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Cronache

Pizzo di 5000 euro, un arresto a Torre del Greco

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E’ accusato di aver ripetutamente minacciato, anche con l’uso delle armi, un imprenditore di Torre del greco per costringerlo a consegnargli una somma di cinquemila euro, tangente richiesta per consentirgli di proseguire la sua attività: per questo un uomo è stato arrestato dalla Polizia, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Dda. A suo carico l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. I fatti risalgono allo scorso mese di giugno. Le indagini sono state condotte dagli agenti del Commissariato di Torre del Greco.

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Cronache

Operazione “Game Over”: Colpo ai Truffatori di Anziani grazie all’azione dei Carabinieri

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La mattina di oggi ha segnato un duro colpo contro le bande di truffatori che colpiscono gli anziani in Italia. I Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei militari dei Comandi di Genova e Caserta, hanno arrestato tre persone coinvolte in una serie di truffe ai danni di persone anziane. Questa operazione, denominata “Game Over”, ha portato all’arresto di un uomo di 40 anni e dei suoi due figli ventenni, tutti residenti nel casertano. Gli arresti sono stati eseguiti in varie località tra Genova e Castel Volturno, grazie a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. di Locri, su richiesta della Procura della Repubblica.

Il modus operandi della banda

La banda criminale utilizzava la cosiddetta “truffa del Carabiniere” per ingannare anziani di età compresa tra i 75 e gli 81 anni. Fingendosi carabinieri o avvocati, contattavano telefonicamente le vittime per raccontare una falsa emergenza, sostenendo che un loro familiare fosse stato coinvolto in un grave incidente e che fosse necessario pagare una somma di denaro o consegnare gioielli per evitare l’arresto. Subito dopo, un complice si presentava presso l’abitazione della vittima per raccogliere il bottino, sfruttando lo stato di ansia e confusione della persona anziana.

Indagini dettagliate e tecnologiche

Le indagini condotte dai Carabinieri della Stazione di Bovalino (RC) sono state fondamentali per identificare i colpevoli. L’operazione ha coinvolto un’ampia raccolta di dati, tra cui l’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza, il monitoraggio delle auto a noleggio utilizzate dalla banda e l’esame dei tabulati telefonici. I membri della banda utilizzavano cellulari intestati a persone straniere per evitare di essere rintracciati, ma questo stratagemma non ha fermato l’attività investigativa.

Risultati dell’operazione

Tra gennaio e giugno 2024, la banda ha sottratto circa 70.000 euro tra contanti e gioielli alle loro vittime. Tuttavia, una parte significativa del bottino è stata recuperata dai Carabinieri e restituita ai legittimi proprietari. Grazie al coordinamento tra le forze territoriali, è stato possibile arrestare i membri della banda e fermare ulteriori truffe.

L’importanza delle denunce

Un aspetto cruciale per il successo dell’operazione è stata la collaborazione delle vittime, che nonostante lo shock subito, hanno avuto il coraggio di denunciare, fornendo dettagli preziosi per le indagini. La loro testimonianza ha permesso ai Carabinieri di agire rapidamente e di interrompere le attività criminali.

Costante impegno dei Carabinieri

L’operazione “Game Over” è solo una delle tante iniziative messe in campo dall’Arma dei Carabinieri per contrastare le truffe ai danni degli anziani, un problema sempre più diffuso in Italia. I Carabinieri sono costantemente impegnati in campagne di sensibilizzazione, spesso in collaborazione con enti locali, per informare e proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione.

L’indagine è attualmente in fase preliminare, e i sospettati sono da considerarsi innocenti fino a eventuale condanna definitiva.

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Preso allo scalo di Malpensa cyber truffatore ricercato da Fbi

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Gli agenti della Polizia di Stato di Milano hanno arrestato all’aeroporto di Malpensa un quarantatreenne italo-australiano ricercato in tutto il mondo da oltre tre anni per reati di frode telematica e riciclaggio. Stando alle indagini dell’Fbi, l’uomo fa parte di un’organizzazione che ha messo a segno una truffa informatica da ben 31 milioni di dollari. Un reato per il quale la legge statunitense prevede una pena massima di trent’anni di reclusione quando siano presenti almeno dieci vittime di età superiore ai 55 anni.

