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Cronache

Pm, banda hacker ha contatti con mafie e servizi segreti

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La presunta associazione per delinquere, al centro dell’inchiesta milanese sui dossieraggi, gode “di appoggi di alto livello, in vari ambienti, anche quello della criminalità mafiosa e quello dei servizi segreti, pure stranieri” e gli indagati “spesso promettono e si vantano di poter intervenire su indagini e processi”. Lo scrive negli atti il Pm della Dda Francesco De Tommasi, che spiega che il gruppo riconducibile alla società Equalize ha una struttura “a grappolo”: ogni “componente” e “collaboratore” ha a sua volta “contatti nelle forze dell’ordine e nelle altre pubbliche amministrazioni” con cui “reperire illecitamente dati”.

E’ Nunzio Samuele Calamucci, uno degli arrestati, come si legge negli atti della Procura, che “a un certo punto evidenzia che il loro gruppo ha rapporti con i servizi segreti e insiste sempre sulla necessità di mimetizzare la fonte dei dati, in quanto allegare estratti conti, pagine Sdi ecc. ai report prima o poi crea problemi”. Intercettato Calamucci dice: “noi abbiamo la fortuna di avere clienti top in Italia…i nostri clienti importanti… contatti tra i servizi deviati e i servizi segreti seri ce li abbiamo, di quelli lì ti puoi fidare un po’ di meno, però, li sentiamo, fanno chiacchiere, sono tutte una serie di informazioni ma dovrebbero diventare prove, siccome quando poi cresci, crei invidia, soprattutto”. Nell’aprile del 2023, poi, l’ex poliziotto Carmine Gallo, anche lui ai domiciliari, parla con Calamucci “dell’opportunità che il gruppo” si doti “della tecnologia necessaria per effettuare autonomamente i ‘positioning'”, ossia la localizzazione dei cellulari. Calamucci: “La macchinetta costa un caz…”. Gallo: “Eh vedi un po’, vedi un po’, lo intestiamo a tutti e due!”.

Calamucci: “Prima di venire qua passo in Regione Lombardia! (…) Vedo cosa… cosa c’è in sconto e te lo faccio sapere!”. Quando Calamucci sostiene che passerà in Regione, scrive il Pm Francesco De Tommasi, “si riferisce agli uffici dei servizi segreti ivi ubicati, dove evidentemente vuole verificare la possibilità di acquistare a prezzo ribassato l’apparecchiatura per le localizzazioni”. Dall’altro lato, sempre secondo il Pm, Gallo avrebbe contatti con la criminalità organizzata. “Si tratta di un soggetto – scrive la Dda – che, per come emerge dalle indagini, ha le ‘mani in pasta’ ovunque e intrattiene rapporti con diverse personalità di rilievo, oltreché con diversi soggetti pregiudicati, anche per associazione mafiosa” ed “è una persona spregiudicata e senza scrupoli”.

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Accertamenti sull’orientamento sessuale: Poliziotto penitenziario risarcito per danno morale dal Ministero della Giustizia

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È tornata all’attenzione pubblica la vicenda di un poliziotto penitenziario che, in seguito a presunti accertamenti sull’orientamento sessuale, ha ottenuto un risarcimento di 10 mila euro per danno morale dal Ministero della Giustizia, come stabilito dal Tar del Piemonte la scorsa estate. L’episodio, che risale al 2020, ha suscitato particolare clamore per l’apertura di un procedimento disciplinare contro una ispettrice coinvolta nel caso.

Le indagini sull’orientamento sessuale e il risarcimento

Secondo fonti vicine al poliziotto, le relazioni di servizio contenute nel fascicolo dimostrerebbero che l’agente è stato sottoposto a due colloqui distinti, focalizzati esclusivamente sul suo orientamento sessuale. Questo tipo di accertamenti, secondo l’agente, erano finalizzati a indagare aspetti strettamente personali, e la condotta è stata definita dallo stesso come “scandalosa.”

