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Vinicius contro Rafinha, super Clasico alla brasiliana

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Vinicius jr

La sfida brasiliana Vinicius-Rafinha, triplettisti d’assalto di Champions, è uno dei tanti motivi di attrazione di un Clasico stellare, fiore all’occhiello di un fine settimana superbo che presenta anche Arsenal-Liverpool, Marsiglia-Psg e un derby infuocato come Galatasaray-Besiktas. Tra le curiosità un po’ misteriose c’è anche il cammino modesto in campionato di tre squadre reduci da risultati positivi in Champions: Girona 11/o in Liga, Stoccarda 9/o in Bundesliga e Brest 8/o in Ligue 1.

– INGHILTERRA: la vittoria in Champions è stata per entrambe di misura, ma il Liverpool si è imposta a Lipsia mentre l’Arsenal ha confermato il suo momento non brillante stentando in casa con lo Shakhtar. Gabriel Jesus contro Salah in questa sfida interessante in cui rischiano soprattutto i Gunners, a -4 dopo il ko col Bournemouth. Può tornare in vetta il Man City che ha ritrovato le reti di Haaland, insolitamente a secco per tre gare e autore di un gol funambolico. Facile il compito dei Citizens col Southampton (1 punto in 5 gare). Agevole anche il compito di Aston Villa e Tottenham mentre cercano di tornare al successo (dopo 2 e 4 gare), nella sfida diretta, Chelsea e Newcastle. Prova a riprendere quota il Man United (con Ten Hag sempre in bilico) in casa del West Ham. Domani: ore 16 Aston Villa-Bournemouth, Brighton-Wolves, Man City-Southampton. Domenica: 15 Chelsea-Newcastle, Crystal Palace-Tottenham, West Ham-Man United, 17.30 Arsenal-Liverpool.

– SPAGNA: dopo avere travolto due squadroni come Dortmund e Bayern le due regine di Spagna regolano i conti in un Clasico tra i più attesi degli ultimi anni. Il Real di Ancelotti ogni tanto ha qualche scompenso, ma la qualità dei suoi campioni risolve tutto. Vinicius, in pole per il prossimo Pallone d’Oro, suona la carica avendo al suo fianco Bellingham e Mbappè, al suo esordio nella supersfida. Mancheranno gli infortunati Courtois e Rodrygo. Ci vorrà il miglior Rudiger per attrezzare la difesa contro la capolista che gioca, si diverte agli ordini di Flick che ha trasformata la squadra di Xavi. A dare spettacolo, oltre alla ‘chioccia’ Lewandowski sono i giovani, con sei under 21: Pedri, Fermin, Casado, Balde e i due minorenni Lamine Yamal e Cubarsi’. Ma il tecnico ha trasformato soprattutto Rafinha, mai così continuo e determinante. Dopo il crollo con il Lilla, le protesta contro l’arbitro Guida e il discutibile ricorso, l’Atletico di Simeone, imbattuto in Liga ma a -7, cerca riscatto in casa del Betis.

La lotta per il quarto posto propone l’interessante sfida Maiorca-Athletic mentre il Girona prova a risalire giocando in casa del Las Palmas. Oggi: ore 21 Espanyol-Siviglia. Domani: 14 Valladolid-Villarreal, 18.30 Las Palmas-Girona, 21 Real Madrid-Barcellona. Domenica 27: 18.30 Betis-Atletico, 21 Real Sociedad-Osasuna. Lunedì 28: 21 Maiorca-Athletic.

– GERMANIA: a parte l’impresa dello Stoccarda, turno europeo disastroso per le tedesche. Modesto pari del Leverkusen, sconfitte cocenti per Lipsia e, soprattutto, Dortmund e Bayern, travolte da Real e Barca. Il clou è la sfida tra Lipsia e Friburgo mentre Bayern, Dortmund e Leverkusen hanno trasferte non proibitive con Bochum, Augsburg e Brema. Domani: ore 15.30 Stoccarda-Holstein, Lipsia-Friburgo, Augsburg-Dortmund, 18.30 Brema-Leverkusen. Domenica 27: 15.30 Bochum-Bayern, 17.30 Union Berlino-Francoforte

– FRANCIA: problemi seri per il Psg, con 4 punti dopo 3 turni Champions e un calendario temibile. Ma anche in campionato le insidie non mancano. E’ in testa col Monaco che fila come un treno (ha rifilato un 5-1 alla Stella Rossa) e ha il derby col Nizza, che viene da tre pareggi. I parigini invece affrontano il big match in casa del Marsiglia che De Zerbi, dopo un ricco mercato, vuole riportare in Champions. Wahi contro Barcola è la sfida del gol che potrebbe orientare il risultato. Dopo l’impresa di Madrid e i 6 punti in classifica, il Lilla affronta una gara complicata in casa del Lens. Il Lione, in recupero, cerca il quarto successo di fila con l’Auxerre. Domani: 19 Reims-Brest, 21 Lens-Lilla. Domenica 27: 15 Lione-Auxerre, 17 Nizza-Monaco; 20.45 Marsiglia-Psg Principali incontri degli altri campionati europei. In Olanda Il Psv, reduce dal pari col Psg, cerca il decimo successo di fila contro lo Zwolle, domani alle 18,45, mentre il big match Utrecht-Feyenoord, che inseguono, è in programma domenica alle 12.15. Percorso netto in Portogallo per lo Sporting che vuole la vittoria numero 9 in casa del Famalicao domani alle 21.30. In Turchia infine c’è il big match Galatasaray-Besiktas, Osimhen e Icardi contro Immobile, lunedì alle 18.

