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Non solo oro, Mattarella abbraccia quarti e ‘sconfitti’

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Tra sorrisi e selfie, emozioni e ricordi dolceamari, vincitori e ‘sconfitti’ delle Olimpiadi e Paralimpiadi, quasi duecento atleti, sono stati ospiti al Quirinale per la riconsegna dei tricolori e ricevere una medaglia ricordo dal Capo dello Stato. Sergio Mattarella non è solo il ‘primo tifoso’ dello sport italiano ma un vero appassionato che ama seguire le gare e incontrare e sostenere gli atleti, come ha dimostrato resistendo sotto la pioggia nella cerimonia inaugurale e con la decisione di invitare oggi non solo i medagliati ma anche i quarti classificati, una scelta molto apprezzata anche dai presidenti del Coni e del Cip, Giovanni Malagò e Luca Pancalli, presenti a capo delle rispettive delegazioni.

“Lei è stato la nostra prima medaglia d’oro ai Giochi di Parigi” ha sottolineato Malagò, facendo sorridere il Presidente quando, rievocando l’immagine del Capo dello Stato sotto la pioggia a Parigi,ha ricordato come “durante la cerimonia inaugurale ha sfidato le condizioni meteo per vedere sfilare il tricolore e per rispetto degli atleti”. “Si dice che la pioggia porti fortuna, e ne abbiamo presa quel 26 di luglio – ha replicato Mattarella, che aveva sorriso alla battuta di Malago’ -. anche se questo non vale per le Paralimpiadi, benedette da un sole splendente”.

Pioggia o sole, le Olimpiadi e Paralimpiadi sono state ricche di successi per l’Italia, al di là dei già grandi risultati di Tokyo e nel Salone dei Corazzieri l’orgoglio era palese anche tra i tecnici e i dirigenti. Ai Giochi sono state conquistate 40 medaglie, le stesse del 2020, ma con due ori e tre argenti in più, un nono posto nel medagliere, “la conferma che l’Italia è nel gotha mondiale”, ha sottolineato Malagò, aggiungendo un dato particolare: “Dal 18 agosto 2016 andiamo ogni giorno a medaglia nei Giochi, una serie ininterrotta. Nessun Paese ci è riuscito. Poi ci sono i quarti posti: abbiamo vinto questa classifica, che ci fa onore. Abbiamo compiuto una missione e regalato all’Italia un’emozione unica. Domani poi mancheranno 500 giorni a Milano-Cortina, prometto che continueremo a far sì che l’Italia rimanga un’eccellenza nel mondo dello sport”.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di restituzione della Bandiera da parte degli atleti italiani di ritorno dai Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024 (foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

“Non avevamo promesso nulla, ma siamo andati oltre le aspettative – ha rimarcato Pancalli – con due medaglie in più di Tokyo e il sesto posto nel medagliere. È il risultato migliore di sempre, un successo straordinario”. “Lo stato di salute dello sport italiano è eccellente – ha chiosato Mattarella -. È emersa la qualità delle nostre due squadre. E le soddisfazioni continuano, come ai Mondiali di ciclismo di questi giorni. Dai discorsi ufficiali alle emozioni degli atleti, accolti uno ad uno per la consegna della medaglia ricordo dal presidente, che dopo la restituzione dei tricolori, autografate da tutti i medagliati, da parte dei portabandiera Arianna Errigo, Gianmarco Tamberi e Ambra Sabatini.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella riceve dall’Alfiere della squadra paralimpica Ambra Sabatini il Tricolore con le firme degli atleti vincitori di medaglia paralimpica (foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Mattarella ha detto al saltatore e alla velocista, campioni di sfortuna, che “le medaglie le hanno conquistate ugualmente, con la loro generosa partecipazione e l’affetto di tutti”. “Il presidente ha detto una cosa bellissima nel ricordare la nostre gare e le ‘medaglie del cuore’ – le parole di Tamberi dopo la cerimonia -. E’ importante soffermarsi non sulla sfortuna ma sulla nostra volontà di andare avanti comunque. Certo ho avuto una sensazione particolare di tristezza e rammarico nel ricordare. Vicino a me c’era Ambra Sabatini e così le ho preso la mano sapendo che stava provando le stesse cose, per un’Olimpiade che abbiamo vissuto in maniera simile anche se in modi diversi”.

