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Cronache

Helen Comin muore dopo un intervento di chirurgia estetica, era mamma di 4 figli

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Helen Comin, 50 anni, originaria di Rosà (Vicenza) ma residente a Cittadella, è deceduta martedì scorso dopo aver lottato per cinque giorni tra la vita e la morte nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Castelfranco Veneto. La donna era rimasta vittima di un arresto cardiocircolatorio a seguito di un intervento di sostituzione delle protesi mammarie alla DiviClinic, una nota struttura privata in Veneto.

Helen si era recata presso la clinica il 5 settembre scorso per un intervento considerato di routine, ma il dramma si è consumato poco dopo. Nonostante un apparente risveglio senza complicazioni, la donna si è improvvisamente aggravata, cadendo in coma a causa della mancata ossigenazione al cervello. Trasportata d’urgenza in ospedale, è deceduta dopo giorni di agonia.

La Procura di Treviso ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, indagando i due medici coinvolti nell’intervento: il professor Antonio Di Vincenzo, chirurgo e titolare della DiviClinic, e l’anestesista Fabio Toffoletto, noto per il suo ruolo nella gestione del Covid Hospital di Jesolo durante la pandemia.

L’autopsia, eseguita ieri, ha confermato le cause del decesso, ma per chiarire se ci sia un nesso tra l’intervento al seno e la morte di Helen saranno necessari ulteriori esami istologici e tossicologici, il cui esito è atteso entro sessanta giorni. Al momento, l’ipotesi di una reazione allergica sembra essere stata esclusa.

Un dramma che lascia molte domande

Helen Comin era una donna conosciuta e amata nella sua comunità, dove viveva con il marito Stefano Lago, titolare della Lago Inox Design di Galliera Veneta, e i loro quattro figli. La sua improvvisa scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile. “Vogliamo sapere cos’è successo, abbiamo tante domande e ci affidiamo alla Procura per avere le risposte”, ha dichiarato la figlia Sharon, riflettendo lo stato di smarrimento e dolore che ha colpito la famiglia.

Stefano, distrutto dalla perdita, ha voluto ricordare la moglie con un messaggio toccante pubblicato su Facebook: “Ti mando un bacio ovunque tu sia perché mi manchi così tanto, ti penso sempre”.

Le indagini in corso

La vicenda ha sollevato numerosi interrogativi sulla sicurezza delle procedure estetiche e sull’effettiva responsabilità dei medici coinvolti. Le indagini della Procura cercheranno di far luce sulle dinamiche precise che hanno portato alla tragedia. Nel frattempo, la comunità di Cittadella e tutti coloro che conoscevano Helen si stringono intorno alla famiglia in questo momento di profondo dolore.

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Cronache

Deteneva 12 kg droga, armi e munizioni, arrestato 32enne di Acerra a Lecce

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Più di dodici chili di droga, hashish, marijuana e cocaina, tre pistole pronte all’uso, centinaia di proiettili, una lanciarazzi e circa 5mila euro in contanti ritenuti il provento dello spaccio. È questo il bilancio del sequestro effettuato nel corso di una operazione messa a segno dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce, che hanno arrestato un pregiudicato 32enne della zona. L’uomo, Antonio Baldassarre 32enne di Acerra (Napoli) ma residente a Lecce, aveva nascosto l’ingente quantitativo di droga e le armi all’interno di due garage nella sua disponibilità. Il nervosismo mostrato durante il controllo ha insospettito i militari. Dopo aver consegnato ai carabinieri un sacchetto contenente 2 kg e mezzo di hashish occultato sotto il sellino della moto, i militari hanno fatto scattare la perquisizione nei due garage di pertinenza dove poi è stato scoperto l’ingente quantitativo di sostanze stupefacenti.

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Cronache

Uccide la moglie e si presenta ai carabinieri

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Femminicidio a Sestri Levante questa mattina. Un uomo di 74 anni, Giampaolo Bregante, ha sparato alla moglie, Cristina Marini. Dopo l’omicidio si è presentato dai carabinieri e ha confessato. Secondo le prime informazioni l’uomo ha detto di avere ucciso la moglie per “porre fine alla sua depressione e visto che la moglie si rifiutava di prendere le medicine per le cure”. Sul posto sono arrivati i medici del 118 e i carabinieri del nucleo investigativo. I militari sono coordinati dal pm Stefano Puppo.

