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Esplosioni a Teheran: Israele lancia attacchi contro obiettivi militari iraniani in risposta ai missili di ottobre

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La tensione tra Iran e Israele si riaccende con intensità. Cinque forti esplosioni hanno scosso Teheran e altre aree vicine, tra cui l’aeroporto internazionale Imam Khomeini. Le detonazioni, confermate dalla televisione di stato iraniana, sono state udite anche in basi militari strategiche e località circostanti. Israele ha rivendicato l’attacco, definendo le operazioni come “attacchi di precisione” contro obiettivi militari in Iran, motivati da mesi di “continui attacchi” iraniani.

Background del conflitto tra Iran e Israele

La storica rivalità tra Iran e Israele ha radici profonde, alimentata da differenti visioni politiche e religiose. Iran e Israele sono avversari di lunga data nella regione, con l’Iran che sostiene movimenti ostili a Israele, come Hezbollah in Libano e Hamas in Palestina. La situazione è ulteriormente peggiorata quest’anno con nuovi attacchi tra i due Paesi, tra cui l’attacco israeliano del 1° ottobre in Libano, che ha colpito un generale iraniano e il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Questa azione è stata una risposta ai missili balistici iraniani lanciati il 5° ottobre, che includevano per la prima volta missili ipersonici.

Le esplosioni e le aree colpite

Le esplosioni a Teheran, verificatesi nella notte tra venerdì e sabato, hanno scosso importanti strutture militari, incluse basi delle Guardie Rivoluzionarie come la base aerea di Ghaleh Hassankhan a ovest di Teheran e altre installazioni nelle città di Qom, Tabriz e Mashhad. La televisione di stato iraniana ha smentito gli attacchi alla raffineria di Teheran, ma rapporti sui social media indicano detonazioni anche in una centrale elettrica nella cittadina di Parand, vicina all’aeroporto internazionale.

Israele ha risposto ufficialmente ai continui attacchi provenienti dall’Iran, confermando che tutte le risorse difensive e offensive sono state mobilitate. Il portavoce dell’esercito israeliano, contrammiraglio Daniel Hagari, ha esortato la popolazione israeliana a essere “vigile e attenta” in vista di eventuali ritorsioni.

Reazioni internazionali e sospensione dei voli

La Casa Bianca ha appoggiato la risposta di Israele, definendo i raid come un’“operazione di autodifesa”. Nonostante gli Stati Uniti non siano direttamente coinvolti nell’operazione, un funzionario ha dichiarato che l’amministrazione Biden era stata informata in anticipo, collaborando con Israele sugli obiettivi strategici. La sospensione dei voli in Iran è stata immediata, con le autorità iraniane che hanno dichiarato lo stop fino a nuovo avviso, mentre nel Paese aumentano le preoccupazioni per la sicurezza.

Il contesto geopolitico: alleanze e rivalità regionali

L’intensificarsi delle operazioni tra Israele e Iran avviene in un clima di tensioni crescenti in Medio Oriente. La Repubblica Islamica dell’Iran, sin dalla sua fondazione nel 1979, ha supportato con aiuti economici e militari le organizzazioni che si oppongono a Israele, come Hezbollah e Hamas, mentre Israele collabora strettamente con i suoi alleati occidentali, Stati Uniti in testa, per mantenere la stabilità regionale e difendere i propri confini. Le frequenti esercitazioni militari e le operazioni israeliane in Siria e Libano dimostrano quanto alta sia l’attenzione di Israele verso le minacce provenienti dall’Iran e dai suoi alleati.

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Idf, Iran pagherà un prezzo alto se risponderà all’attacco

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L’esercito israeliano ha affermato che l’Iran “pagherà un prezzo elevato” se inizierà un nuovo ciclo di escalation dopo che Israele ha effettuato attacchi aerei in Iran. “Se il regime in Iran dovesse commettere l’errore di iniziare un nuovo ciclo di escalation, saremo obbligati a rispondere. Il nostro messaggio è chiaro: tutti coloro che minacciano lo Stato di Israele e cercano di trascinare la regione in un’escalation più ampia pagheranno un prezzo elevato”, ha affermato il portavoce militare Daniel Hagari. (

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Ecuador, ucciso il procuratore di Manta, il secondo in 3 anni

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Il 45enne magistrato Marcelo Vásconez, di stanza presso la procura contro la criminalità organizzata transnazionale e internazionale di Manta, la quarta più importante dell’Ecuador, è stato assassinato insieme ad un poliziotto, che gli faceva da scorta. L’omicidio è avvenuto intorno alle 17 ora locale. Vascónez stava salendo sulla sua auto parcheggiata davanti alla procura, quando un gruppo di sicari ha sparato contro di lui ed il poliziotto della sua scorta.

Nelle vicinanze della procura di Manta è stata ritrovata un’auto in fiamme che gli inquirenti sospettano sia quella usata dai sicari. Vásconez indagava sull’omicidio del sindaco di Manta, Agustín Intriago, avvenuto l’anno scorso, poco prima delle elezioni presidenziali, e su altri casi di criminalità organizzata transnazionale, visto che insieme a Guayaquil, Manta è uno snodo del narcotraffico verso l’Europa. Tra i casi che aveva in carico, anche l’omicidio della sua collega, la procuratrice Luz Marina Delgado, avvenuto tre anni fa, e l’ingresso oltre una tonnellata di droga nella base aerea di Manta.

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Usa, via libera a vendita di armi a Taiwan da 2 miliardi

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Il Dipartimento di Stato americano ha approvato una potenziale vendita da 2 miliardi di dollari di missili e sistemi radar a Taiwan, quasi due settimane dopo le manovre militari tenute dalla Cina il 14 ottobre, denominate ‘Joint Sword 2024/B’, che hanno simulato l’ennesimo blocco aeronavale dell’isola ribelle.

L’Agenzia per la cooperazione e la sicurezza della difesa del Pentagono ha affermato che la nuova operazione, destinata a irritare Pechino, consisteva in sistemi missilistici (di cui Rtx Corp è l’appaltatore principale) e sistemi radar per un controvalore stimato, rispettivamente, di 1,16 miliardi e 828 milioni. “Questa proposta di vendita è al servizio degli interessi nazionali, economici e di sicurezza degli Usa sostenendo i continui sforzi di Taipei per modernizzare le sue forze armate e mantenere una capacità difensiva credibile”, ha riferito una nota, secondo cui “la vendita proposta contribuirà a migliorare la sicurezza” di Taiwan e “aiuterà a mantenere la stabilità politica, l’equilibrio militare e il progresso economico nella regione”.

La vendita riguarda tre soluzioni di difesa aerea a medio raggio National Advanced Surface-to-Air Missile System (Nasam) che includono i missili terra-aria avanzati Amraam Extended Range. La domanda di Nasam è in aumento dal loro utilizzo in Ucraina. Gli Stati Uniti sono obbligati per legge a fornire a Taiwan, rivendicata dalla Cina come parte “inalienabile” e “sacra” del suo territorio, i mezzi per difendersi malgrado la mancanza di legami diplomatici formali. Pechino ha intensificato la pressione militare contro Taipei, con due manovre militari su vasta scala nel 2024 in risposta alle posizioni del presidente William Lai, considerato un “separatista”.

Il ministero della Difesa di Taiwan ha accolto con favore l’annuncio, osservando l’uso “comprovato” dei Nasam in Ucraina e il loro potenziale di difesa aerea di fronte alle manovre militari cinesi. Le forze armate dell’isola stanno rafforzando i propri armamenti per essere in grado di affrontare al meglio qualsiasi attacco della Repubblica popolare.

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