Mattarella ha ricevuto in dono una maglia della Nazionale femminile di volley e il pallone della finale olimpica e il disco con cui Rigivan Ganeshamoorthy ha vinto l’oro paralimpico e firmato tre record del mondo. Il discobolo, diventato ormai un personaggio, al di là dei suoi successi, ha però sottolineato dopo la cerimonia che “molti atleti olimpici non hanno dato la mano a Pancalli. Non dovrebbe essere così, purtroppo certe distanze mi sembra ci siano ancora… sono rimasto dispiaciuto ma pian piano cambierà”

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Sinner incoronato, è il re del tennis nel 2024

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Non poteva esserci un luogo migliore delle Atp Finals di Torino per incoronare Jannik Sinner come re del tennis mondiale nel 2024. L’investitura ha avuto come scenario la Inalpi Arena, sede del ‘torneo dei maestri’. Il tennista altoatesino è stato premiato per aver chiuso l’anno al numero 1 del ranking: succede nell’albo d’oro a Nole Djokovic e Carlos Alcaraz. Un anno che ha dominato, con la vittoria di due slam (Australian Open e Us Open) e di tre Atp Masters 1000. A consegnargli il prestigioso riconoscimento è stato Boris Becker, indimenticato campione degli anni ’80 e ’90. “Non c’è posto più bello per festeggiare questo trofeo. Torino è sempre stata importante per me, festeggiare con tutti voi è davvero speciale” ha detto un emozionato Sinner, aggiungendo: “Questo è un club molto molto esclusivo, ne fanno parte solo 29 persone. Quando ero giovane non pensavo di arrivare a questo punto, ma piano piano e con tanto lavoro ci sono arrivato”.

Domani l’azzurro sfiderà lo statunitense Taylor Fritz, numero 5 del ranking mondiale, reduce dal convincente successo su Daniil Medvedev. L’ultima volta che i due si sono affrontati è stato l’8 settembre scorso alla finale degli Us Open: nell’occasione finì con un largo successo dell’altoatesino, 6-3, 6-4, 7-5 in due ore e 15 minuti di gioco. Sinner ha preparato il match con la solita, maniacale, attenzione: due ore di allenamento tra campo e palestra (Fritz ha preferito conservare le energie e ha svolto una sessione più leggera, di circa un’ora).

Allo Sporting di Torino, sotto gli occhi attenti di Simone Vagnozzi e Darren Cahill, l’azzurro nel pomeriggio ha svolto una sessione completa: prima un’ora con lo sparring partner e poi un’ora con il team. Esercizi sulle diagonali, sulle volée, sugli smash, sui servizi e sulle risposte. Hanno studiato la strategia migliore per affrontare Fritz. E’ scattato l’applauso quando Jannik ha cambiato il campo e si è piazzato sotto la tribuna. Sugli spalti dalla parte opposta i familiari – mamma, papà, fratello e zio – hanno seguito l’allenamento. Una pallina dietro l’altra, colpi piatti alternati a colpi ‘arrotati’. Sinner “sul pezzo”, Vagnozzi non ha avuto bisogno di stimolarlo. Solo a metà allenamento il team si è fermato per qualche minuto e in panchina l’atmosfera si è sciolta.

