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Cronache

Mattarella: intollerabile manipolare informazioni per fake news

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“Quali rischi si corrono se il ritmo veloce di sviluppo e le sempre più ampie applicazioni della AI rimangono appannaggio di un numero limitato di soggetti globali dotati di enormi risorse e che, nei fatti, si sottraggono a ogni forma di regolamentazione?”. Lo ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella al Festival delle Regioni e Province. “Possiamo consentire – ha sottolineato – una sfrenata competizione tesa ad accaparrarsi i dati relativi alla vita delle persone al fine di utilizzarli per vantaggi economici e anche per influenzarne le scelte? Ogni genere di scelta. E’ tollerabile la manipolazione delle informazioni o addirittura la fabbricazione di notizie false allo scopo di condizionare l’opinione pubblica anche nell’espressione del voto?”.

“La prima questione – ha proseguito – che si pone è: qual è il soggetto chiamato a dettare le regole di tutela delle libertà dei cittadini? Una prima risposta è già intervenuta a livello dell’Unione Europea con la ‘Dichiarazione sui diritti e i principi digitali per il prossimo decennio digitale’. Diversamente, davvero potremmo pensare che basti affidarsi alle dichiarazioni unilaterali dichiarazioni di buone intenzioni dei proprietari delle piattaforme digitali del mondo? occorre globalmente una discipilina che tuteli la dignità delle persone”.

“Non vi è dubbio, d’altronde – conclude – che l’intelligenza artificiale possa dare un grande contributo allo sviluppo del benessere dell’umanità e fornire un apporto di grande beneficio alla soluzione di problemi globali, ivi inclusi quelli di natura ambientale. Pensiamo alle applicazioni dell’intelligenza artificiale nella gestione delle risorse idriche e nell’organizzazione del sistema dei trasporti. Nella medicina, dove può aprire grandi prospettive di speranza. Pensiamo ai progressi nella telemedicina che accrescono le possibilità di cura delle persone anche nei Paesi più poveri”.

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Cronache

Sparatoria alla stazione di Verona: un richiedente asilo ucciso dalla Polfer

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Ieri sera, alla stazione di Porta Nuova di Verona, tre colpi di pistola hanno posto fine alla vita di un giovane maliano di 26 anni. Secondo la Procura e la Questura, il ragazzo, un richiedente asilo, era armato di coltello e si sarebbe scagliato contro un agente della Polizia Ferroviaria (Polfer). L’agente, aggredito da distanza ravvicinata, ha reagito sparando i colpi che si sono rivelati fatali.

Il contesto della sparatoria

L’episodio è avvenuto intorno alle sette del mattino, dopo che il giovane aveva danneggiato le vetrine di alcuni negozi all’interno della stazione. Poco prima, il maliano aveva attaccato una pattuglia della polizia locale, impegnata nei rilievi di un incidente stradale, utilizzando un coltello da cucina. Questa aggressione, ripresa dalle telecamere di sicurezza, ha portato i vigili a informare la Polfer della sua presenza nella zona.

Dopo circa due ore, il ragazzo è stato individuato nuovamente nei pressi della stazione e, secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine, ha aggredito i poliziotti intervenuti per bloccarlo. Uno di questi ha quindi esploso i tre colpi che lo hanno colpito al petto. Nonostante i tentativi dell’agente di prestare soccorso praticando il massaggio cardiaco, il giovane è deceduto sul posto.

Le reazioni politiche e le polemiche

La vicenda ha scatenato immediate reazioni politiche. Il leader della Lega e vicepremier, Matteo Salvini, ha espresso il suo sostegno agli agenti coinvolti, pubblicando sui social un messaggio controverso: «Con tutto il rispetto, non ci mancherà. Grazie ai poliziotti per aver fatto il loro dovere». Queste parole hanno sollevato critiche, con esponenti del Partito Democratico e di Alleanza Verdi e Sinistra che hanno condannato l’atteggiamento di Salvini come mancanza di umanità.

Il profilo della vittima e il contesto sociale

Il giovane maliano, che aveva chiesto asilo in Italia, era noto alle forze dell’ordine per precedenti legati a fatti di droga. Secondo quanto riferito dalla Ronda della Carità, un’associazione che fornisce assistenza ai senzatetto a Verona, il ragazzo riceveva aiuti, ma il suo stato di precarietà lo rendeva particolarmente vulnerabile. Molti immigrati in situazioni simili, pur avendo un lavoro, non riescono a permettersi un alloggio e si affidano a organizzazioni benefiche per sopravvivere.

