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Calcio: la Lazio sgonfia il Toro, granata addio primato

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A Torino passa la Lazio, i biancocelesti trovano il primo squillo esterno in campionato vincendo per 3-2 dopo 95 minuti tiratissimi e caratterizzati dal nervosismo finale. Guendouzi e Dia lanciano la squadra di Baroni, Adams ridà speranze ai granata e Noslin chiude i conti appena entrato, poi la rete di Coco arriva in pieno recupero ma è troppo tardi per il Torino, al primo tonfo in serie A in questa stagione ma anche alla seconda sconfitta in cinque giorni, dopo quella di martedì in Coppa Italia con l’Empoli. Il sogno del primato del Toro è già svanito.

Vanoli è costretto a rivedere i suoi piani già durante il riscaldamento: Milinkovic-Savic alza bandiera bianca per un fastidio al ginocchio, postumi della botta subita nella sfida di Coppa Italia, al suo posto gioca Paleari. La difesa scelta dal tecnico è quella di inizio campionato, con Vojvoda e Masina ai lati di Coco. A centrocampo Tameze vince il ballottaggio con Linetty per affiancare Ricci e Ilic, a sinistra c’è Sosa e in attacco Sanabria la spunta su Adams nel tandem con Zapata. Nella Lazio recupera Castellanos, riferimento avanzato sostenuto dal tridente di trequartisti Isaksen-Dia-Zaccagni, mentre Guendouzi e Rovella fanno da schermo davanti al quartetto Lazzari, Gila, Romagnoli e Tavares.

La sfida si mette subito in salita per i granata, il vantaggio della Lazio arriva dopo appena 8 minuti: Vojvoda pasticcia e apre un’autostrada per Taveres, il laterale premia l’inserimento di Guendouzi in mezzo all’area e Paleari è battuto. Il Toro prova a reagire ma non riesce a costruire praticamente nulla tra i tanti errori tecnici commessi e un’ottima fase difensiva da parte dei biancocelesti. Nel finale di tempo, però, ecco due squilli, con Sosa che calcia ma troppo centralmente e soprattutto con Ilic, sul quale Provedel vola per salvare la sua porta. Come già accaduto in Coppa Italia, Vanoli torna dagli spogliatoi con il tridente per provare a recuperare: Adams sostituisce Tameze, il tecnico cambia anche in fascia con Pedersen che prende il posto di Sosa e Lazaro che trasloca a sinistra.

E’ la Lazio, però, ad andare molto vicina al raddoppio, con Paleari costretto a due grandi interventi su Castellanos e Romagnoli. Un destro di Adams mette i brividi a Provedel e infiamma il Grande Torino, ma sul capovolgimento di fronte ci pensa Dia a gelare lo stadio e a insaccare il raddoppio biancoceleste. Il Toro diventa ancora più offensivo con Vlasic e Njie, Paleari salva dal tris nell’uno contro uno con Castellanos e Adams riaccende le speranze di rimonta al 67′ con un destro che fulmina Provedel. La sfida si scalda, l’arbitro Sozza espelle Vanoli per proteste con un doppio giallo in pochi secondi e i biancocelesti cominciano anche a giocare con il cronometro, mandando su tutte le furie i granata. Baroni inserisce Noslin e al primo pallone fa 3-1 allo scoccare del 90′, il Toro cerca una disperata rimonta con la rovesciata di Coco al terzo dei cinque minuti di recupero.

La partita si chiude sul 3-2, per la Lazio è la prima vittoria in trasferta dopo le due sconfitte a Udine e a Firenze. Per Vanoli, al 100esimo giorno in granata, è il secondo tonfo casalingo nel giro di cinque giorni dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia. Nel prossimo turno Zapata e compagni andranno a far visita all’Inter mentre la Lazio ospiterà l’Empoli.

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Futuro nelle mani del Tas, tutte le incognite per Sinner

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Il nuovo processo, i tempi incerti, così come l’esito. Jannik Sinner è ripiombato nel limbo: il ricorso della WADA contro l’assoluzione decisa dall’ITIA per la positività al clostebol del tennista numero uno al mondo ha riaperto un iter che lo stesso campione dava per chiuso. Dopo aver ribadito che anche il nuovo passaggio dimostrerà la sua innocenza, l’azzurro comunque dovrà affrontare un altro percorso che si annuncia piuttosto lungo.