Ormai è tutto pronto per l’ennesima sfida di un anno esaltante. Domani alle 20.30 l’atmosfera sarà bollente all’Inalpi Arena, sempre gremita in questi giorni. Ed è proprio sull’entusiasmo della piazza che si punta per avere la conferma di Torino come sede della prestigiosa manifestazione anche per il quinquennio 2026-2030. Nell’ambiente sportivo si dà per scontato che le Nitto Atp Finals resteranno in Italia: per la destinazione sono in ballo Torino e Milano – anche con un possibile ticket – con quest’ultima preferita da alcuni sponsor. La decisione si conoscerà solo domenica prossima, il giorno della finale. A livello sportivo è inutile fare pronostici per ora, le soprese sono dietro l’angolo: dopo la sconfitta di Medvedev con Fritz è arrivata anche quella di Alcaraz con Ruud. Troppo falloso lo spagnolo (frenato da un’indisposizione), che ha perso in due set 6-1, 7-5.

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Economia

Blitz per Commissione sul Ponte, quasi tutti di Fdi

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Sulla Commissione per la Valutazione d’impatto ambientale che dovrà dare il parere sul progetto per il Ponte dello Stretto di Messina “c’è stato un vergognoso blitz da parte del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin”. A denunciarlo è il leader di Avs Angelo Bonelli che contesta all’ esponente del Governo di aver nominato 12 nuovi componenti della Commissione “che sono quasi tutti politici” e “quasi tutti in quota FdI”.

Tra loro, spiega Bonelli, ci sono “l’ex candidata sindaca di Perugia, Margherita Scoccia, il vicesindaco di Pisa, Raffaele Latrofa, il consigliere comunale di Albano, Roberto Cuccioletta, ed Elena Lovati, ‘già capo segreteria di Garavaglia e dell’assessore della Lega Caparini”.

Ma nel decreto di nomina, firmato dal ministro il 19 settembre e pubblicato ora ufficialmente sul sito del ministero, compare anche il nome di “Luisiana Malfatti, avvocato e consigliere comunale a Grantorto, nel Padovano, relatrice nel Convegno: ‘Separazione e divorzio: aspetti civilistici, penalistici e ricadute psicologiche sui figli'”.

“La Commissione VIA – osserva Bonelli – ha un ruolo importante per la valutazione di opere strategiche e infrastrutture ad alto impatto ambientale come il Ponte sullo Stretto di Messina. Perché mettere esponenti di partito?”. Il governo “non è nuovo a blitz del genere. Nella Commissione che dovrebbe riformare il Codice per l’ambiente sono stati inseriti ex candidati di destra non eletti”, dice il leader Verde che, dopo aver annunciato un’interrogazione parlamentare sul ‘blitz’, chiede, tra l’altro, come “faranno questi 12 a pronunciarsi su un progetto di migliaia di pagine entro 24 ore”.

“Questo non è amichettismo – incalzano in una nota congiunta i parlamentari M5S delle Commissioni Ambiente e Lavori Pubblici di Camera e Senato – ma tragico cabaret”. Il Ponte sullo Stretto, aggiungono, è un’opera che “si mangia 15 miliardi” e “non è accettabile” che “la Commissione che dovrà giudicare gli aggiornamenti di una documentazione tanto fallace sia composta da un’accolita di ex sindaci o consiglieri comunali vicini a Giorgia Meloni”. Ed è proprio a lei che il M5S chiede di “metterci la faccia” venendo a rispondere “in Parlamento su “questo blitz”.

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Esteri

Mosca nega la telefonata Trump-Putin: non ci fermiamo

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“Pura fiction”. Il Cremlino ha liquidato così le indiscrezioni pubblicate dal Washington Post su una telefonata tra Vladimir Putin e Donald Trump per discutere di una soluzione diplomatica in Ucraina. Ma il quotidiano americano ha confermato tutto, citando come fonti ben “cinque persone a conoscenza della questione”. Forse, ha ipotizzato Abbas Gallyamov, ex speechwriter di Putin e analista politico, a Mosca non è piaciuta la frase sulla presenza di truppe statunitensi in Europa, troppo simile ad una “minaccia”. I due protagonisti sono rimasti in silenzio mentre la posizione ufficiale di Mosca, espressa dal portavoce dello zar, è che la Russia non accetterà di mettere fine al conflitto “fino a che tutti gli obiettivi stabiliti saranno raggiunti”.

