Il Napoli ha inflitto una sconfitta casalinga al Milan, battendolo 2-0 in una partita che ha messo in luce la forza della squadra di Antonio Conte. Grazie alle reti di Lukaku e Kvaratskhelia, gli azzurri conquistano il quinto successo consecutivo e volano sempre più in vetta alla classifica della Serie A.
Un avvio fulminante
Il match si sblocca rapidamente: dopo soli 5 minuti, Anguissa verticalizza per Lukaku, che sfugge facilmente alla marcatura dei difensori rossoneri. Il gigante belga resiste al tentativo di recupero di Pavlovic e batte Maignan con un preciso tiro mancino. Questo gol iniziale segna il ritmo della partita, mettendo subito in chiaro le intenzioni del Napoli.
Il Milan, pur provando a reagire, non riesce a concretizzare. Al 18′, Musah tenta un destro a giro che sfiora il palo, e due minuti dopo Chukwueze ci prova dalla distanza, ma Meret è attento e respinge.
Occasioni mancate
Al 27′, il Napoli rischia di subire il pareggio quando Musah, dopo un errore in fase difensiva, si presenta solo davanti a Meret, ma sbaglia il controllo e l’occasione sfuma. Proprio quando i rossoneri sembrano trovare un ritmo, arriva il raddoppio degli ospiti: al 43′, Kvaratskhelia riceve palla sulla sinistra, rientra sul destro e con un tiro a giro colpisce il palo lontano, mandando le squadre negli spogliatoi sul punteggio di 2-0.
La ripresa e le speranze rossonere
Nella seconda frazione di gioco, il Milan prova a riaprire il match: Morata trova la rete con un colpo di testa, ma l’arbitro annulla per fuorigioco dopo il controllo del Var. Nonostante i tentativi di Leao e Pulisic, che entrano in campo nella ripresa, il Napoli continua a difendere il vantaggio.
La partita entra in una fase di stallo fino al 38′, quando Leao conclude con un potente destro, ma Meret si fa trovare pronto e devia sopra la traversa. Negli ultimi minuti, il Milan prova a trovare un varco, ma il Napoli si difende con ordine, chiudendo ogni spazio.
Un risultato che conferma il dominio del Napoli
Con questa vittoria, il Napoli consolida il proprio primato in classifica, salendo a quota 25 punti. Il Milan, invece, resta in ottava posizione, a -11 dalla vetta, e deve ora riflettere sulle difficoltà incontrate in questo inizio di stagione.
La partita di San Siro è stata un chiaro segnale delle ambizioni del Napoli, che si candida sempre di più come principale contendente per lo scudetto, mentre il Milan dovrà lavorare duramente per risalire in classifica.
Jannik Sinner, a causa di un virus intestinale, ha annunciato il suo ritiro dal Masters 1000 di Parigi-Bercy, torneo iniziato ieri. La notizia è stata confermata dagli organizzatori del torneo, che hanno informato che il giovane tennista italiano sarà sostituito nel tabellone principale dal francese Arthur Cazaux.
Sinner: “Mi dispiace, ma non sono pronto per competere”
Jannik Sinner, tramite un video pubblicato sul profilo Instagram del torneo di Parigi-Bercy, ha voluto spiegare le ragioni del suo ritiro. “Mi dispiace non poter scendere in campo, sono venuto presto per prepararmi per questo torneo, ma ho preso un virus e non sono pronto per competere. Sono molto dispiaciuto”, ha detto il numero uno italiano, esprimendo rammarico per non poter partecipare a uno degli ultimi grandi appuntamenti della stagione.
Nessuna preoccupazione per le Atp Finals e la Coppa Davis
Nonostante la situazione attuale, Sinner ha voluto rassicurare i suoi fan e il team in merito agli appuntamenti futuri, come le Atp Finals e la Coppa Davis. In un’intervista a Sky Sport, il tennista ha dichiarato: “Non sono preoccupato per Torino e la Davis. Non mi sono sentito benissimo nei giorni scorsi, pensavo fosse solo stanchezza, ma dopo una visita medica ho scoperto che si tratta di un virus intestinale. Nulla di grave, ma non mi sento abbastanza forte per giocare”.
Recupero e preparazione in vista dei prossimi impegni
Sinner ha comunicato che si prenderà qualche giorno di riposo prima di riprendere gli allenamenti. “Ora starò a riposo fino a giovedì, poi vediamo come sto. Se necessario, riprenderemo la preparazione non venerdì, ma sabato o domenica. C’è tanto tempo a disposizione per arrivare pronto alle Atp Finals e alla Coppa Davis”, ha affermato il tennista.
Con questa decisione prudente, Sinner punta a tornare in campo in piena forma per i prossimi appuntamenti, iniziando dalle Atp Finals in programma a Torino dal 10 novembre.
