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Tra le presunte vittime di Sean ‘Diddy’ Combs “anche un bimbo di nove anni”

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C’è anche un bimbo di nove anni tra le nuove presunte vittime di Sean ‘Diddy’ Combs, il pioniere dell’hip hop in attesa di processo a New York per reati di sesso e sfruttamento della prostituzione. È questa una delle rivelazioni di una conferenza stampa shock in cui uno studio legale di Houston ha prospettato denunce da parte di oltre 120 tra uomini e donne che affermano di esser finite nella rete dell’impero sessuale che faceva capo all’impresario. Lo scandalo esplode. Combs, secondo quanto affermato in conferenza stampa, sarebbe solo uno nella lista di “molte persone potenti” coinvolte nei cosiddetti freak off, festini a luci rosse in cui vittime drogate di entrambi i sessi erano costrette a accoppiarsi con prostituti. Il bambino di nove anni sarebbe stato abusato dopo un’audizione nello studio di registrazione Bad Boy, l’etichetta di Combs, a New York: “C’erano altri ragazzi, tutti speravano di ottenere un contratto.

Tutti minorenni. Lui sarebbe stato violentato da Combs e da altri nello studio con la promessa ai genitori che avrebbe avuto un contratto”, ha detto l’avvocato Tom Buzbee, che rappresenta alcune delle presunte vittime pronte a uscire allo scoperto con la magistratura. Gli abusi sarebbero avvenuti tra 1991 e 2024. Ventinove tra le nuove presunte vittime all’epoca erano minorenni. Tra le droghe usate ci sarebbe stata la Xylazine, un analgesico e miorilassante utilizzato in veterinaria per sedare animali di grandi dimensioni come cavalli e bovini durante interventi chirurgici.

Secondo la Nbc, lo studio legale di Buzbee e l’Ava Law Group contano di formalizzare le accuse a New York, Los Angeles e Miami entro i prossimi 30 giorni. Intanto, secondo quanto riferito da Ariel Mitchell-Kidd, un’avvocata di Miami che sta rappresentando una delle vittime, starebbe girando sul mercato un video in cui si vedono Combs e un’altra celebrità “di serie A” impegnati in atti a luci rosse nella casa del pioniere dell’hip hop ad Atlanta.

L’avvocata ha detto di esser stata contattata dal “venditore” e di aver visto una parte della clip in cui l’altra personalità “è chiaramente riconoscibile ed è ancora più famosa” di ‘Diddy'”. Ai party di Combs, sia i ‘freak out’ che i white parties agli Hamptons, l’impresario amava coinvolgere ricchi e famosi del mondo dell’entertainment, ma non solo: secondo il biografo della casa reale britannica Christopher Andersen, perfino i principi William e Harry, quando erano giovani, avrebbero ricevuto inviti, peraltro sempre respinti su input dei consiglieri di Buckingham Palace. Gli inviti cessarono quando William si fidanzò con Kate Middleton.

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Kiev: sei ufficiali nordcoreani uccisi nel Donetsk

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Sei ufficiali della Corea del Nord sono stati uccisi in un attacco missilistico nel Donetsk occupato dai russi. A riferirlo sono state fonti dell’intelligence militare di Kiev a Interfax-Ucraina. Una notizia che rappresenta l’ennesima conferma di una collaborazione molto forte, non solo al livello logistico ma anche sul campo di battaglia, tra la Russia di Putin e il regime di Pyongyang.

Mentre il Financial Times evoca l’ipotesi di un ingresso di Kiev nella Nato se l’Ucraina cedesse territori a Mosca. Secondo Interfax-Ucraina, nel raid in Donetsk avvenuto il 3 ottobre scorso, altri tre militari nordcoreani sono rimasti feriti. Il Gur, il servizio di intelligence militare ucraino, aveva già riferito in precedenza dell’arrivo tra le file russe di un piccolo contingente di personale militare nordcoreano, in particolare un’unità di ingegneria, sottolineando “la cooperazione attiva tra Russia e Corea del Nord” nella guerra all’Ucraina. L’Ukrainska Pravda conferma che già a giugno era trapelata la notizia che Kim Jong-un aveva inviato forze del genio militare per partecipare ai “lavori di ricostruzione” nell’oblast del Donetsk occupato.

