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Crosetto, per ora niente ritiro dei militari in Libano

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Sud del Libano in fiamme dopo l’offensiva israeliana e l’uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Ma il contingente militare di Unifil, che comprende circa 1.000 soldati italiani, per ora resta al suo posto, lungo la Blue Line, la zona ‘cuscinetto’ al confine con Israele. Pronto a lasciare l’area con un piano di evacuazione che scatterà se la situazione dovesse precipitare. Lo ha assicurato il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Mentre il collega Antonio Tajani ha informato di aver parlato con il ministro degli Esteri di Tel Aviv, Israel Katz, “per avere garanzie sui militari italiani che sono nel luogo più complicato, dove ci sono scontri tra Hezbollah e israeliani. Ho ottenuto garanzie che non ci sarebbero stati attacchi dove ci sono i nostri militari. Così sta accadendo, è un impegno mantenuto e che stanno mantenendo”. Sono diecimila i militari dell’operazione Onu attiva da ben 46 anni. Il contingente nazionale è guidato dal generale Stefano Messina. Ci sono poi altri 200 militari italiani a Beirut nella missione bilaterale Mibil.

Crosetto ha colloqui quotidiani con il generale Messina, con il capo di Stato Maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, con il comandante del Covi, Francesco Figliuolo e con i colleghi dei Paesi dell’area. Il ministro vuole avere il polso della situazione ed assicurarsi che i militari restino fuori dagli scontri. I caschi blu, ha ribadito, “non sono l’obiettivo diretto degli attacchi, anche se l’incremento del livello e dell’intensità degli scontri ne rende possibile il coinvolgimento accidentale. In questo momento la presenza dei nostri militari è un elemento di garanzia che speriamo possa indurre le parti a una de-escalation, creando le condizioni per riaprire il dialogo e avviare la mediazione”. C’è tuttavia preoccupazione per la situazione di sicurezza, che, ha sottolineato, “pur estremamente delicata, con riferimento ai nostri militari e al personale nazionale non presenta criticità immediata”.

Il ritiro del contingente, dunque, “non è al momento in discussione”. La Difesa, tuttavia, ha attivato, insieme alla Farnesina,”tutte le predisposizioni necessarie per una eventuale evacuazione dei civili italiani presenti nel Paese, qualora la situazione dovesse ulteriormente deteriorarsi”. I piani di evacuazione ci sono anche per i militari che, al momento, sono costretti sempre più spesso a scendere nei bunker per evitare rischi. Dispositivi che coinvolgono aerei e navi che incrociano nel Mediterraneo orientale sono pronti a scattare.

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Decreto omnibus: ravvedimento speciale, stretta sulla pirateria Tv e bonus psicologo tra le novità approvate

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Il decreto Omnibus si avvia a concludere il proprio iter legislativo in Senato con una serie di provvedimenti mirati a vari settori della vita economica e sociale italiana. Tra le novità più attese c’è il ravvedimento speciale, che mira a incentivare ulteriormente le adesioni al concordato biennale per le partite IVA, così come una nuova stretta sulla pirateria nel calcio TV, per combattere il fenomeno del cosiddetto “pezzotto”. Il provvedimento include anche semplificazioni nelle erogazioni legate al PNRR, un incremento dei fondi per il bonus psicologo e nuove misure per il commissario dei rifiuti in Sicilia.

Ravvedimento Speciale: un’opportunità per le partite IVA

Una delle misure più attese è sicuramente il ravvedimento speciale destinato a chi aderisce al concordato biennale con il Fisco. L’emendamento, presentato dalla maggioranza, consente a chi decide di aderire al concordato di usufruire di un ravvedimento per gli anni 2018-2022, con l’applicazione di un’imposta sostitutiva dell’IRPEF basata sul livello di affidabilità fiscale. L’IRAP, invece, sarà soggetta a un’imposta sostitutiva del 3,9%.

La misura, che ha un impatto stimato di circa 986 milioni di euro in cinque anni, è stata pensata per rendere il patto con il Fisco più attrattivo, con l’obiettivo di reperire risorse per l’estensione del taglio dell’IRPEF anche al ceto medio.

Lotta alla pirateria nel calcio Tv

Il decreto Omnibus introduce una nuova stretta sulla pirateria televisiva, in particolare sugli eventi sportivi, per contrastare il fenomeno illegale del “pezzotto”. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) potrà ordinare ai fornitori di servizi VPN e DNS di disabilitare l’accesso a contenuti pirata. Inoltre, i provider saranno obbligati a segnalare immediatamente le condotte penalmente rilevanti alle autorità competenti, con pene che possono arrivare fino a un anno di reclusione.

Bonus psicologo: aumentano i fondi per il 2024

Una delle novità sociali più rilevanti del decreto è l’incremento del bonus psicologo, con un’aggiunta di 2 milioni di euro per il 2024, portando il totale dei fondi a 12 milioni. L’emendamento è stato presentato dal deputato del Partito Democratico Filippo Sensi ed è stato accolto con consenso unanime. Questa misura si inserisce in un contesto di crescente attenzione al benessere mentale, reso ancora più urgente dalla pandemia.

