C’era una volta una bambina che, come tante, parlava con orgoglio del suo papà. Ma Ludovica Luongo non si limitava a dire che suo padre fosse un avvocato o un dottore. Per lei, suo padre era un eroe. E non a caso, perché Antonio Luongo è stato per oltre 32 anni un vigile del fuoco, un ruolo che incarna il coraggio e il sacrificio. Oggi, a 31 anni, Ludovica non solo condivide quel sentimento, ma indossa la stessa divisa del padre, diventando ufficialmente ispettore antincendi.
Un percorso condiviso verso il sogno
Ludovica Luongo ha coronato il suo sogno quando, pochi giorni fa, suo padre Antonio ha appuntato sul suo petto il distintivo con la stella da ispettore antincendi. La cerimonia si è svolta a Roma, presso le Scuole Centrali Antincendio, e ha visto la partecipazione di un migliaio di vigili del fuoco. In quel momento, Antonio, con 60 anni e una lunga carriera alle spalle, ha potuto vedere sua figlia intraprendere lo stesso percorso professionale.
“Due generazioni, stesso sogno e stessa divisa”, ha dichiarato Ludovica emozionata, ricordando come le mani tremanti di suo padre cercavano di fissare il patch del grado sulla sua uniforme.
Un’eredità di coraggio e sacrificio
Il viaggio di Ludovica nei vigili del fuoco è stato ispirato proprio da suo padre, che l’ha spronata a provare quando ha scoperto un concorso aperto per ingegneri. Laureata in ingegneria chimica, Ludovica ha preso al volo l’opportunità e, superando le prove, ha intrapreso una carriera che suo padre le aveva già preannunciato scherzando: “Diventerai la prima donna capo del Corpo dei vigili del fuoco!”.
Una carriera promettente
Attualmente, Ludovica lavora nell’ufficio formazione dell’Istituto Superiore Antincendi, ma presto seguirà un corso da vicedirettore. “Mi piacerebbe partecipare a scenari operativi, magari all’estero”, racconta con entusiasmo. Il suo sogno è portare innovazioni nel campo tecnico-scientifico, specialmente nei settori legati alla chimica e alla combustione dei materiali.
L’esperienza di Antonio, tra interventi e sacrifici
Antonio Luongo, invece, ha dedicato la sua carriera agli interventi operativi, partecipando a missioni cruciali come il disastro di Sarno, i terremoti in Emilia e innumerevoli incidenti stradali. “Non ci si abitua mai veramente al dolore e alla sofferenza che incontri sul campo”, spiega Antonio, che spesso si è trovato di fronte a scene strazianti.
Ma la cerimonia di giuramento di Ludovica non ha lasciato spazio a pensieri cupi. “Vedere la felicità e la passione nei suoi occhi, anche se pieni di lacrime, è stato il momento più bello della mia carriera”, confessa con orgoglio.
Un futuro di speranza
Con una nuova generazione pronta a seguire le orme del padre, Ludovica Luongo si prepara a scrivere la sua storia tra le fila dei vigili del fuoco, portando con sé un bagaglio di valori trasmesso da Antonio: coraggio, sacrificio e un profondo senso di servizio verso gli altri.
Il 23 novembre 1980 è una data incisa nella memoria dell’Italia. Alle ore 19:35, una scossa di terremoto di magnitudo 6,8, seguita da un’altra di magnitudo 5, devastò le province di Avellino, Salerno e Potenza, colpendo anche altre zone della Campania e della Basilicata. Una tragedia che causò migliaia di vittime e distrusse interi paesi, lasciando ferite profonde nel cuore delle comunità.
A 44 anni di distanza, i Vigili del Fuoco di Avellino, insieme alle istituzioni e ai cittadini, vogliono rendere omaggio alle vittime e ai feriti di quella catastrofe, ricordando anche il sacrificio di chi, con coraggio e abnegazione, si mobilitò per portare soccorso.
Il ricordo dei soccorritori
I Vigili del Fuoco furono tra i protagonisti della risposta all’emergenza. Nonostante le difficoltà rappresentate da un territorio montagnoso, dalle condizioni meteorologiche avverse e dalle vie di comunicazione interrotte, operarono senza sosta per mesi. Ragazzi che, con il loro spirito di adattamento, riuscirono a superare ogni ostacolo, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione della popolazione colpita.
«Vogliamo ricordare l’immane lavoro dei nostri colleghi Vigili del Fuoco, che affrontarono sacrifici personali senza precedenti per fronteggiare una situazione straordinaria», sottolineano oggi i rappresentanti del corpo.
Un messaggio dal Ministro Piantedosi
Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha partecipato alle commemorazioni a Sant’Angelo dei Lombardi, uno dei comuni più colpiti dal sisma, ricordando con commozione il sacrificio delle vittime e il moto di solidarietà che ne seguì.