“Se necessario, farò dieci volte di più. Non sono preparati”. Vinicus affida ad una frase in portoghese sui social la propria reazione per la mancata vittoria del Pallone d’Oro assegnato invece alo spagnolo Rodri. L’attaccante brasiliano del Real Madrid non ha partecipato a Parigi alla cerimonia di consegna del trofeo, adeguandosi alla decisione di tutto il club “blanco” presa in segno di protesta per la mancata assegnazione del trofeo ad un giocatore “merengue”.
Non l’hanno mai vinto nè Puskas, nè Iniesta, nè Baresi, nè Ribery, nè Paolo Mladini (per non parlare di Maradona, escluso della norma del calciatore europeo e poi ricompensato dal Pallone d’oro alla carriera nel ’96). Nella storia del riconoscimento individuale più glamour del calcio, dal ’56 a stasera, l’albo degli esclusi – con annesse polemiche per le scelte del vincitore – e’ ricco di campioni solo un po’ di meno di quello della lista dei vincenti.
Ma il caso di Vinicius, predestinato all’investitura 2024 e poi battuto dallo spagnolo del City Rodri, Pallone d’Oro 2024, assume contorni eclatanti per una protesta del Real Madrid mai vista prima. Un vero e proprio boicottaggio, da parte del club che vanta il maggior numero di palloni dorati ai suoi giocatori (12, come il Barca, quattro in piu’ di Juve e Milan). Alla fine Parigi ha incoronato il centrocampista del Manchester City che due stagioni fa segno’ il gol della vittoria Champions in finale a Istanbul contro l’Inter, e soprattutto ha guidato la Spagna alla conquista di Euro 2024 con il filotto di sette vittorie su sette. Ha battuto tre del Real, mettendo in fila dietro di lui Vinicius, Carvajal e Bellingham.
“Lo merita – le parole del ct spagnolo, De La Fuente, a proposito di Rodri – e che stasera qui non ci sia il Real non e’ bene per il calcio”. C’erano pero’ tantissimi calciatori e calciatrici, e anche l’attrice Usa Natalie Portman, a rendere il red carpet di ingresso al Teatro Chatelet un vero e proprio Oscar del calcio. “Amo il calcio, soprattutto quello femminile”, le parole dell’attrice, prima di annunciare che il Pallone d’Oro al femminile era andato a Aitana Bonmati, attaccante del Barcellona e della Spagna campione del mondo 2023 che aveva gia’ vinto un anno fa.
Poi, mentre via via si svelava la top 10 (Lautaro miglior piazzamento della serie A, settimo, in una classifica priva di italiani), la proclamazione di Rodri A poche ore dalla cerimonia di Parigi, pero’, la scena se l’era presa il clamoroso annuncio: il presidente dei Galacticos, Florentino Perez, annulla il volo privato da Madrid per la Capitale francese, lasciando a terra con il talento brasiliano anche Carvajal, Bellingham, Ancelotti e una delegazione che in tutto contava 50 persone: nessuno di loro e’ salito sul palco quando il Real è stato annunciato come miglior club dell’anno.
“Non andiamo dove il Real non è rispettato, e il Pallone d’Oro non ci ha rispettato”, la spiegazione di Perez, mentre ai giornali spagnoli fonti del club andavano giù più duramente. “Per noi il Pallone d’Oro non esiste più”. Il che non vuol dire che i sette trofei conquistati nelle ultime undici edizioni da calciatori merengues spariranno d’incanto.
Se potesse, Cristiano Ronaldo farebbe sparire quello del 2021 a Messi, che provoco’ una reazione da tutti definita dialettalmente ‘rosicata’. Ad alzare i toni delle contestazioni a un premio tanto ambito e tanto soggettivo – quest’anno si e’ tornati alla formula del voto dei giornalisti, non piu’ capitani e allenatori – e’ forse il dualismo CR7-Messi degli anni passati, che ha convinto molti che tutto fosse predefinito. Resta anche da capire come abbia saputo il Real dell’esito finale, se gli organizzatori assicuravano che con il ritorno al voto di 100 giornalisti l’esito era blindato fino all’ultimo.
Nella serata parigina, premiati anche Lamine Yamal come miglior giovane, il Barcellona donne come miglior squadra, Ancelotti (assente) come miglior tecnico e Emma Hayes (campionessa olimpica con gli Usa) come migliore allenatrice. Premio Socrates per il calcio sociale a Jenny Hermoso, la giocatrice spagnola dello ‘scandaloso’ bacio di Rubiales. “Alle bambine che vogliono diventare calciatrici come noi – ha detto – dobbiamo lasciare un gioco senza violenza di genere”.