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Samardzic replica a Castro, Bologna-Atalanta finisce pari

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Bologna a caccia della prima vittoria interna stagionale, Atalanta in cerca del riscatto dopo l’inatteso ko casalingo con il Como e di solidità difensiva, dopo gli 11 gol concessi nelle ultime quattro uscite: al Dall’Ara finisce in parità. La continuità la trova Castro, con la terza rete consecutiva. Il rimpianto di Italiano è il rosso rimediato da Lucumi tre minuti dopo il vantaggio, che trasforma la ripresa in una tricea. L’Atalanta ne approfitta e si salva all’ultimo respiro da una sconfitta che avrebbe avuto il sapore della beffa dopo una traversa e un palo: Samardzic trova la palla in buca d’angolo, De Ketelaere e Cuadrado non trovano il gol della vittoria in extremis.

Finisce tra i rimpianti di entrambe: il Bologna vede sfumare la vittoria in extremis, l’Atalanta non riesce a sfruttare la superiorità numerica. Nessuna delle due squadre rinuncia alla propria identità, nonostante l’emergenza e le sfide di Champions con Liverpool e Shakhtar in programma mercoledì’: Italiano deve rinunciare a all’ex Cambiaghi, Pobega, Ferguson ed El Azzouzi, Gasperini a Scalvini, Hien, Scamacca, Toloi. Ne esce un match di duelli uno contro uno a tutto campo, in cui basta una giocata o un anticipo per lanciarsi in campo aperto. Il Bologna ci prova al 3′ con Ndoye, ma Dijmsiti trova una chiusura provvidenziale che evita di lanciare lo svizzero in campo aperto e Castro tre minuti dopo trova il colpo di testa su cross di Lykogiannis ma non la porta.

Orsolini ruba palla a Ruggeri e si invola, ma pecca di egoismo e non serve Castro solo davanti alla porta facendosi murare da Djimsiti. Manca l’ultimo passaggio al Bologna, non all’Atalanta: De Ketelaere al 18 manda Lookman davanti a Skorupski, che con i piedi dice no all’attaccante nerazzurro: intervento salva risultato. Brescianini, invece, si infortuna a tu per tu con il portiere avversario tentando la conclusione sotto misura, sul cross di Kolasinac ispirato sempre da De Ketelaere: Skorupski si salva ancora. Castro è un rebus per Djisiti, che lo soffre: l’argentino esce e apre spazi, si lancia in profondità: i rossoblù producono mole di gioco e occasioni potenziali ma non conclusioni, l’Atalanta invece punge, per senza sfondare. Si va all’intervallo sullo 0-0 e al secondo minuto arriva la giocata di Castro che stappa il match: Castro mette a sedere Djimsiti, punta la porta e trova l’angolino alla sinistra di Carnesecchi con il tiro a giro.

Tre minuti dopo però, la frittata rossoblù. Lucumi si fa rubare palla al limite da De Ketelaere e commette fallo: giallo e rigore, che diventa punizione dal limite e rosso dopo revisione Var e sugli sviluppi Bellanova centra la traversa. Diventa assalto atalantino, con Lookman vicino al gol poco dopo. Italiano ridisegna il Bologna: dentro Casale ed Erlic, con Beukema spostato in mediana, Gasperini mette tutti i calibri pesanti: Pasalic, Cuadrado, Zaniolo e Retegui. L’Atalanta è arrembante ma non lucida. E neppure fortunata, perché dopo la traversa di Bellanova arriva al 44′ il palo di Samardzic, che un minuto dopo si rifà infilando la palla nel sette salvando l’Atalanta.

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Strage a Nuoro, l’omicida si è accanito sulla moglie Giusy Massetti

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Sarebbero stati quattro i colpi di pistola, due alla tempia e due al torace, che hanno ucciso Giusy Massetti, la casalinga di 43 anni di Nuoro, caduta per prima nella strage familiare di mercoledì mattina, nella casa di via Ichnusa, per mano del marito, l’operaio forestale di 52 anni, Roberto Gleboni, morto suicida dopo aver quasi sterminato la famiglia. Sono le prime indiscrezioni che arrivano nel giorno delle autopsie sui corpi dello stesso omicida, di Martina Gleboni di 25 anni, figlia maggiore della coppia, e di Paolo Sanna, il 69enne vicino di casa, ucciso solo perché si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato: l’uomo infatti stava salendo nel suo appartamento al terzo piano quando si è trovato di fronte l’operaio forestale con la pistola in mano.

