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F1: Piastri vince a Baku, la Ferrari di Leclerc è 2/a

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Fa festa Oscar Piastri che vince il gran premio dell’Azerbaigian e conquista il secondo successo della sua giovane carriera e soprattutto getta le basi per un futuro radioso. Ne fa le spese, si fa per dire, Charles Leclerc che deve accontentarsi del secondo posto dopo che era partito dalla pole position e la difesa strenua della posizione nonostante le difficoltà con le gomme dure. Sul podio sale anche George Russell, che ‘approfitta’ dell’incidente tra Sainz e Perez al penultimo giro. Scattato alle spalle di Leclerc, Piastri ha gestito la gara fino al primo pit stop, salvo poi sferrare l’attacco al monegasco subito dopo, approfittando di un pit stop ritardato di un giro della Ferrari che gli ha permesso di azzerare i cinque secondi di margine accumulati dal rivale.

Una posizione che poi ha difeso con tenacia fino alla bandiera a scacchi. Recrimina invece Leclerc, spesso più veloce di Piastri, ma mai in grado di sferrare un attacco decisivo. In terza posizione, sfruttando un maxi contatto tra Perez e Sainz al penultimo giro (i due erano in piena lotta con Leclerc per il secondo gradino del podio), ha trovato posto Russell, seguito da Lando Norris (in rimonta dalla 15/a posizione), Max Verstappen e Fernando Alonso. L’australiano ha dovuto resistere fino agli ultimi giri ai tentativi del pilota della Ferrari, determinato a riconquistare la leadership. “Ho fatto uno sforzo incredibile e ho resistito per 35 giri”, le parole di Piastri al termine di “una delle migliori gare della mia carriera”.

“Alla partenza ho provato a mettermi davanti ma non c’è stato modo – ha aggiunto il pilota della McLaren – Dopodiché non avevo passo per avvicinarmi a Charles e ho pazientato. Dopo la sosta ci siamo di nuovo avvicinati e sentivo di avere più grip del ferrarista. A quel punto mi sono detto che avrei dovuto provare ad attaccarlo subito. Il sorpasso? Sono partito da lontano, ho rischiato, ma sono riuscito a farcela”. “Ho capito che sarebbe stata difficile non appena abbiamo montato gomme dure – le parole a caldo del monegasco della Ferrari – Eravamo più competitivi con le medie e nel momento in cui abbiamo cambiato mescola, la gara si è complicata. È stata molto difficile, abbiamo cominciato a soffrire. Ho davvero dovuto lottare per tenere gli pneumatici vivi fino alla fine, quando ho cominciato a sfiorare i muri”. “Complimenti a Piastri e alla McLaren, hanno fatto un lavoro eccezionale – ha aggiunto – La McLaren era rapidissima in rettilineo e aveva una trazione leggermente migliore della nostra.

Quando Oscar mi ha passato, ho pensato a mantenere la calma. Purtroppo non mi sono difeso come avrei dovuto, ma come ho detto ero in sofferenza con le gomme e se gli altri sono più bravi di te, meritano di vincere”. Il finale della gara è stato al cardiopalmo quando, durante il penultimo giro Sainz si è reso protagonista di un incidente con la Red Bull di Perez: approfittando del duello tra il messicano e Leclerc per conquistare la seconda posizione lo spagnolo era riuscito a infilarsi tra i due per poi andare lungo in corrispondenza della curva 2. Mentre Perez cercava di recuperare sul ferrarista, le due vetture sono venute a contatto, Sainz ha perso il controllo della sua Ferrari e i due piloti sono finiti inevitabilmente a muro. “Non sono uno che dà la colpa o uno a cui piace fare analisi prima di andare dai commissari, ma so di non avere fatto niente di sbagliato o pericoloso stavolta”, le parole di Sainz. Grazie ai punti ottenuti a Baku, la McLaren supera la Red Bull ed è leader nella classifica del mondiale Costruttori. Appuntamento tra una settimana a Marina Bay per il Gran Premio di Singapore.

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Americas Cup, Luna Rossa batte American Magic e sfiderà Ineos per accedere alla finale contro New Zealand

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Luna Rossa si è qualificata per la finale della Louis Vuitton Cup, dove affronterà Ineos Britannia.

L’equipaggio italiano del team Prada Pirelli ha ottenuto il punto decisivo contro American Magic nell’ottava regata della semifinale, chiudendo la serie con un punteggio di 5-3. Nonostante un iniziale vantaggio di 4-0, Luna Rossa ha visto un parziale recupero da parte degli statunitensi, che si sono portati sul 4-3, prima della reazione decisiva degli italiani. La finale contro Ineos Britannia si giocherà al meglio delle 13 regate a partire dal 26 settembre, e decreterà chi sfiderà Team New Zealand nell’America’s Cup, che si terrà dal 12 ottobre.

