Collegati con noi

Cronache

‘Bimbo torni da madre biologica’, protestano i genitori adottivi

Pubblicato

del

featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Dopo 25 mesi verrà tolto ai genitori adottivi per essere consegnato alla madre biologica. Ma la famiglia adottiva ritiene che la scelta non tuteli il minore e così hanno lanciato una petizione, che in 12 ore ha raccolto quasi mille firme, affinchè il bimbo non venga loro tolto. I loro appelli fino ad ora sono caduti nel vuoto. “Ma il 14 novembre – spiegano i genitori affidatari – il bimbo verrà consegnato alla famiglia d’origine dalla quale era stato allontanato”.

Famiglia, sottolineano, “con le stesse problematiche che ad ottobre 2022 hanno portato il Tribunale dei minori di Ancona a decretare l’affido a rischio giuridico a famiglia scelta tra quelle disponibili all’adozione. Tra qualche giorno – spiega la famiglia affidataria – il bimbo perderà tutti i legami creati in 25 mesi, soprattutto con le figure che riconosce come babbo e mamma”. Infatti, spiegano ripercorrendo gli eventi – “ad Aprile 2024, in contrasto con la decisione del giudice di primo grado, la Corte d’Appello di Ancona decreta il collocamento del bimbo nella famiglia di origine (e non il rientro perché in quella famiglia non ci ha mai vissuto), decreto – a loro parere – emesso in violazione dell’art 5 comma 1 L. 184/1983, violazione che determina la nullità della sentenza emessa senza che gli affidatari siano stati convocati. Il tutore, nonostante tale violazione, non ha presentato ricorso in Cassazione e non ha mai fatto le veci del bambino in generale”.

Non solo, denunciano, “non è stata nemmeno prevista alcuna continuità degli affetti, violando la legge n. 173 del 2015”. I genitori adottivi lamentano di non essere stati informati durante i diversi passaggi e del ricorso della famiglia della madre biologica, che hanno portato alla decisione della Corte d’appello di Ancona. Inoltre evidenziano come il bimbo, ora di 2 anni e 9 mesi, “rientra dai pomeriggi con la famiglia di origine in stato confusionale, sudato e stressato”. Situazione che sarebbe confermata dal parere delle maestre dell’asilo frequentato dal minore.

Advertisement
Continua a leggere

Cronache

Equalize e lo spionaggio a Milano: intrighi, trojan e banche dati nascoste per Arpe e Del Vecchio

Pubblicato

del

Le indagini svelano dettagli inquietanti sulla vicenda che ha coinvolto la società Equalize di Milano, sospettata di spionaggio e accesso illecito a informazioni private per conto di importanti clienti. Uno degli episodi chiave risale al 23 maggio 2023, quando due emissari di Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica, si sono presentati nella sede della società dietro al Duomo per una richiesta specifica. Gli emissari, Marco Talarico, gestore patrimoniale, e Mario Cella, capo della sicurezza di Del Vecchio jr., hanno sollecitato la possibilità di ottenere il telefono della modella Jessica Serfatj, di cui il giovane era all’epoca innamorato.

Operazioni di spionaggio e trojan

Durante l’incontro, gli emissari parlano dell’idea di installare un trojan nel telefono della ragazza. L’hacker Samuele Calamucci, consulente della Equalize e parte del gruppo indagato, ha suggerito di accedere al telefono della modella durante una festa su uno yacht, noleggiato proprio da Del Vecchio jr., dove si prevedeva che lei lasciasse incustodito il dispositivo. La strategia prevedeva che, grazie al trojan, fosse possibile monitorare posizione, messaggi e chiamate della giovane.

Coinvolgimento della Guardia di Finanza

Parallelamente, Calamucci è accusato di aver chiesto a Giuliano Schiano, agente della Guardia di Finanza in servizio presso la Direzione Investigativa Antimafia di Lecce, di effettuare accessi illeciti nei database del Ministero dell’Interno, INPS e Agenzia delle Entrate per ottenere informazioni sui familiari di Del Vecchio jr. Inoltre, lo stesso Calamucci avrebbe creato un falso documento per gettare ombre su Claudio Del Vecchio, fratello di Leonardo, utilizzando un finto rapporto della Polizia di New York.

