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F1: Norris vince a Singapore, quinto Leclerc

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Il britannico Lando Norris ha vinto il Gran Premio di Singapore di F1, 18/a prova del Mondiale di Formula 1. Il pilota della McLaren ha preceduto Max Verstappen con la Red Bull, secondo, e l’australiano Oscar Piastri, terzo con l’altra McLaren. Charles Leclerc ha conquistato il quinto posto, dietro a George Russell su Mercedes. Settimo l’altro ferrarista, Carlos Sainz.

Norris ha conquistato la sua terza vittoria in carriera, avvicinando ancora il leader della classifica del mondiale, Verstappen. All’ultima tornata, Daniel Ricciardo con la Rb gli ha strappato il punto addizionale del giro veloce e così l’olandese lascia Singapore con un totale di 331 punti contro i 279 di Norris. Leclerc è terzo con 245, con Piasti che si è avvicinato ancora, a 237. A punti nella gara di Marina Bay sono andati anche Lewis Hamilto, sesto con la Mercedes davanti a Sainz. Ottavo posto per Fernando Alonso (Aston Martin), nono per Nico Huelkenberg (Haas) e decimo per Sergio Perez (Red Bull).

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Juric vince alla prima, ma Roma contestata all’Olimpico

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Friedkin, dirigenza e giocatori: la protesta del tifo giallorosso colpisce tutti e nemmeno la prima Roma di Ivan Juric basta ad attenuare una contestazione la cui escalation è cominciata con la cacciata di Daniele De Rossi. Perché è vero che i giallorossi conquistano la prima vittoria del campionato grazie al 3-0 contro l’Udinese, ma questo non risparmia i calciatori dai fischi anche a fine gara, quando la squadra si affaccia verso la Curva. A rubare la scena della partita è infatti quello che succede sugli spalti Ecco allora che dopo 58 sold out consecutivi nell’era Friedkin, arriva la prima vera manifestazione di dissenso contro la proprietà americana e a scatenare tutto, come detto, è l’esonero di De Rossi.

All’Olimpico c’è il culmine di una settimana di tensioni e che ha portato alle dimissioni di questa mattina della Ceo giallorossa, Lina Souloukou, oltre che alle proteste dei tifosi contro calciatori e società. E se il pullman con la squadra ‘dribbla’ gli ultras giallorossi fuori dallo stadio, la contestazione all’interno dell’impianto è inevitabile. La Curva Sud, come annunciato nei giorni scorsi, resta fuori per la prima mezz’ora, scioperando dal tifo, ma chi nel frattempo entra, fischia, anche copiosamente, tutta la squadra. Si salvano solamente Pisilli, Dybala ed El Shaarawy, unici applauditi, ma non Juric, arrivato da nemmeno una settimana nella Capitale.

Alla lettura delle formazioni i più bersagliati sono stati il capitano, Lorenzo Pellegrini, e Bryan Cristante, accompagnati da fischi e insulti anche durante tutto il resto della partita a ogni pallone toccato. A poco l’atteggiamento aggressivo, le verticalizzazioni, la capacita’ di mettere alle corde un’Udinese capolista e rivelazione di questo scorcio di campionato, e neanche il gol di Dovbyk dell’1-0 – buona verticalizzazione, sinistro da limite sul palo opposto – segnato con la Sud fuori dallo stadio. Sprazzi di Juric, insomma, ma il clima resta di aperta protesta contro la società. “Non rispettate i nostri valori e le nostre bandiere. Da oggi torniamo alle vecchie maniere”, è lo striscione che occupa i seggiolini della Sud durante la contestazione della prima mezz’ora. In un Olimpico surreale, senza dirigenti e con i Friedkin gia’ negli Usa, a Juric non resta che difendersi da solo, rimanendo l’unico a metterci la faccia.

All’intervallo, forte del vantaggio, prova a spronare la squadra, fischiata al rientro negli spogliatoi. Prende sottobraccio un Pellegrini scuro in volto, poi un ‘buffetto’ a Pisilli e un abbraccio con Dovbyk che anche nel secondo tempo è decisivo facendo partire l’azione che porta al rigore del raddoppio di Dybala. Nel secondo tempo c’è anche il tris giallorosso con la prima rete romanista di Baldanzi, entrato un minuto prima per Pellegrini, fischiato anche al momento della sua uscita come Cristante che nel finale lascia spazio a Hermoso.

Annullata per fuorigioco, invece, la doppietta di Dovbyk – fuga e scavetto – per il poker giallorosso con Juric che si ‘accontenta’ del 3-0 finale. Da ricucire, però, c’è il rapporto con la tifoseria che nonostante il risultato al triplice fischio ha fatto sentire il suo malcontento. Ora la Roma è ‘costretta’ a giocare le prossime due partite sempre in casa: giovedì in Europa League contro l’Atletico Bilbao e domenica in campionato con il Venezia.

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Con Castro il Bologna affossa il Monza, trema Nesta

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Momento difficile per il Monza e per il suo allenatore Alessandro Nesta dopo la sconfitta casalinga con il Bologna di Vincenzo Italiano. Il Monza non ha ancora vinto in campionato e resta in fondo alla classifica con appena tre punti raccolti nelle prime cinque giornate e un bilancio di tre pareggi e due sconfitte. I rossoblù vincono la loro prima partita con le reti di Urbanski e Castro, per il Monza, Djuric trova il gol del momentaneo pareggio. Protagonista della partita è il bomber argentino Santiago Castro che regala la vittoria alla propria squadra con un eurogol da incorniciare. Il Bologna da questo momento spera di risalire la china e va a sei punti, per oggi si festeggia.