Intanto continua a giocare, e lo farà anche a Pechino dove da campione in carica affronterà i quarti del torneo Atp 500 contro il polacco Jiri Lehecka. E lo dovrà fare nei prossimi mesi, intensi, tra le Finals di Davis a Malaga, le Atp Finals e a scavallare al nuovo anno gli Open d’Australia dove arriverà da campione in carica. E sempre con il peso del giudizio e il timore che quanto deciso dall’International Tennis Integrity Agency possa essere ribaltato.

“E’ importante sottolineare che, ad oggi, Sinner non risulta sospeso e, conseguentemente, potrà proseguire la propria attività agonistica senza limitazioni di alcun genere – spiega l’esperto di diritto sportivo, avvocato Cesare Di Cintio -. Il procedimento, regolarmente incardinato, prevede che la WADA presenti le motivazioni nel termine perentorio di 10 giorni (che potranno essere prorogabili) dal deposito del preannuncio del ricorso”.

L’iter è piuttosto standard: “Successivamente la difesa di Sinner disporrà di 20 giorni (anche questi prorogabili) per costituirsi nel giudizio sostenendo le proprie difese – aggiunge Di Cintio -. Si procederà quindi alla nomina del collegio arbitrale composto da tre giudici, uno nominato dal TAS con funzioni di Presidente, uno nominato dalla difesa di Sinner e l’altro dalla WADA. Il Collegio giudicante nominato analizzerà il caso e regolerà la cadenza degli ulteriori incombenti processuali. In assenza di proroghe, la prima udienza potrebbe essere fissata per dicembre. Data la particolarità del caso, tuttavia, potrebbero essere necessarie diverse udienze prima di giungere alla decisone finale”. L’agenzia antidoping – sotto accusa dopo il caso dei nuotatori cinesi ammessi a gareggiare a Tokyo nonostante casi di doping, vuole ora ritrovare credibilità mostrando il pugno duro – ha chiesto una squalifica da uno a due anni.

“La Wada, come in primo grado, presumibilmente sosterrà che, seppur rilevato in piccole quantità, il clostebol risulta comunque dopante e, come tale, proverebbe la negligenza dell’atleta che è sempre tenuto a prestare la massima attenzione e non esporsi a contaminazioni con prodotti proibiti – sottolinea Di Cintio -. Sinner, tuttavia, potrà contare su due elementi a suo favore: la bassissima concentrazione del prodotto rilevato che, secondo le perizie già agli atti, può essere giustificata solo mediante una contaminazione involontaria e sul precedente simile di Palomino, in cui la stessa sostanza era presente in misura superiore e, comunque, si era concluso con l’assoluzione dell’atleta. Quelli indicati sono tutti elementi che potrebbero portare alla assoluzione di Sinner”.

Due però i precedenti in senso contrario: i due sciatori di fondo norvegesi, Therese Johaug e Martin Sundby. Anche qui il clostebol nel mirino, la difesa con assunzione involontaria non accolta dalla giustizia sportiva, con il Tas che addirittura aumentò la sanzione della sciatrice da 13 a 18 mesi, lasciandola fuori dai Giochi invernali del 2018. Sinner intanto va avanti, confidando nel sostegno dei tanti tifosi che in tutto il mondo in questi giorni gli si stringono intorno: ‘forza Jannik’ il grido sui social. E anche il rivale Carlos Alcaraz lo sostiene: “Mi dispiace per quello che sta passando: il caso era chiuso, avevano stabilito che era innocente: tutto questo non fa bene al nostro sport, spero che Jannik possa continuare a fare bene come sa fare quello che più ama. Il tennis”.

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Tadej Pogacar: il ‘Cannibale’ del nuovo millennio conquista il Mondiale e scrive la storia del ciclismo

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Un’impresa epica che rimarrà nella storia non solo del ciclismo, ma dello sport in generale. Tadej Pogacar si conferma il dominatore assoluto delle due ruote, conquistando il 23° successo stagionale e, soprattutto, vincendo il Mondiale di ciclismo a Zurigo, un risultato che lo proietta nella leggenda.