Semplificazione per il PNRR e salvataggio della Fondazione Santa Lucia

Il decreto Omnibus introduce anche semplificazioni nell’iter delle erogazioni delle risorse legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con l’obiettivo di accelerare i pagamenti e garantire una maggiore efficienza nel processo. Sul fronte sanitario, è stata approvata una misura per il salvataggio della Fondazione Santa Lucia, un’eccellenza nel campo della riabilitazione neurologica nel Lazio.

Sicilia e gestione dei rifiuti

Un altro importante emendamento riguarda la gestione dei rifiuti in Sicilia, allineando i poteri del commissario straordinario per i rifiuti della Sicilia a quelli del commissario per i rifiuti di Roma. Questa misura mira a rafforzare la capacità della regione di affrontare l’emergenza rifiuti che affligge il territorio da anni.

Il futuro del Decreto omnibus

Il decreto Omnibus ha ottenuto il via libera delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato e, dopo l’approvazione in Aula, passerà in seconda lettura alla Camera dei Deputati, dove il dibattito è già stato fissato per mercoledì 2 ottobre. Il governo potrebbe porre la fiducia per assicurarsi una rapida approvazione del provvedimento.

Il decreto rappresenta un pacchetto di misure che affrontano diverse esigenze del Paese, con un impatto significativo sull’economia, il sociale e la legalità. L’obiettivo principale è quello di incentivare la regolarizzazione fiscale, combattere la pirateria e rafforzare la rete di sostegno psicologico e sociale, mentre continua la spinta verso la semplificazione amministrativa.

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Sospetti nel Pd su Conte, ‘fa un regalo alla destra’

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Nel campo largo è il momento dei sospetti. Il Pd resta l’unico partito unitario, non pone veti e cerca di smontare quelli degli altri. Ma, dopo le vicende liguri, fra le file dem crescono le diffidenze verso il M5s. Le ha messe in chiaro l’eurodeputata Pina Picierno, dell’ala moderata del partito: “Giuseppe Conte in queste ore sta facendo un regalo enorme alla destra e ai sovranisti – ha scritto sui social – Viene il sospetto che attenda, come Giorgia Meloni, i risultati delle presidenziali americane e come lei auspichi la vittoria di Trump per spostare ancora una volta l’asse delle sue alleanze”. A pesare è stata la scelta del M5s di chiudere la porta a Iv per l’alleanza in Liguria a sostegno della corsa dell’ex ministro Pd Andrea Orlando alla presidenza. Il timore è che, a cascata, anche nelle altre regioni al voto il M5s possa alzare il tiro.

Emilia Romagna e Umbria, dove le urne si apriranno il 17 e 18 novembre, sembrano però al riparo da scossoni. In entrambe le regioni c’è un accordo di campo largo, che dovrebbe tenere. Perché – è la spiegazione del Movimento – si parte da un “percorso comune e strutturato” di governo in Emilia Romagna e all’opposizione del centrodestra in Umbria. Mentre in Liguria i renziani “sostenevano la giunta di centrodestra di Marco Bucci, ora candidato della destra alla Regione. E per meri calcoli politici hanno provato con una piroetta a entrare nella nostra coalizione. Inaccettabile”. E poi – aggiungono i Cinque Stelle – in Liguria la nascita della coalizione è stata “repentina, per una situazione che è precipitata dopo lo scandalo della giunta Toti”, insomma non c’erano le condizioni per “lavorare ad un programma comune”, viste le “profonde differenze”. Ma la tenuta in Emilia Romagna e Umbria non rassicura tutti nel Pd.

“Credo che gli elettori e i militanti del centrosinistra meritino chiarezza e lealtà – ha aggiunto Picierno – perché nessuna alleanza può basarsi sulla volubilità e sui sondaggi: il futuro dell’Europa e del paese si gioca sul campo dei valori e della visione politica”.

A mettere in allarme è l’asse che si sta creando fra M5s e Avs – entrambe le forze sono contrarie all’ingresso di Iv e hanno votato allo stesso modo sulla Rai e in Ue sulle armi – e certi segnali che arrivano da altre regioni, in particolare dalla Campania e dalla Toscana, tutt’e due guidate da governatori Pd e al voto nel 2025. In Campania, il presidente Vincenzo De Luca è sostenuto da Pd, Iv e Azione. De Luca sta provando a giocare la partita del terzo mandato – anche se la segretaria Pd Elly Schlein frena – ma intanto, per le prossime elezioni, si fa largo l’idea di replicare lo schema Napoli, dove il sindaco Gaetano Manfredi è sostenuto da tutto il campo largo. In questo scenario di delicato equilibrio, l’ex ministro Sergio Costa, dei 5 Stelle, ha avanzato una sua candidatura alla presidenza della Regione.

