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Cronache

Cantone denuncia: non c’è personale, a rischio indagine sui dossier

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La procura di Perugia lancia l’allarme sulla tenuta delle sue inchieste per problemi di organico e la Commissione Antimafia potrebbe adesso arrivare in supporto all’ufficio umbro nelle indagini sui presunti dossieraggi. Si fanno sempre più neri i nuvoloni della tempesta politica abbattutasi sulla vicenda che vede al centro l’ex pm Antonio Laudati e il tenente della Gdf Pasquale Striano, accusati dai pm di spiare vip, politici e imprenditori. Dopo il coinvolgimento di un soggetto appartenente ai servizi di sicurezza nella vicenda, uno 007 finito anche lui nel registro degli indagati, alcuni componenti della commissione non escludono la possibile audizione dei vertici dell’Aise. Tutto però “va prima esaminato con calma”. Anche perché le migliaia di pagine degli atti trasmessi da Perugia in Antimafia si stanno valutando con attenzione. Tra gli obiettivi c’è quello di fare luce su una serie di aspetti finora inediti, come i 47 messaggi inviati da Striano e contenenti la sua memoria difensiva, indirizzati a vari rappresentanti delle istituzioni tra cui a due membri dei servizi di sicurezza del Paese (non indagati). Destinatari che – come si legge nella richiesta di arresti domiciliari per Laudati e Striano rigettata dal gip di Perugia – “si sono visti recapitare le note difensive senza alcun preavviso e sono rimasti ‘muti’ rispetto a tale invio per l’evidente imbarazzo di aver ricevuto un documento di parte relativa a una vicenda assai delicata, un’iniziativa a dir poco inopportuna”.

E adesso che il procuratore Cantone lancia l’allarme sulla mancanza di personale amministrativo parlando di “criticità” che non consentono “di garantire la continua e tempestiva esecuzione dei servizi dell’Ufficio”, i parlamentari dell’Antimafia in quota Forza Italia rilanciano: “Viste le difficoltà manifestate, adesso dobbiamo supplire e tocca anche a noi indagare”. Il primo segnale di un eventuale cambio di marcia in questo senso potrebbe arrivare mercoledì prossimo alla riunione dell’ufficio di presidenza in commissione, quando il capogruppo forzista Pittalis chiederà audizioni ad hoc per Laudati e Striano: una richiesta in contrordine rispetto a quanto già affermato dalla presidenza, secondo cui al momento le persone indagate nell’inchiesta non avrebbero dovuto essere ascoltate dai parlamentari relegando questa attività esclusivamente alla procura di Perugia. Finora questa linea era stata mantenuta ma, alla luce di quanto sta emergendo e potrebbe ancora venire fuori, altri parlamentari potrebbero associarsi alla richiesta di esercitare a tutto tondo il potere inquirente della stessa commissione d’inchiesta.

A sospendere per il momento il giudizio – senza escludere però l’ipotesi di questa svolta – c’è il leghista Cantalamessa, per il quale “c’è prima bisogno di analizzare bene gli atti pervenuti”. Sul fronte opposto i componenti di M5s: “È stato già appurato che questi fatti, seppure molto gravi, non riguardano la mafia, di cui invece noi vorremmo parlare, perché è quello il tema che ci compete”, ribatte il capogruppo pentastellato Nave. Tutto si deciderà comunque tra due settimane, quando si delineerà un altro passaggio chiave nella vicenda giudiziaria. Il prossimo 23 settembre è infatti prevista l’udienza del Riesame, dopo il ricorso della Procura di Perugia per il respingimento da parte del gip sulla richiesta di arresto per l’ex magistrato e per l’ufficiale della Guardia di finanza. Nel sollecitare le misure cautelari i pm di Perugia ribadiscono che “Striano, da solo o su impulso di Laudati – si legge nell’atto – ha eseguito plurimi accessi in violazione della normativa di settore e delle procedure interne di carattere autorizzativo e per finalità meramente esplorative, onde acquisire informazioni sulle persone indicati ovvero su personaggi pubblici in assenza anche solo di un input idoneo a stimolare l’attività”.

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Auto investe 7 persone in Versilia, morte due ragazze

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Alla guida di una Mercedes ha travolto sette persone, causando la morte sul colpo di due ragazze tedesche, e mandando le altre tutte in ospedale. È il tragico bilancio dell’investimento avvenuto poco dopo le 19 in Versilia, a Lido di Camaiore (Lucca). All’ospedale è finita, per gli esami tossicologici, anche la conducente, una 44enne di origine brasiliana, come rende noto la Questura di Lucca: gli accertamenti sono condotti dalla polizia stradale. Teatro dell’incidente via Italica. Sempre secondo quanto spiegato al momento dalla Questura, l’auto avrebbe bucato due semafori rossi: al primo incrocio tra via Italica con via Roma ha travolto le due ragazze tedesche, sembra due turiste, classe 2005 e 2006.ù

Auto investe 7 persone in Versilia, morte due ragazze

Poi al secondo incrocio, con viale Colombo, gli altri pedoni: tra loro una sessantenne portata poi in codice rosso per un politrauma, con l’elisoccorso, all’ospedale Cisanello a Pisa. Smistate tra gli ospedale di Massa e al Versilia le altre persone investite. L’auto si è poi fermata dopo aver urtato due auto: la conducente è scesa dalla macchina fino all’arrivo della polizia stradale che l’ha portata in ospedale per gli esami tossicologici. Sul posto per i soccorsi sono intervenute numerose ambulanze e i vigili del fuoco oltre agli agenti della polizia stradale e anche la municipale di Camaiore.

