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Sinner, la morte della zia Margith. A lei aveva dedicato la vittoria agli Us Open

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Jannik Sinner continua a sorprendere il mondo del tennis, non solo per i suoi incredibili risultati, ma anche per la sensibilità e l’umanità che lo contraddistinguono. Dopo aver trionfato agli US Open, conquistando il suo secondo slam della carriera e del suo straordinario 2024, il giovane altoatesino ha dedicato il suo successo a una persona speciale: la zia materna, Margith Rauchegger, sorella di mamma Siglinde, scomparsa pochi giorni fa a soli 56 anni.

La dedica in mondovisione, subito dopo aver battuto in finale l’americano Taylor Fritz, aveva commosso tutti. Margith non era solo una parente per Jannik: aveva avuto un ruolo centrale nella sua infanzia, accudendo lui e il fratello Mark mentre i genitori lavoravano. Sabato, la donna è venuta a mancare, lasciando un vuoto profondo nella vita del numero uno al mondo.

Rientrato a Malpensa dopo il trionfo a New York, Sinner ha fatto ritorno a casa con un volo privato fino a Bolzano, seguito da un elicottero per Dobbiaco e infine un’auto. L’obiettivo non era solo riabbracciare i suoi genitori e il fratello Mark, ma soprattutto dare l’ultimo saluto all’amata zia Margith, colei che ha avuto un posto speciale nella sua crescita.

Nonostante il momento difficile, Sinner non smette di sorprendere. Arrivato a Pechino per il prossimo torneo, ha salutato in cinese, dimostrando ancora una volta la sua attenzione ai dettagli e il suo rispetto per le culture che incontra nel suo percorso sportivo.

Jannik Sinner non è solo un campione sul campo, ma anche un giovane uomo legato alle sue radici e ai suoi affetti, capace di emozionare il mondo intero con la sua semplicità e il suo cuore.

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Esteri

Il Partito di Dio schiera sul campo i razzi Fadi

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Nella “risposta iniziale” agli attacchi dei walkie-talkie e cercapersone dei suoi miliziani nei giorni scorsi, Hezbollah ha deciso di schierare per la prima volta sul campo i razzi Fadi-1 e Fadi-2, due nuove armi dalla gittata maggiore rispetto ai Katyusha finora utilizzati nei suoi raid, con l’obiettivo di colpire più in profondità i territori dello Stato ebraico. Secondo quanto riferito dai media libanesi affiliati al Partito di Dio, il Fadi-1 deriva dal missile iraniano Kheibar M220, viene fabbricato in Siria e ha un calibro di 220 mm con gittata di 80 chilometri. Il Fadi-2 si basa invece sul Kheibar M302, con un calibro di 302 mm e una gittata di 105 chilometri.

Quest’ultimo razzo è apparso per la prima volta in un video di propaganda del gruppo pubblicato circa un mese fa, che mostrava la struttura di tunnel ‘Imad’ dal quale si ritiene siano stati lanciati gli ultimi raid contro Israele. Il filmato aveva scatenato speculazioni sul fatto che una struttura sotterranea così sofisticata e ben fatta potesse trovarsi davvero sotto le montagne libanesi o altrove nella regione.

Secondo fonti citate da Al Mayadeen, “è la prima volta che i razzi Fadi-1 e Fadi-2 vengono utilizzati dall’8 ottobre”, quando sono iniziati i combattimenti sul fronte settentrionale israeliano. E vanno ad aggiungersi a un arsenale stimato in oltre 200mila elementi tra razzi e missili e tre volte maggiore di quello di Hamas a Gaza.

In particolare, gli Hezbollah dispongono di migliaia di proiettili di artiglieria e razzi di corta gittata (Falaq 1 e 2, Shahin, Katyusha, Fajr 3) in grado di raggiungere l’Alta Galilea e di colpire fino a 40 km in territorio israeliano dal sud del Libano. Il Partito di Dio è anche in possesso di missili di media gittata Fajr 5, Kheibar 1, M303, Zilzal 1 che possono raggiungere il Lago di Tiberiade, la Cisgiordania, Tel Aviv, Ashdod e anche Gaza. A questi si aggiungono i missili di lunga gittata Fateh 110 e Scud C – tra i 260 e 500 km – in grado di raggiungere il confine col Sinai, oltre a duemila droni e centinaia tra missili anti-nave (C802, Yakhont) di lunga gittata (200-300 km).

