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Dall’Europa 37,4 milioni di euro contro la siccità

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Contro l’emergenza siccità nelle regioni del Sud Italia, assegnati dall’Europa 37,4 milioni di euro cofinanziabili a cui verranno aggiunti da fondi nazionali 74,8 milioni di euro. Più le risorse economiche investite tra il governo e la Regione Siciliana. I fondi comunitari verranno ripartiti tra le aree che hanno subito questo dramma e “saranno messi materialmente a disposizione attraverso un regolamento la cui approvazione è prevista per la prima decade di ottobre”. Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, nel corso di un evento sul futuro dell’agricoltura e della pesca in un confronto con le Istituzioni italiane ed europee, organizzato a Siracusa nel quarto giorno dell’Expo DiviNazione che precede il G7 Agricoltura e Pesca. Ad aprire il G7, il 26, sarà un Forum sull’Africa, centrale nel programma di questa nove giorni siracusana dedicata all’agroalimentare, agricoltura e pesca.

E proprio sul Forum si è acceso un botta e risposta a distanza tra il ministro e il portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e sinistra, Angelo Bonelli. “Saluto il collega, se vuole qui troverà 11 governi africani. Non so se gli africani si fanno rappresentare da Bonelli, a me non risulta”, afferma Lollobrigida interpellato dai giornalisti replicando alle affermazioni di Bonelli, secondo il quale, come riportato da alcuni organi di stampa, il ministro vuole essere tutt’uno con gli africani senza gli africani. Dal ministro poi un post su Facebook a proposito dei fondi europei contro i danni provocati dalla siccità.

“A chi sbandierava presunte mancanze di questo esecutivo, il Governo Meloni, come sempre, risponde con i fatti. Saremo sempre in prima linea per l’agricoltura come per la pesca. Settori strategici che devono essere sostenuti, protetti e valorizzati per il bene della nostra Nazione”. Il Masaf aveva richiesto la solidarietà europea attraverso l’attivazione della riserva agricola della Politica agricola comune, inviando l’11 luglio scorso alla Direzione agricoltura della Commissione europea un dossier tecnico predisposto in collaborazione con Ismea. E un pezzo di Europa è sceso a Siracusa. Presente la presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Veronica Vrecionova e tanti europarlamentari italiani.

“Agli inizi di settembre – ha detto Vrecionova – la Commissione europea ha presentato i risultati del cosiddetto dialogo strategico, una sorta di nuova visione dell’agricoltura e del settore alimentare che getta le basi di quelle proposte che saranno attuate nel 2025. 
Mi piacerebbe poter dire che gli esiti del dialogo fra la Commissione e gli stakeholder, da agricoltori a ong Green, sono eccellenti, ma secondo me non è così”. Entro fine anno un elenco di priorità per la Politica agricola comune che deve vedere più coinvolgimento degli agricoltori e soprattutto meno burocrazia. Sulla necessità di semplificare è intervenuto il ministro delle Riforme, Elisabetta Casellati secondo la quale l’agroalimentare e l’agricoltura sono il “petrolio dell’Italia”. E sulla siccità in Sicilia “l’attenzione del governo è massima”, ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. La giornata all’Expo sull’isola di Ortigia è iniziata con un’esercitazione della Guardia Costiera e dei Vigili del Fuoco, a cui ha assistito, oltre a Lollobrigida, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Nel pomeriggio Lollobrigida ha premiato quali Ambasciatori della Qualità Sergio Paolantoni, lo chef Alessandro Circiello, Marta Cotarella, Simona Rapastella insieme a Maria Teresa Maschio e lo chef Seby Sorbello. Sul palco anche Al Bano che ha raccontato la sua anima da contadino e intonando poi le note di Amara terra mia, in onore della Sicilia.

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Economia

In pensione a 64,2 anni,il sistema rischia squilibri

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L’età media effettiva di pensionamento in Italia è ancora troppo bassa e “le previsioni Eurostat per l’Ue relative agli andamenti demografici fanno presagire un peggioramento del rapporto tra pensionati e contribuenti, con rischi crescenti di squilibri per i sistemi previdenziali, soprattutto per quei paesi, come l’Italia, dove la spesa previdenziale è relativamente elevata”: l’Inps nel suo Rapporto annuale segnala che l’età effettiva di uscita dal lavoro è di 64,2 anni, grazie alle misure che consentono l’anticipo pensionistico rispetto ai 67 previsti per l’età di vecchiaia e che questo, insieme a importi di pensione ancora generosi e superiori di quasi 14 punti a quelli della media europea mette a rischio il sistema.

E’ un alert al quale seguono poi rassicurazioni. Il presidente dell’Istituto, Gabriele Fava, sottolinea che “la tenuta dei conti è assolutamente in equilibrio nel breve-medio periodo”, ma una riflessione va fatta e “spetta al legislatore”. Sul tema torna nuovamente in serata l’Inps: “non si ravvedono problemi di sostenibilità a lungo e breve termine – afferma l’istituto in una nota – soprattutto alla luce dei rassicuranti dati provenienti dal mercato del lavoro che nel 2023 ha fatto registrare il numero record di 26,6 milioni di assicurati, con ulteriori potenziali di crescita già riscontrate nei primi 6 mesi del 2024”.