Patrimoni e accesso abusivo

Anche la gestione patrimoniale e i rapporti familiari sono oggetto dell’indagine. Al banchiere Matteo Arpe e a suo fratello Fabio è contestato un accesso abusivo ai conti di Banca BPM relativi a Fulvia Bergamaschi. L’avvocato difensore ha dichiarato che si trattava di un incarico professionale legato a questioni familiari. Tra gli indagati figura anche Fabio Candeli, amministratore delegato di Banca Profilo, la quale ha affermato che Equalize aveva garantito la legittimità degli strumenti utilizzati, e che le informazioni estratte erano limitate e destinate al rispetto delle norme antiriciclaggio.

Un intrigo che si allarga

L’indagine su Equalize, condotta dai carabinieri e dalla procura, evidenzia una rete di accessi illeciti e attività di spionaggio che avrebbe consentito alla società milanese di ottenere e vendere informazioni riservate, causando un vero e proprio allarme in settori che vanno dall’imprenditoria alla politica, fino a questioni di sicurezza nazionale. Il caso, che vede coinvolte numerose personalità del mondo finanziario e industriale, potrebbe portare alla luce ulteriori dettagli sull’intricato sistema di sorveglianza e spionaggio sviluppato dalla società.

Continua a leggere

Cronache

Scandalo spionaggio: ecco chi vendeva, chi comprava dossier, e le persone spiate

Pubblicato

del

L’ultimo caso giudiziario coinvolgente Fondazione Fiera Milano e l’agenzia investigativa Equalize srl ha portato alla luce un sistema complesso di presunto spionaggio e intercettazioni. Secondo le accuse del pubblico ministero Francesco De Tommasi, il presidente della Fondazione, Enrico Pazzali, era «pienamente consapevole» che Equalize sfruttasse lo Sdi, la banca dati riservata delle forze dell’ordine, per raccogliere informazioni riservate. Tuttavia, il giudice Fabrizio Filice lo descrive come un coinvolgimento «più marginale», pur conoscendo alcuni degli obiettivi investigativi.

Ruolo di Enrico Pazzali e le operazioni su Moratti

Secondo le ricostruzioni della procura, Pazzali avrebbe richiesto informazioni segrete su Letizia Moratti, in quel momento candidata alla presidenza della Regione Lombardia, allo scopo di raccogliere materiale che avrebbe potuto screditarla, favorendo indirettamente Attilio Fontana. Gli investigatori di Equalize sarebbero entrati illegalmente nei dispositivi di personaggi pubblici, tra cui Giovanni Gorno Tempini, Guido Rivolta e altri, sfruttando parole chiave come “Fiera”, “Fontana” e “Bonomi”.

Intercettazioni e tentativi di manipolazione delle informazioni

Non limitandosi alla politica, Equalize avrebbe fornito a Pazzali rapporti manipolati, utilizzati per confronti con personaggi influenti come Giuliana Paoletti e Daniela Santanchè. In particolare, a quest’ultima sarebbe stato fornito materiale per screditare Rivolta, ostacolando una possibile nomina nello staff di Giorgia Meloni. Emergono quindi gravi dubbi sull’uso delle informazioni da parte di Pazzali per scopi personali e professionali.

Coinvolgimento di grandi aziende: da Erg a Barilla

Alcuni dei clienti più illustri di Equalize includerebbero Erg e Barilla. La prima, attraverso un contratto da 143.000 euro, avrebbe commissionato un’indagine occulta sui dipendenti, sospettati di usare informazioni aziendali a scopo speculativo. Per Barilla, invece, l’ex capo della sicurezza Maurizio D’Anna avrebbe richiesto dati telefonici di alcuni dipendenti per capire se fossero coinvolti nella diffusione di notizie interne al giornalista Andrea Deugeni.

Lo scandalo coinvolgente Pazzali e Equalize solleva interrogativi su come l’uso illecito di informazioni riservate possa aver influenzato dinamiche politiche e aziendali. Resta da vedere quali saranno le conseguenze legali e se questa vicenda porterà a un maggiore controllo sulle operazioni delle agenzie investigative.

Continua a leggere

Cronache

Minori armati di coltelli, genitori chiedono scusa ai Carabinieri

Pubblicato

del

Due minorenni, 16 e 14 anni, sono stati sorpresi armati di coltelli, con lame di 23 centimetri dalla punta all’impugnatura, durante i controlli dei carabinieri della compagnia Centro insieme con pattuglie del nucleo radiomobile e del reggimento Campania tra i locali della movida di Chiaia e del centro storico di Napoli. I due non hanno saputo cosa rispondere, hanno consegnato le armi ma chiedendo di non avvisare i loro genitori. I carabinieri hanno dovuto farlo: i genitori, riferiscono i militari, hanno chiesto scusa. I giovani saranno denunciati per porto abusivo di armi, i due coltelli sequestrati.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto