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Cronache

Incidenti e cadute, quattro alpinisti morti sulle Alpi

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Quattro persone hanno perso la vita in montagna: è tragico il bilancio di questo fine settimana sulle Alpi. I quattro escursionisti – tre uomini ed una donna – sono morti precipitando dalle vette in Veneto, Trentino e Piemonte. Due alpinisti hanno perso la vita in due incidenti avvenuti a distanza di un’ora l’uno dall’altro nelle montagne bellunesi. A Val di Zoldo è deceduto un uomo poco dopo le 13, e stessa sorte ha subito una donna sulla Croda dei Toni, nel Comune di Auronzo. Nel primo caso la centrale del 118 è stata attivata da un gruppo di persone che, dalla cima principale degli Sfornioi dove si trovavano, ha sentito delle grida e un rumore di massi. L’elicottero del Suem ha effettuato una rotazione senza esito. Ricevute indicazioni più precise, l’eliambulanza è tornata in ricognizione e ha individuato un corpo esanime all’interno di un camino, un centinaio di metri sotto la cima.

Ad Auronzo si Cadore (Bl), invece, l’allarme è stato fattto scattare dal compagno di parete di una alpinista. I due stavano calandosi dalla via Drasch quando lui, che si trovava più in basso, l’ha vista passargli accanto e cadere nel canale sottostante. É invece un escursionista di 26 anni, residente a Nogara, in provincia di Verona, la terza vittima. L’uomo è morto lungo la ferrata Val del Rì, sopra l’abitato di Mezzolombardo, in Trentino. Il giovane era da solo e stava percorrendo la prima parte della ferrata ma, subito dopo il secondo ponte tibetano, ha perso l’equilibrio ed è precipitato nella forra per una trentina di metri, finendo nell’alveo del torrente. Un altro escursionista, Edi Zavatti, 52 anni, è morto precipitando dalla vetta del Rocciamelone, a circa 3500 metri di altitudine, in Valle di Susa (To). Era un profondo conoscitore della montagna. La chiamata è giunta al Soccorso Alpino da altri escursionisti che hanno assistito all’incidente.

I soccorritori hanno avuto difficoltà ad individuare il corpo, trovato poi circa 400 metri a valle del sentiero, in un punto impervio. E’ andata decisamente meglio invece, ad una coppia di alpinisti in difficoltà dal rientro dalla cima del Cridola, sulle Alpi orientali. I due, una 35enne di Cavalese e un 51enne di Padova, erano saliti ieri dalla parte conosciuta come ‘Via del triestini’. Al momento di scendere hanno preso un altro sentiero e quando hanno trovato sul percorso una corda fissa che risaliva – e che era la via giusta da seguire – hanno cercato prcorsi alternativi, senza però trovarli, finché è arrivato il buio che li ha bloccati. Scattato l’allarme, una squadra ha intuito la loro posizione e li ha raggiunti.

L’intervento si è concluso intorno alla mezzanotte. Anche nove giovanissimi escursionisti leccesi, che la notte scorsa si erano persi nel Parco Nazionale del Pollino, sono stati individuati e messi in salvo dai volontari del soccorso alpino e speleologico. Messi in salvo anche due escursionisti 37enni della provincia di Napoli che ieri risultavano dispersi tra Campitello Matese e Roccamandolfi in Molise: i due, che si erano smarriti, sono stati poi raggiunti e riaccompagnati a Campitello Matese dal Soccorso Alpino.

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Napoli: dedicata panchina a bambino di quattro anni ucciso da domestico

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Questa mattina e’ stata dedicata una panchina, in Via Foria 109, alla memoria del piccolo Samuele Gargiulo, vittima a soli quattro anni del gesto violento del domestico di famiglia. Una targa lo ricordera’, in questo modo, a tutti i cittadini. “Un bimbo che perde la vita in un modo cosi’ tragico diventa immediatamente figlio della comunita’, dolore collettivo di tutta la citta’, che ha il dovere di proteggere in ogni modo i suoi bambini e di stringersi alla sofferenza della famiglia”, ha dichiarato l’assessore Trapanese. “In questi giorni difficili, dove vediamo coinvolti i minori della nostra citta’ in atti terribili, vittime e carnefici, e’ necessario anche ricordare un evento tragico, e fortificare la memoria di chi e’ stato vittima, per invitare la comunita’ tutta al senso di responsabilita’ e di cura di ciascuno e per non dimenticare”, ha concluso Trapanese. Sono intervenuti il consigliere Comunale Rosario Andreozzi e il consigliere della terza Municipalita’ che ha voluto dal primo momento che l’opera si realizzasse, Salvatore Marino.

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Ragazzo ucciso: legale 17enne, aggressione confermata da video

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

“La versione resa dal minore durante l’interrogatorio in caserma a Torre del Greco è riscontrata dagli atti che stamattina ho potuto visionare: il ragazzo ha subito un’aggressione da parte della vittima, che era in compagnia di altri giovani”. Lo sostiene l’avvocato Luca Raviele, legale del 17enne accusato dell’omicidio volontario di Santo Romano, il 19enne ucciso con un colpo di pistola al petto a San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli. “Stava nella sua auto – spiega il legale – se ne stava andando, dopo la lite, quando Santo viene ripreso dalle telecamere di un bar mentre gli lancia una pietra. Santo corre verso l’auto seguito dagli amici e ci sono tre testimoni, non amici del minore, che confermano”. Secondo quanto riferisce l’avvocato il 17enne ha inoltre detto agli inquirenti “di avere sparato senza guardare, con l’intento di mettere in fuga i suoi aggressori”. “Non sapeva di avere ucciso il ragazzo – ha detto infine il legale del 17enne – e quando è venuto a conoscenza dell’accaduto ha vomitato”.

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Maresciallo arrestato lascia carcere militare e va a domiciliari

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Lascia il carcere militare e va agli arresti domiciliari il comandante Davide Oddicini, il maresciallo finito in cella per corruzione, concussione, accesso abusivo ad atti coperti da segreto e falso. Il militare era stato arrestato dai colleghi del nucleo investigativo di Genova e sospeso dal servizio.

Il giudice ha accolto la richiesta dell’avvocato Andrea Testasecca. Per il gip sussistono i gravi indizi ma i domiciliari appaiono adesso una misura adeguata. Nel frattempo proseguono gli accertamenti degli investigatori, coordinati dalla pm Gabriella Dotto e dall’aggiunto Vittorio Ranieri Miniati. Sotto la lente sono finiti anche due arresti “dubbi”.

Gli investigatori hanno deciso di approfondire questi due episodi anche dopo le audizioni, come persone informate dei fatti, dei colleghi sottoposti al maresciallo. I carabinieri sentiti hanno spiegato che in alcuni casi era lo stesso Oddicini a redigere personalmente i documenti, pur non avendo assistito alle operazioni, facendoli allontanare dall’ufficio. L’ex comandante, tra le varie contestazioni, ha anche quella di avere falsificato i verbali di arresto di uno straniero.

L’uomo, infatti, era stato accusato di rapina impropria sulla base di verbali che, per l’accusa, sarebbero stati “aggiustati” dal carabiniere. Oddicini si è difeso dicendo di essersi basato sulla testimonianza dei presenti (in quel caso una delle testimoni era la fidanzata). Anche per gli accessi al sistema ha dato una sua spiegazione: la maggior parte erano connessi ad attività di indagine, mentre alcuni li ha fatti perché glielo hanno chiesto alcuni amici.

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