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Cronache

Indagine a Giugliano: quattro consiglieri indagati per truffa e falso in atto pubblico

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Un’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli Nord (nella foto in evidenza) sta scuotendo la politica giuglianese. Quattro consiglieri comunali sono stati accusati di truffa ai danni dello Stato e falso in atto pubblico per aver documentato la loro partecipazione alle commissioni consiliari quando, in realtà, si trovavano in altri luoghi. Gli indagati sono Maria Vitiello (minoranza), Salvatore Pezzella, Paolo Liccardo, e Rosario Ragosta (maggioranza).

Il blitz della polizia e le indagini

L’indagine è partita da un esposto anonimo, che ha segnalato l’ipotetica truffa alle autorità competenti. Gli agenti del commissariato Giugliano-Villaricca, sotto la guida del dirigente Marcello Castello, hanno fatto irruzione nel Comune di Giugliano, sequestrando documenti e dispositivi elettronici nelle abitazioni e negli uffici degli indagati. Il focus delle indagini è sulla seconda e terza commissione consiliare, di cui i quattro consiglieri fanno parte.

L’attenzione è rivolta alle prove digitali sequestrate, come smartphone e PC, che potrebbero dimostrare se i consiglieri erano realmente presenti alle riunioni o se hanno partecipato da remoto.

Il meccanismo della presunta truffa

Secondo le indagini, i quattro consiglieri avrebbero percepito gettoni di presenza per riunioni consiliari a cui non avrebbero partecipato fisicamente, richiedendo anche rimborsi per permessi lavorativi dalle loro aziende. Il periodo sotto indagine va da marzo a giugno 2024. Gli investigatori ora cercheranno di capire se i consiglieri abbiano partecipato alle riunioni da remoto o se le riunioni si siano tenute realmente.

Le reazioni politiche

Il sindaco di Giugliano, Nicola Pirozzi, ha commentato: “Sono garantista e credo nell’innocenza fino al terzo grado di giudizio. Se ci sono responsabilità, che paghino.” Il sindaco ha aggiunto che le eventuali dimissioni dei consiglieri coinvolti dipendono dalla loro sensibilità, sottolineando che l’inchiesta potrebbe rivelarsi infondata.

Fratelli d’Italia, intanto, ha chiesto le dimissioni del sindaco Pirozzi. L’inchiesta sui consiglieri comunali si aggiunge a quella di poche settimane fa, in cui un dirigente comunale e uno dei consiglieri indagati sono stati accusati di aver ricevuto una tangente legata a un impianto sportivo cittadino.

Conclusioni

Questa vicenda getta una nuova ombra sulla politica locale, sollevando dubbi sulla gestione delle commissioni consiliari e sull’integrità di alcuni esponenti politici. I prossimi sviluppi delle indagini saranno cruciali per determinare eventuali responsabilità e conseguenze legali. Come sempre spieghiamo le persone indagate sono da considerate innocenti fino al terzo grado di giudizio.

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Interrogatori degli ultrà, si rompe il muro del silenzio

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Potrebbero essere una prima smagliatura della linea del silenzio scelto da tutti gli arrestati nell’indagine milanese che ha azzerato i vertici delle curve Nord e Sud, le ammissioni di Cristian Ferrario ritenuto prestanome dei leader ultrà nerazzurro Andrea Beretta e di Antonio Bellocco ucciso un mese fa a coltellate dallo stesso Beretta. Stamane infatti il gip Domenico Santoro ha concluso il giro degli interrogatori di garanzia. Si è recato nel carcere di Opera per il faccia a faccia con Gianfranco Ferdico, il padre di Marco, altro capo delle tifoserie nerazzurre, con Renato Bosetti e Giuseppe Caminiti. Quest’ultimo, come Bellocco legato alla ‘ndrangheta, è accusato anche dell’omicidio del 1992 di Fausto Borgioli, uomo della banda di Francis Turatello. I tre e altri due ai domiciliari, convocati a palazzo di giustizia, non hanno risposto alle domande.

