Collegati con noi

Politica

De Luca, terzo mandato è una palla, nel Pd aggressione verso me

Pubblicato

del

“La questione del terzo mandato la considero un problema marginale e stupido. E’ una grande palla, non esiste. C’è un presidente di Regione, Zaia, che il terzo mandato lo sta finendo, e nessuno dice niente. Vuol dire che non c’è una questione istituzionale di principio ma c’è un’aggressione politica. In questo momento si sta candidando alla presidenza della Liguria Andrea Orlando, che ha sei mandati alle spalle. Nessuno ha niente da dire. Non c’entra nulla il terzo mandato, il problema è che nel Pd continua un’aggressione personale e politica verso un uomo che è visto come libero, che non risponde a logico di corrente e patronato”.

Lo ha detto il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca, intervenendo alla Festa del Foglio a Firenze. “Schlein ha poco tempo davanti per cambiare Pd – ha aggiunto -. Oggi il Pd ospita tutto quello che è contro natura, contro ragione e contro decenza. Si pensa di governare l’Italia con questo gruppo dirigente. Ma vi pare che in un partito, anziché sostenere i propri dirigenti e un governatore che ha il 70% di consensi, si sostiene chi non ha mai conquistato voti nei territori”.

Advertisement

Politica

Conti spiati, Piantedosi: temo volontà alterare democrazia

Pubblicato

del

“In un’azione sistematica di spionaggio e dossieraggio di grandi personaggi politici, in gran parte appartenenti ad una parte politica, è chiaro che c’è forte il sospetto della volontà di creare un’alterazione del percorso democratico”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervenendo alla festa de Il Foglio, in riferimento alla vicenda dell’impiegato di banca, ora licenziato, che ha effettuato oltre seimila accessi in conti correnti di personaggi politici, dello sport e dello spettacolo.

“In un’azione sistematica di spionaggio e dossieraggio di grandi personaggi politici, in gran parte appartenenti ad una parte politica, è chiaro che c’è forte il sospetto della volontà di creare un’alterazione del percorso democratico”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervenendo alla festa de Il Foglio, in riferimento alla vicenda dell’impiegato di banca, ora licenziato, che ha effettuato oltre seimila accessi in conti correnti di personaggi politici, dello sport e dello spettacolo.

Continua a leggere

Politica

Santanchè: fake news su tassa soggiorno, non vogliamo aumentarla

Pubblicato

del

“Leggo fake news sulla tassa di soggiorno. Nessuno vuole aumentare le tasse ma vogliamo che sia una tassa di scopo, con soldi da spendere sul turismo. Perché la viabilità, la sicurezza, il decoro urbano e la mobilità servono al turismo”. Così la ministra del Turismo Daniela Santanchè all’assemblea di Anci Lombardia. “C’è un’interlocuzione con Anci e le associazioni di categoria – ha aggiunto a margine dell’assemblea che si sta svolgendo alla Villa Reale di Monza -. Il governo Meloni non è abituato a fare le cose senza ascoltare chi lavora tutti i giorni e i sindaci che sono fondamentali”. Secondo la ministra “ormai tutta l’Italia è turistica.

Oggi sono meno di 1000 i Comuni che possono applicare la tassa di soggiorno”, ma “si può estendere su base volontaria” perché “non posso obbligare un sindaco a mettere la tassa di soggiorno ma posso far sì che il sindaco si decida e aumenti la tassa di soggiorno” o comunque si può lavorare per farla arrivare “in tutti i Comuni d’Italia”. E deve essere una tassa “assolutamente proporzionata”. “Se un turista viene in Italia e dorme in un albergo spendendo 1500 euro a notte – ha spiegato – è sacrosanto che possa pagare di più rispetto a chi va a dormire in un albergo che costa 5 euro a notte. Non per punirlo. Io ho rispetto della ricchezza e di chi spende i soldi sul territorio. Ma su un budget di vacanza di una famiglia impatta poco la tassa di soggiorno di 8 o 10 euro se spendono 1500 euro a notte. Impatta molto se spendono 100 euro a notte”. E poi “mi piacerebbe che passasse anche un concetto – ha concluso Santanchè – abbiamo bisogno di far restare più tempo i turisti” e quindi “più stai meno paghi. Dopo un certo numero di notti non farei più pagare la tassa di soggiorno per incentivare a stare di più. Ne stiamo discutendo e spero che potremo approfittare della legge di bilancio”.