Inoltre l’età di pensionamento è in linea con quella degli altri Paesi Ue mentre il numero dei pensionati “è sostanzialmente stabile intorno ai 16 milioni, così come il numero delle pensioni liquidate” Nella discussione in vista della manovra il tema previdenziale sembra accantonato con la possibilità che ci si limiti a prorogare le misure esistenti quali Opzione donna e l’Ape sociale oltre a fare piccoli aggiustamenti sulle uscite verso la pensione dei lavoratori ‘pubblici. Ma il tema in prospettiva andrà affrontato visto l’andamento demografico e una crescita occupazionale che pur sostenuta non può sostenere le pensioni in arrivo dei baby boomer. Negli anni tra il 1960 e il 1965 sono nati circa un milione di bambini l’anno mentre in questi ultimi anni si è scesi sotto quota 400mila. Nei prossimi otto anni la grande maggioranza di queste persone andrà in pensione e nel nostro sistema a ripartizione questi assegni andranno pagati con i contributi di chi resterà al lavoro, a meno di incrementare ulteriormente i trasferimenti dello Stato.

L’occupazione cresce e nel 2023 l’Inps ha contato 26,6 milioni di iscritti che hanno lavorato almeno una settimana con una media pro capite che supera le 43 settimane, 1,08 milioni in più rispetto al 2019. Circa la metà della nuova occupazione è dovuta a lavoratori nati in Paesi extra Ue passati dai 2,61 milioni di iscritti del 2019 a 3,15 e un numero medio di 38,9 settimane. Le retribuzioni lorde sono aumentate dal 2019 del 6,8% ma non è stato recuperato l’aumento dei prezzi che ha superato nel periodo il 15%. Una parte del gap, sottolinea l’Istituto, è stato colmato nel periodo 21-23 grazie alla decontribuzione che ha fatto crescere i salari monetari netti del 10,4% anche se sempre meno dei prezzi. Il Rapporto dell’Inps conferma il gender gap sia sotto il profilo del lavoro che su quello degli importi di pensione.

La probabilità di lasciare il lavoro dopo la nascita di un figlio è del 18% per le donne e dell’8% per gli uomini mentre i salari crescono rapidamente per i padri e restano stabilmente al di sotto di quelli degli uomini per le madri. Questo andamento è ancora più netto se si guarda alle pensioni perché riflettono periodi nei quali il tasso di occupazione delle donne era ancora più basso. Al 31 dicembre 2023 i pensionati erano circa 16,2 milioni, di cui 7,8 milioni di maschi e 8,4 milioni di femmine per un importo lordo complessivo delle pensioni erogate di 347 miliardi di euro. “Sebbene rappresentino la quota maggioritaria sul totale dei pensionati (il 52%), si legge, le femmine percepivano il 44% dei redditi pensionistici, ovvero 153 miliardi di euro contro i 194 miliardi dei maschi. Per gli uomini il reddito da pensione è in media di 2.056,91 euro lordi mentre per le donne è di 1.524,35 euro, il 25,9% in meno rispetto agli uomini.

“Nel 2023 – ha detto la ministra del Lavoro, Marina Calderone – c’è stato un record di 26,6 milioni di assicurati con una tendenza crescente nel 2024. Aumenta il lavoro stabile. Dobbiamo però ancora integrare chi resta fuori dal mercato del lavoro, i giovani e le donne in particolare”. Per questo sarà essenziale la piattaforma Siisl. “Mette in rete – ha concluso – lavoratori aziende, formatori, enti territoriali. Mira a diventare il più grande market place italiano”.

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Cronache

Maxi sequestro nell’eredità Agnelli: trust fittizi e donazioni sospette per 170 milioni di euro

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L’inchiesta sull’eredità di Gianni Agnelli si arricchisce di nuovi dettagli con il sequestro di 74,8 milioni di euro disposto dal tribunale di Torino. Al centro dell’indagine, una complessa rete di trust fittizi alle Bahamas e donazioni false di gioielli e preziosi per un valore complessivo di 170 milioni di euro, attribuite a Marella Caracciolo, vedova Agnelli, deceduta nel 2019. Secondo i magistrati, questa strategia era finalizzata a eludere il fisco italiano e a limitare le pretese ereditarie della figlia Margherita Agnelli.

Le indagini, condotte dalla guardia di finanza, hanno rivelato che John, Lapo e Ginevra Elkann avrebbero gestito l’eredità della nonna tramite trusts alle Bahamas denominati “Providenza Settlement” e “Providenza II Settlement”, nascondendo beni per 800 milioni di euro. Gli inquirenti ipotizzano che molte donazioni, tra cui un paio di orecchini con diamanti del valore di 78 milioni di euro, siano state registrate come falsi regali fatti in vita, al fine di evitare la tassa di successione.

