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Cronache

Il Tar del Lazio impone l’istituzione Parco del Matese

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Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato da Italia Nostra per dare attuazione all’istituzione del parco naturale nazionale del Matese, fra Campania e Molise. Con sentenza del 24 ottobre 2024, il Tar ha intimato al Ministero dell’Ambinte e della sicurezza energetica di “provvedere nel termine di centottanta giorni dalla comunicazione della presente sentenza, alla delimitazione provvisoria, nonché all’adozione delle misure di salvaguardia necessarie a garantire la conservazione dello stato dei luoghi. In caso di ulteriore inerzia nel provvedere entro il detto termine, sarà nominato un Commissario ad acta”.

“Grazie alla perseverante azione sul territorio di Italia Nostra – dichiara Edoardo Croci, presidente nazionale di Italia Nostra – sarà finalmente realizzato il Parco nazionale del Matese, attuando una legge dello Stato del 2017. Sarà così possibile garantire un futuro sostenibile alle comunità delle due regioni e dei 50 comuni interessati, fondato sulla salvaguardia e la valorizzazione di un’area di particolare pregio per qualità ambientale, biodiversità e paesaggio. Il parco costituirà anche un’opportunità di sviluppo economico fondato sul rispetto dell’identità culturale e naturale dei luoghi e sul turismo sostenibile”.

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Cronache

La Rai apre una verifica su Corsini, Pd ‘si dimetta’

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Alla fine il caso delle parole pesanti del direttore dell’Approfondimento Rai Paolo Corsini arriva all’attenzione del’Amministratore delegato della Rai Giampaolo Rossi che lo ha convocato, “esprimendo il proprio disappunto per l’episodio che lo ha visto coinvolto”. Rossi ha dato mandato alle direzioni competenti di “valutare eventuali elementi sotto il profilo disciplinare in riferimento a quanto andato in onda ieri sera nella trasmissione Piazzapulita”.

Una nota di Viale Mazzini mette un punto alle polemiche scatenate nella tarda serata di ieri quando, all’interno di un servizio mandato in onda nel corso della puntata su La7, Corsini si rivolgeva malamente all’inviata che lo intercetta all’uscita della festa de Il Tempo alla Gnam.

“Voi di Piazzapulita siete… no comment. Dite all’amico Formigli che si guardasse un pochino nella coscienza, va… infame”, aveva detto Corsini che poi spiegava di riferirsi al gradino. Subito rispondeva Corrado Formigli: “Io non ho il piacere di conoscere questo Corsini, ma lui mi insulta dandomi dell’infame senza che ci siamo mai incontrati, non ci siamo mai parlati nella nostra vita. Noi non lo abbiamo mai insultato”, aggiungeva Formigli, lanciando poi in trasmissione la clip in cui alla festa di Atreju Corsini si era definito “militante”, che gli era già costata l’apertura di un procedimento disciplinare, con grande coda di polemiche. La vicenda Piazzapulita scatena l’intervento di Sandro Ruotolo, europarlamentare e responsabile informazione nella segreteria nazionale del Pd.

“Abbiamo chiesto, come Partito Democratico, le dimissioni di Paolo Corsini, direttore degli approfondimenti giornalistici della Rai. Dopo aver letto il libro uscito oggi di Massimo Arcangeli ‘Quel braccio alzato. Storia del saluto romano’ – aggiunge Ruotolo -, la Rai non deve perdere più tempo. Pubblichiamo alcuni dei post di Paolo Corsini dove l’apologia del fascismo è evidente. È una vergogna che Paolo Corsini resti al suo posto. Chiederemo in commissione di Vigilanza Rai di sentire i vertici aziendali”. Anche M5S con il capogruppo Vigilanza, Dario Carotenuto, chiede “ufficialmente all’azienda di prendere posizione su quanto accaduto e di procedere come più opportuno”.

Parole dure dal presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli: “Provo imbarazzo e sconcerto per le offese pronunciate da un consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, all’indirizzo di un collega, in palese contrasto all’art. 2 della nostra legge ordinistica, costituendo così una chiara violazione deontologica. Mi auguro che il consigliere Paolo Corsini trovi modo di riparare all’errore commesso”.

Per l’Usigrai, “non basta il gioco di parole, usato per confondere il significato delle espressioni di Corsini, a giustificare quanto accaduto. Corsini non rappresenta solo se stesso nel ruolo che riveste, ma la Rai tutta. L’Usigrai prende le distanze dalle parole pronunciate da Corsini e confida nei vertici dell’azienda per una verifica puntuale sul rispetto del codice etico e di disciplina”. Mentre la segretaria generale Fnsi Alessandra Costante sottolinea che “tra colleghi il confronto può anche essere aspro, ma non deve mai trascendere i limiti del decoro. Si possono avere visioni politiche differenti e comunque comportarsi civilmente. Cosa evidente a tutti gli iscritti alla Fnsi, non so ad altri sindacati”.