L’arresto è avvenuto in esecuzione di un mandato della Corte Distrettuale del Nord Carolina (U.S.A) che accusa l’arrestato di appartenere a un’associazione per delinquere finalizzata alla frode informatica, al danneggiamento di apparati telematici protetti da misure di sicurezza e al riciclaggio del denaro. Il Federal Bureau of Investigation (F.B.I.), attraverso il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e dello specialista cyber della Polizia Postale presso l’Ambasciata d’Italia a Washington, aveva chiesto la collaborazione della Polizia italiana. Le ricerche messe in campo dagli operatori della Polizia Postale di Milano con l’Ufficio Polizia di Frontiera di Malpensa, hanno permesso nel giro di poche ore di individuare l’uomo mentre si trovava su un volo proveniente da Singapore e di arrestarlo non appena sbarcato nello scalo lombardo.

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La madre di Leonardo, i docenti dovevano tutelarlo dai bulli

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“A un certo punto della cerimonia si è avvicinato il preside del Panzini per farmi le condoglianze, a due passi c’era la bara di Leo. Io gli ho detto solo: ‘La prego di allontanarsi da me per favore'”. Lo racconta in un’intervista al Corriere della Sera Viktoryia Ramanenka, la mamma di Leonardo Calcina (nella foto in evidenza), il quindicenne che si è tolto la vita domenica scorsa a Senigallia (Ancona), ricordando il funerale del figlio. Ora “il tempo non passerà più, anche se adesso io pretendo giustizia: che quei bulli vadano dritti in riformatorio. E chi ha sbagliato tra i prof se la veda coi giudici. È un dovere per i docenti tutelare i ragazzi, noi li affidiamo a loro”.

Così, a La Stampa, la donna riporta i racconti di Leonardo: “Il 7 ottobre durante una passeggiata si è sfogato con me e suo padre: due ragazzi e una ragazza lo prendevano in giro, lo bullizzavano, e lui non ha retto più per la vergogna e per la sofferenza patita. Era vittima di un tormento continuo”. Il ragazzo si era rivolto anche a un professore: “Sì, il 9 ottobre, ma purtroppo questa persona non è intervenuta nel modo giusto. Leo mi ha mandato dei WhatsApp per dirmi che aveva spiegato al prof di sostegno che non ce la faceva più e che voleva lasciare la scuola. Ma il docente gli ha risposto che fino ai 16 anni la scuola è obbligatoria. E inoltre il professore non ha avvisato né me né il mio ex marito. Secondo Leo, poi, anche altri professori facevano finta di non vedere”.

La madre aveva anche proposto al figlio di rivolgersi alle forze dell’ordine: “Sì volevamo andare a fare la denuncia dai carabinieri, ma Leo ha preferito di no perché aveva paura, perché sperava di risolvere tutto parlando con quei ragazzi. Lui era davvero un buono, aveva anche stretto la mano ai bulli pensando di chiudere la faccenda. Ma non è andata così”. La donna ha già presentato due denunce ai carabinieri per segnalare gli atti di bullismo a scuola e l’indifferenza dei docenti e ne farà altre: “Sì, sempre insieme al mio avvocato Pia Perricci, che da dieci anni è una cara amica per me, oggi pomeriggio (ieri per chi legge, ndr) andremo dai carabinieri di Marzocca per riferire altri casi di bullismo al Panzini di cui siamo venuti a conoscenza. Presenteremo anche dei documenti”.

Ai ragazzi che avevano preso di mira Leonardo, spiega in un’intervista al Qn, direbbe “che mi hanno tolto mio figlio”. E aggiunge: “In questo momento non sono pronta a perdonarli, ma prego per loro che capiscano quello che hanno fatto e che non si comportino mai più così con nessuno”.

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