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Economia

Consumati 14 milioni di tonnellate di pasta nel mondo

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Un piatto di pasta su quattro mangiato nei quattro angoli del pianeta è prodotto in un pastificio italiano. E nel 2023 il mondo ha consumato circa 14 milioni di tonnellate di pasta. L’Italia è il primo produttore a livello globale, con quasi 4 milioni di tonnellate e un fatturato che supera gli 8 miliardi di euro, ma è anche il Paese che più di tutti la fa conoscere al resto del mondo: oltre la metà della produzione nazionale di pasta (56%) è destinata all’estero. E non può mancare durante una vacanza nel Belpaese. Una ricerca condotta dal Touring Club Italia per Unione Italiana Food ha indagato il rapporto tra i turisti stranieri che visitano il nostro Paese e la pasta.

L’indagine è stata realizzata su un panel di 100 ristoratori nelle città turistiche più popolari e vede piazzarsi sul podio dei piatti più ordinati dai vacanzieri stranieri gli Spaghetti alla Carbonara (7,8), le Lasagne alla bolognese (7), la Pasta al pomodoro (6,9). La classifica prosegue con Spaghetti alle vongole (quasi a pari merito con la pasta al pomodoro 6,8), Bucatini all’amatriciana (6,7), Spaghetti cacio e pepe (5,3), Tortellini in brodo (4,3), Pasta alla norma (3,8), Trofie al pesto (3,4), Orecchiette con cime di rapa (2,9).

“Nella scelta di una meta turistica, ormai, le esperienze enogastronomiche hanno un peso sempre più determinante – osserva Margherita Mastromauro, presidente dei Pastai Italiani di Unione Italiana Food – Se la pasta italiana gode all’estero di tanto successo e ha un percepito estremamente positivo è merito del saper fare centenario dei pastai italiani. E di chi, sia nei ristoranti italiani nel mondo che a casa nostra, la valorizza in piatti che trasmettono il piacere e la gioia del mangiare mediterraneo”.

La cucina italiana è stata incoronata da L’Economist nel 2019 come “la più influente al mondo”, davanti alla giapponese e a quella francese. Nel 2022 compaiono ben 10 ricette di pasta nella Top30 della Cnn sui “piatti italiani che tutti dovrebbero provare almeno una volta nelle vita”. E venerdì 25 ottobre si celebra il World Pasta Day 2024, un evento giunto alla 26esima edizione e voluto dall’Unione Italiana Food insieme all’International Pasta Organisation (Ipo) in onore del piatto simbolo della condivisione e della convivialità.

La “capitale” dei festeggiamenti quest’anno è Philadelphia, città che sin dagli anni Settanta ha subito l’influenza della cucina italiana e della pasta. Se la pasta mette d’accordo tutti, il made in Italy conquista mercati esteri anche innovando il segmento della pasta fresca. Secondo uno storico produttore varesino i grandi classici, in versione gourmet, come ricotta e spinaci o i gusti più italiani per eccellenza, come i ripieni con pomodoro dal sapore tutto mediterraneo, si confermano i più amati oltre confine, soprattutto quando sono rivisitati in formati e processi produttivi.

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Economia

Bolletta utenze enti locali più salata di 1 miliardo

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Non sono solo le famiglie a fare i conti con bollette delle utenze sempre più salate, ma anche gli enti locali devono mettere mano al portafogli e pagare fatture di luce, gas e acqua sensibilmente più pesanti rispetto a qualche anno fa. Lo afferma uno studio condotto da Assium, l’associazione italiana degli Utility Manager, che ha spulciato le spese sostenute da Comuni, Città metropolitane e Regioni per le forniture energetiche, idriche e telefoniche. Il caro-bolletta a carico delle amministrazioni locali ha pesato in cinque anni per quasi 1 miliardo di euro, portando la spesa per le forniture a salire dai circa 3 miliardi di euro del 2018 agli oltre 3,9 miliardi del 2023, con un incremento che sfiora il 30%.