I tre corpi sono esaminati oggi all’ospedale Brotzu di Cagliari, dal medico legale Roberto Demontis. L’elemento dei 4 colpi di pistola metterebbe in luce una sorta di accanimento di Roberto Gleboni nei confronti della moglie, quasi a confermare le molte voci che girano in città, nonostante i due coniugi fossero molto riservati: ovvero che negli ultimi mesi Giusy avrebbe maturato la decisione di separarsi e che l’operaio non avrebbe sopportato questa scelta. Domani il professor Demontis effettuerà le autopsie sui corpi delle altre due vittime: Giusy Massetti, la moglie di Rovberto, e Francesco Gleboni, il figlio di 10 anni della coppia.

Scampati alla morte il figlio 14enne dell’omicida – preso di striscio dall’arma e ricoverato nel reparto di Otorinolaringoiatria – e la madre 84enne dell’operaio forestale, colpita gravemente alla testa dal figlio (ricoverata in Rianimazione ma fuori pericolo) prima che lui stesso si togliesse la vita nella cucina dell’anziana. Ieri il 14enne è stato sentito per tre ore in audizione protetta dagli investigatori. Avrebbe risposto a tutte le domande e confermato la versione data ai Carabinieri nei momenti successivi alla strage: “A casa urlavano tutti”, aveva già spiegato. Il contenuto dell’audizione protetta – alla quale hanno partecipato anche una psicologa e un tutore legale nominati dalla Procura – rimane sotto stretto riserbo. Stasera il Comune di Nuoro ha organizzato una fiaccolata “per manifestare vicinanza e solidarietà alle famiglie delle vittime”. Il corteo è partito dalla casa di via Ichnusa ed è arrivato davanti alla cattedrale.

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Calcio: la Juventus torna al successo, Genoa ko 3-0

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Ritorno al successo per la Juventus che nel silenzio di un Ferraris a porte chiuse e senza tifosi dopo gli incidenti di mercoledì sera nel derby ha sconfitto un Genoa sempre più in crisi di risultati. Ci ha pensato Vlahovic con una doppietta e Conceicao nel finale, a riportare i tre punti in casa bianconera dopo tre gare consecutive terinate 0-0. L’attaccante serbo ha spezzato ad inizio ripresa su calcio di rigore, mano netta di De Winter, una gara dai ritmi lenti e che il Genoa stava cercando di controllare.

Poco dopo su assist di Koopmeiners ha chiuso di fatto la sfida con un preciso diagonale. A legittimare il successo anche una traversa di Koopmeiners su assist di Conceicao mentre al 44′ proprio il portoghese ha siglato il terzo gol su assist di Thuram. Poco ha potuto il Genoa che ha pagato le assenze di giocatori come Messias e Malinovskyi e l’infortunio al 23′ del primo tempo di Badelj. Gilardino ha provato a sorprendere gli avversari con il 2008 Ahanor sulla fascia sinistra ma è davanti che la coppia Pinamonti – Vitinha ha fallito senza impensierire mai Perin. Poche le emozioni nella prima frazione che non ha fatto registrare nemmeno un tiro nello specchio della porta.

Ci ha provato Vlahovic su punizione, alto e Koopmeiners con un diagonale terminato abbondamente a lato mentre nel finale un cross di Gonzalez dal fondo è stato smanacciato da Gollini. Genoa invece non pervenuto almeno sul fronte offensivo mentre è riuscito nella prima frazione a controllare con ordine una Juve poco arrembante. A cambiare il corso della gara ad inizio secondo tempo, al 2′, un tocco di mano di De Winter che ha intercettato un passaggio di Yldiz. Dagli undici metri Vlahovic non ha sbagliato portando i suoi in vantaggio di fatto senza che fino ad allora i bianconeri avessero mai concluso nello specchio. Subito il gol i rossoblù non si sono più rialzati e al 9′ Koopmeiners ha pescato Vlahovic largo, il serbo è entrato in area ed ha battuto Gollini con un preciso rasoterra sul secondo palo.