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Appalti Pnrr: presto interrogatori, sindaco sospeso

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Non sono ancora concluse le indagini del fascicolo The Good Lobby che ieri ha portato all’arresto del sindaco di Ceccano Roberto Caligiore e di altri nove tra tecnici e dirigenti ipotizzando un giro di tangenti per pilotare gli appalti comunali finanziati con fondi Pnrr ed Ue. La Squadra Mobile di Frosinone ed il Servizio Centrale Operativo di Roma stanno lavorando su altri aspetti dell’attività comunale: agli indagati non è stato notificato alcun avviso di conclusione. I tredici destinatari dei provvedimenti firmati dal Gip Ida Logoluso verranno interrogati la settimana prossima, tra martedì e mercoledì.

“Il sindaco è sereno e ritiene di poter chiarire tutto già durante l’interrogatorio di garanzia, soprattutto gli aspetti legati ai pagamenti che la Procura Europea è convinta siano stati fatti per favorire alcune imprese” spiega il difensore Paolo D’Arpino. Nel corso del loro incontro, Roberto Caligiore ha assicurato di avere fatto tutto seguendo la procedura indicata dalle norme sul Pnrr e che ogni cosa è in regola. Nel pomeriggio il prefetto Ernesto Liguori gli ha notificato la sospensione dalla carica di sindaco e di Consigliere Provinciale di Frosinone per tutto il periodo degli arresti domiciliari.

Al suo posto entrerà a Palazzo Iacobucci il consigliere comunale di Frosinone Sergio Crescenzi, primo dei non eletti nella lista di Fratelli d’Italia alle scorse provinciali (e non Stefania Furtivo di Pofi, che lo è stata nella tornata precedente). L’amministrazione comunale di Ceccano oggi si è riunita ed ha deciso che andrà avanti. A tenere le redini sarà il vicesindaco Federica Aceto. Con una nota, gli amministratori di maggioranza si sono detti “profondamente basiti. Condividiamo il senso di smarrimento dei nostri cittadini e non possiamo che prendere, in modo netto e senza tentennamenti, le distanze da logiche amministrative mai appartenute ad alcuno di noi”. Non verranno rassegnate dimissioni in massa poiché il fascicolo non ha coinvolto né consiglieri né assessori. Ma il caso non è ancora chiuso.

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Il 17enne confessa, ‘ho ucciso Candido per rapina’

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“L’ho ucciso io”. A un mese dal delitto, il ragazzo di 17 anni fermato per l’omicidio di Candido Montini ha confessato di essere stato lui ad accoltellare a morte il 76enne trovato lo scorso 25 settembre riverso a terra nella sua abitazione a Garzeno, nel Comasco. Il giovane ne ha parlato questa mattina nel corso dell’interrogatorio davanti al gip del Tribunale per i minorenni di Milano, ammettendo anche la rapina ai danni della vittima, il cui portafoglio vuoto era stato rinvenuto poco distante da casa sua. Su decisione del giudice per le indagini preliminari Irina Alice Grossi, che ha convalidato il fermo per omicidio volontario e rapina, l’adolescente è stato sottoposto alla misura cautelare in carcere. L’interrogatorio si è svolto stamani all’istituto penale minorile Beccaria di Milano, dove il 17enne è detenuto, alla presenza del pm Myriam Iacovello e dei difensori. Dopo due interrogatori nei giorni scorsi davanti al pubblico ministero, durante i quali il minore si era avvalso della facoltà di non rispondere, oggi ha deciso di fornire la sua versione dei fatti.

“Anche questa tragica vicenda – ha osservato in una nota la presidente del Tribunale per i minorenni di Milano, Maria Carla Gatto – che segue a breve distanza di tempo altri eventi parimenti drammatici che hanno come protagonisti giovani appartenenti a famiglie inserite nel contesto sociale, evidenzia un gravissimo e allarmante disagio che non viene tempestivamente intercettato né dalla famiglia né dalla scuola né dalle diverse agenzie del territorio”. A quanto ricostruito nel corso delle indagini dei carabinieri, Montini è stato ucciso a coltellate nel pomeriggio del 24 settembre, venendo trovato soltanto la mattina seguente, dopo che il panettiere di Garzeno non lo aveva visto arrivare al lavoro e aveva lanciato l’allarme. Il giovane, suo lontano parente, è stato fermato lo scorso 21 ottobre in seguito a una serie di prelievi a tappeto di Dna nella frazione di Catasco nel piccolo Comune, dove viveva l’anziano. Le sue tracce biologiche sono state rinvenute sull’arma del delitto, un coltello da cucina lasciato dal killer a poche centinaia di metri dall’abitazione e, in seguito a ulteriori accertamenti, le sue impronte digitali sono state trovate in casa della vittima. Dall’autopsia sul corpo del 76enne è emerso che è stato colpito da almeno una ventina di fendenti. Il giorno prima dell’omicidio, a quanto accertato da inquirenti e investigatori, il 17enne avrebbe avuto una lite con Montini perché quest’ultimo si rifiutava di cambiagli 300 euro palesemente falsi.

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