Indagini in corso

Sarà l’autopsia, prevista nelle prossime 48 ore, a chiarire le condizioni in cui versava il giovane al momento dell’aggressione. Alcuni testimoni lo hanno descritto come “indemoniato”, in uno stato di alterazione che lo rendeva incontrollabile. Le indagini, coordinate dalla pm Maria Diletta Schiaffino, stanno cercando di ricostruire nel dettaglio i momenti che hanno preceduto lo scontro con la Polfer.

Un clima di tensione alla stazione di Verona

Non è la prima volta che la stazione di Porta Nuova è teatro di episodi di violenza. Nei giorni precedenti, si erano già verificati attacchi ad altri agenti da parte di individui coinvolti in episodi di disordine pubblico. Sabato, ad esempio, un cittadino algerino aveva aggredito la polizia con delle pietre, mentre il giorno prima un marocchino aveva minacciato il personale ferroviario con una spranga.

L’episodio ha sollevato interrogativi sulla sicurezza nelle stazioni italiane e sulle condizioni di vita precarie di molti richiedenti asilo. Mentre la comunità di Verona si confronta con questa tragedia, le indagini proseguiranno per accertare le responsabilità e le dinamiche precise dell’accaduto.

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Cronache

Truffa nella Formazione: cento aspiranti educatori ingannati tra Pozzuoli e Torre del Greco

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In pochi mesi, oltre cento aspiranti educatori hanno visto infrangersi il sogno di lavorare nel settore scolastico. Quella che sembrava una promessa di assunzione si è rivelata, secondo la Procura di Napoli, una truffa orchestrata da un gruppo di sedicenti professionisti specializzati nella formazione. Un’indagine per truffa e associazione per delinquere è in corso, con oltre cento denunce già depositate dagli aspiranti educatori truffati.

Lo schema della truffa

La vicenda ha preso piede tra Pozzuoli e Torre del Greco a partire dalla primavera, quando sono stati organizzati incontri e corsi di formazione per aspiranti educatori socio-pedagogici. Il corso, che costava 400 euro per l’accesso, prometteva lezioni online e un attestato necessario per l’assunzione nelle scuole. Tuttavia, gli attestati rilasciati si sono rivelati privi di valore.

Secondo le testimonianze raccolte dalla Procura, tutto ruotava attorno a un’associazione legata a una confederazione nazionale, che sfruttava il nome di presunti progetti finanziati dal Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) per adescare i partecipanti. Grazie al sostegno di professionisti locali, inclusi avvocati, sono stati messi a disposizione studi e spazi per organizzare questi corsi di formazione.

Le denunce

I partecipanti, attirati dalle promesse di un contratto di lavoro, hanno versato i soldi richiesti e ricevuto materiale didattico via mail, inclusi test e un centinaio di pagine di appunti per prepararsi all’esame finale. Tuttavia, una volta completata questa fase, gli organizzatori, incluso il presunto leader dell’operazione, sono spariti, interrompendo ogni comunicazione via mail e su WhatsApp. Le vittime hanno denunciato la frode dopo aver capito che non ci sarebbero state né assunzioni né attestati validi.

Il ruolo dei finanziamenti Pnrr

Un altro filone dell’inchiesta riguarda la possibile frode legata ai finanziamenti del Pnrr. La Procura sta indagando se dietro la facciata dei corsi fantasma ci fosse l’obiettivo di ottenere fondi pubblici destinati alla formazione e ai progetti educativi. Questo scenario apre nuovi interrogativi sull’effettiva destinazione dei fondi e sulla veridicità dei progetti presentati.

Prossimo passo

La Procura di Napoli, con il pm Mario Canale, sta approfondendo la vicenda, analizzando i flussi finanziari e ricostruendo i contatti tra gli organizzatori del corso e le vittime. Il nome della presunta organizzatrice dei corsi e l’IBAN su cui sono stati versati i soldi sono già agli atti dell’inchiesta, e si attendono sviluppi su possibili arresti e sequestri di beni.

Questo caso, che coinvolge centinaia di persone e solleva preoccupazioni sulla gestione dei finanziamenti pubblici, è un monito per chi cerca di trarre vantaggio da progetti legati al Pnrr e ai programmi di formazione professionale.

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Cronache

Incidente stradale nel Salernitano, muore un centauro

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Incidente mortale nel pomeriggio sulla strada statale 18, in località Santa Cecilia nel comune di Eboli (Salerno). Un centauro 50enne è deceduto in seguito all’impatto con un’auto. Nell’incidente sono rimaste ferite altre quattro persone, tra cui un minorenne, che sono state trasportate in ospedale a Salerno. Sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri della compagnia di Eboli per ricostruire la dinamica dell’incidente, avvenuto all’altezza del chilometro 83.

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