L’arsenale di Hezbollah si completa con migliaia di missili antiaerei Sam e i razzi anti-carro teleguidati. L’Idf ha riferito che tra venerdì e sabato mattina, circa 150 razzi, missili da crociera e droni sono stati lanciati contro Israele: mentre infatti Hezbollah si affidava ai nuovi razzi Fadi per la sua rappresaglia, ha trovato man forte nei gruppi armati filo-iraniani in Iraq, che contemporaneamente hanno lanciato Uav e missili contro gli insediamenti dello Stato ebraico. In particolare, la Resistenza Islamica in Iraq (Iri) ha riferito di aver usato per i suoi attacchi i missili da crociera Al-Arqab, che secondo la Difesa Usa derivano dagli iraniani Paveh 351. Per quanto riguarda i droni, i gruppi iracheni utilizzano gli Shahed di fabbricazione iraniana.

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Cronache

Dossier, al tribunale del Riesame il ricorso di Cantone

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Sarà davanti al tribunale del Riesame di Perugia il primo approdo in aula dell’inchiesta sugli accessi abusivi al sistema delle segnalazioni di operazioni sospette, le cosiddette sos, e alla banca dati della Direzione nazionale antimafia, condotta dalla Procura di Perugia. E’ prevista, infatti, martedì l’udienza fissata dopo che la Procura guidata da Raffaele Cantone ha impugnato la decisione del gip del capoluogo umbro di respingere la richiesta di arresti domiciliari per il tenente della guardia di finanza Pasquale Striano e per l’ex sostituto procuratore della Dna Antonio Laudati.

Per il giudice gli indizi di colpevolezza sono gravi, ma al momento non c’è esigenza cautelare e per questo possono restare liberi i due uomini chiave al centro dell’inchiesta sui presunti dossieraggi ai danni di decine tra politici, personalità delle istituzioni, personaggi del mondo economico e di altri settori. Una decisione contro la quale la Procura ha però fatto ricorso.

Sarà quindi cruciale l’udienza del 24 settembre per una vicenda finita sotto i riflettori della politica, con numerose audizioni parlamentari e approdata alla Commissione parlamentare antimafia e al Copasir. Laudati e Striano sono accusati di acceso abusivo a sistema informatico, falso in atto pubblico, rivelazione di segreto e – fino a qualche mese fa quando il reato non era ancora abolito – di abuso d’ufficio. Secondo gli investigatori Striano, in particolare, in quasi quattro anni ha consultato 4.124 sos, digitando il nominativo di 1.531 persone.

Tra quelle che sarebbero finite al centro delle sue attenzioni ci sarebbero diversi ministri, da Guido Crosetto ad Adolfo Urso e Francesco Lollobrigida, sottosegretari, parenti dei politici e vip come Cristiano Ronaldo. Per il procuratore Cantone le indagini “non sono affatto concluse” e non è prevedibile il loro termine “in tempi brevi” anche perché dopo una serie di investigazioni nei confronti di Striano e Laudati “sono emersi ulteriori episodi di possibili accessi abusivi” alle banche dati e “gravi fatti di inquinamento probatorio”, “in grado di danneggiare” le prove.

Quindi la richiesta di arresto avanzata in oltre duecento pagine nelle quali la procura ha riferito che “sono state evidenziate specifiche circostanze, ascrivibili ad entrambi gli indagati”. Inoltre secondo gli inquirenti Striano “è ancora in servizio, sia pure in un reparto non operativo e sia pure privato da tempo dalla propria amministrazione delle password per accadere alle banche dati”. E il pericolo di recidiva si era ipotizzato, “anche e soprattutto alla luce delle articolate relazioni che lo stesso ha dimostrato di avere e che gli potevano consentire, anche tramite soggetti terzi, la commissione di ulteriori reati della stessa indole”.