Continua a leggere

Politica

Bonus ristrutturazioni salvo a 50%, caccia alle coperture

Pubblicato

del

Garantire per un altro anno il bonus ristrutturazioni al 50%. Evitando così che da gennaio l’agevolazione fiscale scenda al 36%. E’ l’intervento cui, compatibilmente con le risorse, si lavora al Ministero dell’economia. Dove i dossier allo studio in queste ore sono molti. Si avvicina infatti la settimana decisiva per il varo della prossima legge di Bilancio. E mentre sul fronte delle misure l’elenco è già abbozzato, si lavora a chiudere il quadro delle coperture, con l’obiettivo di mobilitare una cifra vicina ai 25 miliardi. La tabella di marcia è serrata. Entro il 15 ottobre il governo deve inviare a Bruxelles il Documento programmatico di bilancio, lo scheletro della manovra. E il varo in consiglio dei ministri arriverà sul filo di lana, nella serata di martedì (dopo le 20, terminate le comunicazioni della premier alle Camere in vista del Consiglio europeo): la riunione, inizialmente prevista lunedì, è poi slittata, per la necessità, spiegano fonti di governo, di ulteriore tempo per mettere a punto il Dpb. La manovra è poi attesa entro il 20 in Parlamento.

Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, che torna a difendere l’approccio “prudente” del governo, assicurando che il Psb permetterà all’Italia di navigare in acque sicure, si mostra fiducioso: per quella data “potremo presentarla” alla Camera. Sarà una manovra “equilibrata”, assicura intervenendo ad un evento di FdI a Milano. Ci sarà la conferma del taglio del cuneo fiscale e contributivo, che sarà “strutturale”, e le misure per la famiglia e i figli, per far fronte al tema della denatalità, che per questo paese è “il problema dei problemi”. Potrebbe arrivare già in manovra anche l’intervento per il “piano casa” chiesto da Confindustria, dice il titolare delle Imprese Adolfo Urso: una misura per aiutare i dipendenti che devono spostarsi di residenza e hanno difficoltà a trovare case in affitto a canoni calmierati.

E spunta anche la possibile proroga del bonus ristrutturazioni, l’agevolazione che fino a fine anno è al 50%, ma se non prorogata tornerà al 36%. “Penso che potremo tornare a una detrazione del 50% sulle ristrutturazioni della prima casa”, annuncia il viceministro alle Finanze Maurizio Leo, professando cautela: “non prometto niente”, dipende dalle risorse disponibili. Quello delle risorse è un sudoku complesso e ancora non completato: ci sono i 9 miliardi in deficit, il potenziale miliardo dal taglio delle tax expenditures e quello analogo dal riallineamento delle accise, gli almeno 2 miliardi della spending review, oltre alle risorse da destinare alla riforma dell’Irpef (4 miliardi per confermare le tre aliquote e almeno 1,5 dal concordato che potrebbero consentire di estendere i tagli ai ceti medi).

Per trovare quello che manca si cercano più entrate e meno spese. Sacrifici saranno chiesti ai ministeri ed enti locali: per loro Giorgetti prospetta “tagli significativi”. Niente sarà chiesto invece a chi i sacrifici già li fa, come lavoratori e imprese: ci saranno “ritocchi sulle entrate, tra virgolette a chi se lo merita, ma vedrete che le persone fisiche e le imprese non hanno niente da temere”. E mentre le opposizioni restano in pressing sul governo (la leader Dem Schlein definisce il riallineamento delle accise la nuova tassa Meloni, mentre Conte boccia il bonus al 50%: troppo poco), Giorgetti torna sulla polemica sulle tasse: “Noi le tasse le abbiamo ridotte”, afferma, citando il taglio del cuneo: “rispondiamo con i fatti”.

Non mirino restano le banche. “Davanti ad un consesso di banchieri e finanzieri ho detto che i sacrifici dovevano farli tutti, anche loro. Non mi sembrava una bestemmia”, si schermisce Giorgetti, che non molla la presa: “Davanti ad una platea di banchieri ripeterei esattamente la stessa cosa”. Tra i soggetti cui il Mef guarda per chiedere uno “sforzo” ci sono anche le imprese più grandi: lo stesso Giorgetti nelle scorse settimane ha parlato dell’industria degli armamenti e delle assicurazioni. E’ invece escluso “per ora”, assicura Leo, un contributo da parte delle imprese energetiche.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto