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Cronache

De Magistris, duro attacco a Salvini: se gli piace così tanto vestirsi da poliziotto, cerchi i 49 milioni di euro truffati dalla Lega

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Che Luigi de Magistris non ami Matteo Salvini è cosa nota. Lo scontro tra i due è politico. Da sindaco e ministro, per fortuna, c’è cooperazione istituzionale tra i due. In politica lo scontro è durissimo. L’ultimo attacco di Luigi de Magistris è di quelli che lasciano il segno. Perchè il sindaco di Napoli punge il capo politico della Lega sulla selezione della classe dirigente al sud, sull’uso di Salvini dei simboli della polizia di Stato, sulle posizione del responsabile del Viminale in materia di immigrazione e accoglienza dei migranti che scappano dai paesi subsahariani e spesso incontrano la morte nel deserto, sulle coste libiche, nel mare Mediterraneo.

Rivolto a Salvini su facebook, de Magistris lo invita a verificare “bene le persone che stanno salendo sul suo carro politico – sostiene il sindaco di Napoli -, mi riferisco alle terre che ben conosco, quelle del sud, e scoprirà fatti non certo in linea con la storia della lotta al crimine. Ma Lei questo già lo sa, non credo abbia bisogno di inventarsi poliziotto” scrive de Magistris rivolgendosi al ministro Salvini. E sin qui siamo ai consigli. C’è poi l’attacco diretto, personale, frontale ad un ministro, scrive de Magistris, che “non escludo nel delirio di onnipotenza, vivendo quasi un deja vu o una dissociazione, pensi davvero di essere diventato un poliziotto, una sorta di capo politico della Polizia”. E allora, prosegue de Magistris con ironia tagliente “a questo punto, potrei suggerirgli qualche pista investigativa. Indaghi su se stesso quale segretario della Lega per trovare i circa 49 milioni che secondo la magistratura sono stati illecitamente sottratti al popolo italiano”.

“Nei quindici anni in cui ho svolto le funzioni di Sostituto Procuratore della Repubblica ho vissuto di più con poliziotti, carabinieri e finanzieri che con mia moglie e i miei figli. Abbiamo condiviso investigazioni, procedimenti penali, pericoli, paure e risultati straordinari. Abbiamo spesso lavorato in pochi e con pochi mezzi per contrastare le più  potenti organizzazioni criminali. Ne ho apprezzato in tante e tanti professionalità, passione per la giustizia, abnegazione, umanità. Ho conosciuto anche opacità professionali e deviazioni criminali, anche gravi – scrive de Magistris in questo lungo post su Fb – Il ministro Salvini negli ultimi tempi ama indossare frequentemente felpe, giubbotti, distintivi vari della Polizia di Stato. Non mi riferisco al caso in cui si fa visita ad un corpo dello Stato e, nell’occasione, si indossa un cappello, una divisa, un distintivo. In tale ipotesi è anche un bel segnale, quale vicinanza istituzionale a chi si trova in prima linea: poliziotti, carabinieri, finanzieri, polizia locale, vigili del fuoco, protezione civile, medici, ecc. Nel caso di Salvini è molto diverso”.

“Nelle occasioni più disparate il ministro dell’Interno indossa vestiario ben visibile della Polizia. La Polizia di Stato è istituzione fondamentale per la tenuta democratica in uno stato di diritto. Nel nostro Paese vi sono stati poliziotti e poliziotte vittime delle mafie, del terrorismo, della criminalità comune. Certo – sottolinea – come in tutte le istituzioni, anche nella Polizia vi sono state deviazioni, anche molto gravi, di appartenenti al corpo, penso, per fare un solo esempio, agli inauditi fatti criminali durante il G8 di Genova nel 2001. La Polizia di Stato, così come le altre forze di polizia, sono lo Stato, non appartengono ad una parte. È grave – continua de Magistris –  che un ministro, importante esponente politico, segretario di un partito, strumentalizzi, a fini di parte, forse addirittura personali, una istituzione che è garanzia per tutte e tutti.

