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Economia

Arriva la manovra, è scontro su pensioni e sanità

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A più di una settimana dal varo, la legge di bilancio arriva in Parlamento. Contiene le annunciate misure per ridurre le tasse ai lavoratori e aiutare le famiglie. Aumentano i promessi “sacrifici” a carico di banche e assicurazioni, ci sono i tagli ai ministeri e il tetto agli stipendi dei manager degli enti. Ma è sulla sanità che si consuma lo scontro: le risorse deludono i sindacati dei medici che proclamano lo sciopero. E anche l’aumento delle pensioni minime fa discutere: per gli anziani con l’assegno più basso – calcolano i sindacati – sono appena 10 centesimi al giorno. Il testo della legge di bilancio, chiuso ieri notte al Ministero dell’Economia, è stato firmato in mattinata dal Capo dello Stato, prima dell’invio alle Camere. La manovra vale 30 miliardi per il 2025, conferma la premier Giorgia Meloni, che torna all’attacco del Superbonus (senza – dice – “avremmo potuto” ampiamente “aumentare le minime” con “20mila euro per ogni pensionato”) e rivendica: si concentra sulle priorità, “lavoro, salari, famiglia e sanità e lo fa senza aumentare le tasse e mantenendo i conti in ordine”.

E poi dal prossimo anno, con maggiori risorse – dice facendo implicito riferimento al concordato – la sfida è quella di ridurre gli scaglioni del ceto medio. Nei 144 articoli del disegno di legge si spazia dal nuovo meccanismo per rafforzare le busta paga dei dipendenti (arriva un bonus fino a 20mila euro e meccanismo fiscale a decalage fino a 40mila euro) alla stretta sulle detrazioni per chi ha un reddito oltre i 75mila euro con quoziente familiare, dal tetto ai compensi per gli enti alle risorse per i contratti pubblici, dall’estrazione aggiuntiva per il Superbonus al restyling dei bonus edilizi, fino alle pensioni, con la proroga di Quota 103, Ape sociale e Opzione donna. Sul fronte previdenziale c’è anche l’aumento delle pensioni minime, che dal 2025 salgono del 2,2% a 617,9 euro: tre euro in più dai 614,77 attuali. Ma senza un’intervento sarebbero calate, scese a 604 euro. La Uil pensionati fa i calcoli: i pensionati si dovranno “accontentare di 10 centesimi al giorno per il 2025 e probabilmente circa 4 centesimi per il 2026”. “Un’elemosina senza pudore”, la definisce il leader M5s Giuseppe Conte.

Ma la stangata arriva anche per la sanità, denunciano le opposizioni. La manovra stanzia 1,3 miliardi per il 2025 e risorse per i contratti. Promettendo assunzioni dal 2026. Per i sindacati dei medici e degli infermieri non basta: si “conferma la riduzione del finanziamento rispetto a quanto annunciato”, denunciano Anaao, Cimo e Nursing Up, che il 20 novembre incroceranno le braccia e scenderanno in piazza. E’ confermata “una batosta clamorosa per il servizio sanitario nazionale”, accusa la segretaria Dem Elly Schlein. Per Avs è una manovra perversa, che si accanisce contro chi ha di meno. Dalla maggioranza la senatrice di Fi Licia Ronzulli difende l’intervento per le banche: nessun intervento punitivo, sono “soldi liquidi, che verranno usati per la sanità”. Il contributo per le banche si concretizza nel rinvio delle deduzioni sulle Dta con cui il governo conta di incassare 4 miliardi nel 2025 e 2026: un “sacrificio” per le banche, che però non si tradurrà in “un aumento dei costi”, assicura il presidente dell’Abi Antonio Patuelli.

Le assicurazioni dovranno pagare annualmente l’imposta di bollo sulle polizze vita. I sacrifici a carico dei ministeri si traducono in 7,7 miliardi di tagli in 3 anni, con lo sforzo maggiore a carico, come sempre, del Mef. Una stretta arriva anche per la Rai, che dal 2026 dovrà ridurre la spesa per personale e consulenza. Non compare invece nel testo l’annunciata conferma del taglio del canone da 90 a 70 euro. Per la Pa arriva quindi la stretta sul turn over (nel limite del 75% nel 2025) mentre la scuola dovrà fare i conti con i tagli per docenti e personale Ata. Con il testo depositato in Parlamento si apre l’iter di conversione. Che quest’anno, per l’alternanza, parte dalla Camera. I parlamentari avranno un ‘tesoretto’ da 120 milioni per le modifiche. “Chiederemo alla maggioranza di limitare gli emendamenti”, fa sapere il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, che spera di arrivare all’ok definitivo “prima di Natale”. L’anno scorso non ci si riuscì: nonostante il diktat imposto alla maggioranza di non presentare emendamenti, il disco verde arrivò il 29 dicembre.