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Conference: Poker della Fiorentina in casa del San Gallo

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La Fiorentina continua a vincere e a segnare gol a grappoli: 4-2 in casa del San Gallo nella seconda giornata della fase campionato di Conference League dove i viola, reduci dal 6-0 di Lecce, sono a punteggio pieno. Non è stata però una serata facile per la squadra di Palladino che ha chiuso il primo tempo in svantaggio (a segno per gli svizzeri Mambimbi) e dopo una prestazione incolore dentro una partita che ha registrato tre interruzioni di gioco da parte dell’arbitro per il lancio di fumogeni da parte della tifoseria viola, che ha richiesto un lungo recupero.

Per questa prima trasferta stagionale in Conference Palladino ha adottato un massiccio turnover rilanciando i vari Biraghi, Martinez Quarta, Moreno, Kayode. Tra i pali spazio a Terracciano portiere di coppa, in attacco fiducia a Kouamé data l’assenza di Kean presente in tribuna a fare il tifo dopo aver lavorato in giornata per cercare di recuperare dall’infortunio alla caviglia per la sfida di domenica con la Roma. A supporto dell’ivoriano, già schierato centravanti in passato, Ikoné e Sottil sulle fasce e Bove trequartista, preferito nell’occasione a Beltran che sembrava destinato ad essere riconfermato nel ruolo di vice Gudmundsson. Anche il San Gallo si è presentato con diversi cambi rispetto all’ultima partita ma rispetto ai viola ha avuto un approccio migliore e da subito si è mostrato aggressivo: il lancio di fumogeni dal settore che ospitava il migliaio di tifosi della Fiorentina ha costretto l’arbitro a fermare il gioco due volte per qualche minuto e lo speaker a lanciare appelli, mentre il fumo toglieva visibilità.

Un gesto che dovrebbe costare una multa dell’Uefa nei confronti del club di Commisso. Intorno alla mezzora la partita ha avuto la svolta: Kouamé ha segnato su assist di Bove, ma il gol è stato annullato per fuorigioco, destino diverso per Mambimbi che di lì a poco ha portato in vantaggio la sua squadra sfruttando gli errori di Quarta e Richardson. Lo stesso attaccante svizzero ha poi sfiorato il raddoppio. La Fiorentina, fino ad allora deludente, ha cercato di scuotersi: nel finale di tempo con Sottil e Quarta ha impegnato il portiere avversario e a inizio ripresa, con maggior grinta e incisività, ha chiuso il San Gallo nella sua area riuscendo a passare al 5′ con un’inzuccata di Quarta su angolo battuto da Biraghi. Il pareggio ha dato la carica ai viola (mentre i loro tifosi continuavano a lanciare fumogeni) che dopo un paio di affondi di Sottil sono passati quattro minuti dopo con Ikoné innescato con un grande lancio di Bove.

Ma la gara era tutt’altro che chiusa e infatti il San Gallo al 17′ ha realizzato il 2-2 con un colpo di testa di Gortler che ha sorpreso Comuzzo entrato dopo l’intervallo per l’acciaccato Moreno. Palladino ha tolto Adli e Bove per inserire Cataldi e Beltran, la Fiorentina è tornata a spingere e al 25′ è passata di nuovo avanti, ancora con Ikoné al termine di un’azione avviata da Sottil e rifinita da Kouamé. Proteste del San Gallo per un contatto fra Beltran e Vandermersch avvenuto prima della rete dei viola, ma la Var ha convalidato. Un altro petardo lanciato ha spinto l’arbitro a confrontarsi con il delegato Uefa invitando capitan Biraghi a chiedere ai tifosi viola di fermarsi, invito raccolto. Al terzo minuto di recupero Gosens, appena entrato, ha realizzato il poker dopo il palo di Kouamé sigillando il risultato.

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Lazio formato Europa, batte il Twente e vola in vetta

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Tre su tre, percorso netto per la Lazio che batte anche il Twente e si conferma in testa alla nuova Europa League – a punteggio pieno insieme a Tottenham e Anderlecht – mettendo un ulteriore tassello verso il passaggio diretto agli ottavi di finale della competizione senza passare dai playoff. In Olanda, nazione nella quale aveva perso le ultime 3 partite giocate, i biancocelesti di Baroni si impongono per 2-0 grazie alla rete di Pedro, la terza nelle ultime tre apparizioni dello spagnolo, e a quella del danese Isaksen che a una manciata di minuti dalla conclusione mette in cassaforte il risultato. Il tecnico laziale, pur dovendo rinunciare a Lazzari e Guendouzi, rimasti a Roma, opta per un turnover massiccio con i soli Zaccagni e Dia nel tridente e Romagnoli – che salterà la sfida con il Genoa per l’espulsione rimediata con la Juventus – e Marusic in difesa confermati rispetto alla sfortunata trasferta di Torino.

