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Idf, insieme a Nasrallah uccisi altri 20 leader Hezbollah

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Israele ha dichiarato di aver ucciso altri 20 leader di Hezbollah di diverso grado durante l’attacco che ha portato all’uccisione di Hassan Nasrallah presso il quartier generale del gruppo venerdì. Come già riportato, tra i nomi figura Ali Karaki, leader del fronte meridionale di Hezbollah. Le Forze di Difesa Israeliane (Idf), citate dalla Bbc, hanno inoltre affermato di aver ucciso Ibrahim Hussein Jazini, capo dell’unità di sicurezza di Nasrallah, e Samir Tawfiq Dib, descritto dall’Idf come “confidente e consigliere di lunga data di Nasrallah”. L’esercito ha aggiunto che il quartier generale di Hezbollah era situato sotto diversi edifici civili.

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Trump: Kamala disabile mentale, clandestini mostri

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Kamala “una disabile mentale” che se vince trasformerà il Paese in un “inferno del terzo mondo”, consentendo l’arrivo di migranti in gran parte “mostri”, “assassini a sangue freddo”, “animali vili”, “stupratori”. Nel suo comizio indoor (per motivi di sicurezza) a Prairie du Chien, nello stato in bilico del Wisconsin, Donald Trump torna ad insultare la sua rivale democratica e rispolvera la sua retorica incendiaria contro gli immigrati in un discorso che lui stesso definisce particolarmente “dark”, persino per i suoi standard. E ammonisce che, senza la più grande espulsione di massa da lui promessa, gli Usa perderanno la loro cultura. Un intervento che cerca di preparare il terreno al suo ‘running mate’ JD Vance in vista del primo dibattito tra candidati vice contro Tim Walz, martedì sera su Cbs News.

Il tycoon ha attaccato Harris all’indomani della sua visita in Arizona al confine col Messico, dove ha annunciato di voler inasprire la stretta di Joe Biden sull’asilo per recuperare terreno su un tema dove è vulnerabile e dove aveva una posizione di sinistra. Come ha evidenziato Trump facendo proiettare un video che evidenzia la parabola dell’avversaria e chiedendo come mai non abbia fatto nulla in questi quattro anni alla Casa Bianca. “Dovrebbe dimettersi o essere messa sotto impeachment”, ha tuonato, accusandola di aver “riallocato negli Usa quasi il 5% dell’intera popolazione di Haiti e il 6% di quella di Honduras e Nicaragua”, Paesi considerati “pericolosi” per i viaggiatori dal dipartimento di stato. Affiancato da poster con immagini di migranti condannati per crimini, Trump ha dipinto una cupa visione di un’America invasa da “terroristi” violenti, definendo Harris “disabile mentale” e sostenendo che le politiche al confine dell’amministrazione Biden sono “un tradimento della nazione americana”.

“Dobbiamo riportare queste persone da dove sono venute. Non abbiamo scelta. Perderete la vostra cultura, perderete il vostro paese, avrete una criminalità come nessuno ha mai visto prima”, ha detto Trump. Il tycoon ha descritto Prairie du Chien come una “piccola, bellissima città inondata” da un afflusso di migranti, riecheggiando la retorica che ha usato per descrivere falsamente Springfield, in Ohio, come vittima di migranti haitiani che mangiano gli animali domestici dei residenti. “Se Kamala venisse rieletta, la vostra città, e ogni città come questa, in tutto il Wisconsin e in tutto il nostro paese si trasformerebbe in un inferno del terzo mondo”.

La scelta di Prairie du Chien non è stata casuale: qui un venezuelano illegalmente negli Stati Uniti è stato arrestato a settembre per aver presumibilmente abusato sessualmente di una donna e per averne aggredito la figlia. “Trump non ha nulla di ‘ispirante’ da offrire al popolo americano, solo tenebre”, ha commentato la campagna di Harris. “Questa elezione riguarda due visioni molto diverse per la nostra nazione e vediamo questo contrasto nella campagna elettorale”, ha detto la candidata dem in California, attaccando il tycoon su aborto, economia, migranti. “Questa è probabilmente l’elezione più importante della nostra vita e una delle elezioni più importanti della vita della nostra nazione”, ha aggiunto, ricordando che in questa corsa testa a testa lei corre da “underdog” (sfavorita).

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Beirut e crisi di un milione di sfollati, emergenza umanitaria senza precedenti

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La parola “Beirut” è tornata tristemente a essere associata al termine “profughi”. La capitale libanese, storicamente un crocevia del Levante, è oggi travolta da un’emergenza umanitaria senza precedenti, con migliaia di persone in fuga dai bombardamenti israeliani che colpiscono la periferia sud, le regioni meridionali e la valle della Bekaa.