Procedimento disciplinare per l’ispettrice coinvolta

L’attenzione attuale si è riaccesa in occasione dell’avvio di un procedimento disciplinare, che vede coinvolta un’ispettrice, indicata dal poliziotto come la responsabile delle indagini personali. La donna, nel frattempo promossa e ora assegnata a un ruolo di responsabilità presso il carcere di Ivrea, sarà ascoltata nei prossimi giorni dal Consiglio centrale di disciplina a Roma. Al momento, non sono stati diffusi dettagli specifici sulle circostanze del caso, ma l’attesa è alta per le dichiarazioni che l’ispettrice rilascerà in merito.

Il sostegno del sindacato Osapp

Il poliziotto penitenziario ha inoltre sottolineato di aver ricevuto il supporto completo del sindacato Osapp, che lo ha seguito e sostenuto durante tutto il percorso legale. Il sindacato si è espresso in difesa del suo associato, denunciando apertamente quanto accaduto come una violazione della sfera privata e della dignità dell’individuo.

Verso un cambiamento nelle prassi?

Questo caso rappresenta un esempio delle questioni che sorgono in tema di privacy e diritti personali all’interno dell’amministrazione penitenziaria. La vicenda potrebbe aprire a una riflessione sull’importanza della tutela della privacy per i professionisti in ambito pubblico e sulla necessità di regole chiare per impedire accertamenti invasivi che possano compromettere il benessere morale e psicologico dei lavoratori.

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Addio a Franco Alfonso, il barbiere di Mattarella: aveva 85 anni

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E’ morto all’età di 85 anni Franco Alfonso, palermitano, diventato famoso in Italia come il barbiere del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il presidente, da oltre venti anni era un “cliente fedelissimo”. Il salone si trova nella centralissima via Catania, a Palermo. Un uomo d’altri tempi che è stato il barbiere di fiducia “di molte personalità importanti”. Ha aperto il suo negozio 61 anni fa e sono state migliaia le persone che si sono sedute sulle sue poltrone antiche in pelle.

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Indagine rifiuti a Giugliano, anche un ‘corvo’ scuote la politica

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Non solo tre inchieste giudiziarie nel giro di appena due mesi ma c’è anche un ‘corvo’ che agita la politica giuglianese. Da settimane sui social il ‘corvo’ attacca l’attuale amministrazione chiedendone le dimissioni. L’altro giorno il sindaco Nicola Pirozzi, ha saputo di essere indagato nell’ambito di un’inchiesta sulla gara per la gestione del servizio di raccolta dei rifiuti. E subito dopo si sarebbe sospeso dal Pd che proprio in queste ore potrebbe procedere “ad una ulteriore valutazione della situazione politica e amministrativa del comune di Giugliano”.

Una gara che, secondo gli investigatori, nell’estate del 2020, sarebbe stata condizionata. Con Pirozzi, che guida una amministrazione di centrosinistra con il M5S dall’autunno dello stesso anno, è indagato anche il suo predecessore, Antonio Poziello ed un ex assessore del Comune di Giugliano. Un’inchiesta con decine di indagati, tra cui alcuni funzionari pubblici. Pirozzi e Poziello e gli altri indagati, nelle prossime settimane, potranno fornire la loro versione dei fatti e respingere le accuse.

Finora hanno fatto sentire la loro voce il Pd, che ieri in una nota ha apprezzato “la decisione del Sindaco di Giugliano, Nicola Pirozzi, coinvolto in una indagine, di auto sospendersi dal Pd, in coerenza con i principi del Codice etico e dello Statuto del partito” ed Azione che con nota sui social ha espresso “il proprio sostegno al Sindaco e tiene a ribadire il principio fondamentale della presunzione di innocenza, pilastro della nostra democrazia. È importante ricordare che chiunque ha il diritto di essere considerato innocente fino a prova contraria.

Le indagini in corso non devono compromettere l’operato di un amministrazione che ha lavorato e lavora con dedizione per la propria comunità”. E mentre si attendono prese di posizione e decisioni il ‘corvo’ non si arrende e invita l’amministrazione a lasciare. Nella seconda città della Campania ormai da due giorni non si parla che delle inchieste che riguardano il Comune e della identità del ‘corvo’.

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