Una mossa che qualche scompiglio l’ha creato: intanto perché era inaspettata, e poi perché sul nome del candidato governatore i giochi sono ancora tutti da fare. Non solo nella coalizione – il Pd potrebbe valutare l’ipotesi di cedere il passo a un Cinque Stelle – ma anche nello stesso Movimento: è circolato il nome dell’ex presidente della Camera Roberto Fico. Se in Campania sono i Cinque stelle ad agitare le acque, in Toscana ha cominciato Avs. Il presidente Eugenio Giani è sostenuto da Pd e Iv. In vista del 2025, però, sono in corso i lavori per il campo largo. Il Pd mira a ricandidare Giani, che è al primo mandato. Ma il leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, ha avvertito: “Se il quadro delle alleanze cambia, una cosa deve essere chiara, non può essere tutto come prima, serve una discontinuità. Il presidente della Regione non è scontato”.

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Elezioni Regionali Campania 2025: Sergio Costa tra i possibili candidati

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Con l’avvicinarsi della fine del secondo mandato del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, iniziano a emergere i primi nomi dei potenziali candidati per la corsa alle elezioni regionali del 2025. Tra questi, spicca quello di Sergio Costa, ex Ministro dell’Ambiente e attuale vicepresidente della Camera, appartenente al Movimento 5 Stelle (M5S). Nonostante le voci che circolano, Costa non conferma né smentisce ufficialmente la sua candidatura, ma si dichiara pronto a servire la sua regione se chiamato, lasciando la decisione nelle mani della comunità e della politica del territorio.

Sergio Costa: “Sono a disposizione della mia regione”

Durante un intervento alla Fiera del Libro di Napoli, Ricomincio dai Libri presso l’Archivio di Stato, Costa ha espresso il suo pensiero sulla possibilità di una candidatura. “Io, come tutti i politici, sono a disposizione della mia regione, ma non farò mai a gomitate per una funzione che deve nascere dal basso”, ha dichiarato, sottolineando l’importanza che una candidatura venga sostenuta dal territorio stesso.

Costa, noto per il suo impegno ambientale sia come ministro che come generale dei Carabinieri, ha spiegato che se la politica regionale lo ritenesse utile, accetterebbe con onore la sfida, ma altrimenti continuerebbe il suo percorso senza rimpianti. “Se vieni chiamato a rendere un servizio al tuo territorio, lo consideri un onore e un privilegio”, ha affermato Costa, sottolineando il legame con la Campania, regione dove ha lavorato intensamente, soprattutto in ambito ambientale.

Campania: una regione in cerca di risposte ambientali

Durante il suo intervento, Costa ha anche ricordato gli anni difficili della Campania durante la crisi dei rifiuti, riconoscendo il lavoro svolto da De Luca, ma ha evidenziato che ora è il momento di fare un ulteriore passo avanti. “Oggi bisogna mettere in sicurezza il territorio dal punto di vista ambientale e affrontare il problema delle bonifiche, specialmente nella Terra dei Fuochi, dove milioni di cittadini aspettano una risposta concreta”, ha affermato.

Secondo Costa, un altro aspetto fondamentale per il futuro della Campania è lo sviluppo delle energie rinnovabili. La regione, grazie alle sue risorse naturali come sole e vento, ha un potenziale significativo per ridurre i costi energetici e creare nuove opportunità di lavoro. “Accettare la sfida delle rinnovabili significa migliorare l’economia e offrire più lavoro ai nostri giovani”, ha dichiarato, aggiungendo che il coinvolgimento delle comunità locali sarà cruciale.

Il gelo tra De Luca e Manfredi e il ruolo del governo nazionale

Un altro tema affrontato da Costa riguarda i rapporti tesi tra il governatore De Luca e il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Secondo Costa, la frizione tra i due nasce principalmente dal ruolo del governo nazionale nella gestione delle risorse per la bonifica di Bagnoli, sito di interesse nazionale. Costa ha spiegato che, pur ritenendo giusto che Manfredi riceva le risorse necessarie, queste non dovrebbero provenire dai Fondi di Sviluppo e Coesione (FSC) regionali, ma da risorse statali.

“Sono d’accordo con il sindaco, ma capisco anche la frustrazione di De Luca”, ha aggiunto Costa, cercando di mediare tra le due posizioni. Sul tema del turismo a Napoli, Costa ha elogiato il lavoro di Manfredi, ma ha sottolineato la necessità di trovare un equilibrio tra lo sviluppo turistico e la qualità della vita dei residenti, in particolare nel centro storico.

Il futuro della Campania tra ambiente e sviluppo sostenibile

Sergio Costa, con la sua lunga esperienza nel settore ambientale e la conoscenza profonda del territorio campano, rappresenta una figura chiave nel dibattito politico regionale. Le sue idee per un futuro sostenibile, basato su bonifiche ambientali e sviluppo delle energie rinnovabili, potrebbero giocare un ruolo importante nella prossima tornata elettorale.

Mentre il governatore De Luca si prepara a concludere il suo mandato, la Campania si trova di fronte a sfide cruciali per il suo futuro economico e ambientale. Resta da vedere se Costa deciderà di candidarsi ufficialmente, ma è chiaro che il suo contributo al dibattito politico sarà rilevante.

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