“La spesa che ha registrato la più forte diminuzione in 5 anni sia quella per le bollette telefoniche. – spiega Assium. In particolare per la telefonia mobile i Comuni hanno speso nel 2023 il 32,6% in meno rispetto al 2018 (da 23,4 a 15,8 milioni di euro annui), -10,5% (da 154 a 138 milioni di euro) per la telefonia fissa. Calo ancora più marcato per le Regioni: -38,4% per la telefonia mobile, -42,6% la telefonia fissa”. Salatissima invece la bolletta dell’energia elettrica: per la luce i Comuni hanno speso “la bellezza di 2,3 miliardi di euro nel 2023, con un incremento di spesa di 533 milioni (+29,8%) sul 2018, (179 milioni le Regioni contro i 116 milioni del 2018, +54,5%)”.

E’ tuttavia la bolletta del gas quella che registra gli incrementi più pesanti: “rispetto al 2018 Comuni e Città metropolitane hanno speso lo scorso anno il 35,2% in più per le forniture di gas, con un conto passato da 635 a quasi 860 milioni di euro. Per le Regioni la spesa aumenta addirittura del +112%: da 10,5 milioni di euro a 22,4 milioni”. Andamento altalenante per l’acqua: se le amministrazioni comunali hanno speso in 5 anni il 41,1% in più per il servizio idrico, la bolletta delle Regioni è diminuita del 33,3% – calcola Assium, che proprio sul tema delle “utilities” ha organizzato per il prossimo 23 ottobre un convegno a Roma al quale prenderanno parte tutti gli attori della filiera, dalle società energetiche a quelle telefoniche, da Arera ad Agcom, Antitrust e Mase.

“Se da un lato la spesa degli enti locali per i servizi telefonici si è abbattuta grazie al calo delle tariffe e all’avvento di nuovi operatori sul mercato, quella per le bollette energetiche è salita a dismisura, complice il caro-energia che ha imperversato tra il 2022 e il 2023 in Italia – spiega il presidente Assium, Federico Bevilacqua – Proprio per questo la politica deve accelerare l’iter sul riconoscimento in Italia della figura dell’Utility Manager, professionista in grado di guidare non solo le famiglie ma anche gli enti locali nella individuazione della migliore offerta disponibile in base al profilo del cliente”, conclude Bevilacqua.

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Economia

Le scorte di gas salgono anche d’autunno, Italia verso 98%

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Le scorte di gas crescono anche in autunno dopo il 15 ottobre, data del primo avvio delle caldaie in alcune zone d’Italia e sfiorano ormai il 98%. Un dato che secondo l’amministratore delegato di Snam Stefano Venier mette al sicuro il paese per il prossimo inverno, salvo imprevisti, ma non solo. E’ l’intero Vecchio Continente a beneficiare di scorte oltre la media quinquennale della stagione.

Secondo i dati di Gas Infrastructure Europe, le scorte di gas naturale nell’Ue hanno superato il 95% a 1091,1 TWh, pari al 29,1% del consumo medio annuo di 3.760,87 TWh. In Italia sono salite al 97,82% a 195,71 TWh e sono in grado di coprire il 26,07% del consumo medio annuo di 750,6 TWh, mentre in Germania sono arrivate al 97,25% a 244,34 TWh, pari al 27,49% del consumo medio annuo di 888,83 TWh. La tendenza generale è al rialzo, nonostante il maggior consumo dovuto ai primi freddi della stagione.

Le scorte salgono infatti dello 0,02% al giorno nell”Ue e l’Italia e dello 0,09% in Germania. Solo in Olanda (-0,1%) e pochi altri paesi sono in calo. Quest’ultima, secondo l’associazione dei gestori europei delle reti, è il terzo paese per scorte, salite al 91,27% a 131,45 TWh, pari al 42,11% dei 312,19 TWh di fabbisogno annuo. Segue la Francia, con scorte al 94,41% a 126,97 TWh, pari al 28,77% dei 441,28 consumati in un anno.