Sotto di due reti Gilardino ha provato a cambiare inserendo tra gli altri Ankeye e l’esordiente Kassa rischiando però di subire il terzo gol quando Conceicao, da poco entrato, ha servito dal fondo Koopmeiners in mezzo ma l’olandese ha colpito la traversa. Nel finale prime conclusioni del Genoa, un tiro di Kassa bloccato da Perin e una girata di Pinamonti alzata in angolo dall’ex portiere rossoblù proprio poco prima che Conceicao, su assist di Thuram, sigillasse il risultato segnando il terzo gol. Per i bianconeri vittoria netta e sesta gara consecutiva senza aver subito gol in campionato. Crisi profonda per il Genoa che ha raccolto un solo punto nelle ultime quattro partite. Nota a margine, l’incendio nel primissimo pomeriggio della batteria tampone di un gruppo di continuità elettrico nella stanza del Var. L’incendio è stato immediatamente spento e la batteria sostituita.

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Finale Vuitton Cup:3/a regata sotto vento, nulla di fatto

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Nulla di fatto nella terza regata della finale della Louis Vuitton Cup, nelle acque di Barcellona, nella battaglia fra il team di Luna Rossa e quello di Ineos Britannia che deciderà – al meglio delle 13 regate – chi sfiderà i Defenders del Team New Zealand nella 37/ma America’s Cup. Cominciata con due ore di ritardo per la mancanza di vento, è stata annullata per lo stesso motivo, perché non si è conclusa nel limite massimo di 45 minuti, Un esito felice per Luna Rossa che era stata distaccata dall’equipaggio di sir Ben Aislei e compagni, ancora una volta più graffiante in partenza. Si resta sull’onorevole 1-1 ottenuto nelle prime due regate, che ha evitato il bagno per il team Prada Pirelli. Che il mare fermo per il vento fra i 4 e i 6 nodi, insufficiente per regatare, non promettesse nulla di buono è stato chiaro dai continui rinvii della partenza, che ha accumulato un ritardo di 2 ore.

Con l’equipaggio classico – Francesco Bruni e James Spithill al timone; Adrea Tesei e Umberto Moliners timmer; Bruno Rosetti, Enrico Voltonini, Emanuele Liuzzi e Cesare Gabbia come cyclors – Luna Rossa è apparsa penalizzata dal vento leggero già alla prima virata, restando dietro Ineos di oltre 50 metri, destinati ad aumentare. In condizioni avverse, gli inglesi hanno mostrato di riuscire a guadagnare più terreno sugli azzurri allungando la distanza nel primo dei sei lati della regata a 190 metri di vantaggio, divenuto pari a 19 secondi al passaggio del primo gate.

Sul lato di poppa, Luna Rossa ha ritrovato l’abbrivio in un campo di vento favorevole, in direzione opposta a quella di Ineos Britannia. riuscendo a recuperare il distacco e a sorpassare gli avversari. Ma l’illusione è durata poco e alla seconda boa gli inglesi sono tornati avanti, prendendo velocità sul terzo lato del campo di regata, chiuso dall’AC75 britannico con 400 metri di vantaggio sul Team Prada Pirelli. Ineos ha continuato a guadagnare nelle manovre e per costanza, tanto che al gate 3 il ritardo di Luna Rossa era salito a 1 minuto e 28 secondi, dopo la virata supplementare per raggiungere le boe.

Un momento difficile per Checco Bruni e compagni, ma il peggio doveva ancora venire. E’ arrivato quando, dopo aver ridotto a 200 metri il distacco, Luna Rossa è caduta dal foil, mentre Ineos ha allungato di nuovo. Ma è stata questione di secondo prima che anche l’imbarcazione degli inglesi finisse in modalità dislocata. Entrambi i bolidi di carbonio sembravano due grandi capodogli sul punto di arenarsi con le pance nell’acqua.

Quando mancavano 15 minuti per finire fuori tempo massimo, Luna Rossa è sembrata annaspare con il vento crollato sui 4-5 nodi, e ha cominciato a sperare nell’annullamento del match race, mentre il team britannico lottava contro il tempo per risalire zavorrato l’ultimo lato del campo di gara. Ai 5 minuti per il tempo massimo, veleggiano a 8 nodi contro i 6 di Luna Rossa, anche per gli inglesi è stato chiaro che non avrebbero tagliato il traguardo nel ‘time limit’. Hanno visto andare in fumo la vittoria. Tanta fatica per nulla. La classifica resta ferma 1-1. Si riprende domani, con il recupero della quarta regata e un vento atteso fra gli 8 e i 18 nodi. E uno spettacolo certamente migliore di quello dato oggi dai giganti a vela senza ali.

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