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Politica

Campania 2025: Fico e Manfredi pronti alla sfida per il post-De Luca

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Roberto Fico ha già fiutato il vento del cambiamento in Campania, e si prepara a mettere le mani avanti. «Io sono abituato a rispettare le regole. Finché c’è la regola dello stop dopo due mandati nel mio partito non posso candidarmi. Se cambia, vedremo», ha dichiarato l’ex presidente della Camera, aprendo di fatto alla possibilità di una sua candidatura se il limite dei due mandati venisse eliminato. La partita per il post-De Luca è ormai aperta, e il nome di Ficoè già sul tavolo, insieme a quello di Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, nonostante le dichiarazioni di circostanza dei diretti interessati.

Il dopo De Luca è iniziato ufficialmente, e l’endorsement di Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, durante il programma Piazzapulita ha segnato una svolta decisiva. Le parole di Schlein, «Tutti sono utili, nessuno è indispensabile e nessuno è eterno», sembrano aver chiuso la porta a un possibile terzo mandato per Vincenzo De Luca, attuale governatore della Campania. La sua ambizione per un terzo mandato è stata di fatto archiviata, dando il via libera a nuovi candidati nel campo progressista.

In un sabato piovoso a Napoli, figure di spicco del Partito Democratico, del Movimento Cinque Stelle e della sinistra si sono incontrate, chiamati dall’eurodeputato Sandro Ruotolo. L’incontro ha sancito una sorta di coalizione progressista, con l’obiettivo di riproporre l’alleanza che ha portato alla vittoria di Manfredi a Napoli. Fico ha sottolineato l’importanza di questo percorso condiviso: «Non ci si improvvisa, quello è un percorso che abbiamo costruito insieme e per tempo».

Gaetano Manfredi, anch’egli citato come possibile successore di De Luca, ha ribadito la necessità di partire dall’alleanza attuale, senza frammentazioni interne: «In Campania bisogna partire dall’alleanza che c’è. Non possiamo dividerci». Manfredi ha poi tracciato un bilancio dei 10 anni di governo di De Luca, evidenziando sia luci che ombre, sottolineando che non tutto è andato bene, ma nemmeno tutto è andato male.

Al Nazareno, sede del Partito Democratico, c’è aria di rivalsa. Marco Sarracino, deputato e responsabile per il Mezzogiorno, ha lanciato un messaggio chiaro: «Facciamo un’operazione verità, perché la verità è sempre rivoluzionaria». Secondo Sarracino, è De Luca a essersi messo fuori dal partito, ma il governatore non sembra intenzionato a fare un passo indietro. De Luca, infatti, ha più volte ripetuto che si candiderà comunque, sebbene per farlo dovrà modificare la legge elettorale.

La sfida è aperta, e con il supporto di una coalizione progressista che comprende PD, Cinque Stelle, e sinistra, sia Ficoche Manfredi potrebbero essere candidati forti per il futuro della Campania. Tuttavia, il governatore uscente De Lucanon cederà facilmente il suo posto, promettendo di vendere cara la pelle fino alla fine.

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La versione di Conte: o il M5s resta progressista o avrà un altro leader

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“Da oggi a domenica i nostri iscritti potranno votare online e decidere quel che saremo. Abbiamo un obiettivo ambizioso, che culminerà con l’assemblea costituente di sabato e domenica: rigenerarci, scuoterci, dare nuove idee al Movimento. Nessuno lo ha fatto con coraggio e umiltà, come stiamo facendo noi”. Così a Repubblica il leader del M5s Giuseppe Conte (foto Imagoeconomica in evidenza).

“Se dalla costituente dovesse emergere una traiettoria politica opposta a quella portata avanti finora dalla mia leadership – aggiunge – mi farei da parte. Si chiama coerenza. Se questa scelta di campo progressista venisse messa in discussione, il Movimento dovrà trovarsi un altro leader”.

Sull’alleanza col Pd “la mia linea è stata molto chiara. Non ho mai parlato di alleanza organica o strutturata col Pd. Nessun iscritto al M5S aspira a lasciarsi fagocitare, ma la denuncia di questo rischio non può costituire di per sé un programma politico”. “Gli iscritti sono chiamati a decidere e hanno la possibilità di cambiare tante cose. Anche i quesiti sul garante (Grillo, ndr) sono stati decisi dalla base. Io non ho mai inteso alimentare questo scontro. Sono sinceramente dispiaciuto che in questi mesi abbia attaccato il Movimento. Se dovesse venire, potrà partecipare liberamente all’assemblea. Forse la sensazione di isolamento l’avverte chi pontifica dal divano vagheggiando un illusorio ritorno alle origini mentre ha rinunciato da tempo a votare e portare avanti il progetto del Movimento. L’ultimo giapponese rischia di essere lui, ponendosi in contrasto con la comunità”.

