Eni ha chiuso la trattativa per la cessione di una quota di Enilive con l’ingresso del fondo americano Kkr che ne ha rilevato il 25% per 2,938 miliardi. “Rappresenta un nuovo e importante passo avanti nella nostra strategia di business legata alla transizione energetica”, commenta Claudio Descalzi (nella foto in evidenza di Imagoeconomia), l’a.d. dell’Eni che compie così un passo atteso nel “percorso molto largo” – come lo aveva definito nei mesi scorsi – che per il polo del gruppo oltre all’ingresso di un partner per la mobilità green punta come approdo finale alla quotazione in Borsa, come anche per Plenitude. Si guarda così alle condizioni di mercato per il collocamento, probabilmente nel 2025.
L’accordo con Kkr è per Eni “uno sviluppo significativo del modello satellitare” impostato dalla società con l’obiettivo di creare le condizioni per una crescita indipendente dei suoi business a elevato potenziale. E’ una operazione che, inoltre, “ottimizza la struttura del capitale di Eni, riducendone la posizione finanziaria netta e mantenendo in capo a Eni il consolidamento e il controllo di Enilive”. Intanto Eni, come aveva preannunciato con il piano strategico 2024-2027, ha messo a punto il piano di trasformazione e rilancio del business della chimica, anche in una ottica di decarbonizzazione. Sarà implementato entro il 2029. Prevede circa 2 miliardi di investimenti e un taglio in termini di emissioni di circa 1 milione di tonnellate di CO2, circa il 40% delle emissioni di Versalis in Italia, con nuovi impianti industriali mentre cesseranno le attività gli impianti cracking a Brindisi e Priolo e del polietilene a Ragusa.
Eni punta così ad un rilancio della profittabilità e dei livelli occupazionali per Versalis, nella chimica, contrastando così “le inevitabili conseguenze negative che la crisi strutturale e consolidata del settore a livello europeo avrebbe in questo ambito”. Con il supporto di Kkr, Enilive “è – rileva Claudio Descalzi – nelle condizioni di valorizzare i propri ambiziosi piani di crescita e proseguirà nell’offerta di soluzioni reali e scalabili, legate alla transizione energetica. Enilive, insieme a Plenitude, è fondamentale per il nostro impegno nel fornire soluzioni energetiche decarbonizzate e ridurre progressivamente le emissioni generate dall’uso finale dei nostri prodotti”. Sia Enilive che Plenitude, evidenzia l’a.d. di Eni, “hanno incontrato un grande interesse da parte di partner internazionali di primo piano e conseguito valutazioni di mercato importanti, e questo significa che c’è apprezzamento per come stiamo affrontando la transizione energetica.
E crediamo che per affrontarla con successo questa sia la strada giusta: creare dei business low o zero carbon che rispondano a una domanda reale ed esistente di prodotti energetici e crescano in modo autonomo, in ragione del successo dei loro modelli e dei loro prodotti”. Kkr rileva il 25% di Enilive (la società di Eni dedicata a bioraffinazione, produzione di biometano, soluzioni di smart mobility come il car sharing Enjoy, dalle colonnine elettriche a idrogeno e biocarburanti nelle Enilive Station, ai servizi di ristorazione) in parte con la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato per 500 milioni e con l’acquisto di azioni Enilive da Eni per 2,438 miliardi, corrispondente ad una valutazione post-money del 100% pari a 11,75 miliardi. Prima del completamento nell’operazione Eni effettuerà un aumento di capitale da 500 milioni per azzerare la posizione finanziaria netta. “Siamo pronti – commenta Alberto Signori, partner del team ‘european infrastructure’ di Kkr- a sostenere Enilive nell’accelerare il proprio impatto nella decarbonizzazione dei trasporti e ad espandersi a livello internazionale”.