Cristian Ferrario, anche lui ai domiciliari e assistito dall’avvocato Mirko Perlino – il quale ha chiesto la revoca della misura – ha invece chiarito ammettendo gli addebiiti: pur essendo un personaggio di secondo piano, è accusato di trasferimento fraudolento di valori con l’aggravante di aver agevolato l’associazione mafiosa dei Bellocco, in quanto avrebbe incassato 40.000 euro “con causale fittizia: restituzione per cucina” al posto dei due capi ultrà – “che attraverso tale fittizia attribuzione eludevano le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale” a cui erano sottoposti – come compenso di una “protezione mafiosa da loro fornita” a un conoscente “che aveva effettuato investimenti in Sardegna, osteggiati attraverso atti vandalici”.

Mente si attende la decisione della Prefettura sulla richiesta di protezione avanzata dal Procuratore Marcello Viola per il pm Paolo Storari, titolare con la collega Sara Ombra (la quale da tempo ha la scorta) dell’indagine che ha squarciato il velo sugli affari illeciti e gli intrecci con la criminalità organizzata e non solo nel mondo delle tifoserie di San Siro, dagli atti dell’inchiesta spuntano nuovi paricolari. Si va dalla sete di ‘vendetta’ dalla suocera di Bellocco, che il giorno dopo l’omicidio del genero accoltellato un mese fa da Beretta, arrivata dalla Calabria a Cernusco sul Naviglio e intercettata, al fratello della vittima ha detto: “e dove ti rassegni, e dove?… che ho la rabbia per davvero, ti giuro…devi andare a combinare lo sai che?…devi combinare una strage, ce l’ha tolto davanti un giovane di figlio senza un perché…senza un perché”.

E poi, come emerge da una nelle molte carte depositate alle difese, sono stati documentati “contatti e incontri che appaiono essere prodromici a movimentazioni di partite di droga” . In più ci sono tante intercettazioni sugli interessi di Gherado Zaccagni, ai domiciliari, che, al telefono con Caminiti, puntava anche a mettere le mani sui parcheggi nei pressi dell’Olimpico di Roma cercando addirittura di avere un “endorsement”, mai concesso, per un “contatto” con il presidente della Lazio, Claudio Lotito e tentando di smuovere i vertici del Coni. Infine c’è anche Fedez. con la rissa al ‘The Club’ e l’aggressione, successiva al personal trainer dei vip Cristiano Iovino. Secondo le testimonianze raccolte dagli investigatori il rapper avrebbe detto: “Lasciatemi stare, lasciatemi stare che l’ammazzo che io sono di Rozzano”.

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Trump, Israele dovrebbe colpite i siti nucleari iraniani

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Israele dovrebbe colpire i siti nucleari iraniani. Lo afferma Donald Trump, nel corso di un comizio in North Carolina. “La risposta doveva essere: colpite il nucleare prima e preoccupatevi poi”, ha detto il tycoon a chi gli chiedeva cosa pensasse della risposta data dal presidente americano Joe Biden sulla possibilità che lo Stato ebraico colpisca gli impianti atomici di Teheran. Biden si è detto contrario e nelle ultime ore ha frenato anche sul colpire i giacimenti petroliferi. “Se lo faranno, lo faranno. Scopriremo quali sono i piani” di Israele, ha aggiunto Trump. Il governo israeliano, secondo quanto riferito da Biden, non ha ancora definito la sua risposta all’attacco dell’Iran.

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Caccia eurofighter caduto a Birgi, indagati due ufficiali per la morte del pilota casertano Antonio Fabio Altruda

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Ci sono due indagati per la morte del pilota del 37esimo Stormo di Birgi, Antonio Fabio Altruda, 33 anni, originario di Caserta, precipitato il 13 dicembre 2022 con il suo caccia Eurfighter a poca distanza dalla base militare trapanese. Sono il maggiore Andrea Maida, pilota capo formazione del volo di trasferimento del velivolo e il colonnello Daniele Donati, ex comandante del 37esimo Stormo. Ieri il procuratore Gabriele Paci e il sostituto Antonella Trainito della Procura di Trapani ha richiesto l’incidente probatorio che mira ad accertare le cause dell’incidente, lo stato di efficienza dell’aeromobile e altre circostanze che hanno condotto all’incidente “indipendenti dalla condotta del pilota”. I genitori del pilota avevano presentato una denuncia alla Procura di Trapani e alla Procura militare di Napoli tramite l’avvocato Fabio Sammartano, sostenendo “la cattiva manutenzione del velivolo”.

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