Ma il Pentagono all’epoca era già convinto che le truppe nordcoreane in Ucraina sarebbero diventate carne da cannone. Mentre l’intelligence occidentale avrebbe stimato che circa la metà dei circa tre milioni di proiettili di artiglieria utilizzati dalla Russia all’anno provengono dalla Corea del Nord. Sempre sul fronte militare e sempre nel Donetsk, fonti dell’aeronautica ucraina hanno diffuso la notizia che un aereo russo che stava lanciando bombe aeree guidate (Gab) sul territorio controllato dall’Ucraina sarebbe stato abbattuto per errore dalle stesse truppe russe.

Intanto, sul versante diplomatico, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato che parteciperà al vertice internazionale sulla difesa dell’Ucraina che si terrà il 12 ottobre a Ramstein, in Germania, al quale prenderanno parte tra gli altri il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e la premier Giorgia Meloni. In quell’occasione Zelensky ha fatto sapere che presenterà “misure chiare e concrete per una giusta fine alla guerra”. Una possibile soluzione negoziata del conflitto è anche il tema al centro di un pezzo del Financial Times. Secondo il quotidiano della City, la stessa Ucraina e i suoi alleati starebbero valutando un possibile compromesso che prevede l’ingresso di Kiev nella Nato in cambio di una soluzione diplomatica sui territori occupati dalla Russia.

L’Ft scrive che i diplomatici europei ritengono che ci dovrebbero essere significative garanzie di sicurezza in un’eventuale soluzione negoziata in cui la Russia abbia il controllo “de facto ma non de jure” dei territori ucraini attualmente occupati. L’ipotesi di cedere territori e guadagnare l’accesso all’Alleanza “potrebbe essere l’unica possibilità” ma, ha osservato un diplomatico occidentale, per Kiev questo è un tabù, almeno in pubblico. Per questo al centro del confronto ci sono la natura e i tempi delle garanzie di sicurezza di cui Kiev avrebbe bisogno per sostenere un accordo in questo senso. Un’intesa non è facile neanche fra gli alleati, con gli Stati Uniti fermi sulle dichiarazioni ufficiali di un “futuro ingresso nella Nato” nel timore che offrire garanzie di difesa collettiva sulla base dell’articolo 5 prima che la guerra sia finita rischi di trascinare gli Stati Uniti in un conflitto diretto con Mosca.

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Usa, Sinwar vuole trascinare Israele in una guerra più ampia

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– Il leader di Hamas Yahya Sinwar è diventato più fatalista dopo quasi un anno di guerra a Gaza ed è determinato a vedere Israele coinvolto in un più ampio conflitto regionale. Lo riporta il New York Times citando valutazioni dell’intelligence americana, secondo al quale Sinwar ritiene che non sopravvivrà alle guerra e questo ha ostacolato i negoziati per il rilascio degli ostaggi. Una guerra più ampia per Israele, secondo Sinwar, lo costringerebbe ad allentare la pressione su Gaza.

L’atteggiamento di Sinwar, aggiunge il New York Time citando fonti americane, si sarebbe inasprito nelle ultime settimane e i negoziatori statunitensi ritengono ora che Hamas non abbia intenzione di raggiungere un accordo con Israele. Anche il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha respinto le proposte nei negoziati e assunto posizioni che hanno complicato i colloqui. Secondo i funzionari americani Netanyahu sarebbe preoccupato soprattutto per la sua sopravvivenza politica e potrebbe non ritenere un cessate il fuoco a gaza nel suo interesse.

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Khamenei, le nazioni musulmane hanno un nemico comune

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Le nazioni musulmane hanno un “nemico comune” e devono “cingere una cintura di difesa” dall’Afghanistan allo Yemen e dall’Iran a Gaza e al Libano. Lo afferma il leader supremo iraniano Ali Khamenei mentre presiede le preghiere del venerdì in Iran per la prima volta in cinque anni. Lo riporta Sky News. La Guida Suprema ha aggiunto che l’attacco del 7 ottobre di Hamas contro Israele, “è stato un atto legittimo, così come l’attacco dell’Iran al Paese questa settimana”. Il raid missilistico è la “punizione minima” per i crimini di Israele, ha affermato Khamenei.

“Il brillante attacco dell’Iran – ha affermato la Guida Suprema citato dalla TV di Stato – è stata la minima punizione per i crimini senza precedenti del regime lupesco e assetato di sangue che è il cane rabbioso degli Stati Uniti nella regione. L’Iran continuerà ad adempiere al suo dovere né con fretta né con ritardo. I nostri responsabili politici e militari agiranno con logica e saggezza”.

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