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Economia

Agcom diffida Dazn dopo lo stop a Google Drive

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C’è Dazn all’origine del blocco di Google Drive, il servizio di archiviazione usato da migliaia di utenti privati e istituzioni solo in Italia, che sabato sera ha provocato allarme e polemiche anche da parte della politica. È quanto accertato da Agcom, che oggi ha deciso di diffidare la piattaforma, pur respingendo a maggioranza la proposta di sospendere la piattaforma. Il Consiglio dell’Autorità, alla luce della relazione tecnica presentata dagli uffici competenti su quanto accaduto sabato sera in relazione ad una segnalazione di blocco riferita per errore a Google Drive, ha deciso di diffidare la tv on demand che trasmette tra l’altro la serie A, “in qualità di segnalatore accreditato sulla piattaforma Piracy Shield, ad assicurare la massima diligenza e il massimo rigore nella presentazione delle istanze di blocco e nella raccolta delle relative prove”. In sostanza, sabato, da Dazn è arrivata la segnalazione di siti pirata che trasmettevano senza averne i diritti Milan-Udinese e Juventus-Lazio. Tra questi è però finito per errore anche un dominio di Google Drive che gli internet provider hanno poi automaticamente bloccato come previsto dal protocollo utilizzato dallo scudo adottato dall’Agcom per bloccare i siti pirata entro trenta minuti.

L’Autorità ha inoltre rivolto un richiamo a tutte le categorie di soggetti tenuti all’iscrizione alla piattaforma, in base al decreto Omnibus, ad accreditarsi alla piattaforma Piracy Shield. Si tratta dei gestori di motori di ricerca e dei fornitori di servizi coinvolti a qualsiasi titolo nell’accessibilità del sito web o dei servizi illegali. L’Autorità, a maggioranza, ha, comunque, respinto la proposta della commissaria Elisa Giomi di una sospensione dell’attività della piattaforma, ricordando che Piracy Shield ha consentito la disabilitazione di oltre 25.000 FQDN e di oltre 7.000 IPv4, cioè domini o protocolli illegali. Il commissario Antonello Giacomelli non ha partecipato al voto. “Non ritengo adeguata la scelta fatta – ha spiegato -. A mio parere era opportuna la sospensione dell’attività della piattaforma in attesa, come deciso già a luglio, della necessaria re-ingegnerizzazione, o comunque della individuazione della tecnologia più avanzata che consenta ad Agcom un controllo non solo formale delle segnalazioni, di una necessaria ridefinizione di prerogative, strumenti, responsabilità dei diversi soggetti pubblici e privati e di una revisione delle procedure”.

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Ecobonus al 50% sulla prima casa, tagli a sismabonus

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Cambiano i bonus casa, con alcune conferme, alcuni tagli e qualche addio. Il testo della manovra ridisegna e sfoltisce il quadro delle agevolazioni fiscali, dal superbonus in giù, sollevando da subito le critiche dei proprietari riuniti nella Confedilizia che temono non solo un maggiore ricorso al nero, ma anche una nuova ondata di degrado del patrimonio edilizio. L’associazione guarda in prospettiva all’applicazione della direttiva case green e respinge sin da ora l’idea di qualsiasi obbligo di intervento a spese dei proprietari.

La legge di bilancio ridefinisce innanzitutto l’Ecobonus, l’agevolazione fiscale attraverso detrazione Irpef o Ires dal 50 al 65%, che raggiungeva anche l’85% per alcuni interventi nei condomini. Dal 2025 scenderà al 50% per la prima casa e al 36% per gli altri immobili. Nel 2026 e 2027 le aliquote diminuiranno ulteriormente al 36% per la prima casa e al 30% per le altre.

