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Cronache

Laureati in Europa: Italia tra le ultime, divari regionali e necessità di miglioramento

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Secondo i più recenti dati Eurostat, il 43,1% della popolazione tra i 25 e i 34 anni nell’Unione Europea ha conseguito un livello di istruzione terziaria, come una laurea o un titolo equivalente. Tuttavia, l’Italia continua a trovarsi in una posizione di svantaggio rispetto alla media europea, come confermato anche dall’Ocse. Questo divario si accentua ulteriormente se si considerano le profonde differenze regionali all’interno del Paese.

In Europa settentrionale e occidentale, in particolare nelle capitali come Parigi e Stoccolma, i tassi di laureati superano spesso il 60%, riflettendo economie sviluppate e una forte domanda di laureati, soprattutto in discipline giuridiche ed economiche. Anche nei paesi con tassi di istruzione terziaria inferiori, come la Polonia e l’Italia, le aree metropolitane come Varsavia e Roma presentano percentuali di laureati significativamente superiori rispetto alle altre zone. Questo “effetto capitale” evidenzia come le opportunità educative e lavorative attraggano giovani verso le grandi città, a scapito delle aree più periferiche e industrializzate, come il Nord Italia o alcune regioni della Germania.

Italia: divari tra Nord e Sud

Il divario italiano è particolarmente evidente quando si analizzano le differenze regionali. Il Centro-Nord si avvicina maggiormente ai livelli europei, mentre il Sud soffre di un forte ritardo. Con un tasso di passaggio dal diploma all’università intorno al 40%, il Sud Italia mostra percentuali di laureati simili a quelle di alcune regioni dell’Europa orientale, come Bulgaria e Romania. Calabria, Puglia e Sicilia, in particolare, si collocano tra le regioni europee con il minor numero di laureati.

Questo ritardo non riguarda solo la quantità di laureati, ma anche la qualità dell’istruzione. L’Italia, infatti, non solo ha meno laureati rispetto alla media europea, ma è anche carente in discipline che offrono maggiori opportunità sul mercato del lavoro, come le materie Stem (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Il recente report Eurostat colloca l’Italia all’ultimo posto nell’Ue per il tasso di occupazione dei neolaureati, con paesi come Grecia e Romania che ci superano in questo ambito.

Una sfida duplice per l’Italia

L’Italia deve affrontare una duplice sfida: aumentare il numero di giovani che si iscrivono all’università e completano gli studi, e migliorare la qualità dell’istruzione per allinearla alle esigenze del mercato del lavoro. Concentrarsi esclusivamente sulla quantità di laureati, senza considerare la qualità, rischia di trasformare l’istruzione da investimento a costo. Le decisioni prese oggi avranno un impatto a lungo termine e, se non si investirà nella qualità, il sistema educativo potrebbe non rispondere adeguatamente alle necessità future.

Una sfida per tutta l’Europa

L’Europa, d’altra parte, deve affrontare il problema della distribuzione disomogenea dei laureati sul territorio. Come sottolineato nelle recenti tornate elettorali, il divario tra metropoli e periferie non si limita solo all’economia, ma anche all’istruzione. Ridurre questa disparità è fondamentale per garantire uno sviluppo economico e sociale più equilibrato e sostenibile.

In conclusione, l’istruzione terziaria rappresenta una risorsa fondamentale per lo sviluppo di un paese. Non basta concentrarsi sulla quantità di laureati: la qualità dell’istruzione e una distribuzione più equa sul territorio sono altrettanto cruciali per rendere l’istruzione un vero investimento per il futuro.

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Uccisa nel Casertano, Cassazione annulla ergastolo per il marito

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La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna all’ergastolo pronunciata dalla Corte di assise di appello di Napoli nei confronti del 42enne Michele Marotta, accusato dell’omicidio della moglie, Maria Tedesco, 33 anni, commesso a San Felice a Cancello (Caserta) l’11 novembre del 2020. La Suprema Corte, nonostante il diverso avviso del procuratore generale, ha accolto il motivo di ricorso presentato dal difensore di Marotta, l’avvocato Dario Vannetiello, annullando senza rinvio la pena del carcere a vita, e rideterminandola in 26 anni e mezzo di reclusione. In primo grado la Corte d’Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere – era il 21 febbraio 2022 – aveva inflitto a Marotta proprio la pena di 26 anni e mezzo per omicidio aggravato dalla crudeltà, dai futili motivi e dalla premeditazione, poi però la procura sammaritana fece ricorso e la Corte d’Assise d’Appello di Napoli comminò l’ergastolo.

