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Cronache

Maltempo: nonna e nipotino dispersi nel Pisano, ritrovato il corpo della donna

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Erano stati travolti dalle acque la sera di lunedì 23 settembre Montecatini Val di Cecina (Pisa), 30 set. – (Adnkronos) – E’ stato ritrovato il corpo della nonna, dispersa con il nipotino, dopo la piena del torrente Sterza, nel comune di Montecatini Val di Cecina, in provincia di Pisa, scatenata dall’ondata di maltempo che si era abbattuta sulla zona tra il pomeriggio e la sera del 23 settembre scorso. Il cadavere di Sabine Kingabuer, 62 anni, era finito a circa 6 chilometri di distanza dal punto in cui la piena l’aveva travolta mentre teneva in braccio Noah Wagner, di appena 5 mesi, cittadini tedeschi, residenti con la famiglia a Monaco di Baviera, che stavano trascorrendo una vacanza in Toscana da una decina di giorni. Un operatore dei mezzi pesanti di una ditta privata che lavorava alla rimozione dei detriti e dei cumuli vegetali, percorrendo una strada vicinale, oggi pomeriggio ha scorto tra la vegetazione quel che poteva sembrare un corpo. I vigili del fuoco e i carabinieri giunti sul posto hanno constatato la presenza di un cadavere di sesso femminile, che poi è stato identificato nella donna dispersa durante il nubifragio. Nessuna notizia invece del bambino. Gli altri componenti della famiglia tedesca si sono salvati dall’esondazione del torrente nella stessa serata: il padre e la madre di Noah, Alexander Wagner, 33 anni, e Mona Kingbauer, 37 anni, e il nonno materno Peter Kingbauer, 62 anni.

Il 23 settembre, intorno alle ore 21,30, l’acqua del torrente Sterza ha iniziato a salire e in breve tempo il casolare di campagna, trasformato in casa-vacanze e affittato dalla famiglia tedesca è stato invasato per oltre due metri e mezzo. La famiglia è salita sul tetto in attesa dei soccorsi ed è iniziato il dramma. Secondo quanto è stato ricostruito, alla nonna sarebbe caduto dalle mani il piccolo e si sarebbe lanciata nell’acqua per salvarlo e da quel momento si sono perse le tracce di entrambi. Nella notte della tragedia al confine tra le province di Pisa e Livorno in 6 ore su un fazzoletto di territorio di alcune decine di chilometri quadrati sono caduti fino a 226 millimetri di pioggia, un record storico secondo gli esperti di meteorologia.

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Cronache

Maresciallo arrestato lascia carcere militare e va a domiciliari

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Lascia il carcere militare e va agli arresti domiciliari il comandante Davide Oddicini, il maresciallo finito in cella per corruzione, concussione, accesso abusivo ad atti coperti da segreto e falso. Il militare era stato arrestato dai colleghi del nucleo investigativo di Genova e sospeso dal servizio.

Il giudice ha accolto la richiesta dell’avvocato Andrea Testasecca. Per il gip sussistono i gravi indizi ma i domiciliari appaiono adesso una misura adeguata. Nel frattempo proseguono gli accertamenti degli investigatori, coordinati dalla pm Gabriella Dotto e dall’aggiunto Vittorio Ranieri Miniati. Sotto la lente sono finiti anche due arresti “dubbi”.

Gli investigatori hanno deciso di approfondire questi due episodi anche dopo le audizioni, come persone informate dei fatti, dei colleghi sottoposti al maresciallo. I carabinieri sentiti hanno spiegato che in alcuni casi era lo stesso Oddicini a redigere personalmente i documenti, pur non avendo assistito alle operazioni, facendoli allontanare dall’ufficio. L’ex comandante, tra le varie contestazioni, ha anche quella di avere falsificato i verbali di arresto di uno straniero.

