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Cronache

Pioggia e temporali sull’Italia, un morto sul Monte Rosa

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Un’ondata di maltempo ha colpito gran parte dell’Italia. Gli annunciati temporali hanno allagato diverse città e causato danni nelle campagne. L’incidente più grave si è verificato sul Monte Rosa: un gruppo di alpinisti, spagnoli secondo le prime informazioni, sono caduti da un cornicione di neve a causa della scarsa visibilità. Un alpinista è morto e altri tre sono rimasti feriti; dal Castore, luogo dell’incidente (in un primo momento si era pensato ad una slavina), sono stati trasportati al rifugio Sella per poi essere portati a valle in ospedale. Sempre in Valle d’Aosta, sul massiccio del Monte Bianco il maltempo non dà tregua e i soccorritori non riescono a raggiungere i due alpinisti italiani, Sara Stefanelli e Andrea Galimberti, lei ligure e lui lombardo, che sabato pomeriggio hanno dato l’allarme spiegando di essere bloccati a circa 4.600 metri e di rischiare l’ipotermia.

Anche in Campania proseguono le ricerche del disperso, Giuseppe Guadagnino, travolto da una frana quasi due settimane fa. I violenti temporali, che erano annunciati, sono dunque arrivati causando criticità tra strade chiuse e black-out. Per la giornata di domani è prevista una tregua, anche se ci saranno ancora piogge e temporali sulla fascia adriatica centro-meridionale e sul basso Tirreno. In settimana tutta l’Italia comunque sperimenterà un clima autunnale con un graduale ma sensibile abbassamento delle temperature e precipitazioni via via più intense e diffuse. Gli esperti de IlMeteo.it parlano anche di un possibile arrivo della neve sulle Alpi.

A Roma, sferzata da temporali soprattutto durante la notte, sono stati circa cento gli interventi effettuati dai vigili del fuoco per alberi e rami pericolanti, danni causati dall’acqua, frane e dissesti. A Napoli le forti piogge hanno allagato i binari interrompendo per alcune ore la circolazione ferroviaria su alcuni tratti regionali; il forte vento ha poi causato la cancellazione di diverse corse degli aliscafi per le isole di Ischia e Procida. La pioggia è arrivata anche a Palermo dove non si vedeva da quattro mesi. Al Nord il maltempo ha messo in difficoltà molti centri. In Lombardia decine di interventi dei vigili del fuoco sono stati necessari nelle province di Monza e Lecco.

Tre famiglie state soccorse dai vigili del fuoco a causa dell’esondazione del Rio Brovada, affluente del fiume Lambro, a Triuggio (Monza), perché rimaste bloccate all’interno delle loro abitazioni. Situazione difficile anche in provincia di Bergamo dove è esondato il torrente Morla allagando decine di box e scantinati. L’ondata di maltempo infine non ha risparmiato le campagne dove si segnalano gravissimi danni tra campi allagati, serre distrutte e colture devastate, bloccando in alcuni territori anche la vendemmia, con i vigneti impraticabili per le operazioni di raccolta. A fare un primo bilancio degli effetti della perturbazione sull’agricoltura è la Coldiretti. Tra i territori più colpiti c’è la Toscana.

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Cronache

Deteneva 12 kg droga, armi e munizioni, arrestato 32enne di Acerra a Lecce

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Più di dodici chili di droga, hashish, marijuana e cocaina, tre pistole pronte all’uso, centinaia di proiettili, una lanciarazzi e circa 5mila euro in contanti ritenuti il provento dello spaccio. È questo il bilancio del sequestro effettuato nel corso di una operazione messa a segno dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce, che hanno arrestato un pregiudicato 32enne della zona. L’uomo, Antonio Baldassarre 32enne di Acerra (Napoli) ma residente a Lecce, aveva nascosto l’ingente quantitativo di droga e le armi all’interno di due garage nella sua disponibilità. Il nervosismo mostrato durante il controllo ha insospettito i militari. Dopo aver consegnato ai carabinieri un sacchetto contenente 2 kg e mezzo di hashish occultato sotto il sellino della moto, i militari hanno fatto scattare la perquisizione nei due garage di pertinenza dove poi è stato scoperto l’ingente quantitativo di sostanze stupefacenti.