Gli atti d’indagine posti alla base della richiesta di custodia cautelare sono stati depositati anche alla Commissione parlamentare Antimafia che nei mesi scorsi ha sentito Cantone. Della vicenda si sta occupando anche il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, il Copasir, che sentirà ora anche il ministro Crosetto.

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Economia

Riforma della Pubblica Amministrazione, si diventerà dirigenti anche senza concorso?

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Il Piano strutturale di bilancio, che verrà presentato ufficialmente la prossima settimana, rappresenta un passaggio cruciale per il futuro della Pubblica Amministrazione (Pa) italiana. Tra le riforme principali, il governo intende ottenere dall’Unione Europea l’estensione del percorso di aggiustamento dei conti pubblici da quattro a sette anni, riducendo così la correzione annua del deficit. In cambio, l’Italia proporrà una serie di riforme strutturali, tra cui spiccano le modifiche nella Pa, che avranno un ruolo centrale.

Carriere e digitalizzazione: i pilastri della riforma

La riforma della Pa si articolerà principalmente su due fronti: il ripensamento delle carriere e il rafforzamento delle competenze digitali. Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, è impegnato a ridisegnare un sistema di progressione professionale che, accanto al tradizionale concorso pubblico, possa basarsi anche su valutazioni personali e professionali. L’obiettivo è rendere più flessibile l’avanzamento di carriera, superando un sistema che oggi appare ingessato e troppo legato all’anzianità di servizio.

Una delle proposte chiave è quella di introdurre percorsi di carriera dedicati alle figure con competenze tecnologiche e digitali, sempre più indispensabili negli uffici pubblici. Oltre a questo, si punta a incentivare la formazione interna per migliorare l’efficienza della Pa e attrarre quei profili professionali altamente qualificati che spesso preferiscono il settore privato a causa delle limitate opportunità di crescita nel pubblico.

La sfida dei concorsi e delle rinunce

Il problema della scarsità di talenti nella Pa è emerso con forza negli ultimi anni. Nonostante il boom di candidati ai concorsi pubblici — due milioni nei primi otto mesi del 2023 — molte posizioni, soprattutto quelle che richiedono elevate competenze tecniche, restano vacanti a causa delle rinunce. I profili più qualificati, infatti, preferiscono spesso le opportunità offerte dal settore privato, che garantisce percorsi di carriera e retribuzioni più dinamiche.

Zangrillo ha sottolineato come il sistema attuale, incentrato esclusivamente sui concorsi, rischi di incentivare i candidati a concentrarsi più sullo studio che sul raggiungimento degli obiettivi professionali. L’intenzione è quindi di affiancare al concorso nuovi strumenti di avanzamento professionale, senza però violare l’articolo 97 della Costituzione, che impone il concorso per l’accesso agli impieghi pubblici. Alcuni esempi di carriera senza concorso esistono già nella Pa, come nel caso di prefetti e diplomatici, e potrebbero essere estesi ad altre figure professionali.

Valutazione dei dirigenti: un nuovo modello

Un altro aspetto centrale della riforma riguarda la valutazione dei dirigenti pubblici. Zangrillo ha proposto un modello che superi la tradizionale impostazione verticale, coinvolgendo nella valutazione non solo i superiori ma anche i pari grado, i dipendenti e persino gli utenti. Questo sistema di valutazione diffusa permetterebbe di premiare non solo la conoscenza delle normative, ma anche competenze immateriali come la capacità di valorizzare il personale, incentivare la produttività e migliorare il benessere organizzativo.

Una sfida cruciale per il futuro della Pa

La riforma della Pa è considerata essenziale non solo per migliorare l’efficienza degli uffici pubblici, ma anche per rendere il lavoro nel settore pubblico più attrattivo per i giovani talenti e per chi possiede competenze digitali avanzate. Il percorso di trasformazione, però, non sarà semplice e richiederà tempo. Tuttavia, l’obiettivo è chiaro: creare una Pubblica Amministrazione più moderna, dinamica e in grado di competere con il settore privato per attirare le migliori risorse professionali.

Con queste riforme, l’Italia spera di rafforzare la propria posizione in Europa e ottenere l’allungamento del percorso di aggiustamento dei conti, contribuendo al rilancio del Paese con un’amministrazione pubblica più efficiente e capace di rispondere alle sfide del futuro.

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