Con questa vittoria, Pogacar eguaglia e supera le imprese storiche di campioni come Eddy Merckx, noto come il “Cannibale”, che nel 1974 riuscì a vincere nello stesso anno Giro, Tour e Mondiale. Ma il giovane fenomeno sloveno ha fatto perfino meglio, portando a casa sei vittorie di tappa sia al Giro che al Tour, oltre alla maglia iridata.

Un attacco a 100 chilometri dalla fine: Pogacar incanta Zurigo

La straordinaria vittoria di Pogacar è stata caratterizzata da un attacco sorprendente, partito quando mancavano ancora 100 chilometri al traguardo. Lo sloveno ha lasciato il gruppo dei migliori, lanciandosi in una fuga assieme all’azzurro Andrea Bagioli, che però ha perso contatto poco dopo. Successivamente, Pogacar ha ripreso un gruppetto di outsider per poi staccarli uno dopo l’altro con un secondo attacco devastante, a 76 chilometri dall’arrivo.

Una cavalcata da leggenda, che ha ricordato quanto già fatto da Pogacar il 2 marzo scorso alle Strade Bianche, dove aveva piazzato l’attacco decisivo a 81 chilometri dal traguardo. A Zurigo, l’anticipo tattico ha colto di sorpresa i suoi avversari, come ha ammesso lo stesso Remco Evenepoel, che ha chiuso la gara al 5° posto: “Mi ha sorpreso, non credevo che partisse così presto”, ha dichiarato il belga.

Pogacar: il nuovo re del ciclismo

Alla fine, Pogacar ha tagliato il traguardo con 34 secondi di vantaggio su Ben O’Connor, che ha conquistato la medaglia d’argento, e 58 secondi sul campione uscente Mathieu Van der Poel, medaglia di bronzo. Il fenomeno sloveno ha così regalato alla sua nazione il primo titolo mondiale della storia, confermandosi come il nuovo re del ciclismo.

Le parole di Pogacar dopo il trionfo riflettono l’intensità della sua impresa: “Non posso credere a quello che è successo. Dopo una stagione del genere, mi ero messo molta pressione addosso. Sapevo che oggi non potevo sbagliare”. L’attacco vincente non era pianificato, ha ammesso Pogacar, ma il suo istinto e la sua straordinaria forza fisica lo hanno portato a dominare la corsa.

Gli italiani e il futuro del ciclismo

Se Pogacar ha dominato la scena, gli italiani sono stati purtroppo assenti dai vertici della classifica. Il miglior piazzamento è stato quello di Giulio Ciccone, arrivato 25° a oltre sei minuti dal nuovo campione del mondo. Una situazione che rispecchia lo stato attuale del ciclismo professionistico italiano, sperando in una crescita delle nuove generazioni.

Un segnale di speranza arriva proprio dai giovani, con Lorenzo Finn che ha vinto il Mondiale Juniores a Zurigo e si è imposto anche nella Olgiate Molgora-Madonna del Ghisallo, mostrando un talento che potrebbe portare frutti nei prossimi anni.

Tadej Pogacar ha dimostrato ancora una volta di essere un ciclista straordinario, capace di dominare su tutti i terreni e in tutte le competizioni. Il suo 2024 è stato un anno perfetto, con vittorie in grandi classiche come la Liegi-Bastogne-Liegi, il Giro d’Italia, il Tour de France, e infine il titolo mondiale. Pogacar è il nuovo “Cannibale” del ciclismo e ha già scritto una pagina indelebile nella storia di questo sport. Il futuro del ciclismo, almeno per ora, sembra appartenere a lui.

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Finale Vuitton Cup, è parità tra Luna Rossa e Ineos

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Luna Rossa ha battuto Ineos Britannia nella quarta regata della finale di Louis Vuitton Cup e si è portata sul 2-2. La sfida è partita dopo numerosi rinvii a causa del vento forte.

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