«Quella tragedia rappresentò uno spartiacque per il nostro Paese, evidenziando la necessità di un Sistema nazionale di protezione civile. Oggi, la Protezione Civile italiana è un modello d’eccellenza riconosciuto a livello internazionale», ha dichiarato Piantedosi.
L’impatto storico e umano
La scossa devastò un’area di 17.000 chilometri quadrati, rendendo i soccorsi estremamente complessi. Cinque giorni dopo il sisma, tutti i corpi erano stati estratti dalle macerie, ma il lavoro di ricostruzione e assistenza durò per mesi. Allora, il presidente Sandro Pertini denunciò i gravi ritardi nei soccorsi, sollevando l’urgenza di migliorare le risposte alle emergenze.
Quella tragedia fu il punto di partenza per la nascita, nel 1982, del Dipartimento della Protezione Civile, che oggi coordina le emergenze sul territorio nazionale con rapidità ed efficacia.
Un tributo all’Italia solidale
L’anniversario del terremoto in Irpinia è un’occasione per ricordare non solo il dolore, ma anche la straordinaria solidarietà che unì il Paese. Da ogni angolo d’Italia arrivarono soccorritori e aiuti per sostenere le popolazioni colpite.
I Vigili del Fuoco di Avellino celebrano oggi il coraggio e la dedizione di chi si sacrificò per portare speranza e sollievo in un momento di disperazione, riaffermando il valore della memoria collettiva e dell’impegno civile.
Questa mattina, alle ore 8:35, è stata registrata una lieve scossa di terremoto di magnitudo 2,2 della scala Richter sul Vesuvio, precisamente sul versante di Ottaviano. La scossa, localizzata a una profondità di appena 20 metri, è stata percepita dalla popolazione locale, sebbene senza provocare danni.
Un evento di natura superficiale
La particolarità di questo evento sismico è la sua natura superficiale: essendo avvenuto a una profondità molto ridotta, il movimento del suolo è stato avvertito con maggiore intensità nelle aree circostanti l’epicentro, pur trattandosi di una magnitudo contenuta.
La rete di monitoraggio sul Vesuvio
Il Vesuvio, uno dei vulcani attivi più monitorati al mondo, è costantemente sotto osservazione dagli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Gli eventi sismici di bassa intensità e profondità, come quello di questa mattina, rientrano nelle normali attività vulcaniche e tettoniche dell’area.
Cosa significa per la popolazione
Gli esperti sottolineano che una scossa di questa entità non rappresenta un motivo di preoccupazione. Tali fenomeni sono parte della normale attività geodinamica dell’area vesuviana e non indicano necessariamente cambiamenti significativi nel comportamento del vulcano.
Consigli per la cittadinanza
È sempre utile che la popolazione residente in aree vulcaniche adotti semplici pratiche di prevenzione e segua le comunicazioni ufficiali delle autorità locali e degli enti scientifici.
L’evento odierno, pur avvertito dalla cittadinanza, rientra nella casistica di scosse leggere che non destano particolari allarmi, ma che ricordano l’importanza di vivere consapevolmente in una zona caratterizzata da fenomeni naturali unici.
Ad Avellino l’intervento congiunto dei Vigili del Fuoco e della Polizia di Stato hanno portato al salvataggio di una donna e dei suoi figli da una situazione critica.
Il delicato intervento si è svolto ad Avellino, in via Circumvallazione, dove i Vigili del Fuoco sono intervenuti su richiesta della Polizia di Stato per affrontare una grave situazione di emergenza familiare. Un uomo, armato di coltello, minacciava la sua compagna, una donna di origini senegalesi, e i loro tre figli: due bambine e un maschietto.
La donna, temendo per la propria vita e quella dei suoi figli, si era rifugiata in una stanza chiusa a chiave. In cerca di aiuto, aveva portato i bambini sul balcone, attirando così l’attenzione delle forze dell’ordine e dei soccorritori. La tempestività dei Vigili del Fuoco, intervenuti con un’autoscala, ha permesso di mettere subito in salvo le due bambine, che sono state portate in un luogo sicuro.
Mentre l’operazione di soccorso continuava per raggiungere la madre e il figlio, l’uomo è riuscito a sfondare la porta della stanza, aumentando ulteriormente il rischio per i presenti. È stato in quel momento che gli agenti della Polizia di Stato, già sul posto, sono intervenuti con prontezza, riuscendo a bloccare e neutralizzare l’aggressore prima che potesse ferire qualcuno.
Completata la messa in sicurezza dell’uomo, i Vigili del Fuoco hanno riportato le bambine al fianco della madre, concludendo con successo l’intervento. Nessuno tra i coinvolti ha riportato ferite, e la donna e i suoi figli sono stati affidati alle cure dei servizi sociali per il supporto necessario.