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Uccide la moglie e si presenta ai carabinieri

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Femminicidio a Sestri Levante questa mattina. Un uomo di 74 anni, Giampaolo Bregante, ha sparato alla moglie, Cristina Marini. Dopo l’omicidio si è presentato dai carabinieri e ha confessato. Secondo le prime informazioni l’uomo ha detto di avere ucciso la moglie per “porre fine alla sua depressione e visto che la moglie si rifiutava di prendere le medicine per le cure”. Sul posto sono arrivati i medici del 118 e i carabinieri del nucleo investigativo. I militari sono coordinati dal pm Stefano Puppo.

Comandante di lungo corso, Giampaolo Brigante è conosciuto come una persona tranquilla, amante del mare. Ieri era con alcuni suoi amici a giocare a pinnacolo, come tutti i giorni. “Amava raccontare le sue avventure per mare sui traghetti – raccontano gli amici – Era preoccupato solo per la depressione della moglie ma non faceva trapelare nulla”. Il primo ad accorrere sul luogo dell’omicidio è stato il figlio Righel avvisato dal padre dopo che aveva sparato alla moglie, assieme ai carabinieri che avevano ricevuto la telefonata da parte dell’omicida. Il corpo di Cristina Marini si trovava riverso in cucina. Giampaolo Bregante è stato quindi condotto nella caserma di via Val di Canepa a disposizione del magistrato di turno.

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San Gennaro fa il miracolo e il Cardinale chiede giustizia sociale per Napoli

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Questa mattina, alle 10 in punto, il miracolo di San Gennaro si è ripetuto nel Duomo di Napoli, portando con sé un profondo significato religioso e sociale. Come da tradizione, l’annuncio della liquefazione del sangue del santo Patrono è stato dato dall’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, ai fedeli che gremivano la cattedrale. Il sangue, contenuto nella famosa ampolla, era già sciolto al momento in cui è stato portato sull’altare maggiore, trasportato dai seminaristi. La celebrazione eucaristica, come sempre, ha attirato numerosi fedeli e personalità illustri, tra cui il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il governatore Vincenzo De Luca, il principe Carlo di Borbone, il principe Emanuele Filiberto di Savoia e l’attrice Marisa Laurito.

La tradizione del miracolo di San Gennaro, atteso tre volte l’anno – il sabato precedente la prima domenica di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre – è un momento di grande devozione per i napoletani, che vedono in questo evento un segno di protezione e speranza.

Durante la sua omelia, l’arcivescovo Battaglia ha collegato il miracolo del sangue con la sofferenza e le difficoltà vissute dalla città. “Questo sangue si mescola sempre con il sangue dei poveri, degli ultimi, con il sangue versato a causa della violenza e del degrado sociale”, ha dichiarato, ricordando tragedie recenti come il crollo di Scampia e l’esplosione di Forcella. Con queste parole, Battaglia ha voluto sottolineare la necessità di una risposta collettiva e solidale alle sfide che Napoli affronta quotidianamente.

L’arcivescovo ha proseguito il suo discorso ponendo l’accento sull’importanza di affrontare le emergenze sociali come opportunità per costruire un futuro di giustizia e pace. Ha menzionato l’emergenza educativa e abitativa come priorità che richiedono interventi immediati, ma che al tempo stesso offrono la possibilità di disegnare una nuova traiettoria per la città. “Occorre avere il coraggio di superare la logica della competizione ad oltranza per abbracciare quella della cooperazione”, ha esortato Battaglia, invitando la comunità a riscoprire il valore della solidarietà e della cura reciproca.

Napoli, città dalle profonde contraddizioni ma anche dalle grandi risorse umane, è stata al centro di un appello accorato a ripartire da quei gesti semplici ma fondamentali che la sorreggono ogni giorno: “Ricorda sempre di custodire con tutto te stessa e ripartire ogni giorno dalle poche cose che contano”, ha detto Battaglia, invitando i napoletani a non voltare mai lo sguardo di fronte alla sofferenza altrui e a lottare per una città più giusta e pacifica.

Il miracolo di San Gennaro, dunque, non è solo un evento religioso, ma un invito a riscoprire la dimensione della solidarietà, della cooperazione e della speranza, elementi essenziali per costruire una Napoli migliore e più equa. Concludendo, l’arcivescovo ha invocato la protezione del santo Patrono affinché il segno del suo sangue “ravvivi sempre in noi il desiderio di realizzare per la nostra terra e per il mondo intero il sogno di Dio”.

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