Sui risultati elettorali “in un contesto di forte astensionismo, sicuramente è il voto di opinione sui territori, non collegato a strutture di potere e logiche clientelari, ad essere maggiormente penalizzato. Dobbiamo tornare ad ascoltare i bisogni delle comunità locali. E poi c’è la formazione delle liste: dobbiamo sperimentare nuove modalità di reclutamento, senza cadere nelle logiche clientelari che aborriamo”.

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Politica

Alessandro Piana: “Perdono, ma non dimentico” – La fine di un incubo giudiziario

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Alessandro Piana (nella foto in evidenza), esponente della Lega e vicepresidente della Regione Liguria, tira un sospiro di sollievo dopo la conclusione di un’inchiesta giudiziaria che per oltre un anno lo ha visto al centro di pesanti sospetti. Accusato ingiustamente di coinvolgimento in un presunto giro di squillo e party con stupefacenti, Piana è stato ufficialmente escluso dall’elenco dei rinviati a giudizio, mettendo fine a un incubo personale e politico.


Un’accusa infondata che ha segnato una campagna elettorale

Alessandro Piana racconta di aver vissuto un periodo estremamente difficile, aggravato dalla tempistica dell’inchiesta, che ha coinciso con la campagna elettorale.

«L’indagine era chiusa da tempo, ma si è voluto attendere per renderne noto l’esito. Mi sarei aspettato maggiore attenzione, considerato il mio ruolo pubblico. Per mesi sono stato bersaglio di accuse infondate, che sui social si sono trasformate in attacchi personali».

Nonostante il clamore mediatico, Piana ha affrontato con determinazione la situazione, ricevendo il sostegno del partito e del leader regionale della Lega, Edoardo Rixi.


Le accuse e il chiarimento

Piana spiega di essere venuto a conoscenza del suo presunto coinvolgimento attraverso i media, vivendo quello che definisce un “incubo”:

«Ero al lavoro quando ho saputo del mio presunto coinvolgimento. Credevo fosse uno scherzo, invece era terribilmente vero».

L’esponente leghista si è immediatamente messo a disposizione della magistratura, fornendo tutte le prove necessarie per dimostrare la sua estraneità ai fatti:

«Non ero presente dove si sosteneva che fossi. Ero a casa mia, a 150 chilometri di distanza, con testimoni pronti a confermarlo. Non ho mai frequentato certi ambienti, nemmeno da giovane».

Secondo Piana, il suo nome sarebbe stato tirato in ballo per millanteria durante un’intercettazione telefonica che citava genericamente un “vicepresidente della Regione”.


Una vicenda che lascia il segno

Nonostante la sua assoluzione dai sospetti, Piana non nasconde l’amarezza per i danni subiti:

«Ho pagato un prezzo molto salato, gratuito e ingiusto. Per mesi sono stato additato come vizioso. Perdono chi ha sbagliato, ma non dimentico».

Il vicepresidente auspica che casi simili siano gestiti con maggiore rapidità in futuro, per evitare che accuse infondate possano danneggiare ingiustamente la reputazione di figure pubbliche.


Conclusione

La vicenda di Alessandro Piana solleva interrogativi sul delicato equilibrio tra diritto di cronaca e tutela dell’immagine pubblica, in particolare quando si tratta di accuse che si rivelano infondate. Oggi, il vicepresidente della Regione Liguria guarda avanti con serenità, forte del sostegno ricevuto e con la determinazione di proseguire il suo impegno politico senza lasciarsi scoraggiare dagli eventi passati.

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Trasporti, De Luca: investito un miliardo per rinnovo parco bus

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Millequattrocento autobus nuovi sui 1.800 programmati, per un investimento di quasi un miliardo di euro, sono già in esercizio sulle tratte coperte da Air Campania. Il dato lo fornisce il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che oggi ha inaugurato ad Avellino la nuova sede dell’azienda interamente partecipata dalla Regione, con la consegna di cinque bus elettrici. “Un impegno enorme – ha sottolineato De Luca-: stiamo sostituendo l’intero parco dei mezzi pubblici, non soltanto per il trasporto su gomma, ma anche per quello ferroviario”. Su questo specifico settore, De Luca ha rimarcato lo “sforzo gigantesco” della regione: “Ora – ha aggiunto – attendiamo l’omologazione per la linea Circumvesuviana che collega Napoli a Sorrento per mettere in esercizio il nuovo treno che ci è stato appena consegnato. Su un altro fronte, abbiamo indetto un altro concorso e presto assumeremo 150 giovani”.

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