“Recentemente ho ricevuto altre informazioni allarmanti dai nostri servizi di intelligence. Sembra che Putin stia pianificando attacchi ai nostri impianti nucleari e alle loro infrastrutture”: Volodymir Zelensky gela la platea dell’assemblea generale dell’Onu in una giornata dove la crisi ucraina è oscurata dall’escalation in Medio Oriente. Ma i grandi del mondo lo ascoltano con attenzione e alla fine lo applaudono lungamente quando assicura che “l’Ucraina vuole mettere fine a questa guerra più di ogni altro al mondo” ma che “non accetterà mai una pace imposta”, invitando le Nazioni Unite ad essere davvero unite.
Zelensky ha ricordato che in due anni e mezzo di conflitto la Russia ha distrutto “l’80% del sistema energetico” del suo Paese, mentre le forze armate russe bombardano quotidianamente le centrali elettriche e idriche per “spezzare lo spirito ucraino”, lasciando la popolazione al freddo e al buio nell’inverno che si avvicina per costringere Kiev ad arrendersi. “Qualsiasi incidente critico nel sistema energetico potrebbe portare a una catastrofe nucleare. Un giorno che non dovrebbe mai arrivare”, ha avvertito evocando lo spettro di Chernobyl e il rischio concreto nella centrale di Zaporizhzhia, occupata dalle forze russe.
“Mosca deve capirlo e in parte dipende dalla vostra determinazione a fare pressione sull’aggressore”, ha incalzato il leader ucraino, che ha in programma anche un bilaterale con Emmanuel Macron. Martedì, davanti al Consiglio di sicurezza, aveva esortato a forzare la Russia alla pace con Kiev, provocando la netta risposta di Mosca: “Raggiungeremo la vittoria, non abbiamo dubbi, l’Occidente deve capire che questa guerra sarà persa”, ha replicato il giorno dopo il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov in un’intervista alla Tass dopo il suo arrivo a New York. Joe Biden intanto ha presieduto, a margine dell’assemblea generale dell’Onu, un evento con i leader mondiali (la premier Giorgia Meloni in videocollegamento da Roma) lanciando una dichiarazione congiunta di sostegno per la ricostruzione dell’Ucraina, che è anche l’obiettivo di un summit pianificato dal governo italiano per il 2025.
Domani invece il presidente americano riceverà alla Casa Bianca Zelensky, che gli consegnerà il ‘victory plan’, di cui ha già anticipato le linee ma non i dettagli. Poi lo presenterà separatamente a Kamala Harris, mentre sarebbe saltato il previsto incontro con Donald Trump che, dopo aver ironizzato su di lui nei comizi (“è il più grande venditore della terra, ogni volta che viene a Washington se ne va con 60 miliardi di dollari”), si sarebbe irritato per la visita di Zelensky ad una fabbrica di munizioni a Scranton, città natale di Biden in Pennsylvania, in una tappa stile campagna elettorale. In serata il tycoon si è definito tra l’altro “un grande amico di Putin”, definendola “una cosa buona”.
Zelensky non vede il ‘piano della vittoria’ come un sostituto della sua ‘formula di pace’, un’iniziativa in 10 punti basata sulla Carta Onu e che definisce un quadro per una soluzione duratura, ma piuttosto come un modo per costringere la Russia al tavolo dei negoziati. Il primo dei cinque punti sono ulteriori garanzie di sicurezza: l’Ucraina ha recentemente firmato impegni bilaterali a lungo termine con gli Usa e altri alleati occidentali, ma vuole garanzie più solide, simili a quelle di mutua difesa che derivano dall’adesione alla Nato (per ora non all’orizzonte).
Il secondo riguarda l’operazione a Kursk, in territorio russo, per indebolire il potere offensivo di Mosca nel Donbass. Il terzo è la richiesta per “specifiche” armi avanzate e l’autorizzazione all’uso dei missili a lungo raggio per colpire in profondità il territorio russo: un’aspirazione destinata ad essere vanificata dall’annuncio di Putin che Mosca darà una risposta nucleare in caso di attacco aereo massiccio o sostenuto da uno Stato nucleare. Il quarto è lo sviluppo congiunto dell’economia ucraina insieme ai suoi partner e alle istituzioni multilaterali internazionali, a partire dal Fondo monetario. Nel piano si chiederebbe anche di accelerare la procedura per l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea.