Una stangata da quasi mezzo miliardo per un duplice condotta ritenuta gravissima dall’esecutivo europeo. La Commissione Ue ha comminato una multa da 462,6 milioni di euro alla casa farmaceutica Teva per aver abusato del sistema di brevetti per prolungare l’esclusività del suo farmaco Copaxone, usato per il trattamento della sclerosi multipla, ritardando l’ingresso sul mercato di un medicinale concorrente. L’abuso di posizione dominante da parte di Teva, secondo l’Antitrust Ue, si è concretizzato nei mercati di Belgio, Italia, Germania, Olanda, Repubblica Ceca, Spagna e Polonia. E’ la prima volta che la Commissione europea commina una multa di questo tipo.
E, forse anche per questo, la vice presidente con delega alla Concorrenza, Margrethe Vestager ha annunciato la sanzione con un video molto meno istituzionale del solito, che inizia ritraendo il commissario danese davanti ad una farmacia nei pressi del Palais Berlaymont. L’azione della Commissione “contribuisce a mantenere i farmaci a prezzi accessibili, a preservare la scelta terapeutica e a promuovere l’innovazione, a beneficio dei pazienti dell’Ue e dei sistemi sanitari nazionali”, ha sottolineato Vestager.
L’abuso di posizione dominante di Teva si è verificato nei mercati del glatiramer acetato (il principio attivo contenuto nel Copaxone). Bruxelles ha rilevato che la multinazionale con sede a Gerusalemme ha utilizzato “in modo improprio le procedure di brevetto”: quando la documentazione – valida dal 2015 – che proteggeva il glatiramer acetato stava per scadere Teva ha esteso artificialmente la protezione del Copaxone manipolando quindi le regole e le procedure dell’Ufficio europeo dei brevetti (Epo) sui brevetti divisionali. Ma non basta.
Teva “ha implementato una campagna sistematica denigratoria contro un medicinale concorrente a base di glatiramer acetato (con una molecola prodotta dall’olandese Synton) per il trattamento della sclerosi multipla, diffondendo informazioni fuorvianti sulla sua sicurezza, efficacia ed equivalenza terapeutica con Copaxone”, nonostante le autorità sanitarie competenti avessero approvato il farmaco. Bruxelles ritiene che la condotta di Teva, durata tra 4 e 9 anni a seconda del mercato d’azione, potrebbe aver impedito la diminuzione dei prezzi di listino, con un impatto negativo sui bilanci della sanità pubblica La casa farmaceutica israeliana ha reagito con fermezza, dicendosi “profondamente delusa” dalla decisione dell’Ue e anticipando “una vigorosa difesa” in appello.
Eppure, non è la prima volta che Teva e la Commissione sono ai ferri corti. Nel 2020, la multinazionale e l’ex rivale Cephalon sono stati multati congiuntamente per 60,5 milioni di euro per concordato di ritardare l’ingresso nel mercato Ue di una versione generica di un farmaco per i disturbi del sonno, il Modafinil. Nello stesso anno gli investigatori dell’antitrust negli Stati Uniti hanno multato l’azienda per 1,2 miliardi di dollari per pratiche anticoncorrenziali in relazioni al medesimo farmaco.