Sul posto è accorso anche il sindaco di Camaiore Marcello Pierucci. “E’ un episodio che ha sconvolto tutta la comunità, una cosa così non era mai accaduta – ha raccontato il primo cittadino in diretta tv all’emittente televisiva 50 Canale – un’auto a folle velocità su via Italica ha travolto ed ucciso due persone e ferite altre cinque, ha danneggiato una decina di auto in sosta e travolto tutto quello che ha trovato durante la sua corsa, anche dopo il secondo impatto. Noi ci siamo resi subito disponibili mettendo la nostra polizia municipale a disposizione della polizia del commissariato di Viareggio titolare delle indagini”.

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Il ciclone Boris sull’Emilia-Romagna, paura a Modigliana

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‘Evitare tutti gli spostamenti’. L’Emilia-Romagna tiene il fiato sospeso di fronte alle impietose previsioni meteo, costellate di piogge, nubifragi e livelli d’acqua pari al doppio di quelli che si registrano in un mese intero. A Modigliana, in provincia di Forlì, “Il fiume è esploso”, ha detto in serata il sindaco, Jader Dardi, aggiungendo che la situazione rischia di essere “più grave” di quella del maggio 2023, quando il comune fu investito da numerose frane. Pioggia e frane anche sul versante toscano, nel Mugello, dove sono caduti 170 millimetri di pioggia nelle ultime 24 ore e dove, ha detto il presidente regionale Eugenio Giani, si aspetta un peggioramento delle piogge fino alal mezzanotte di oggi.

Domani le scuole resteranno chiuse in gran parte delle province dell’Emilia Romagna, mentre la governatrice facente funzione, Irene Priolo, invita le aziende a consentire, per quanto possibile, lo smart working. Il ministro Nello Musumeci ha firmato lo stato di mobilitazione per consentire un più capillare intervento della Protezione Civile nazionale nell’area, dove sono in arrivo le colonne mobili da altre regioni pronte a intervenire in caso di necessità. A preoccupare è anche la situazione delle Marche, dove i vari comuni – compreso quello di Ancona – hanno disposto la chiusura delle scuole, a fronte di allagamenti e frane registrate per l’intera giornata. La Puglia, invece, piange la scomparsa di un vigile del fuoco, morto dopo essere intervenuto ieri per aiutare alcuni automobilisti sorpresi da una bomba d’acqua nel Foggiano.

Il ciclone Boris, dunque, non accenna a placarsi e, anzi, si prepara a imperversare ancora per le prossime 48 ore con temporali, piogge e vento che interesseranno in particolare l’Alto Adriatico e il Tirreno meridionale. La mappa della perturbazione si colora di rosso e viola sull’Emilia-Romagna, dove sono attesi fino a oltre i 110 millimetri di pioggia. Già oggi l’allerta, inizialmente arancione, è stata innalzata a rossa, colore che sarà mantenuto fino alla mezzanotte di domani. Le piogge continue, stando al bollettino della Protezione Civile, potrebbero provocare frane, straripamenti e ruscellamenti. Per questo le scuole resteranno chiuse nelle quattro province interessate, vale a dire Bologna, Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna. L’università, invece, continuerà a mantenere le lezioni esclusivamente online. La Cgil chiede l’uscita anticipata dei lavoratori “anche ricorrendo agli ammortizzatori per eventi meteorologici eccezionali”.

In alcuni comuni, come Faenza e Castel Bolognese, sono cominciate le evacuazioni preventive per il rischio inondazione. Saranno costantemente monitorati i corsi d’acqua, ponti, sottoponti e i fiumi Senio, Montone, Lamone, Ronco e Savio. Secondo quanto riferito dal ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, c’è il rischio che alcuni corsi d’acqua possano superare la soglia massima di allerta, come già successo oggi in quattro occasioni. A Faenza sono stati posizionati blocchi di cemento attorno al torrente Marzeno per fermare l’acqua, mentre il sindaco ha firmato l’ordinanza di evacuazione dei piani terra di tutta l’area coinvolta. Nella Regione, intanto, cominciano ad arrivare i ‘rinforzi’ da Trentino Alto-Adige, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. Il maltempo, poi, continuerà ad imperversare su gran parte dell’Italia, con Marche, Puglia e Toscana in ‘arancione’ e altre 12 regioni in ‘giallo’.

Aperto il Centro Operativo Regionale ma anche quello Comunale ad Ancona, dove sono in arrivo vigili del fuoco da Campania, Lombardia e Toscana. L’amministrazione regionale ha invitato i cittadini a “muoversi solo in caso di reale necessità”, mentre diversi comuni, compreso quelli di Ancona, Fermo, Senigallia e Civitanova Marche hanno disposto la chiusura delle scuole. Autostrade per l’Italia, invece, ha attivato già da ieri una task force sui tratti autostradali costieri di Emilia-Romagna e Marche, aumentando i presidi e l’assistenza all’utenza per far fronte agli eventuali disagi determinati dal maltempo. La zona più colpita dal ciclone è proprio l’Appennino dove peraltro risulta disperso un aereo biposto partito ieri mattina da Pavullo nel Frignano, nel Modenese.

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A Napoli fiaccolata per Chiara, “Perdonaci”

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Centinaia di persone hanno preso parte a Napoli alla fiaccolata organizzata in serata in memoria di Chiara Jaconis, la giovane padovana morta dopo essere stata colpita in testa da un vaso domenica scorsa mentre passeggiava nei Quartieri Spagnoli. Dalla gente del quartiere si è più volte levato il grido “perdonateci” rivolto ai familiari della 30enne veneta. “Napoli forse non è la città più bella del mondo ma ha la popolazione più bella del mondo”, ha detto Gianfranco Jaconis, il padre di Chiara presente con la sorella della ragazza, Roberta. Centinaia i cittadini dei Quartieri Spagnoli che lo attendevano con in mano candele accese e palloncini bianchi, tanti lo hanno abbracciato.

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