In media nell’Ue vengono stoccati poco più di mille GWh di gas al giorno e ne vengono prelevati 678,8. In Italia l’iniezione media è di 66,63 GWh a fronte di un prelievo di 4,8 GWh. Merito delle importazioni che provengono da 10 punti di arrivo, compresi i rigassificatori, che trasformano il paese in un vero e proprio ‘hub’ europeo del gas, che richiedono un minore prelievo dalle scorte. In Germania vengono iniettati nei depositi 275,46 GWh al giorno e ne vengono prelevati 25,3.

In Olanda invece il prelievo giornaliero di 209,7 GWh supera l’iniezione di 75,27 GWh. Diversa la situazione in Francia, con iniezioni giornaliere di 329,63 GWh che superano comunque i prelievi fermi a 122,1 GWh. Sul mercato Ttf di Amsterdam venerdì scorso il gas naturale ha chiuso in calo dell’1,12% a 39,2 euro al MWh, dopo le rassicurazioni di Israele che non avrebbe attaccato impianti di estrazione di greggio e di gas in Iran. Sul prezzo influiscono anche le temperature superiori alla media stagionale in gran parte dell’Europa, destinate a rimanere tali anche per la prossima settimana. Quanto all’Italia, per la giornata di oggi Snam prevede l’immissione in rete di 1,1 GWh, al netto degli 0,15 GWh destinati agli stoccaggi. Le importazioni raggiungono quota 1,18 GWh e le estrazioni nazionali 0,07 GWh.

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Economia

Bonus edilizi 2024: corsa contro il tempo per ottenere le agevolazioni in scadenza

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Con l’avvicinarsi del 31 dicembre 2024, è una corsa contro il tempo per usufruire dei bonus edilizi in scadenza. Tra questi, troviamo l’aumento dal 36% al 50% del bonus casa Irpef, il sismabonus, l’ecobonus, il bonus mobili e il bonus giardini. Queste agevolazioni riguardano sia i privati cittadini sia le imprese edili, che devono completare i lavori o eseguire i pagamenti entro questa data per poter accedere ai vantaggi fiscali.

Le scadenze chiave

Sebbene per il bonus casa e il bonus mobili sia previsto un probabile rinvio, altre agevolazioni come la detrazione del 75% per l’eliminazione delle barriere architettoniche e il superbonus (che si ridurrà dal 70% al 65% nel 2025) scadranno alla fine del 2025.

Pagamenti e competenza

Le imprese dovranno applicare il metodo della competenza per poter beneficiare delle agevolazioni, assicurandosi che i lavori siano completati o che gli stati di avanzamento lavori (Sal) siano certificati entro la fine dell’anno. Le persone fisiche, invece, potranno accedere alle detrazioni se effettueranno i bonifici parlanti entro il 31 dicembre 2024, anche se i lavori si concluderanno successivamente.

Adempimenti necessari

Per accedere alle agevolazioni fiscali, è fondamentale rispettare alcuni adempimenti, come il Durc contributivo, il Durc di congruità della manodopera, la notifica preliminare alla Asl e l’indicazione nei contratti del Ccnl edile. Inoltre, per il sismabonus e l’ecobonus, sono richieste specifiche asseverazioni tecniche e comunicazioni all’Enea.

Rischi di sanzioni

In caso di mancato rispetto delle scadenze o di incompleta documentazione, vi è il rischio di incorrere in sanzioni che possono arrivare fino al 25% (30% per le violazioni commesse fino al 31 agosto 2024) più gli interessi. Pertanto, è cruciale pianificare attentamente i lavori e i pagamenti per non perdere i benefici previsti dai bonus edilizi.

Bonus 50%

Il quadro degli sconti per la casa nel 2025 si sta componendo in questi giorni. Il bonus ristrutturazioni sarà confermato anche il prossimo anno, ma solo per le prime case. Per le seconde resterà al 36 per cento.

Bonus mobili Anche il bonus mobili sarà prorogato per il prossimo anno. A differenza del bonus ristrutturazioni, però, il rinvio non prevede modifiche alle regole attuali. In sostanza, lo sconto sarà ancora del 50% per arredi e grandi elettrodomestici, sia per la prima che per la seconda casa.

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