Le aliquote si applicano a tutte le tipologie di interventi agevolati, compresi quelli che fino a quest’anno davano luogo ad una detrazione più alta, come appunto gli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali. Stesso schema per il bonus ristrutturazioni che resterà al 50% ma solo per le abitazioni principali e con tetto di spesa a 96.000 euro, mentre per gli altri immobili lo sconto fiscale scenderà al 36% a partire dal primo gennaio 2025, con tetto di spesa a 48.000 euro. Le aliquote scendono sulla scia dell’ecobonus nel 2026 e nel 2027.

Per il sismabonus arriva un netto ridimensionamento: la detrazione fino all’85% per lavori riguardanti misure antisismiche su abitazioni e immobili usati per attività produttive, scenderà anche in questo caso al 50% sulla prima casa e 36% sulle altre proprietà immobiliari, con ulteriore decalage nel 2026 e nel 2027 come per le altre agevolazioni. Confermato invece il bonus mobili ed elettrodomestici, ma solo per un anno: nel 2025 lo sconto sarà del 50% con un tetto di spesa da 5.000 euro. Infine il superbonus, come previsto, passerà dal 2025 dal 70% al 65%.

L’agevolazione sarà però limitata agli interventi per i quali, alla data del 15 ottobre 2024, risulti già presentata la Cilas e, per i condominii, la delibera assembleare di approvazione dei lavori. Il maxisconto al 110% rimarrà solo per gli immobili situati nelle zone colpite da eventi catastrofali. La manovra apre inoltre alla possibilità di detrarre in 10 anni le spese del 2023, rimaste finora escluse dall’opzione. Tra i bonus che invece sembrano destinati a scomparire del tutto nel 2025, i consumatori di Assoutenti segnalano il bonus verde (detrazione Irpef del 36% per la sistemazione di aree verdi scoperte degli edifici privati) e il bonus decoder tv (agevolazione fino a 50 euro per l’acquisto di televisori e decoder per la ricezione dei programmi televisivi con i nuovi standard tecnologici). Restano intatte infine le agevolazioni sui mutui per la prima casa riservate agli under 36 e alle giovani coppie con Isee pari a 40mila euro.

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Economia

Manovra economica, ecco tutte le misure: dal nuovo cuneo a banche e sanità

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Taglio del cuneo per una platea più ampia, bonus da 1000 euro ai nuovi nati, stretta sulle detrazioni meno forte per chi ha figli, contributo da banche e assicurazioni, tagli alla Rai: di seguito tutte le novità della manovra di bilancio 2025 che vale, complessivamente, circa 28,5 miliardi .

TAGLIO CUNEO E IRPEF. Sono il piatto forte della manovra, valgono 17 miliardi. Il taglio del cuneo si trasforma in bonus fino a 20mila euro e a detrazioni fino a 40mila, con meccanismi di decalage. Interesserà 1,3 milioni di lavoratori in più rispetto all’anno scorso perché la soglia di reddito prima si applicava solo fino a 35mila euro. Sull’Irpef c’è la stabilizzazione delle aliquote su tre scaglioni (al 23% per i redditi fino a 28.000 euro; al 35% da 28.000 a 50.000 euro; al 43% oltre i 50.000 euro). Arrivano poi nuove risorse per il sostegno degli indigenti e per gli acquisti di beni di prima necessità attraverso la Carta ‘Dedicata a te’.

FAMIGLIA. Per incentivare la natalità arriva un “bonus nuove nascite”, una tantum da 1.000 euro per ogni nuovo nato in famiglie con Isee inferiore a 40.000 euro annui. Viene poi esteso a tutti (e non solo più a quanti hanno un altro figlio di età inferiore a 10 anni) e reso strutturale il bonus nido (sempre per i nuclei con Isee fino a 40mila euro). Si allargano anche i congedi parentali all’80%, per tre mesi invece degli attuali due.

FISCO. Scatta la stretta sulle detrazioni per chi ha un reddito oltre i 75mila euro ma con vantaggi che crescono in base al numero dei figli. Chi ha un reddito tra i 75mila e i 100mila euro potrà portare in detrazione fino a un massimo di 14mila euro, 8mila oltre i 100mila. In assenza di figli la cifra è dimezzata, con un solo figlio è ridotta moltiplicando per un coefficiente di 0.85, resta pari se si hanno più di tre figli o figli con disabilità. Escluse dal tetto le spese sanitarie e quelle relative ai mutui per la casa.