Sul capitolo immigrazione de Magistris attacca Salvini frontalmente, dandogli dell’opportunista e accusandolo di fare politica xenofoba  sulla “pelle dei più deboli, ancora meglio se colore pelle nera”.

“Lei, signor ministro, pratica un pensiero politico che considero improntato alla discriminazione razziale ed alla xenofobia, tanto per fare un esempio. Lei è solo un abilissimo politico con un grande senso dell’opportunismo, se del caso da usare anche, senza scrupoli, sulla pelle dei più deboli, ancor meglio se hanno il colore della pelle nera”. “Lei non è un poliziotto, è un ministro che, finora, ha fatto solo crescere nel nostro Paese insicurezza, rancore, razzismo, odio e violenza – aggiunge – È la mia opinione da italiano. Non come Lei che, nel 2009, indossava una maglietta con la scritta Padania is not Italy ed oggi indossa un altro titolo: prima gli italiani. Se dovessi crederle dovrei pensare che oggi Lei è contro la Padania. Cerchi, sig. Ministro, facendo anche leva sui suoi freni inibitori, di evitare di trascinare, nella sua propaganda, le Istituzioni della Repubblica che sono a garanzia della tenuta democratica del nostro Paese”.

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Strage in famiglia: 17enne rivede i nonni in carcere

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A distanza di poco più di due settimane dalla strage di Paderno Dugnano, nel Milanese, avvenuta nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre, il 17enne, che ha ucciso a coltellate padre, madre e fratello di 12 anni, oggi ha incontrato nel carcere minorile Beccaria i nonni. Nonni che da giorni avevano chiesto di vederlo perché, comunque, malgrado ciò che è successo e che resta senza una vera spiegazione, hanno deciso di non abbandonare il nipote e di “sostenerlo”. Cinque giorni fa il Tribunale per i minorenni di Milano aveva autorizzato, su richiesta della difesa, il colloquio, dopo che sia il 17enne che i nonni, così come gli altri familiari, avevano manifestato la loro disponibilità. I nonni, ma allo stesso modo gli zii del ragazzo, hanno più volte ripetuto, infatti, che vogliono rimanergli vicino e vogliono aiutarlo nel suo percorso giudiziario. E oggi si è trattato ovviamente, da quanto si è saputo, di un incontro toccante, fatto di lacrime, parole e silenzi.

“Volevo proprio cancellare tutta la mia vita di prima”, aveva messo a verbale, interrogato, il ragazzo parlando di un suo “malessere” che durava da tempo, ma che si era acuito in estate, e dicendo di sentirsi “estraneo” rispetto al mondo. E aveva spiegato, però, che non ce l’aveva con la sua famiglia nello specifico e non aveva, dunque, fornito un movente preciso per la strage. La difesa, con legale Amedeo Rizza, intanto, punta su una consulenza psichiatrica affidata ad un esperto per una successiva richiesta di perizia, affinché venga accertato se al momento dei fatti il giovane avesse o meno un vizio di mente. Per la difesa, inoltre, non può reggere nel procedimento l’aggravante della premeditazione, contestata, invece, dalla procuratrice facente funzione per i minori di Milano, Sabrina Ditaranto, e dalla pm Elisa Salatino nell’accusa di triplice omicidio. Aggravante riconosciuta dalla gip Laura Pietrasanta nella misura cautelare.

Il ragazzo, dopo l’incontro con i nonni di oggi, è stato poi trasferito, da quanto si è saputo, dal carcere minorile Beccaria di Milano a quello di Firenze.

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Maltempo: temporali e forti venti, allerta gialla in 10 regioni

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Una vasta perturbazione, attualmente centrata sull’area balcanica, determinerà un graduale inasprimento delle condizioni di maltempo sull’Italia, con precipitazioni sparse sul territorio, specie settori adriatici, più diffuse e persistenti su Emilia-Romagna e Marche. Inoltre, la formazione di un’aera di bassa pressione sul basso Tirreno genererà una intensificazione dei venti nord-orientali sui settori adriatici centro-settentrionali. Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse.