Facendo così capire quanto sia in salita il cammino delle possibili trattative, nonostante i tempi rapidi promessi dal tycoon. Mentre la vittoria elettorale di Trump ha fatto entrare in fibrillazione le diplomazie, le parti alzano la posta, e tutto ciò lascia intendere quale sarà il clima nelle prossime settimane o mesi, anche se – o soprattutto se – un compromesso dovesse realmente profilarsi. Anche da parte di Volodymyr Zelensky sono arrivate nelle ultime ore parole dure: Mosca “vuole solo prolungare la guerra e ogni attacco smentisce qualsiasi pretesa di diplomazia da parte della Russia”, ha detto il presidente ucraino commentando gli ultimi raid.

In questa atmosfera di incertezza si inseriscono bordate propagandistiche e avvertimenti neppure troppo velati. Donald Trump Jr., il figlio maggiore del presidente eletto, ha ricordato sui social l’intenzione espressa dal padre in campagna elettorale di tagliare i fondi per lo sforzo bellico ucraino, condividendo su Instagram un video di Zelensky postato dall’ex candidata vicepresidente repubblicana Sarah Palin con la scritta: “Mancano 38 giorni alla perdita della tua paghetta”. E il servizio d’intelligence esterno russo (Svr) ci ha messo del suo affermando in un rapporto che già ora il Dipartimento di Stato sta lavorando a una possibile sostituzione di Zelensky, “se fosse necessario”, giudicandolo “arrogante”.

Se il processo dovesse seguire un corso “legale”, aggiungono i servizi di Mosca, esso potrebbe passare per la tenuta di elezioni presidenziali e parlamentari il prossimo anno, anche con il conflitto ancora in corso, ma sotto la direzione americana. A completare lo scenario caotico è la smentita del ministero degli Esteri ucraino della notizia riportata dal Washington Post nel suo articolo secondo la quale Kiev sarebbe stata informata in anticipo della telefonata Trump-Putin e non vi si sarebbe opposta. L’iniziativa negoziale di Trump potrebbe saldarsi con quella che il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha detto più volte di volere avviare. I due hanno avuto una conversazione telefonica nel corso della quale si sono detti “pronti a lavorare insieme per il ritorno della pace in Europa”, ha annunciato Berlino. E in un’intervista al gruppo televisivo Ard, Scholz ha ribadito di volere “parlare con Putin al momento giusto”, cioè “prossimamente”.

Dal Cremlino, tuttavia, Peskov ha detto che ancora “nessun segnale” è arrivato dal governo tedesco. Di fronte all’accelerazione degli eventi, altri Paesi europei e i vertici dell’Ue cercano di reagire. Il capo della diplomazia dell’Unione, Josep Borrell, si è recato in visita a Kiev, dove, in un’intervista alla Afp, ha affermato che l’obiettivo di aiutare l’Ucraina a vincere la guerra resta “esattamente” lo stesso. Quanto alla volontà di Scholz di parlare con Putin, “ciò fa parte del gioco”, ha aggiunto. Il presidente francese Emmanuel Macron e il premier britannico Keir Starmer si sono invece incontrati a Parigi. I due leader, ha fatto sapere l’Eliseo, hanno “ribadito il loro impegno a coordinarsi strettamente, sottolineando la propria determinazione a sostenere l’Ucraina in modo indefettibile e per tutto il tempo necessario al fallimento della guerra d’aggressione condotta dalla Russia”.

Nel frattempo Mosca ha accusato l’Ucraina di cercare di coinvolgere la Moldavia nel conflitto, dopo che ieri il governo di Chisinau ha denunciato la caduta sul suo territorio di due droni russi. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha lasciato intendere che si trattava probabilmente di droni ucraini, precipitati durante un massiccio attacco delle forze di Kiev alla Russia, e ha invitato la Moldavia a “non cadere in tali provocazioni”.

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