Comandante di lungo corso, Giampaolo Brigante è conosciuto come una persona tranquilla, amante del mare. Ieri era con alcuni suoi amici a giocare a pinnacolo, come tutti i giorni. “Amava raccontare le sue avventure per mare sui traghetti – raccontano gli amici – Era preoccupato solo per la depressione della moglie ma non faceva trapelare nulla”. Il primo ad accorrere sul luogo dell’omicidio è stato il figlio Righel avvisato dal padre dopo che aveva sparato alla moglie, assieme ai carabinieri che avevano ricevuto la telefonata da parte dell’omicida. Il corpo di Cristina Marini si trovava riverso in cucina. Giampaolo Bregante è stato quindi condotto nella caserma di via Val di Canepa a disposizione del magistrato di turno.

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San Gennaro fa il miracolo e il Cardinale chiede giustizia sociale per Napoli

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Questa mattina, alle 10 in punto, il miracolo di San Gennaro si è ripetuto nel Duomo di Napoli, portando con sé un profondo significato religioso e sociale. Come da tradizione, l’annuncio della liquefazione del sangue del santo Patrono è stato dato dall’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, ai fedeli che gremivano la cattedrale. Il sangue, contenuto nella famosa ampolla, era già sciolto al momento in cui è stato portato sull’altare maggiore, trasportato dai seminaristi. La celebrazione eucaristica, come sempre, ha attirato numerosi fedeli e personalità illustri, tra cui il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il governatore Vincenzo De Luca, il principe Carlo di Borbone, il principe Emanuele Filiberto di Savoia e l’attrice Marisa Laurito.

La tradizione del miracolo di San Gennaro, atteso tre volte l’anno – il sabato precedente la prima domenica di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre – è un momento di grande devozione per i napoletani, che vedono in questo evento un segno di protezione e speranza.

Durante la sua omelia, l’arcivescovo Battaglia ha collegato il miracolo del sangue con la sofferenza e le difficoltà vissute dalla città. “Questo sangue si mescola sempre con il sangue dei poveri, degli ultimi, con il sangue versato a causa della violenza e del degrado sociale”, ha dichiarato, ricordando tragedie recenti come il crollo di Scampia e l’esplosione di Forcella. Con queste parole, Battaglia ha voluto sottolineare la necessità di una risposta collettiva e solidale alle sfide che Napoli affronta quotidianamente.

L’arcivescovo ha proseguito il suo discorso ponendo l’accento sull’importanza di affrontare le emergenze sociali come opportunità per costruire un futuro di giustizia e pace. Ha menzionato l’emergenza educativa e abitativa come priorità che richiedono interventi immediati, ma che al tempo stesso offrono la possibilità di disegnare una nuova traiettoria per la città. “Occorre avere il coraggio di superare la logica della competizione ad oltranza per abbracciare quella della cooperazione”, ha esortato Battaglia, invitando la comunità a riscoprire il valore della solidarietà e della cura reciproca.

Napoli, città dalle profonde contraddizioni ma anche dalle grandi risorse umane, è stata al centro di un appello accorato a ripartire da quei gesti semplici ma fondamentali che la sorreggono ogni giorno: “Ricorda sempre di custodire con tutto te stessa e ripartire ogni giorno dalle poche cose che contano”, ha detto Battaglia, invitando i napoletani a non voltare mai lo sguardo di fronte alla sofferenza altrui e a lottare per una città più giusta e pacifica.

Il miracolo di San Gennaro, dunque, non è solo un evento religioso, ma un invito a riscoprire la dimensione della solidarietà, della cooperazione e della speranza, elementi essenziali per costruire una Napoli migliore e più equa. Concludendo, l’arcivescovo ha invocato la protezione del santo Patrono affinché il segno del suo sangue “ravvivi sempre in noi il desiderio di realizzare per la nostra terra e per il mondo intero il sogno di Dio”.

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