L’avviso prevede dalle prime ore di domani precipitazioni diffuse e persistenti, anche a carattere di carattere di rovescio o temporale, su Emilia-Romagna e Marche, dalla mattinata, precipitazioni sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, su Abruzzo e Molise, specie settori costieri, e su Campania, Puglia e Basilicata. Tali fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento. Attesi, inoltre, dal primo mattino di domani, venti da forti a burrasca nord-orientali, su Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna e Marche, specie su settori costieri e appenninici, con mareggiate sulle coste esposte. Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di domani allerta gialla su parte di Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, sugli interi territori di Molise, Basilicata e Puglia, su parte di Campania e Sardegna.

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Auto contro scooter, omicidio volontario dopo una lite

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Un incontro, questa volta casuale. Gli animi che si scaldano, ancora, per quella relazione sentimentale con sua sorella che proprio non gli andava giù. Il finestrino della sua auto frantumato con un martelletto, la rabbia che monta e l’inseguimento dello scooter a bordo del quale viaggiavano i due rivali. Infine la tragedia provocata da una collisione, a quanto pare voluta, che trasforma un diciannovenne nell’assassino di un ventenne. E’ il drammatico epilogo di una lite che andava avanti da qualche mese, caratterizzata anche da altri episodi su cui adesso si sta cercando di fare luce, la morte di Corrado Finale, speronato mentre era in fuga su uno scooter con un altro giovane che, per fortuna, è rimasto solo ferito. Contrariamente a quanto si era pensato in un primo momento non si è trattato di un incidente, uno dei tanti che funestano i weekend, ma di un atto voluto, deliberato, finalizzato a punire quei giovani suoi rivali.

E così ha trasformato la Fiat 500 in un ariete, facendo carambolare a terra i ragazzi che prima finiscono con lo scooter contro un palo e poi su una fioriera. Le condizioni di Corrado, disarcionato dal Beverly, sono sembrate subito molto gravi. E, purtroppo, il suo decesso è sopraggiunto poco dopo, per le gravi ferite riportate. Sarà l’esame autoptico disposto dalla Procura di Napoli Nord, a fornire l’esatta causa della morte. L’altro centauro, il ragazzino protagonista dell’osteggiata liaison amorosa, invece se l’è cavata: la sua prognosi è di 30 giorni, ma è vivo. E’ stato proprio lui a raccontare ai carabinieri la dinamica dell’accaduto (peraltro confermata dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza acquisite dagli investigatori), insieme con il movente: una relazione sentimentale contrastata con la sorella del 19enne fermato il quale, dopo l’incidente, si è allontanato senza prestare soccorso alcuno.

Solo successivamente si è consegnato in caserma accompagnato dall’avvocato. Ieri, l’investitore, che viaggiava su una Fiat 500, al termine dell’interrogatorio è stato sottoposto a fermo, non per omicidio stradale, come sembrava logico in un primo momento, ma per i ben più gravi reati di omicidio volontario e tentato omicidio. Nell’auto c’era anche la sorella la quale ha confermato la lite che da mesi andava avanti tra il fratello e il fidanzatino. In caserma, davanti al pm, sono stati convocati e ascoltati anche alcuni parenti del sopravvissuto. Uno ha fatto riferimento a un grave episodio risalente a qualche settimana fa, quando è stata lanciata una bottiglia incendiaria contro il portone della sua abitazione. Un episodio inquietante ma non denunciato. Secondo questa persona sarebbe stato proprio quel giovane fermato l’autore del gesto intimidatorio, ma lui, che ha reso dichiarazioni parzialmente confessorie, ha smentito di avere compiuto quell’attentato. Sequestrati per le perizie la vettura, il parafango bianco di una Fiat 500 trovato su via del Mare, teatro dell’incidente, e lo scooter sul quale viaggiava la vittima.

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