Il Monza di Nesta fatica a trovare la via del gol, decimato da assenze importanti, fa quello che può, ci mette tutto e anche di più ma alla fine è costretto a piegarsi, complice una brutta difesa, in una giornata no Bianco e Turati sono da applausi, Maldini propizia il gol ma non va oltre. La partita è vivace e divertente con un approccio disinibito e aperto da parte di entrambe le squadre. È forse il Monza a a costruire di più nella prima mezz’ora anche se il Bologna si mostra subito aggressivo con una prima pericolosa incursione di Ndoye. Reagisce prontamente la squadra di Nesta: all’8′ Bianco sfugge a Castro e costringe De Silvestri a chiudere in angolo. Ci prova anche Pereira di testa ma Ravaglia respinge sopra la traversa.

Ancora Bianco prova il tiro a giro con la palla fuori di poco. Spinge il Monza con Marì che trova però Maldini impreciso nello stop. Sta per scoccare la mezz’ora e passa il Bologna con Urbanski di testa su cross di Lykogiannis. Gli ospiti potrebbero chiuderla ancora con Urbanski e Castro ma alla fine è il Monza a trovare il pareggio con Djuric al 43′ che approfitta dell’incertezza di Ravaglia su rasoterra di Maldini. Tap-in e si riapre la partita. Nel secondo tempo squadre più stanche e gli allenatori che ridisegnano gli assetti tattici effettuando tutte le sostituzioni a disposizioni. Destro di Castro pericoloso al 48′, due minuti dopo Bianco accarezza il palo ma la palla è fuori di poco.

La partita sembra ormai bloccata sul pari ma a dieci minuti dalla fine Castro gela lo stadio con una bomba calciata di destro da fuori area. Il Monza non infrange la barriera rossoblù e alla fine deve accettare la sconfitta anche se arrivata con onore. Adesso Nesta e’ atteso da prove davvero complicate, Napoli e Roma, prossimi avversari.

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MotoGP: Bastianini beffa Martin nel finale, Bagnaia cade

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Sulla pista di Misano succede tutto a poche curve dal traguardo. Enea Bastianini dà sostanza al suo soprannome ‘la Bestia’ e con una manovra di forza si infila nello spiraglio lasciatogli da Jorge Martin che già assaporava la vittoria del GP dell’Emilia Romagna. Il madrileno incassa comunque un bel secondo posto, ‘impreziosito’ dalla scivolata di Francesco Bagnaia quando mancavano 7 giri all’arrivo ed era terzo. Ma si infuria lo stesso – più che altro per il modo beffardo in cui ha subito il sorpasso – e dopo il traguardo gli scappa il gesto dell’ombrello. Poi i due si chiariscono con una stretta di mano, ancor prima di scendere dalle moto. A completare la tripletta Ducati – che, con sei gare di anticipo, conquista matematicamente il quinto titolo Costruttori consecutivo – sale sul podio Marc Marquez, beneficiando del ‘regalo’ di Pecco.

Il successo di Bastianini è il 100mo della Rossa in MotoGP, 50 sono arrivati tra il 2020 e il 2024. Nella lotta per il mondiale piloti Martin sale a 341 punti e incrementa il vantaggio su Bagnaia. Il bi-campione del mondo con lo zero raccolto oggi è scivolato a -24 (vincendo sabato la Sprint si era riportato a -4), mentre Bastianini ha scavalcato Marquez, a -59 contro il -60 dello spagnolo. Secondo sulla griglia di partenza e sotto pressione dopo l’errore di strategia commesso due settimane fa sullo stesso circuito, allora teatro del GP di San Marino, Martin ha riattivato la modalità ‘Martinator’, duellando con un altrettanto scatenato Bagnaia e Bastianini a completare il terzetto subito in fuga.

“E’ stata una gara molto difficile”, ha ammesso alla fine il pilota della Ducati Pramac. In testa dal quarto giro, ma costantemente minacciato da Bastianini, Martin ha detto di “essere stato spinto fuori pista” dal riminese e “di non aver potuto reagire”. “Penso di essere stato il più forte oggi, avrei meritato la vittoria”, ha aggiunto, anche se la caduta di Bagnaia dà molto peso al suo piazzamento. “Jorge è stato perfetto per tutta la gara – ha riconosciuto Bastianini, nato a pochi chilometri dal circuito – E’ stato molto difficile superarlo all’ultimo giro. Ho visto un piccolo spazio, ero un po’ al limite, ma l’ho passato”. Partito dalla pole e superato anche da Bastianini, Bagnaia ha iniziato a perdere terreno e per una decina di giri è parso in difficoltà. “Nei primi 15 giri è successa una cosa nuova: la gomma dietro non funzionava” ha spiegato.

Poi i tempi del campione torinese hanno ripreso ad abbassarsi, fino ad un fantastico 1’30″877, di gran lunga il crono migliore del terzetto, dandogli l’illusione di poter riagganciare la testa della corsa. Ma quando gli è stato comunicato che Pecco stava arrivando, i primi due hanno cambiato passo. Nel tentativo di restargli in scia Bagnaia ha esagerato la staccata all’ingresso in curva 8, finendo la giornata nella via di fuga della Quercia. “Sono caduto nonostante avessi solo 32 gradi di inclinazione. È strano, ogni tanto succedono cose fuori dal nostro controllo. E’ un peccato, sono arrivato a Misano che ero a -19 e riparto a -24”. Ora il mondiale si sposta in Asia, nel prossimo fine settimana c’è il GP d’Indonesia.

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