Il grido d’allarme di Najib Mikati

Il premier uscente del Libano, Najib Mikati, ha lanciato un allarme in vista di una prossima conferenza internazionale dei donatori per la “ricostruzione del Libano”. Mikati ha dichiarato che i continui attacchi israeliani stanno provocando il più alto numero di sfollati mai registrato nel paese, con una stima che potrebbe raggiungere il milione di persone. Questo dato è stato confermato anche da Nasser Yassin, ministro libanese incaricato di coordinare la risposta alla crisi.

Beirut e il collasso sociale: migliaia di famiglie senza tetto

Beirut e le sue periferie, insieme a città come Tripoli e l’area del Monte Libano, sono ormai invase da famiglie che hanno perso tutto. Queste si sommano ai circa 100.000 sfollati che hanno lasciato le loro case nel sud del Libano dall’inizio del nuovo conflitto tra Hezbollah e Israele, iniziato nell’ottobre scorso.

Questa nuova crisi si inserisce in un contesto già gravemente compromesso: il Libano, infatti, sta affrontando la peggiore crisi economica della sua storia, con un sistema sanitario privatizzato al collasso, un servizio elettrico praticamente inesistente e la mancanza di una rete idrica potabile.

Le conseguenze degli attacchi: migliaia di vittime

In soli dieci giorni di offensiva militare israeliana, il ministero della Salute libanese ha riportato la morte di mille persone e il ferimento di oltre seimila civili. L’incapacità del governo di rispondere adeguatamente all’emergenza ha suscitato dure critiche. “Il piano di emergenza del governo è stato un totale fallimento”, afferma Mahmud H., studente di politiche pubbliche all’Università americana di Beirut. La città è ormai un rifugio disperato per famiglie costrette a dormire all’aperto.

Critiche a Hezbollah: la popolazione abbandonata a se stessa

La gestione della crisi non ha risparmiato nemmeno Hezbollah, il partito armato che controlla gran parte del sud del Libano. Rasha A., residente di Tayyoune, quartiere meridionale di Beirut colpito dai bombardamenti, critica duramente la mancanza di preparazione del partito: “Come nel 2006, Hezbollah non ha fatto abbastanza per proteggere la sua gente. Sono fuggiti dalle loro case poco prima che venissero distrutte”. Le critiche sottolineano la mancanza di un piano adeguato per affrontare i bombardamenti, lasciando migliaia di persone in balia della guerra.

Il Libano tra crisi economica e guerra: una situazione disperata

Il Libano si trova oggi a dover affrontare una delle più gravi crisi umanitarie ed economiche della sua storia recente. La combinazione tra guerra e crisi economica ha messo in ginocchio la popolazione, che deve fare i conti con la mancanza di risorse basilari come acqua, cibo e assistenza medica.

La speranza per molti è che la comunità internazionale possa intervenire in modo significativo, ma nel frattempo la popolazione libanese si trova a vivere in una situazione di emergenza estrema, senza prospettive immediate di miglioramento.

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Israele conferma, decine di aerei hanno attaccato in Yemen

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“Decine di aerei dell’Aeronautica militare (Iaf), da combattimento, da rifornimento e dell’intelligence, hanno attaccato a 1.800 chilometri da Israele le aree di Ras Issa e Hodeidah nello Yemen”. Lo rende noto la stessa Iaf su X.

L’Aeronautica militare israeliana ha reso noto che nei raid sullo Yemen sono stati colpiti centrali elettriche e un porto marittimo, utilizzati per importare petrolio, che il gruppo Houthi legato a Teheran usa per trasferire nella regione armi iraniane. “L’attacco è stato effettuayo in risposta agli ultimi attacchi sferrati dagli Houthi contro lo Stato di Israele”, dichiara l’Iaf. E aggiunge che nell’ultimo anno “il regime terroristico Houthi ha operato sotto la direzione e il finanziamento dell’Iran, in collaborazione con le milizie irachene, per danneggiare Israele e interrompere la liberà di navigazione globale”.

Forti esplosioni si sono sentite nel porto di Hodeidah nello Yemen, dove sono state segnalati sette diversi attacchi da parte di Israele nello scalo principale. Secondo il canale al-Mayadeen vicino a Hezbollah, i raid miravano agli impianti di stoccaggio del petrolio nel porto di Ras Issa e e di Hodeidah. Fonti yemenite hanno riferito al canale che nel porto di Hodeida sono stati effettuati più di 10 attacchi dell’aeronautica militare e che anche l’aeroporto internazionale della città è stato attaccato.

Forti esplosioni si sono sentite nel porto di Hodeidah nello Yemen, dove sono state segnalati sette diversi attacchi da parte di Israele nello scalo principale. Secondo il canale al-Mayadeen vicino a Hezbollah, i raid miravano agli impianti di stoccaggio del petrolio nel porto di Ras Issa e e di Hodeidah. Fonti yemenite hanno riferito al canale che nel porto di Hodeida sono stati effettuati più di 10 attacchi dell’aeronautica militare e che anche l’aeroporto internazionale della città è stato attaccato.

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