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Cronache

“Suicida per stress”, indagati titolare e gestore turni

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Si sarebbe tolto la vita per il troppo stress causato dal lavoro. Questa è l’ipotesi della procura di Torino che ha indagato sul suicidio di un autista di camion di un’azienda di logistica, che si uccise lo scorso anno gettandosi da una finestra. Il pm Vincenzo Pacileo ha iscritto nel registro degli indagati l’amministratore della società, che ha la sede fuori città, e il responsabile dell’ufficio torinese della ditta che gestiva i turni dei dipendenti. I reati ipotizzati sono omicidio colposo come conseguenza della violazione delle norme su salute e sicurezza nel luogo di lavoro e sfruttamento lavorativo.

Dopo il suicidio la famiglia dell’uomo, a cui non mancava molto per andare in pensione, aveva presentato un esposto in procura, sostenendo che il loro familiare era stressato dagli orari, che arrivava alle 50 ore alla settimana, e dalla mancanza dei riposi. Spesso l’autista si era lamentato con loro delle richieste sempre più pressanti che arrivavano dall’azienda. Una condizione di fatica che aveva espresso più volte. Stress che sarebbe stato riconosciuto da una consulenza psicologica. Le indagini sono state condotte dalla polizia stradale, l’ispettorato del lavoro e dallo Spresal.

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Cronache

Rapina al vescovo Reina, ladro poi tenta furto al parroco

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E’ entrato in azione per tre volte in nove giorni prendendo di mira gli alloggi dei religiosi adiacenti alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, nel centro di Roma, e la sacrestia. A finire nel mirino del ladro il vescovo Baldassarre Reina e il parroco don Pietro. L’uomo, un 38enne palermitano con precedenti, è stato fermato da polizia e carabinieri. E’ accusato di essere responsabile di due rapine e di un tentato furto. Nel suo curriculum una serie di furti in sacrestie e case di cura siciliane che gli costarono l’arresto quattro anni fa. L’allarme è scattato la notte tra il 24 e il 25 settembre quando la polizia è intervenuta nell’abitazione del parroco, in via Cernaia.

Il sacerdote ha raccontato di un uomo che poco prima, dopo aver scavalcato il muro di cinta degli alloggi accanto alla Basilica, ha sfondato la porta e, una volta all’interno della sacrestia, lo ha minacciato di morte brandendo una pietra e chiedendogli di consegnare denaro, telefono cellulare e pc. Il prete sarebbe riuscito a convincerlo a restituirgli almeno il portatile in cambio di 300 euro in contanti. Appena il rapinatore si è dileguato ha dato l’allarme al Numero unico di emergenza 112. Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato Viminale a cui ha raccontato che lo stesso rapinatore già nei giorni precedenti aveva tentato un furto ma lo aveva messo in fuga. In sede di denuncia lo ha riconosciuto tra le foto segnaletiche dei pregiudicati per reati analoghi.

Nel corso delle indagini gli investigatori del commissariato Viminale hanno appreso dai carabinieri della stazione Macao di un’altra rapina nello stesso complesso qualche giorno prima, il 16 settembre. Questa volta nel mirino è finita l’abitazione del vescovo Baldassarre Reina, vicegerente della diocesi di Roma. In quel momento l’alto prelato stava celebrando messa ma in casa c’era il fratello. Sentendo un forte rumore provenire dalla camera da letto è andato a controllare e ha trovato un uomo che rovistava nei cassetti.

A quel punto il ladro lo ha minacciato ed è scappato con 150 euro in contanti e un bancomat. Dall’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza che puntano sul cortile e dal riconoscimento da parte delle vittime è stato accertato che si trattava dello stesso uomo. Il 38enne è stato rintracciato e sottoposto a fermo di indiziato di delitto per rapina aggravata e tentato furto in abitazione. Non si esclude che l’uomo, che in passato aveva vissuto un periodo in una comunità terapeutica al Nord, fosse alla ricerca di denaro per l’acquisto di droga.

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Cronache

Stalking sugli abitanti del quartiere, arrestato a Ravenna

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Nell’ultima settimana aveva, secondo l’accusa, letteralmente messo a soqquadro l’intero quartiere ‘Borgo Nuovo’, alle porte del centro di Ravenna, creando una seria preoccupazione tra i residenti terrorizzati dal pensiero di poterlo incontrare per strada.

Il giovane sospettato – un 20enne ravennate – ieri pomeriggio è stato arrestato dai carabinieri della stazione principale della città romagnola in esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip Corrado Schiaretti su richiesta del Pm Francesco Coco per atti persecutori, lesioni e minacce continuate aggravate. Il giovane era già noto alle forze dell’ordine per i suoi trascorsi giudiziari: in particolare per reati contro la persona, contro l’incolumità pubblica e per danneggiamenti seguiti da incendio.

L’indagine era partita quando, a seguito di diversi episodi verificatisi nel Borgo Nuovo, i militari avevano in particolare raccolto varie testimonianze tra cui quella di una ragazza la quale, terrorizzata, non era riuscita neppure a raggiungere la caserma per sporgere denuncia.

Quest’ultima ha raccontato agli inquirenti che proprio in quei giorni, era stata letteralmente perseguitata dal giovane mentre passeggiava con il suo cagnolino: oltre a essere minacciata verbalmente, era stata rincorsa dal 20enne armato coltello. Il ragazzo le aveva pure spruzzato spray urticante costringendola a ricorrere alle cure anche per il suo animale.

Il giovane, in evidente stato di alterazione psicofisica, alle prime ore del 20 settembre, con un banale pretesto e usando ancora lo spray al peperoncino, aveva anche aggredito il gestore di un bar del quartiere ingaggiando poi con lui una violenta colluttazione fino a fratturargli la tibia. Al termine delle formalità di rito, il 20enne è stato accompagnato in carcere a Ravenna in attesa dell’interrogatorio di garanzia fissato per lunedì alla presenza dell’avvocato difensore Eleonora Sgrò.

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La sorella di Maria Campai: ho riconosciuto il 17enne

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“L’ho riconosciuto, era quel ragazzo con cui Maria è andata via quella sera, quando l’ho accompagnata a Viadana”. Lo ha dichiarato alla Gazzetta di Mantova Roxana Campai, sorella di Maria, la 42enne romena sparita per 6 giorni e trovata cadavere ieri in una villetta abbandonata a Viadana, nel Mantovano. Per l’omicidio è stato fermato un 17enne, con il quale la donna avrebbe avuto un incontro. Ieri Roxana era di nuovo a Viadana e, ha spiegato, “casualmente” ha incontrato quel giovane con cui la sorella si era allontanata il 19 settembre: “Stava entrando in una farmacia. L’ho riconosciuto, era lui. Poi so che è andato in caserma”.

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