongiungimento a un terzo del percorso. Il Napolisembrava avviato a una fuga spericolata, dopo avere violato il Meazza rossonero.
Poi l’Atalanta ha mostrato a Conte che la promettente attraversata è appena all’inizio. E ora i partenopei hanno un nuovo happening milanese, con i campioni d’Italia che sanno gestire i molteplici impegni con maturità e la migliore rosa del campionato. L’Arsenal ha disputato un’ottima gara ma ha perso, domato dal solito impeccabile rigore di Calhanoglu. Ora Conte e Lukaku torneranno nella stadio dello scudetto 2021. Il tecnico pugliese difficilmente non trae insegnamenti dalle frenate, ma il compito è duro. “Loro sono forti, noi arriviamo alla sfida da primi in classifica e vogliamo rimanerci” ha detto Conte. Si fronteggeranno il secondo attacco (dopo l’Atalanta) contro la seconda difesa (dopo la Juve), Lautaro e Thuram contro Lukaku e Kvara.
Ma i campioni si fanno preferire a centrocampo: il blocco Calhanoglu-Mikhtaryan-Barella col supporto di Dimarco macina calcio d’alto livello, McTominay-Lobotka-Anguissa dovranno cercare di mettere a frutto la lezione subita da Gasperini in un campo che non li vede prevalere da sette anni. Atalanta, Lazio e Fiorentina erano partite con l’obiettivo di entrare in zona Champions (anche quest’anno le italiane potrebbero essere cinque) ma le vittorie a raffica le hanno portate in orbita scudetto e ora hanno tre impegni abbordabili. La Dea ha più credenziali delle altre e sta confermando una statura internazionale acquisita, con Retegui e Lookman protagonisti: saranno loro a guidare la squadra contro un’Udinese in fase di assestamento ma che ha trovato in Davis un atletico compagno di attacco di Lucca.
La Lazio è in stato di grazia: è sola in testa alla Europa League dopo avere domato anche il Porto, ha vinto 9 delle ultime 10 gare con le rotazioni vincenti che Baroni ora riproporrà contro il claudicante Monza, ultimo, dell’amato ex Nesta che, pur col talentuoso Maldini jr, farà fatica ad evitare la terza sconfitta di fila. Dopo sette vittorie consecutive bagno di umiltà della Fiorentina, sconfitta a Cipro in Conference. Ora riceve il Verona che si è risollevato battendo la Roma. Thiago Motta vuole evitare il settimo pari di una stagione in cui è comunque l’unica imbattuta. All’orizzonte c’è il derby con un Torino a mezza classifica che ha perso 4 delle ultime 5 partite, recrimina per l’infortunio di Zapata, ma forse recupererà Adams. Juve favorita con Vlahovic che sarà affiancato da Koopmeiners e Yildiz.
Al Milan, ringalluzzito dall’impresa del Bernabeu con Fonseca che blinda di nuovo la sua panchina, serve dare continuità di risultati a Cagliari, con la conferma di Leao e con l’impiego di Abraham al posto dell’infortunato Morata. Aria di ultima spiaggia per Juric, in un Olimpico sempre più ostile, per la Roma in caduta libera: domani intanto sono attesi i Friedkin. Arriva un Bologna da centroclassifica che ha riabbracciato Ferguson e ha trovato in Orsolini il suo condottiero. L’ostracismo a Hummels, l’accantonamento di Paredes, la discutibile presenza costante di Celik e Zalewski sembrano avere aggravato una crisi che dura da mesi. Per la zona retrocessione delicata sfida tra il Venezia di un Di Francesco sempre in bilico e un Parma, che invece ha appena prolungato il contratto il Pecchia.