Oggi la Cassazione è tornata dunque alla prima condanna, e determinante nella decisione di annullare la sentenza di secondo grado è stato un cavillo giuridico scoperto dal legale di Marotta; l’impugnazione del pm, accolta in appello, avrebbe dovuto infatti essere dichiarata inammissibile perché il pubblico ministero non avrebbe potuto impugnare la sentenza emessa in primo grado nel punto in cui riteneva equivalenti le attenuanti generiche con le aggravanti contestate. Marotta uccise la moglie in una stradina sterrata di Cancello Scalo, frazione di San Felice a Cancello, sparandole sei colpi di pistola da distanza ravvicinata.

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Investimento a Lido di Camaiore, automobilista arrestata

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È finita agli arresti domiciliari, con l’accusa di omicidio stradale plurimo e lesioni gravissime, la donna che ieri ha investito con una Mercedes Gla a Lido di Camaiore (Lucca) sei persone, tra cui due giovani tedesche, entrambe decedute; Jasmine Bousnina avrebbe compiuto 19 anni fra un mese, mentre Elis Donmez avrebbe compiuto 18 anni domenica prossima. La polizia stradale e la procura di Lucca stanno conducendo gli accertamenti per chiarire come sia potuto accadere un incidente così grave. La donna alla guida dell’auto, Katia Pereira Da Silva, 44enne brasiliana che vive a Viareggio, è risultata negativa agli accertamenti per verificare se fosse alla guida in stato di ebbrezza o avesse assunto stupefacenti.

Andava certo a una velocità “molto elevata” lungo la via Italica, come specificato in una nota firmata dal procuratore Domenico Manzione, nella quale però non si fanno ipotesi specifiche sul perchè, dopo aver investito le due vittime e una loro amica all’altezza dell’incrocio con via Roma Capitale, salendo con l’auto sul marciapiede, la conducente abbia poi proseguito “la marcia per circa 250 metri, senza fermarsi e senza ridurre la velocita, andando prima ad impattare contro” un “palo del semaforo che abbatteva, quindi travolgendo altri tre pedoni per poi concludere la propria corsa quando urtava due veicoli in sosta”. Secondo quanto poi appreso sembra che l’auto, dopo aver investito le tre ragazze, avrebbe proseguito lungo la strada per poi risalire sul marciapiede, urtando poi il palo e investendo le altre tre persone, tutte di nazionalità francese. Nell’immediatezza la 44enne sarebbe apparsa in stato confusionale e avrebbe detto di non esserci accorta di nulla.

Con lei sulla Mercedes, auto che sarebbe stata presa a noleggio e ora è sottoposta a sequestro, viaggiava un’altra donna a sua volta finita in ospedale. L’unica illesa nell’incidente la 44enne: in ospedale è stata portata per gli esami tossicologici. Dei feriti portati in ospedale, si spiega dagli inquirenti, “due sono stati dimessi in mattinata, mentre altri tre sono ancora ricoverati ma, al momento, non sono in pericolo di vita”. Oggi qualcuno ha lasciato dei fiori nel luogo dove sono morte le due giovani tedesche, che facevano parte di una scolaresca proveniente da Duisburg, alloggiata in un hotel del Lido di Camaiore da dove la comitiva è ripartita stamani. In ricordo delle due ragazze domani a Camaiore sarà lutto cittadino: gli uffici comunali si fermeranno alle 12 per un minuto di silenzio con invito ad attività e comunità a fare altrettanto. Lo ha deciso il sindaco Marcello Pierucci che questo pomeriggio ha reso noto di voler contattare il primo cittadino di Duisburg “per esprimere il cordoglio e le condoglianze da parte di tutta la città”.

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Deteneva 12 kg droga, armi e munizioni, arrestato 32enne di Acerra a Lecce

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Più di dodici chili di droga, hashish, marijuana e cocaina, tre pistole pronte all’uso, centinaia di proiettili, una lanciarazzi e circa 5mila euro in contanti ritenuti il provento dello spaccio. È questo il bilancio del sequestro effettuato nel corso di una operazione messa a segno dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce, che hanno arrestato un pregiudicato 32enne della zona. L’uomo, Antonio Baldassarre 32enne di Acerra (Napoli) ma residente a Lecce, aveva nascosto l’ingente quantitativo di droga e le armi all’interno di due garage nella sua disponibilità. Il nervosismo mostrato durante il controllo ha insospettito i militari. Dopo aver consegnato ai carabinieri un sacchetto contenente 2 kg e mezzo di hashish occultato sotto il sellino della moto, i militari hanno fatto scattare la perquisizione nei due garage di pertinenza dove poi è stato scoperto l’ingente quantitativo di sostanze stupefacenti.

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