L’uomo, infatti, era stato accusato di rapina impropria sulla base di verbali che, per l’accusa, sarebbero stati “aggiustati” dal carabiniere. Oddicini si è difeso dicendo di essersi basato sulla testimonianza dei presenti (in quel caso una delle testimoni era la fidanzata). Anche per gli accessi al sistema ha dato una sua spiegazione: la maggior parte erano connessi ad attività di indagine, mentre alcuni li ha fatti perché glielo hanno chiesto alcuni amici.

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Cronache

Fa segnale d’aiuto ai carabinieri per strada e si salva da strupro, arrestato 38enne

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Fermato dai carabinieri della compagnia di Roma Centro un cittadino tunisino di 38 anni per violenza sessuale ai danni di una donna 39enne. I militari sono intervenuti dopo aver notato camminare sul marciapiede di via Einaudi una strana coppia per cui l’uomo teneva stretta per mano la donna che, nell’incontrare la pattuglia di militari ha attirato con lo sguardo la loro attenzione, portando la mano libera dietro la schiena per fare il gesto convenzionale antiviolenza ‘Signal for help’ che è stato subito riconosciuto dai militari.

Chiesti i loro documenti, l’uomo ha subito tentato di scappare ma è stato inseguito e fermato dopo circa 200 metri da uno dei militari. La donna ha denunciato di essere stata avvicinata poco prima nell’area cantiere di piazza dei Cinquecento dall’uomo che, dopo averle offerto e fatto consumare del crack, le aveva chiesto in cambio un rapporto sessuale e al suo rifiuto ha iniziato a molestarla, minacciandola di farle del male se non avesse ceduto alla sua richiesta. Così la donna ha finto di accettare convincendolo a spostarsi in una strada vistasi in estremo pericolo, gli aveva fatto credere di accettare, convincendolo a spostarsi nella strada più trafficata.

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Cadavere riemerge dal fiume a Rimini, ipotesi di omicidio

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Cadavere riemerge dal fiume Uso, è un omicidio. Lo confermerebbe l’autopsia disposta dalla Procura della Repubblica sul corpo ritrovato il 29 ottobre: l’uomo, Abderrahman Hamdane, 48 anni, cittadino marocchino, è stato ritrovato senza vita galleggiare lungo il fiume, nel tratto compreso tra il comune di Bellaria Igea Marina e quello di San Mauro Pascoli. Aveva in tasca cellulare e documenti, oltre a pochi euro in contanti, ed è stato subito identificato come regolare sul territorio. Lunedì infatti avrebbe dovuto firmare il contratto di lavoro come bracciante e invece giovedì scorso il suo corpo è stato notato da alcuni addetti allo sfalcio che operavano sulla stradina di ghiaia lungo il canale. Il cadavere era riverso a faccia in giù in acqua. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Bellaria Igea Marina, i vigili del fuoco e la polizia municipale. Indagano ora i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Rimini coordinati dal sostituto procuratore Alessia Mussi. L’ipotesi è quella di omicidio volontario.

La morte risalirebbe a poche ore prima del ritrovamento, al momento si ipotizza uno strangolamento o lesioni interne successive ad un’aggressione. Sicuramente quando il 48enne è entrato nel fiume era già morto, perché l’autopsia ha rivelato che non c’era acqua nei polmoni. La salma era stata recuperata dalla squadra di soccorso acquatico dei vigili del fuoco. Hamdane era arrivato in aereo dal Marocco con un volo su Bologna e aveva preso alloggio a casa dei familiari. Ad aspettarlo in Italia infatti c’erano i cognati mentre la moglie era rimasta in Marocco. Probabilmente l’intenzione era di rimanere in Italia per pochi mesi e poi tornare a casa. Il suo corpo è stato quindi ripescato a circa 300 metri dalla casa che condivide con i parenti a Bellaria Igea Marina. Un uomo dal passato specchiato, così come quello dei familiari che sono tutti lavoratori, nei campi e come muratori, e che non hanno alcun precedente.

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