Il “Grand Hotel La Sonrisa”, conosciuto da tutti come il Castello delle Cerimonie, chiude i battenti. È stato infatti avviato l’iter per la confisca delle strutture e dei terreni adiacenti, a seguito della sentenza definitiva sulla lottizzazione abusiva che ha interessato l’opera diventata un fenomeno di culto della tv trash italiana. Il Comune di Sant’Antonio Abate, dove sorge il castello, ha dato il via agli atti per acquisire l’immobile e l’intera area, che copre oltre 40mila metri quadrati, a titolo gratuito.
L’annuncio del sindaco e la sentenza
Il sindaco di Sant’Antonio Abate, Ilaria Abagnale, ha comunicato che il Comune ha atteso per otto mesi le motivazioni della sentenza che ora ordina la confisca del Castello. Le delibere sono già state approvate e inviate in Prefettura e alla Procura Generale di Napoli. La struttura, famosa per i suoi matrimoni sontuosi e le sue cerimonie stravaganti, ha attirato l’attenzione mediatica grazie al reality show che ha portato il castello nelle case di milioni di italiani.
Una location da sogno per eventi e matrimoni
Il Castello delle Cerimonie era diventato sinonimo di fasto e opulenza. Sale decorate con arazzi e troni regali, carrozze bianche trainate da cavalli, fuochi d’artificio e cibo in abbondanza: un sogno che molti sposi desideravano per il giorno più importante della loro vita. Oltre ai matrimoni, si celebravano anche comunioni e compleanni, con scenografie e feste esagerate che hanno fatto della Sonrisa una meta iconica per chi sognava un evento da favola.
Donna Imma Polese e il marito Matteo Giordano, eredi del fondatore Antonio Polese, conosciuto come il “Boss delle Cerimonie”, sono diventati protagonisti dello show, e sui social sono seguiti da migliaia di fan. Tuttavia, la sentenza di confisca ha messo fine a questo capitolo, con la famiglia Polese che ha pagato al Comune un canone mensile di 29mila euro per l’occupazione del suolo, mentre il loro ricorso è ancora pendente.
La lunga battaglia legale
La vicenda giudiziaria che ha portato alla chiusura del Castello risale a decenni fa. Dal 1979 al 2011, secondo la Procura, l’hotel è stato ampliato e costruito abusivamente, trasformando quella che era una semplice campagna in una delle location più richieste per matrimoni e cerimonie. Nonostante la famiglia Polese abbia presentato diversi ricorsi, la sentenza di confisca è stata confermata dalla Cassazione, mettendo fine a una lunga battaglia legale.
L’impatto sui lavoratori e la fine di un’era
Con la chiusura del Castello, si prospetta un duro colpo per i lavoratori e l’indotto. Durante l’anno, lavorano presso la struttura circa 20 dipendenti fissi, ma durante i mesi estivi, il numero sale a più di 100 persone. Molti di questi dipendenti sono entrati a far parte della famiglia Polese fin dai tempi di Antonio e oggi si trovano ad affrontare un futuro incerto.
La notizia della chiusura ha suscitato reazioni contrastanti sui social. Da un lato, c’è chi esulta per la fine di un’icona ritenuta eccessiva e fuori luogo, dall’altro, molti difendono il Castello, sostenendo che la sua chiusura rappresenta una perdita significativa per l’economia locale.
Il futuro del Castello delle Cerimonie
Ora il futuro del Castello dipende dal Comune di Sant’Antonio Abate, che ha acquisito la proprietà. Si discute su un possibile riutilizzo sociale della struttura, ma è certo che il famoso “Castello dei desideri” non ospiterà più le sontuose cerimonie che l’hanno reso celebre in tutta Italia.