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Attesa per Juve-Napoli, per Conte è un ritorno a casa: nessuno potrà cancellare mia storia

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Ritorno nella sua storia, quella che ha scritto prima in campo e poi in panchina e che “nessuno potrà mai cancellare”. Antonio Conte ha presentato, in conferenza stampa, la sfida che il suo Napoli giocherà contro la Juventus all’Allianz Stadium sabato. Gli azzurri arrivano al match dopo il sorpasso in classifica della settimana scorsa, un +1 che ha caricato l’ambiente partenopeo per quella che è sempre stata e sempre sarà la partita. Prima di ogni ragionamento, però, Conte ha voluto ricordare Totò Schillaci con cui ha condiviso i suoi primi passi proprio alla Juventus: “A soli 59 anni ci viene a mancare una persona che per noi del Sud è stato un emblema, una persona che ce l’aveva fatta. Sono veramente molto rattristato e dispiaciuto – ha detto Conte -. Un pensiero alla famiglia per la perdita di un’ottima persona”.

Schillaci nel cuore, la Juventus nella testa: “La mia storia parla di 13 anni trascorsi alla Juve da calciatore dove sono stato capitano e abbiamo vinto tutto. Ho avuto la possibilità di fare l’allenatore e di aprire un ciclo che è durato 9 nove anni. Faccio parte della storia della Juventus e nessuno me la potrà cancellare”, ha affermato Conte che non ha poi nascosto che per lui “sarà una grande emozione” tornare in uno ‘Stadium’ pieno. La prima volta che il tecnico salentino, infatti era tornato a Torino da allenatore, ai tempi dell’Inter, quando arrivò con lo scudetto appena conquistato sul petto, gli spalti erano vuoti a causa delle restrizioni imposte dal Covid: “Ci saranno i tifosi”, ha aggiunto Conte, che ha poi evidenziato che la partita arriva in una “fase di assestamento per le squadre”. Non un match scudetto, al momento, ma una partita da “tre punti”. Un test da affrontare “in modo serio”.

Per quanto riguarda l’avversario Conte si è detto sicuro: “Siamo su due piani diversi, ma credo che entrambe abbiamo voglia di rivalsa. La Juve non si può accontentare del terzo posto dell’anno scorso, noi dell’anno scorso”. Poi un pensiero su Thiago Motta: “È stato un mio calciatore, è un ragazzo molto serio, bravo – ha affermato Conte -. A Bologna ha fatto benissimo, gli auguro il meglio, ma non nelle partite contro di noi. L’eredità che raccoglie è un’eredità pesante, perché Allegri ha scritto parecchie pagine di storia. Allenare la Juve non è mai banale, perché la richiesta è sempre la vittoria”. Quella vittoria che è il centro del lavoro quotidiano di Conte, un lavoro che quest’anno può proseguire liscio perché non ci sono coppe europee. Un vantaggio? Conte ha analizzato le due facce della medaglia: “Non giocare le coppe dà il vantaggio di poter lavorare di più e quando arrivi in un nuovo club hai bisogno di tempo per lavorare sulle tue idee. Se avessimo dovuto giocare tante partite eravamo fregati – ha affermato Conte -. Lo svantaggio è che la rosa non è competitiva come quella di una squadra costruita per fare le coppe”.

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Champions: l’Inter argina il City, 0-0 all’Etihad Stadium

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L’avventura dell’Inter nella nuova Champions League inizia con un pareggio in casa del Manchester City. All’Etihad Stadium finisce 0-0 tra sofferenza e qualche potenziale occasione non sfruttata da parte dei nerazzurri, autori comunque di una bella prestazione a livello caratteriale.

Una gara quasi tutta d’attesa e ripartenze da parte degli uomini di Simone Inzaghi, costretti a serrare le linee per arginare nel miglior modo possibile i citizens, stranamente poco freddi sotto porta in diverse situazioni molto interessanti. Dopo le fatiche d’Europa ora l’Inter sara’ attesa dal delicato derby contro il Milan in campionato. In avvio gli inglesi provano subito a portare grande pressione nella meta’ campo avversaria, cercando il varco per far male ai nerazzurri. Gli uomini di Inzaghi serrano le linee, restano in attesa e appena recuperano palla tentano un paio di discese in contropiede potenzialmente pericolose, ma sempre innocue. Al 24′ la prima vera chance per il City capita sul mancino di Savinho dopo un cross da sinistra, ma il brasiliano impatta male e indirizza sul fondo.

Una decina di minuti piu’ tardi, invece, e’ Haaland a sfiorare il palo alla sinistra di Sommer con un diagonale strozzato dal limite dell’area. La risposta interista e’ affidata prima a Thuram, che al 42′ sbaglia la mira con un destro di prima intenzione su una palla messa al centro da sinistra, poi allo scadere del primo tempo e’ Carlos Augusto ad impegnare Ederson con un mancino da posizione ravvicinata.

Nella ripresa la squadra di Guardiola torna a fare la partita e al 69′ crea una palla gol gigante per il vantaggio: Grealish e Gundogan liberano Foden al tiro dopo un bellissimo scambio nello stretto, il giovane inglese pero’ non riesce ad angolare il destro e viene bloccato da Sommer. L’Inter soffre ma resta viva, tornando a farsi vedere in avanti al 76′ ancora grazie ad una ripartenza conclusa dai neo entrati Dumfries e Mkhitaryan: l’olandese scappa a destra e mette al centro dove arriva l’armeno che calcia alto da posizione invitante. Nel finale gli inglesi premono a caccia del gol vittoria, ma le due ultime chances capitate sulla testa di Gundogan non vanno a buon fine.

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