PENSIONI. Fa discutere la rivalutazione delle pensioni minime che nel 2025 arriveranno a 617,9 euro dai 614,77 attuali, ovvero aumentando solo di tre euro. Un intervento che consente però di evitare il taglio previsto. Vengono poi prorogate per il 2025 le misure di flessibilità in uscita Quota 103, Ape sociale e Opzione donna. Mentre le lavoratrici con 4 o più figli potranno accedere alla pensione di vecchiaia con un anticipo di 16 mesi. Il governo però punta a convincere i lavoratori a restare, rafforzando il bonus Maroni: chi ha i requisiti per andare in pensione con Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi) potrà avere in busta paga i contributi a carico del lavoratore, ovvero il 9,19% della retribuzione.

IMPRESE E LAVORO. Oltre al rinnovo del credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno e agli sgravi contributivi per incentivare l’occupazione di giovani, donne e lavoratori svantaggiati, viene prorogata anche la detassazione dei premi di produttività (al 5%) e aumentano i fringe benefit per i nuovi assunti che accettano di traferire la loro residenza oltre i 100 chilometri e far aumentare la mobilità del lavoro. Vengono inoltre introdotti sgravi per il lavoro notturno e gli straordinari nel settore del turismo. Non si potranno poi scalare i costi delle trasferte e le spese di rappresentanza se non vengono fatte con strumenti tracciabili, bonifici o carte di pagamento.

BANCHE. Il governo punta ad incassare quattro miliardi dalle banche e uno dalle assicurazioni. Non si tratta di tasse ma del posticipo di deduzioni fiscali per il 2025 e il 2026 che verranno recuperate in maniera scaglionata fino al 2030 e di un anticipo dell’imposta di bollo da parte delle assicurazioni. Cambia poi la tassa sui servizi digitali che viene estesa a tutti i soggetti che realizzano ricavi in Italia. E sale la tassazione sulle plusvalenze delle cripto-attività, dall’attuale 26% al 42%.

BONUS CASA. Il bonus ristrutturazioni e l’ecobonus da gennaio resteranno al 50% per le prime case, mentre scenderanno al 36% per le altre, con il tetto di spesa detraibile che resta a 96.000 euro per unità immobiliare. Stesso schema anche per il sismabonus, ma senza tetto di spesa. Mentre chi ha usufruito del Superbonus avrà ancora tempo per spalmare su dieci anni i crediti maturati nel 2023.

Prorogato anche il bonus mobili, sempre con tetto di spesa detraibile di 5mila euro. C’è poi il rinnovo fino al 2027 delle agevolazioni sui mutui per l’acquisto della prima casa per gli under 36 e per le giovani coppie, con Isee pari a 40mila euro.

SANITA’. I fondi stanziati sono 1.302 milioni di euro per l’anno 2025, 5.078 milioni di euro per l’anno 2026, 5.780 milioni di euro per l’anno 2027. Ma i medici non sono soddisfatti. Per le Regioni che smaltiscono le liste di attesa vengono previsti dei premi, e arrivano gli aumenti alle indennità di medici e infermieri, e del trattamento economico degli specializzandi. Per questi ultimi è previsto un maggiore aumento economico per alcune specializzazioni ‘meno ambite’, a partire da Medicina d’urgenza e Anestesia.

TAGLI. Nel triennio 2025-2027 la spending review a carico dei ministeri prevede tagli di circa 7,7 miliardi. Sempre in chiave spending arriva il tetto ai compensi dei vertici degli enti che ricevono fondi pubblici, che non possono superare i 120mila euro lordi. Il tetto non si applica a Istat, Inps, Inail, Agenzie fiscali, autorità indipendenti, sanità. Tagli previsti anche alla Rai, che dovrà cominciare a ridurre la spesa per personale e consulenze.

ALTRE MISURE: la manovra con 144 articoli interviene su molti fronti: limita al 75% il turn over con le assunzioni nel pubblico impiego, finanzia la formazione di cani guida per disabili, mette un tetto del 40% al tax credit per il cinema con una stretta sugli stipendi dei registi, mette fondi per lo sport e su Milano-Cortina, fa salire a 600 euro, chiede all’Aci un contributo di 50 milioni e rende individuale le controversie in tema di cittadinanza.

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