L’avvio è subito di marca laziale sfruttando una delle caratteristiche principali del Twente, ossia la linea difensiva molto alta. E’ Dia a capire che lì c’è terreno fertile per attaccare lanciandosi nello spazio, Unnerstall tenta di anticiparlo ma finisce per stenderlo. Il rosso per il portiere è inevitabile con gli olandesi che rimangono in dieci dopo 11 giri di orologio. Oosting cerca di coprirsi togliendo Van Bergen. La Lazio, in superiorità numerica, va a nozze sfiorando prima il gol con Marusic, ma il suo tiro cross si stampa sul palo senza che sulla respinta Zaccagni riesca a ribadire.

Poi, però, centra il bersaglio con l’uomo più in forma del momento, quel Pedro già in gol con Nizza ed Empoli che, con il piatto destro da centro area, non perde l’occasione per timbrare ancora il cartellino portando avanti i suoi. La ripresa si apre con Baroni a confermare l’undici iniziale e Oosting ad inserire Kuipers per Lammers cercando di rendere il passivo meno amaro possibile. Anche nella ripresa, però, è la Lazio ad amministrare rendendosi pericolosa con Pellegrini che prima scheggia la traversa, poi cerca la potenza non trovando la porta per centimetri.

La Lazio continua a spingere, Castellanos si vede prima assegnare e poi togliere tramite VAR un rigore, poi è Tchaouna ad avere l’occasione sul destro, ma senza sfruttarla. A chiuderla, però, è Isaksen che, sull’assist di Dele-Bashiru, deve solo spingere in porta il pallone che permette alla Lazio di raddoppiare ma soprattutto di chiudere la pratica Twente centrando la terza vittoria su tre che lancia la squadra di Baroni in vetta alla classifica dell’Europa League.

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La Roma soffre ma vince, primo squillo in Europa League

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Ivan Juric non voleva il bel gioco, aveva chiesto risultati ed è stato accontentato. Perché la Roma vince con la Dinamo Kiev (primo successo della stagione in Europa), eppure non convince. Anzi, soffre e rischia in più occasioni il gol del pari, ma con il minimo sforzo ottiene il massimo risultato. Ai giallorossi basta infatti l’1-0 di Dovbyk nel primo tempo per portare a casa tre punti che lanciano la squadra a quota quattro e soprattutto la riavvicinano alle prime otto della classifica, ovvero le squadre che non hanno bisogno del playoff per accedere alla fase a eliminazione diretta. E come promesso alla vigilia, Juric cambia qualcosa rispetto all’Inter. Dentro quattro giocatori diversi e un paio di esperimenti come Celik braccetto di destra nella linea a tre e Pisilli sulla trequarti.

Restano a casa Mancini e Soulé per una sindrome influenzale e per questo dietro Dovbyk gioca Baldanzi, mentre in mezzo al campo c’è il ritorno di Le Fée dal primo minuto (non giocava titolare dalla gara con il Cagliari). Rimandato, invece, quello di Hummels, applaudito dal pubblico che per oggi abbandona lo sciopero del tifo nei primi minuti della gara che aveva contraddistinto tutte le partite in casa dall’esonero di De Rossi in poi. Fischi alla lettura delle formazioni arrivano comunque, come quando lo speaker legge i nomi di Zalewski (suo l’errore fatale con l’Inter), Cristante e Pellegrini. Il primo tempo, però, finisce comunque con la Roma in vantaggio grazie al rigore conquistato al 22′ da Baldanzi e realizzato subito dopo da Dovbyk, al suo quinto gol in stagione (il secondo in Europa League). Ma l’1-0 giallorosso rilassa la squadra di Juric che prima di rientrare negli spogliatoi rischia la rete del pari in tre occasioni.

Nella prima è Tymchyk a sbagliare di poco il tiro al volo col destro, mentre su Guerrero è provvidenziale Svilar. A Popov, invece, il gol viene annullato per una posizione di fuorigioco. Juricnegli spogliatoi non è soddisfatto, ma rientra comunque con gli stessi undici in campo, aspettando l’ottavo della ripresa per i primi cambi. Fuori Dovbyk e Le Fée per Shomurodov e Cristante. Poco dopo entrano anche Dybala e Pellegrini, con il capitano giallorosso che cerca il 2-0 su punizione, ma senza fortuna. Impreciso, invece, il centravanti uzbeko che spreca a tu per tu con il portiere avversario l’occasione del 2-0. Un errore che la Roma rischia di pagare caro perché in due circostanze gli ucraini sono vicini al gol del pari nel corso della ripresa. Prima con Mykhailenko che di testa spedisce fuori dopo l’uscita a vuoto di Svilar sull’unico angolo di cui hanno disposto gli ucraini, e poi su Vanat che calcia male davanti al portiere giallorosso. Al triplice fischio è dunque 1-0 per la Roma, ma a salvarsi è solo il risultato e i malumori finali dello stadio ne sono la prova migliore.

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