Gli avvocati della famiglia Elkann contestano le accuse, dichiarando che i fratelli hanno sempre rispettato i loro obblighi fiscali. Nel frattempo, Exor, la holding del gruppo Agnelli, continua a prosperare, con un patrimonio netto aumentato di 2,9 miliardi nel primo semestre del 2024, senza risentire delle vicende giudiziarie.

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Meloni incassa l’endorsement di Musk e parla all’Onu

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L’endorsement di Elon Musk, l’incontro con Volodymir Zelensky e l’impegno di restare a fianco di Kiev “per tutto il tempo necessario”, l’invito di Joe Biden a parlare al Vertice della Coalizione Globale contro la minaccia delle droghe sintetiche: si conclude così la tre giorni di Giorgia Meloni per l’assemblea generale dell’Onu a New York, suggellati da un intervento al Palazzo di Vetro per tracciare il punto di vista dell’Italia sui principali temi dell’agenda internazionale, a partire dalla guerra in Ucraina e dal conflitto in Medio Oriente. E sulle grandi sfide globali, come il governo dei flussi migratori e il contrasto all’immigrazione illegale di massa, la lotta alla criminalità internazionale, lo sviluppo dell’ intelligenza artificiale.

Senza dimenticare le iniziative della presidenza italiana del G7, il nuovo approccio di relazioni paritarie lanciato dall’Italia nei confronti dell’Africa (col piano Mattei) e la necessità di costruire un nuovo rapporto con il Sud Globale. Una missione in cui ha avuto vari bilaterali (tra cui uno con Erdogan) e incontrato i ceo di Google, Motorola e Open Ai per discutere i loro piani di investimento in Italia. E che avrà una coda mercoledì con un videocollegamento da Roma per un “evento Ucraina” all’Onu finalizzato a ribadire il sostegno della comunità internazionale a Kiev contro l’invasione russa. Meloni, che aveva deciso di tornare in Italia subito dopo il suo intervento alle Nazioni Unite, saltera’ quindi il tradizionale ricevimento offerto dal padrone di casa Biden ai leader mondiale al Metropolitan Museum of Art, disertato anche lo scorso anno.

Ma la premier sembra aver dissipato almeno in parte ogni speculazione su una lenta presa di distanza da Zelensky e da Biden in vista delle elezioni americane. Speculazioni alimentate dalla scelta di farsi consegnare lunedì sera il “Global Citizen Award 2024” dell’Atlantic Council da un fervente sostenitore di Donald Trump: Elon Musk, che l’ha definita una persona “addirittura più bella dentro che fuori”, “onesta, vera, autentica”, elogiando il suo “lavoro incredibile come premier, con una crescita e un’occupazione record”. Meloni tuttavia è stata molto chiara su Kiev e sulla difesa dei valori occidentali contro le autocrazie e i regimi autoritari, come ha evidenziato nel suo discorso per il premio, dove ha citato (oltre a Michael Jackson e a Giuseppe Prezzolini) Ronald Reagan per ricordare che la libertà “è un’arma che i nostri avversari nel mondo di oggi non hanno e quella che temono di più”.

“L’Italia – ha scandito – si schiera fermamente al fianco di chi difende la propria libertà e sovranità, non solo perché è giusto farlo, ma anche perché è nell’interesse dell’Italia e dell’Occidente impedire un futuro in cui prevalga la legge del più forte”. E il giorno dopo ha incontrato Zelensky ribadendo il convinto sostegno dell’Italia alla legittima difesa dell’Ucraina, con l’obiettivo di creare le migliori condizioni possibili per una pace giusta e duratura, nonchè assicurando che il nostro Paese continuerà a essere in prima linea anche nel 2025 con l’organizzazione a Roma della Ukraine Recovery Conference e sarà al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario. Parole che hanno riscosso il plauso del leader ucraino: “è sempre un piacere incontrare Giorgia Meloni.

A margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, abbiamo concordato i nostri prossimi piani comuni. Sono grato a Giorgia per tutti i passi decisivi compiuti dal G7 sotto la presidenza italiana e per il suo impegno a promuovere sforzi congiunti per stabilire una pace duratura e giusta”, ha scritto su X pubblicando una foto dell’abbraccio con la premier a New York.

La premier inoltre, su invito diretto di Biden, è intervenuta al summit della coalizione globale contro la minaccia delle droghe sintetiche, di cui l’Italia è tra le nazioni più attive. “Ci opponiamo a ogni tipo di droga: non c’è un diritto alla droga. Voglio mandare un chiaro messaggio: le droghe distruggono la vita delle persone e le istituzioni devono fare tutto quel che possono per contrastare la produzione e il traffico di droga”, ha detto Meloni, primo leader straniero a parlare dopo il presidente Usa, che ha organizzato l’evento a margine dell’assemblea generale Onu.

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